Cap. 3 - L'accademia
Quando il monitor si spense, nessuno sapeva cosa pensare in quel momento.
Si sono ritrovati in un gioco davvero incredibile, ma non in senso buono.
Tutti erano zitti.
Ma che si dovevano dire? Che sarebbe andato tutto bene? Che tutto il Giappone avrà sentito tutto l'accaduto e li starà cercando? No.
No. Si sarebbero solo illusi. Eppure loro un pò di speranza ce l'avevano.... ma nonostante tutto... in alcuni angoli del loro cervello... sapevano che non sarebbe servito a nulla.
I Super Liceali ormai erano inconsapevoli del tempo che scorreva, erano rimasti li per un quarto d'ora a guardarsi, che stavano aspettando? Non lo sapevano neanche loro.
Celestia si era avvicinata al tavolo posto in corrispondenza a ella.
Quando fu abbastanza vicina, guardò sopra il tavolo.
Su questo c'erano disposti ordinatamente i libri per tutte le materie dell'accademia, le copertine erano rilegate in cuoio marrone con riflessi dorati, a causa delle luci appese al soffitto. Sopra ogni pacco di libri era legato per tenerli fermi un nastro color bianco latte, a sua volta sopra c'era un fiocco e sopra il fiocco c'era lo stemma dell'accademia, il simbolo era fatto di metallo.
Sopra tutti i libri c'erano i Monokuma File per ogni studente.
Celestia fu l'unica a rompere il ghiaccio.
"Ragazzi, qua sopra sono riposti dei libri e i Monokuma File per ognuno di noi" disse quest'ultima. Mirai fece segno con la testa di avvicinarsi. Quando tutti furono intorno al tavolo, presero la propria pila di libri con il Monokuma File.
Ognuno acesse il proprio Monokuma File, subito gli apparse sul loro schermo la mappa per le camere.
Akemi non appena vide che nel piano sotto di loro c'erano le camere, prese la sua valigia.
Lentamente tutti presero la loro valigia o borsone, ora avevano la mente confusa.
Ma che stavano facendo?
Era come se stessero andando coscienti verso un destino sconosciuto? Era un salto nel vuoto.
I loro volti... erano vuoti, privi di qualsiasi emozioni.
Era come se sentissero già morti dentro.
Fino a quanto avrebbero resistito psicologicamente?
Avrebbero mantenuto luciditá, dimostrando che loro sono fedeli a loro stessi?
Oppure... avrebbero dato retta alle parole di quel pupazzo?
Bè... è questo lo scopo di quel gioco.
Dimostrare se la mentalità umana è pronta a rimanere se stessa o lasciarsi sopraffare dalla paura.
In semplici parole: Morti fuori ma liberi dentro o liberi fuori ma morti dentro?
La vita... è stata creata per mettere alla prova la nostra mente e vedere fino a quanto può sopportare il peso di un mondo di cui esso sa giá il suo destino.
Quindi ora l'unica domanda è: Fino a quanto riusciranno a reggere la situazione?
Arrivati ognuno davanti alla proprio stanza, presero il Monokuma File.
Quest'ultimo era fatto di acciaio puro, con dietro lo stemma all'Accademia.
Poggiarono il Monokuma File sul congenito poco sotto la maniglia, evidentemente serviva per leggere la quest'ultimo.
Aperta la porta, ognuno si ritrovò nella loro suddetta stanza, ognuna di queste era identica.
Un armadio di mogano, però tinto di bianco, un letto a una piazza con le lenzuola bianche, il cuscino morbido e le coperte di un tessuto leggero ma caldo.
Una Tv abbastanza grande con un piccolo divanetto.
Il bagno era abbastanza grande, non così grande ma comunque spazioso.
Evidentemente hanno voluto mettere a proprio agio gli studenti, perchè ogni stanza aveva dei doni o degli accessori riguardanti a ogni studente della sua stanza.
Aruki quando entrò nella stanza trovò sul comodino delle carte, ma quelle per leggere il futuro e sopra la testa dalla parte del letto era appeso un ferro di cavallo, porta fortuna di solito.
Ma in quel momento non voleva fortuna, voleva casa. Voleva riabbracciare la sua famiglia per dirgli quanto le voleva bene, perchè se tutto questo non è uno scherzo... forse non avrà più opportunità di dirglielo di nuovo, giusto?
Kokichi invece si ritrovò invece un megafono e un piccolo microfono, quelli che usano i leader durante le manifestazioni. Gli passò di mente un'azione divertente, prendere il megafono ed esclamare una frase simpatica o divertente, per sdrammatizzare, perché sapeva come si sentiva Aruki. Era confusa e spaventata, probabilmente non sapeva neanche cosa fare, ma poi quell' idea la accantono, non era il momento buono per fare gli spiritosi. Quando si disse questa frase, riappoggiò il megafono che prima aveva preso pensando che sarebbe stata una buona idea.
Celestia quando mise piede nella stanza, dovette girare attorno a un tavolo da gioco da azzardo decorato con i bordi dorati, sopra erano poste diverse gioco di Poker Indiano, sul tavolo era incisa la frase: Scommetti il tutto per tutto ma alla fine basta che propaghi il debito. Lei infatti con una mano inizio ad accarezzare il tavolo e quando arrivò in corrispondenza delle carte, ne estrasse una dal mazzo... Jolly. Quante possibilità aveva che gli capitasse?
Come a casa sua, riusciva sempre ad avere fiducia e giocarsi le carte migliori... è così che si arriva al successo, no?
