✿Tredicesimo Capitolo✿

Douma era rimasto a dir poco sorpreso quando, dopo che Akaza gli aveva rivelato di essersi imbattuto in Inosuke, la scoperta che egli fosse diventato un Ammazzademoni era sbiadita completamente nel suo cervello.

Non era che non credesse ad Akaza, al suo migliore amico, ma Inosuke? Un membro della Squadra Ammazzademoni?

-Quello che mi hai appena rivelato, Akaza, è un'accusa molto grave!- l'ennesimo sorriso fittizio riapparì sulle sue labbra: -Certo, le decisioni intraprese da Inosuke nel corso della sua vita sono sempre state molto discutibili, ma addirittura diventare un cacciatore di demoni?-

-Vorresti insinuare che io sia un bugiardo?- Douma si portò un ventaglio all'altezza del mento, analizzando con noncuranza la postura di Akaza che si irrigidiva; qualche parola in più e avrebbe scatenato la sua ira.

Sapeva di essere arrivato in un momento non molto conveniente, per questo si era preso la libertà di infastidirlo, ma quella situazione era così tanto degenerata che non poteva assolutamente permettere che Akaza perdesse le staffe e si allontanasse. Avrebbe potuto raggiungerlo facilmente, ma sarebbe stato ancora disposto a fornirgli altre informazioni?

-Darti del bugiardo è l'ultima cosa che voglio, Akaza. Però cerca di capirmi; Inosuke è un ragazzo difficile, è vero, ma non si metterebbe mai in combutta con il nemico!-

-Era in compagnia del moccioso dagli orecchini hanafuda. Se l'umano che cerchi indossa una maschera di cinghiale ed è incline alla stupidità e impulsività, si tratta di lui.-

Douma sventolò il ventaglio con finto stupore, un sentimento simile al fastidio che apparve per qualche istante sulle sue iridi policromatiche: -Indossava una maschera di cinghiale? Come può avere così poco gusto?-

Se Akaza aveva qualcosa da dire, tuttavia rimase in silenzio.

-Devi sapere che Inosuke da bambino uccise un enorme cinghiale, - la sua prima preda, ero così orgoglioso di lui! - però decise di conservare la testa di quell'animale per... oh, non fare quella faccia scocciata! Purtroppo quando mi perdo in chiacchiere, mi è impossibile fermarmi!- i suoi occhi si assottigliarono in un cipiglio falsamente triste: -Ma vedi, Inosuke mi manca così tanto! Se venissi a scoprire che, effettivamente, lui si è alleato con quel ragazzino, non la prenderei molto bene.-

Il tono che stava usando Douma era per Akaza una lenta tortura, più insopportabile dei precedenti: sinistramente allegro, poteva percepire tuttavia in esso una certa rabbia che, per pochi attimi, rese nuovamente l'aria attorno a loro gelida.

Quasi si ritrovò a provare pietà per quel giovane essere umano.

Quasi.

-Devo presumere che lui non sappia della tua identità?- chiese, un velato sarcasmo nella voce.

-Dirgli della mia vera identità non sarebbe stato molto conveniente. Non lo pensi anche tu? Come avrebbe reagito, nello scoprire che colui che lo ha cresciuto è un terribile demone?-

Akaza dovette a stento trattenersi dal tagliare bruscamente quella loro insolita conversazione. Le parole che Douma stava pronunciando con cura erano inautentiche, penose: era ovvio che Douma nascondesse altro, che ci fosse una motivazione credibile del perché non avesse compiuto la mossa azzardata di trasformare Inosuke in demone, ma anche stavolta decise di tacere.

Dubitava che potesse trattarsi di "paura di perderlo", ma quel Douma era così nuovo ed imprevedibile che Akaza sentiva il necessario bisogno di andare a prendere una boccata d'aria dalla parte opposta in cui si trovavano.

-Non mi sembri il tipo che si crea questi problemi.-

-Evidentemente non mi conosci poi così bene, Akaza.-

"Lo penso anch'io." si ritrovò a pensare, notando con sottile sorpresa che Douma si stesse allontanando prima del previsto.

-Rimarrei qui ancora un po', ma ho delle cose urgenti da fare! Inosuke è con quel moccioso, dovrò pur agire e chiedere rinforzi.-

Non aveva un'idea di precisa di quali precisi rinforzi si stesse riferendo Douma, ma ebbe la consapevolezza di pensare che, il non essere stato ulteriormente coinvolto, era una fortuna immensa.