Ib che era abituata a portarsi dietro l'attrezzatura per dipingere, si sorprese di trovare già la l'attrezzatura: un cavalletto, diverse tele bianche, pennelli, matite e qualche quadro appeso. Ella era felice, perchè già a primo impatto aveva notato che quell'attrezatura era di marche altissime, non che le sue non erano di marca, anzi erano costosissime anche quelle che Ib si era portata da casa, ma non gli sarebbe dispiaciuto lavorare anche quelle davanti ai suoi occhi, l'unica cosa che le fece spegnere il sorriso era un ritratto di una bambina che sorrideva. Ib notò subito che la bambina era stata forzata a sorridere e lei odio i ritratti di persone false, così senza esitare prese un pennarello nero e sopra il viso angelico della bambina ci disegnò una bella X sopra e sotto ci scrisse: L'arte prova emozioni.
Mirai quando entro nella sua stanza e vi trovò un sacco da box, era molto identico a quello con cui si allenava o meglio si allenavano lui e i suoi amici. Che strano... Gli rilassano in mente tutti i ricordi di lui e la vita con suo padre.... che inferno. C'era un motivo se era scappato di casa, eppure in quel momento disperato, lui come tutti aveva bisogno di una casa, se suo padre fosse stato diverso... sarebbe ancora lì?
Ilary quando entrò nella sua camera, si lamentò dello stile di arredamento della stanza, vi lascio immaginare che quando aprì la valigia, al suo interno c'erano una moltitudine di vestiti. "Poco male" pensò Ilary, dato che la sua stanza era stata fornita di un armadio... come dire... abnorme. Di fianco alla Tv, c'era un set da tè di puro argento, forse... se qualcuno aveva voglia... avrebbe preso il tè con lei? Forse doveva cambiare atteggiamento? Non lo sapeva... ora quel che importava era di cercare di uscire.
Yuu si sentiva strano, essere sordo-muto non é il massimo della vita, ma è riuscito a comprendere tutto quando il Monokuma File ha spiegato la situazione. Non gli bastava sentirsi solo? Arrivato in camera cercò subito di ambientarsi, d'altronde ci avrebbe passato la maggior parte del tempo o del resto della vita. CÈ solo una cosa che lui ha imparato veramente: Non deve stare ad ascoltare nessuna delle urla desperate CHE evocano aiuto.
Vicino all'armadio trovò delle librerie vuote, sospirò e delicatamente appoggiò i primi libri sul linguaggio dei segni, ma uno gli cadde: Vivere felici senza sentire il mondo di Zack Anderson.
Yuu pensò solo una cosa in quel momenti: Fottiti Zack.
Shiromi era piuttosto calma, ma quando vide che la Tv fu felice, almeno avrebbe potuto giocare. Quando stava per tirare fuori la sua amata Ps4, notò che sul comodino erano riposti una Nintendo 3ds, un Xbox e anche un altra Ps4. "Wow, per essere un gioco in cui bisogna uccidersi... ci trattano abbastanza bene" si ritrovò a pensare Shiromi, ma in quel momento, voleva sperare che questo gioco fosse un'inutile gioco.
Shouko non era un gran fan dei mobili... diciamo... eleganti. Anche perché lui si sente quasi sempre una persona che esce in giro la notte, ma il fatto di sapere che qualcuno potrebbe ucciderlo mentre da solo, di notte, cammina in un corridoio.... gli fa dubitare del fatto che forse dovrebbe fare come ogni sera le sue camminate notturne. Appena aprì la stanza, non è che si ritrovò molto di speciale, se nò qualche poster con delle immagini di piloti e una piccola cassetta da meccanico. "Fantastico! Già che c'erano potevano portare una gomma qua dentro!" Scherzò Shouko. L'umorismo era l'unica cosa mancante quel giorno, avrebbe voluto fare lo spiritoso con i suoi compagni... ma si immaginò come si sentivano loro. Essere spiritosi avrebbe peggiorato la situazione... meglio non rischiare...-
Prese un cacciavite e iniziò a passarlo tra le dita o a lanciarlo per poi riafferarlo, iniziando a riflettere su come trovare una via di fuga.
Nella stanza non è che c'era così tanto da rallegrarsi, apparte un mazzo di soffioni riosti dentro un vaso di ceramica e delle piume. Questi sono classici simboli della speranza o di un sognatore, difatti Yukki Per quanto la situazione poteva essere drammatica sembrava piuttosto rilassato. Per lui c'era sempre speranza e sogni realizzabili, però in quel momento forse sarebbe stato meglio che si preoccupasse. Non che fosse fiducioso perché la fiducia fino a un certo punto si può sopportare ma quando viene tradita... Beh non è una bella cosa. la fiducia in tutti i minuti che sarebbero stati lì dentro in quella struttura sarebbe stata la cosa più importante a fianco a loro. Meno male che Yukki ne era consapevole.
"Mi conviene stare attenta che non faccia cadere nessuna spillo a terra... sennò è la fine per i miei piedi!" Si raccomandò Hinata, sbadata con me poteva far cadere anche un lampadario! Così le dicevano a casa sua o meglio dire in sartoria. Nella sua camera c'erano diverse stoffe spilli e anche una macchina da cucire. È nato è sempre stata una ragazza che preferiva da sempre cucire a mano cucire con la cucitrice l'era una cosa davvero nuova o meglio dire strana dato che aveva già usato la macchina da cucire, però.... diciamo che non è finita molto bene. Sul suo letto però trovò un'altra cosa, un peluche, assomiglia molto ad un orsacchiotto, come quelli che vendevano in sartoria. però aveva una caratteristica molto speciale, era vestito con una giacchetta blu è una spilla con sopra la faccia di Monokuma. In quel momento la sua paura era passata da un livello quasi sopportabile o una roba che nessuno avrebbe sopportato, voleva piangere non fare nient'altro.... Chi poteva essere così crudele?..
A Urami non interessavano le stanze in cui avrebbe alloggiato, ma le importava soltanto (da quanto aveva visto dalla mappa) dell'osservatorio.
Ma comunque la sua stanza era stata proprio preparata a questo, sopra il suo comodino era riposto un cannocchiale e un telescopio, mentre poco sotto la TV c'erano alcune cartine Stellari. Eppure Urami avrebbe preferito che ci fosse stata una finestra nella sua stanza sarebbe già stato tanto per lei poter osservare di nuovo la luna. Anche perché ormai avevano perso tutti quanti la cognizione del tempo di conseguenza facevano fatica a capire alcune volte se era notte o giorno e spesso si dovevano basare a seconda dell'orario in cui erano arrivati.
kuroko non si aspettava nulla di speciale nella sua camera d'altronde Beh lui era il super Ultra creatore di fuochi d'artificio liceale. Eppure si ritrovano sul suo comodino della polvere da sparo e della cartapesta, quest'ultima in passato lui la usava per fare i cosiddetti "fuochi d'artificio di scena", c'è fuochi d'artificio che però non esplodevano ne emanavano luce. Le faceva sempre per le feste dei suoi cugini... Quanto gli mancano quei ricordi... Riuscirà a sopravvivere per crearne dei nuovi? Chi lo sa! Probabilmente a causa del fatto di essere abbastanza tranquillo potrebbe essere preso di mira... è probabile. È sempre meglio valutare le proprie probabilità prima di questo modo sai già come contrattaccare o come reagire.
Juvit era lo stesso tempo sia fiducioso che un po' triste. essere rinchiusi in una cagna in cui ti dicono che devi ammazzare i tuoi compagni non è il massimo della vita. Comunque quando entra nella sua stanza fu accolta da uno splendido odore di fiori di Ibisco, i suoi fiori preferiti.
noto subito di fianco diversi vasi che erano stati riposti per la cura delle piante sotto di essi e c'era un grande sacchetto pieno di concime e di terra. "Chissà se le vite umane rinasceranno per sempre come se fossero fiori?" Sì chiese Juvit, alcune volte lo danno del poetico ma lì non si sentiva poetico si sentiva solo la lista come se parlasse con le piante. Le piante sono in un certo senso una delle prime forme di organismo vivente al mondo quindi nè era sia affascinato scientificamente, sia per la loro bellezza.
Akemi fu l'ultima ad arrivare in camera, la sua camera era disposta in fondo al corridoio. Quando entro nella sua stanza venne accolta Prima di tutto da uno dei più importanti simboli del teatro, le due maschere: quella felice e quella triste. A sua volta però girando si vede alcuni oggetti di scena delle più famose commedie e spettacoli teatrali al mondo, lei non ne aveva bisogno di quegli oggetti strani le piacevano di più i suoi erano molto più realistici lei ci teneva molto che tutto quanto, quando recita, fosse veramente realistico. Difatti quando deve fare anche un piccolo dettaglio per una per una scena dello spettacolo teatrale rimaneva lì anche ore per fare quel dettaglio perfetto. Sembra un'ossessione, ma non lo è. Più un'opera è realistica, più ti trasmette emozioni.
Dopo che mi tutti quanti si misura sistemare i loro effetti personali nel loro stanze. Almeno sapevano dove nascondersi... Come dei bambini. da bambini pensiamo sempre che nascondersi sotto le coperte sia l'unico posto sicuro. È davvero strano, però casualmente tutti quanti: la casa e che l'unico posto sicuro in quel momento forse era camera a cui loro potevano accedere grazie al proprio Monokuma File. Ma mica potevano stare lì tutta la vita...
Poco tempo dopo che tutti si erano sistemati nelle loro camere, gli studenti decisero di incontrarsi nella mensa. Tutti i deciso di sedersi attorno a un tavolo quadrato di metallo con le sedie anche esse di metallo.
Tutti avevano il morale a terra... e chi dagli torto! Nessuno vorrebbe ritrovarsi in una situazione del genere perché la prima domanda che si fa è: Perché io? Perché hanno scelto me? Perché 'sta disgrazia del genere?
nessuno aveva voglia di parlare soprattutto perché dopo il discorso di Monaco Ma le parole arrivano in gola.
Gli sembrava sprofondare in un luogo che nemmeno conoscevano con delle persone che a malapena conoscono!
Ma forse l'unico modo per sopravvivere era conoscersi meglio, insomma, avere un rapporto di fiducia! Ma la fiducia in situazioni del genere è davvero difficile da dare...
poche persone riuscivano a guardarsi negli occhi la maggior parte di loro stava testa bassa altri invece non volevano Neanche sedessi a quel tavolo volevano solo tornare in camera propria però già che c'erano Era anche ora di cena, forse una chiacchierata avrebbe fatto bene forse chiacchierando scopriranno di avere tantissime cose in comune diventeranno persone inseparabili.... oppure scopriranno di non andare d'accordo di essere diversi che ognuno al proprio carattere ma forse potranno comunque collaborare non devono tutti quanti per forza essere amici Però in quel momento è la maggior parte desideravo avere una spalla su cui piangere oppure una persona con cui parlare perché i momenti del genere tu ti senti soltanto solo...
"Basta con questo silenzio... Avanti ragazzi dobbiamo collaborare!" Esclamò Yukki. Era molto collaboratore Yukki e anche molto estroverso, ma forse per alcuni questa cosa del fatto di ''collaborare'' era ancora un po' troppo presto, forse devono aspettare una giornata, giusto il tempo per riprendersi, prima di insomma... Riuscire ad unire le forze.
"So che siete tutti spaventati ma... Per uscire dobbiamo collaborare! Potremmo esplorare un po' questa struttura?!'' continua Yukki.
"Se tanto ci tieni a esplorare questa struttura vacci da solo. Te lo puoi anche scordare che io vado in giro ad esplorare questo posto in un orario che è sconosciuto" rispose con freddezza Akemi. Quest'ultima era seduta con le gambe accavallate e a braccia incrociate e il suo sguardo invece era piuttosto... freddo.
"Su dai vi prego ragazzi! Non litegate!" Chiese Hinata con velocità di tristezza.