...

Fortuna che non fu d'aiuto invece per Daki.

Le visite di Douma non potevano certamente essere definite rare o bizzarre, ma il comportamento che negli ultimi giorni stava manifestando non era molto d'aiuto. Tutte le Lune avevano compreso che stargli alla larga era la cosa più sensata da fare, a meno che non si volesse cadere nel rischio di scatenare la sua ira.

E scatenare un possibile attacco d'ira da parte della Seconda Luna Crescente non era conveniente per nessuno.

-Ti disturbo per caso? Lo so che non è molto educato sbucare all'improvviso davanti alla gente, ma ho l'enorme necessità di fare due chiacchiere con te.-

Daki rimase ferma immobile. Manteneva ancora il suo aspetto umano e delle ciocche scure le coprivano un poco la fronte. Di Gyutaro non vi era nessuna traccia.

-Perché sei qui?- lo guardò, ma non era perplessa o sorpresa di vederlo: -Hai scoperto qualcosa su- come hai detto che si chiamava quell'umano strambo?-

-La tua arguzia mi stupisce sempre! Ebbene sì, ho qualche informazione preziosa su Inosuke.- agli occhi della demone, Douma pareva essere tornato lo stesso di mesi prima, per questo decise di essere propensa ad ascoltarlo.

Suo fratello l'aveva avvertita di quanto fosse diventato irregolare - come se lo avesse notato soltanto lui!-  e l'aveva tormentata con avvertimenti insistenti che tutt'ora le procuravano una notevole rabbia.

"Non sono una maledetta bambina, dannazione!"

-E che cosa hai scoperto, di preciso?-

-Qualche giorno fa ho parlato con Akaza e, con notevole sorpresa, mi ha rivelato di aver scoperto che Inosuke fa parte della Squadra Ammazzademoni.-

Daki si rigirò un fermaglio tra le mani, improvvisamente indecisa su quali parole usare con cura. Che l'essere umano che Douma cercava avesse avuto la sfrontatezza di volerli ostacolare era imperdonabile, una decisione che avrebbe dovuto pagare con una morte atroce, ma...

-E non sei arrabbiato?- Daki cercò di rimanere sciolta: -Voglio dire, quel ragazzino ti ha voltato le spalle; non vuoi ucciderlo per l'affronto subito?-

-Ucciderlo? No, non voglio fare nulla del genere.- Douma prese a ridacchiare: -Non credo si renda ben conto della scelta che ha fatto, per questo non ho intenzione di ammazzarlo. Il ragazzino dagli orecchini hanafuda deve averlo influenzato. Se c'è qualcuno che deve pagare, è lui.- con innaturalitá, il suo volto espresse quella che doveva essere presa come tristezza: -Se Inosuke morisse, sarei molto triste. Un dolore che non potrei mai superare!- i suoi occhi incontrarono direttamente quelli di Daki: -Capisci cosa intendo?-

"Che se quello muore, siamo tutti nella merda." ebbe la decenza di non pronunciare ciò che aveva appena pensato.

-Ho capito quello che intendi. Per chi mi hai presa?- incrociò le braccia al petto: -Ma cosa c'entro io esattamente, con tutto questo?-

-Dopo aver scoperto che fine avesse fatto Inosuke, mi sono informato. Ho avuto la fortuna di incontrare qualche Ammazzademoni che lo conosce di vista. Sono stati molto collaborativi! Mi hanno detto che viaggia sempre in compagnia del ragazzino dagli orecchini hanafuda e di uno strano biondino. Tanjiro e Zenitsu, sono questi i loro nomi. Stanno cercando di raggiungerti, Daki; per ucciderti. Ma non possiamo permettere che questo accada, giusto?-

La mente di Daki si era quasi del tutto scollegata: l'idea che dei mocciosi insolenti pensassero davvero di essere in grado di poterla uccidere, era per lei una profonda umiliazione. Ciononostante, Douma continuava ad osservarla con una tale insistenza che le faceva accapponare la pelle.

Douma interpretò il silenzio di Daki come un invito a continuare: -Non so altro, purtroppo. Quegli Ammazzademoni a quanto pare ci tenevano moltissimo ad andare incontro ad una morte violenta! Era da tanto che non provavo a divorare un umano ancora in vita... le loro urla erano davvero fastidiose.- si portò una mano sotto mento, la fronte corrucciata: -Ultimamente tutti si comportano in modo molto strano, persino tu e Akaza. È successo qualcosa? Non vuoi aiutarmi?-

L'ultima sembrava tutto tranne che una sincera domanda.