In effetti l'aria era iniziata diventare pesante.
Alla fine non si sa come ma tutti accettarono di esplorare la scuola. dopo aver dopo l'esplorazione sarebbero tornati a mensa dove mangiando avrebbero discusso su cosa avevano trovato o esplorato.
Alcuni studenti esplorarono i piani superiori altri i piani inferiori.
Ib esplorò l'aula d'arte: quest'aula era piena di cavalletti e soprattutto di bozze di disegni. Appena entrata fù accolta per lo più da grandi armadi contenenti alcuni oggetti da lavoro, tipo pennelli, carboncini e matite. La stanza era divisa in due parti: a destra c'era il necessario per le lezioni d'arte, a sinistra invece c'erano diverse scrivanie tra cui i fogli molto più grandi e numerosi righelli, per la zona di tecnica. Ib, sì diresse verso la parte d'arte e inizio ad osservare i vari dipinti esposti sulla parete, alcuni di questi portavano nomi di probabilmente precedenti studenti. "Chissà se anche loro sono stati vittime di questo gioco?" Si chiedeva Ib. Alcuni dipinti invece erano ancora incompleti difatti lo si potevano notare alcuni punti non erano colorati o altri invece non avevano finito lo sfondo, lei voleva quasi quasi voleva prendere quei pennelli che vedeva in giro per tutta l'aula e mettersi a dipingere, ma in quel momento non poteva. Doveva dare una mano per riuscire a scappare da quella scuola.
Le finestre erano completamente sommerse di neve, difatti prima di entrare, con la mano a vuoto si era messa a cercare un interruttore per la luce. Inizio a dirigersi verso la parte di tecnica, trovando molti fogli sciupati sia dal tempo sia dal continuo cancellare delle linee: D'altronde tecnica è una materia piuttosto difficile, bisogna avere sia molta calma che grande attenzione. In quel momento lepassò di mente un ricordo di lei che andava a una mostra artistica di un certo pittore famoso, era un pittore che aveva dipinto Elisabetta di Baviera nel 1837, durante l'incoronazione di imperatrice. Le sono sempre piaciuti quei dipinti, anche se ripensando a quel dipinto, le era saltato subito all'occhio che l'imperatrice non fosse molto felice di farsi fare un ritratto. Beh d'altronde era diventata imperatrice molto giovane, si era sposata addirittura a 16 anni! "Incredibile": è quello che si diceva sempre in ogni volta che osservava i dipinti, la maggior parte dei dipinti raccontano una storia non servono solo per commemorare un giorno o una data ma perlopiù per raccontare una storia. E ogni volta alla vista di un nuovo dipinto si chiedeva cosa è successo a quella persona e si basava sempre sulle emozioni che erano disegnate sul volto del soggetto in quel dipinto. Piuttosto visto il fatto che per quanto fossero sommersi dalla neve e per quanto l'accademia si trovasse sul monte Fuji, non stessero morendo di freddo, doveva esserci un condizionatore che scaldava, ma allora perché la neve non si scioglieva? Che domanda stupida è molto difficile che un termosifone possa sciogliere tonnellate di neve.
Continuò a cercare, ma non trovo nulla di speciale, se non l'ispirazione per qualche quadro. Dopo un'ultima guardatina in giro e se ne andò un po' delusa, si aspettava qualcosa di più magari trovare qualche indizio che li avrebbe potuti ricondurre alla libertà ma per quanto ne sapeva non aveva trovato niente. Uscì dalla stanza e spense la luce, eppure sapeva che probabilmente sarebbe tornata di nuovo in quell'aula per dipingere.
Mentre usciva incontro Ilary, anche lei voleva vedere l'aula di arte.
"Ci sono già entrata, non ho trovato niente" disse Ib a Ilary. Quest'ultima guardò la più piccola per un attimo per poi andarsene.
Yuu andò verso l'aula di biologia, la luce era già accesa vuol dire che qualcuno era già dentro. In effetti era così, appena entrato riconobbe subito una figura maschile, quando questa figura si voltò si scoprì che era Yukki.
Quest'ultimo fece un sorriso Yuu e disse qualcosa, ma lui non lo poteva capire per lui io chi stava soltanto muovendo la bocca senza emanare nessun suono. Deciso di abbassare lo sguardo e di iniziare a guardare l'aula in cui era dentro.
Quest'aula aveva davvero tanti banchi e sopra questi banchi sopra alcuni erano disposti alcuni oggetti per chirurgia. Si rivolse verso la cattedra e la lavagna sulla lavagna c'erano disegnate Alcune Alcune formule sul corpo umano e sul DNA.
Sopra la cattedra invece erano disposti alcuni fascicoli che Yukki ti stava guardando. Hai preso uno tra questi e inizia a sfogliarlo, erano pagelle di altri studenti. Che strano.
giochi nel frattempo si era messo a guardare sui tavoli che erano disposti sotto le finestre, c'erano alcuni libri anche alcuni acquari. ad un certo punto gli occhi prese un foglio e inizio con una penna trovati li per caso a scarabocchiare sopra.
Quest'ultimo si avvicina verso il ragazzo sordomuto egli porse il foglio.
"Tu sei Yuu, vero? Io sono Yukki! Piacere di conoscerti. è un po' strano conoscere delle nuove perso ne in situazioni del genere ma spero che diventeremo ottimi amici!" Diceva così il biglietto.
Io all'inizio lo guardo con una faccia un po' stranita, che fosse una tecnica per acquistare la sua fiducia per poi pugnalarlo alle spalle? Che ne poteva sapere essere sordomuto la resa solo svantaggiato di conseguenza non può fare più di tanto, ma lui sapeva già che probabilmente Forse aveva più probabilità di essere assassinato. Quindi tanto vale godersi il momento? Ah Bho!
Yukki gli porse la mano per stringerla, un classico modo di conoscersi. Alla fine triste quella mano non era del tutto fiducioso ma forse doveva dare una possibilità a quel ragazzo. Tornò comunque a vedere l'aula.
Iniziò a guardare dentro alcuni cassetti, persino dentro l'armadietto dove venivano tenute le scope per la pulizia di fine giornata. Niente, non trovò niente. Incavolato sbatte violentemente lo sportello di un armadietto con al suo interno solo appunti e quaderni. Decisero di uscire dalla stanza anche quella stanza era stata scartata neanche li avevo trovato niente speravano che nelle ricerche degli altri avessero trovato qualcosa. Yukki gli lancia uno sguardo determinato. Tipo per dirgli che sicuramente gli altri avevano trovato qualcosa.
Judith ovviamente esplorò la Serra.
L'unico posto in cui si sentiva veramente se stesso. Si mise subito ad annusare i fiori che lo circondavano, avevano un odore paradisiaco, però non vedeva i fiori di Ibisco, Purtroppo questo rese un po' triste in tal caso li avrebbe piantati lui. Vicino all'entrata erano disposti diversi pacchetti di concime e terra. I vasi invece erano tutti di ceramica però perlopiù le piante che voleva piantare Judith le voleva piantare nel sottosuolo nel giardino avrebbe trovato il posto per le ibisco. rinizio a dirigersi sempre più al centro e di colpo la radura sembrava sommergerlo, c'era tanto di quel verde.
Arrivo in un capanno degli attrezzi e trovargli ben disposti uno a uno gli attrezzi da lavoro. Zappa, pala... C'è tutto quanto adatto al giardinaggio. Inizio a sentire però uno strano cinguettio e subito gli si illuminarono gli occhi. se avessi scoperto che quella sera era anche una riserva per animali ma soprattutto per uccellini sarebbe stato davvero felice!
Inizia a fischiettare qualche melodia in modo da unirsi al canto del coro di quegli uccellini... Aspetta qualche secondo e poi rise.
"A quanto sembra non c'è la ghiandaia imitatrice, No perché la situazione in cui ci troviamo sembra molto simile a un Hunger Games!" Si ritrovò a pensare ad alta voce. Inizio a cercare sempre più in profondità della Serra, voleva sapere fino a quanto Era profonda quanto era larga e quanto era alta. spesso trovava in giro se cambiava direzione degli armadietti con dentro altri oggetti per il giardinaggio, quando prese una di destra e trova un armadietto color verde lo apri: e fece la scoperta piuttosto sconvolgente... Rimanette impietrito davanti alla vista di quell'oggetto. Gli sali un brivido sulla schiena e gli passarono di mente tantissimi scenari orribili. Dalla paura chiuse subito l'armadietto e per fortuna, dato che era piccolo, lo prese e lo nascose tra alcune piante piuttosto grandi. Ci mise sopra qualche foglia e qualche liana per poi scappare via da quella direzione. Aveva tanta paura ma davvero tanta. Un semplice oggetto aveva rovinato un posto e una tranquillità così paradisiaca, doveva calmarsi i suoi amici avessero saputo della sua scoperta di sicuro l'avrebbero tartassato di domande e soprattutto... beh... Dalla paura sarebbero andati tutti in panico.
Aspetta qualche secondo specie dei respiri profondi inizia a camminare con calma e scese le scale per andare via dalla serra.
Kokichi e Aruki risalironoe scale per andare all'aula Magna. Nulla era cambiato, se non l'aria in quella stanza, era molto più leggera quando c'erano tutti era diventata pesantissima, ma ora che si era svuotato piano piano l'aria era più fresca.
Si misero a cercare nel piccolo palcoscenico che era stato allestito per accogliere tutti i suoi studenti. In corrispondenza del palcoscenico, c'erano disposte varie sedie su queste sedie metà cadute e metà ancora in piedi, prima della valanga erano tutte ben disposte. Aruki si avvicinò alle sedie ancora in piedi: sopra di esse c'erano diverse uniformi sia femminili che maschili. Ovviamente essendo l'accademia aveva la sua uniforme. Così Aruki decise di cercare la sua, solo per vedere com'era.
Da quanto aveva letto Archi ogni anno la divisa cambiava, per distinguere ogni vecchia generazione ogni nuova generazione. Lascia tutta la ritrova per terra sotto una sedia poi c'è quella valanga aveva fatto traballare il suolo, così Molte serie sono cadute e Tra queste anche le uniformi. Riconobbe la sua perché quando si avvicinò nata che ogni divisa aveva un simbolo per ogni studente e questo simbolo rappresentava in un certo senso il suo talento riconobbe subito la sua perché sulla sua giacca c'era il simbolo di un trifoglio non di un quadrifoglio. "sempre meglio essere rappresentati da un trifoglio che dal sale che cade e dal passare sotto una scala!" Pensa ad alta voce Aruki, D'altronde, quelli erano i più classici esempi di sfortuna al mondo!
L'uniforme era grigia, per le donne il completo era formato da delle scarpe nere delle calze che arrivavano fino al polpaccio bianche con una striscia nera la gonna invece è anche se era grigia ma con una striscia nera sul fondo una giacca grigia con lo stemma della della scuola è il simbolo del talento una cravatta nera è un maglione bianco. "Ehi! Hai trovato la tua uniforme! Anche la mia!" Esclama Kokichi avvicinandosi Aruki, che nel frattempo quest'ultima rivolto lo sguardo al terreno notò che c'era una uniforme da uomo stesso genere come quello di una donna, e con sopra il simbolo di uno scudo con sopra 3 persone anonime. E la raccolta e la divisa e la passa al suo compagno chi non appena La vide inizia a girare tra le mani entusiasta.
"se questo qua non fosse un gioco, ma fosse un Accademia normale in cui possiamo studiare miglior ai nostri Talenti... sarei molto felice di mettere questa divisa!" Esclamò Kokichi.
Tornarono a darsi un'occhiata in giro e salirono sul palco. il palco era uno di quelli un po' improvvisati sul momento ma comunque con una certa eleganza Anche perché era fatto di metallo, al centro c'era un piccolo tavolo con sopra un microfono. Si avvicinarono poi verso la TV, essa era davvero grande, iniziarono a cercare qualche dettaglio che poteva ricondurli all'origine di quel pupazzo. Oppure soltanto scoprire qualcosa in più di quella accademia. Non trovarono niente neanche cercando bene la TV. Prima di andarsene decisero di dare un attimo un'occhiata alla cupola fatta di vetro. Prima una loro compagna aveva detto che qualcosa non quadrava in quella cupola. iniziarono a osservarla attentamente centimetro per centimetro millimetro per millimetro.
Aruki si avvicinò nella parte in cui era scesa la valanga. Se avessero infranto il vetro in cui è scesa la valanga e avessero lanciato qualcosa, questo oggetto sarebbe caduto sopra il terzo piano o più precisamente dove c'era la serra.
In effetti qualcosa non quadrava... Nella parte proprio in cui era scesa la valanga (dove Giù aveva toccato il vetro), una parte della Cupola sembrava infranta, ma non infranta che fosse distrutta, ma si vedevano i segni che precedentemente doveva essere successo qualcosa, per quanto la cosa fosse difficile da vedere a occhio nudo si poteva vedere che qualcosa sporgeva come quando sostituiscono un vetro ma il procedimento era diverso. di solito si sostituirebbe tutta la cupola se fosse danneggiata. Ma in questo caso hanno fatto come se fosse un puzzle. Una parte si era distrutta così hanno ricreato quella parte che se l'ha distrutta per poi sistemarla e agganciarla. Come mai questa cosa???
Aruki ignorò la cosa e dopo aver dato un'altra volta una guardatina in giro, insieme a Kokichi, uscirono da quel'aula.
Shouko, Urami e Riel si incontrarono per i Corridori per caso. Così decisero di esplorare insieme l'osservatorio dell'Accademia. Appena arrivati dovettero riprendere fiato, avevano percorso molte scale.!
Urami Sì meraviglio nel vedere tantissima di quella roba per astronomia! Adorava tantissimo serve alle stelle, qualche volta sogno anche di poter scappare via come una stella cadente. l'osservatorio era predisposto perlopiù in una stanzetta abbastanza piccola degli armadietti in cui erano disposti diversi libri, un planetario, è un grandissimo e complesso telescopio! Tantissimi appunti di precedenti sperimenti erano riposti sopra dei banchi. La ragazza visibilmente emozionata corse verso il grande telescopio:
"È UNA COPIA PERFETTA DEL E-ELT!! È INCREDIBILE!!!" esclamò ella. essendo ancora un poco buio decise di vedere un attimo come funzionava: gli dava una grande prospettiva è connesso riusciva a vedere miliardi di stelle. Cerca di muoverlo ma non ce la fece.
"È bloccato dalla neve.... È inutile tentare di sbloccarlo..." disse Riel, che nel frattempo Urami stava spingendo il telescopio in modo da poter riuscire a spostare la visuale, inutile.
Lei lo guardo con uno sguardo all'insù Un po' di indifferenza Ma poi di comprensione così lascia il manico per spostare la visuale del telescopio e inizio a guardare in giro alcune cartine Stellari.
"Cavolo! certo che qua hanno dei congegni piuttosto niente male!" Disse Shouko mentre si rigirava tra le dita un planetario miniscuolo.
"Vediamo se c'è il mio oroscopo!" Commentò divertito quest'ultimo.
Shouko si mise a cercare qualcosa all'interno di un armadio: non trovo quasi nulla a parte scartoffie su che scartoffie. Riel inizio a guardare in mezzo a alcune carte, trovò una cosa stupefacente... Una foto. Questa foto rappresenta tre ragazzi dentro il planetario, avevano un sorriso in faccia e tenevano in mano un cartello con su scritto: club di astronomia.
"Hey Urami! Li conosci sti tizi? No perché sembrano anche loro fanno di astronomia quindi forse sono tuoi amici?" Chiese Riel. Urami dopo aver sentito la sua domanda si avvicinò a lui distogliendo la sua attenzione dal telescopio, afferrò la foto a
iniziò a guardarla. il suo volto All'inizio aveva un'espressione curiosa, ma poi fece una faccia stranita.
"Mai visti prima d'ora!" Esclamò sicura. Shouko prese anche lui la foto e anche lui inizia a guardarne i volti: Ma chi saranno mai questi ragazzi?
Decisero di andarsene, ma Urami sarebbe tornata lì. Non solo per studiare, ma anche per scoprire più segreti.
Kuroko era felice di andare nell'aula di matematica, lui ama la matematica è sempre stata la sua materia preferita. Appena entrato mi salta subito all'occhio la lavagna che era ricoperta da formule matematiche. Tutto sommato sembrava una classe come le altre. Era pieno di materiale per le formule, righelli, tantissime lavagnette perché ovviamente devi portartene 100 per fare un misero calcolo. Questo era quello che si diceva sempre Kuroko. Era davvero bella quell'aula. ricordava molto quella della sua scuola. Che ricordi.
non te lo fa quasi nulla giro tra i banchi ma non trova niente o almeno nulla che potesse stuzzicare la sua curiosità. "Peccato" sussurrò per poi uscire.
Shiromi non avevo una meta precisa, in verità non sapeva dove poteva o cosa poteva visitare. Ma si ritrovò ad esplorare la palestra. La palestra era piuttosto grande, adatta a qualsiasi genere di sport. L'unica cosa più interessante della palestra erano gli spogliatoi il ripostiglio dove venivano tenuti tutti i materiali didattici. Nello sgabuzzino che si trovava in fondo alla palestra sirahmy quando la prova diversi oggetti: in primis trovò delle palle, poi le mazze, sia da hockey sia per baseball. Di fianco lo sgabuzzino c'erano le corde su cui arrampicarsi è proprio di fianco e se c'era un canestro per il basket. Vicino agli spalti, invece, c'erano i tappetini il saluto vengono usati per fare yoga oppure altri sport tipo ginnastica artistica.
Andò verso gli spogliatoi, andare in prima in quelli femminili. Questi erano addobbate da alcune banche predisposte in corrispondenza degli armadietti, Ognuno di questi poteva essere aperto soltanto con un monokuma file. Così Shiromi decise di aprire il suo. Dentro c'erano diversi asciugamani, una tuta da ginnastica sia per l'inverno sia per l'estate. Sì diresse verso le docce, quest'ultimo era ricoperto di piastrelle bianche le docce invece erano circa 8 e tutte quante erano divise da divisori mentre poco più in là c'era una vasca. Tanto valeva non guardare lo spogliatoio dei maschi sarà come quello delle ragazze. Uscendo dagli spogliatoi, sentì una strana sensazione non sapeva come descriverla era come se avesse ricevuto una scossa. Shiromi Ignora per un attimo quella sensazione rimanendo ferma per qualche secondo per poi camminare verso l'uscita. Si aspettava qualcosa di più dentro la palestra però... La palestra è il primo posto in cui una persona potrebbe uccidere. Qualcuno poteva prendere un peso e scagliarlo in testa a qualcuno. ( Riferimento all'omicidio di Chihiro Fujisaki) Però chissà!.... Magari nessuno ucciderà nessuno. Di conseguenza tutto quello che ha detto monokuma, beh... Sarà falso. Shiromi un po' ci crede, ma anche da una parte testa che questo qui alla fine sia solo un gioco.
Akemi decise di andare nei sotterranei, la parte più interessante dell'accademia in un certo senso. Un luogo perfetto per commettere un crimine ma anche un ottimo posto per farsi uccidere. Ci mancherebbe altro che qualcuno l'avesse seguita per insomma....
l'obitorio è accessibile soltanto quando ci fossero stati gli amici e lì e lei Poteva entrarci solo tre volte non una di più ma io non sprecarle. Così decise di guardare dentro gli sgabuzzini. Nel primo sgabuzzino c'era soltanto qualche scopa e secchio per le pulizie. Nel secondo invece trovo qualcosa di più, una corda, un telo, ammoniaca e diversi detersivi, anche questi destnati per la pulizia.
E nel terzo.... Niente.... Solo una scatola degli attrezzi, era proprio posizionata lì, al centro, sotto quella luce. Dava quasi quasi un'area inquietante. Akemi prese tra le mani la cassetta. Era chiusa grazie a un lucchetto. Provo a spingere con tutta la sua forza l'apertura, ma in qualsiasi caso non si aprì. Sbuffò e lasciò dentro in quello sgabuzzino quella cassetta. Ma cosa poteva contenere mai... per essere chiusa a chiave?
Dopo aver chiuso la porta lo so che in fondo c'era una porta di ferro che era molto diversa da tutte le altre. Era quella dell'obitorio. E se si trovava in fondo al corridoio così Akemi decise di darci un'occhiata. Non voleva entrarci ma volevo solo dare un'occhiata alla porta. La porta di ferro Avrò avuto lo spessore di come minimo 50 mm. Ella ci passò una mano sopra. Al tatto il ferro sembrava molto consumato. Si mise ad osservare attentamente anche la maniglia. Anche essa era molto consumata, suppose che molti ragazzi delle vecchie generazioni, avranno tentato di entrare, non appena noi è più potuto concedere entrare. Guarda la parte per un attimo in un modo molto indifferente, per poi andarsene. faceva così paura l'atmosfera di quel corridoio del sotterraneo, perché Ovviamente quel sotterraneo non era come tutti gli altri sotterranei normali, perché al posto di essere una stanza era un corridoio lungo con 4 stanze.
L'anfiteatro era piuttosto grande, a Celestia l'unica cosa che passa per prima di tutto in mente è che la porta che vedeva posizionata davanti a lei era quella da cui era entrata. Se ci pensava entrando da quella porta le sembrava di aver firmato un contratto di morte, anzi no, è come se l'avesse confermato. Il tappeto sotto i suoi piedi un tappeto tondo bianco e nero con sopra lo stemma della scuola. A ogni angolo in cui si girava, vedeva sempre una telecamera, il televisore e le finestre ricoperte di neve. Le scale che portavano verso i piani superiori erano posto in corrispondenza della porta. Ai lati invece ce n'è diversi corridoi che conducevano alla messa o alla palestra. Chissà quanta neve è risposta sopra di loro e per quanto avrebbe ancora retto la struttura? Domande abbastanza futili dato che non avrebbero mai potuto saperlo.
Il soffitto era decorato con i lampadari. Quest'ultimi non erano così speciali erano dei semplici lampadari. Il portone, era rimasto intatto. Non che ci fossimo inulla di sospetto. Ma Celestia decise di cercare altre telecamere, dovevano essercene per forza altre. Iniziò a guardare in giro. Riuscissi soltanto però a trovare solo due telecamere nascoste, una dietro una pianta posizionata in corrispondenza dello scorrimano per salire le scale, l'altra invece era mimetizzata sopra la cornice della porta. Celestia per aveva solo una domanda riguardo a queste telecamere: se c'erano le telecamere (ed erano attive) c'è qualcuno che mi sta fissando? Sì, probabilmente quel l'orso, ovviamente l'arbitro deve sempre sapere chi è l'assassino.
Non ti avrò altro ti strano nell'anfiteatro, a parte le telecamere. Decise di andarsene e di dirigersi verso la mensa no che la sua ricerca esplorazione ossa andata tanto bene, però comunque aveva trovato due telecamere nascoste magari potrà servire in futuro, un esempio è poter disattivarli oppure usare per riprendere un colpevole o anche posizionarle davanti alla sua camera, giusto per precauzione. Ma sarebbe ingiusto nei confronti dei suoi compagni, meglio di no. Poi L'orso ha detto che chi potrebbe danneggiare le proprietà della scuola (Quindi potremmo dire anche le telecamere) ricevere ad una severissima punizione.
Quando Celestia arrivo a mensa trovò tutti quanti che stavano attendendo gli ultimi studenti. Qualcuno aveva cucinato, perché si sentiva un buon profumino...
Yukki uscito dalle cucine, esclamò: "Avremo cibo a disposizione! A quanto sembra ogni settimana la dispensa e le cucine vengono rinnovate dal nuovo cibo!".
"Avrei preparato riso e pollo per tutti, Ma se qualcuno non si fida... Può sempre prendere qualcosa da solo!" Continuò Yukki.
I ragazzi si guardano in faccia per un po' di tempo prima di decidere.
fu comprensibile che alcuni di loro decidessero di prendersi il cibo da soli o di cucinarselo.
Ib deciso di fidarsi di Yukki. D'altronde non avrebbe senso commettere un omicidio avvelenando il cibo, è un classico, di conseguenza sarebbe stata abbastanza ovvio poi alla fine chi sarebbe stata l'assassino se il cibo fosse avvelenato.
Shiromi decise di andare a prendersi il cibo da sola, non sapeva che cosa avrebbe cucinato ma si sarebbe accontentata di quello che c'era, ma di sicuro si sarebbe presa una bella torta come dolce.
Shouko anche lui deciso di fidarsi Yukki, certo non era del tutto convinto, però voleva dargli una possibilità, giusto per vedere come sarebbe andata la situazione.
Yuu, per quanto fece amicizia con Yukki, teme troppo la morte, così decise anche lui di prendersi il cibo da solo.
Riel anche lui decise di prendersi il cibo da solo, non solo per il fatto che non si fidi dei suoi compagni ma anche perché non crede che la cucina di Yukki sia così buona.
Urami, anche lei volete prendervi il cibo da sola, sia perché aveva una gran fame sia perché le piaceva di più cucinare lei.
"Aruki, vuoi provare a mangiare il cibo che ha preparato Yukki?" Chiese Kokichi a Aruki. Ella abbassò lo sguardo, non si sentiva in grado di fidarsi di persone che aveva appena conosciuto soprattutto perché il pensiero che probabilmente qualcuno poteva ucciderla, non la tranquillizzava.
Kokichi la guardò, di certo non poteva entrare nella testa di archi per sapere cosa le frullava nella testa, Ma la conosceva fin dalla tenera infanzia e per lei forse non è ancora il momento di poter riuscire a fidarsi degli altri. Almeno c'ha provato. Così decise di accompagnare Aruki a prendere il cibo sia per lei che per lui.
Ad Akemi non importava tanto se Yukki aveva cucinato per tutti. Preferiva di certo servirsi da sola, quindi con un pò di educazione rifiutò il cibo del ragazzo.
D'un tratto dalle porte della mensa apparve Hinata.
"Scusatemi mi ero persa!" Disse quest'ultima mentre entrava in mensa. Subito Yukki le offri il cibo che ha cucinato ed ella accettò volentieri.
Celestia preferivo di gran lunga mangiare come era abituata a casa sua e poi le ci voleva un po' di te per rilassarsi.
Tutti gli altri decidere invece di mangiare il cibo di Yukki.
Quando tutti presero il loro cibo si sedettero al loro posto.
iniziarono a parlare di quello che avevano scoperto girando per l'Accademia, Hinata raccontò di come aveva provato a esplorare il corridoio dell'ala ovest e quello dell'ala est e di come non ce l'ha fatta.
Fu davvero strana la loro prima cena. Avrebbero voluto mangiare in un altro modo, con un tono più allegro, ma purtroppo era ben difficile essere allegri.
Però c'è una cosa che tutti quanti avevano notato, alcuni studenti credevano che grazie all'esplorazione dell'Accademia e di quella cena, in un certo senso, fosse l'inizio di un rapporto con ognuno di loro.
Magari continuando così, aiutandosi l'un l'altro.. sarebbero riusciti a scappare da quella Accademia senza dover per forza uccidere...
Dopo la cena ognuno andò a coricarsi nella propria camera, anche se alcuni avrebbero preferito passare un po' di tempo con gli altri anche la sera, non so, chiacchierando oppure giocare ai videogame o fare qualche altra attività. Ma probabilmente dopo tutto quello che era accaduto, oltre ad avere il morale a terra, tutti quanti erano molto stanchi, quindi quando tutti si addormentarono, prima di far lasciarsi abbandonare alle braccia di Morfeo, pensano solo a una cosa:
Fino a quanto potremmo resistere così?
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Salve, Ebbene Questo è il terzo capitolo, in cui i partecipanti hanno esplorato un po' l'Accademia di conseguenza conoscono un po' come è fatta. Nel prossimo capitolo avrete l'opportunità di fare amicizia con qualcuno. Quindi se qualcuno vorrebbe fare amicizia con qualche altro personaggio, potrebbe dirmelo così possono organizzare una conversazione tra di loro.
Mi dispiace per aver fatto attendere questo capitolo, ma è successo che quando lo scrivevo all'inizio non mi convinceva mai, di conseguenza cancellavo sempre il capitolo per poi riscriverlo. Se posso essere completamente sincera neanche l'inizio qua mi ha convinto più di tanto, ma non potevo farvi aspettare ancora così ho deciso di pubblicare.
Mi scuso ancora per il ritardo, la prossima volta cercherò di essere più veloce e di evitare di farvi attendere.
Grazie per aver letto.
Oh! E mi scuso anche per gli errori grammaticali che probabilmente avrò dimenticato.
-Jeff
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