La minaccia era presente nelle parole di Douma e Daki sapeva che un rifiuto da parte sua non sarebbe stato accettato nel migliore dei modi. Per quanto odiasse ammetterlo, Gyutaro aveva avuto ragione nell'avvertirla.

-Vogliono uccidermi, quindi ti aiuterei in ogni caso, non credi?- fu la sua risposta insolente, ma stavolta non abbandonava lo sguardo da davanti a sé, come se temesse che da un momento all'altro che Douma l'attaccasse.

-Sono felice di avere il tuo aiuto, Daki! Vedrai che guadagneremo molto entrambi; io rivedrò Inosuke e lo porterò via con me, tu invece avrai la possibilità di uccidere quei due ragazzini e ottenere una ricompensa speciale dal Nobile Muzan.-

Daki sgranò leggermente gli occhi, colpita da quello che Douma le stesse dicendo: -Credi davvero che il Nobile Muzan mi darà una-...?-

-Ne dubiti, forse?- la interruppe Douma, che aveva notato le guance di Daki scaldarsi al pensiero di Muzan: -La morte di quel ragazzino sarebbe un vantaggio, per lui. Negli ultimi tempi non ha fatto altro che ordinarci di ucciderlo.-

Daki annuì e, tremante d'emozione, si sfiorò leggermente le guance con le dita: -Sarà un vero onore diventare fonte di gioia e orgoglio per il Nobile Muzan!-

-La ricompensa che otterrai sarà immensa.-

A quel punto Daki era completamente convinta, ammaliata dalla prospettiva di ricevere gratitudine e una profonda ricompensa dallo stesso Kibutsuji Muzan. Avrebbe ricevuto un onore tale che le altre Lune l'avrebbero certamente invidiata.

-Accetto! Riavrai presto quell'Inosuke, stanne certo.-












Il Pilastro del Suono non gli piaceva.

Era questo il pensiero fisso che tormentava Inosuke da ormai qualche ora: non pensava che avrebbe mai trovato qualcuno di così dannatamente insopportabile in tutta la sua vita.

Il suo spiccato sesto senso gli diceva di dover stare alla larga da lui, o meglio, di stargli alla larga per evitare di rompergli l'osso del collo. Era irritante e privo di intelligenza.

Ormai se ne era convinto. Chi mai avrebbe trattato delle ragazzine in quel modo? Persino Aoi aveva rischiato di cadere nell'egoismo di quell'uomo, di andare in una missione sanguinaria di cui non voleva avere nulla a che fare, e vedere il terrore nei suoi occhi aveva fatto scattare in Inosuke una rabbia malcelata.

Ricordava soltanto di aver urlato contro quel babbeo e di essere stato trattenuto a stento da Zenitsu, con Uzui Tengen che non lo prendeva sul serio, troppo concentrato a capire chi avrebbe potuto portare in missione al loro posto.

Fu così che si ritrovarono lì, in quello strano posto chiamato bordello, travestiti da donne.

Non aveva la più pallida idea di che posto fosse - era da ore che chiedeva e quell'idiota di Zenitsu si ostinava a cambiare discorso -, ma le occhiate troppo lunghe che gli uomini rivolgevano alle ragazze del posto, gli faceva provare lo stesso autentico ribrezzo che, in quel momento, stava provando per il Pilastro.

Inoltre, il trucco che gli ricopriva il volto era orribile. Non ci voleva un esperto per capire che a truccarli era stato un incapace, ma per la fretta non avevano saputo a chi rivolgersi. Le guance erano fin troppo rose, le labbra pure, e quando Tengen aveva provato a mettergli qualcosa sulle ciglia, tentò di colpirlo.

Le diavolerie che gli avevano messo in faccia erano così brutte che poteva benissimo sentire delle risatine provenire da un gruppo di ragazze che li osservavano con derisoria insistenza - non ci voleva un genio o l'inconfondibile udito di Zenitsu per capire che stessero parlando male di loro.

E la cosa lo urtava. Soprattutto perché se avesse provato ad urlare loro contro o a comportarsi come al solito, avrebbe mandato tutto a monte.

Non sapeva cosa avesse di strano la sua voce, ma Tanjiro aveva precisato che fosse troppo mascolina, e che quindi anche il solo pensare di imitare una voce più femminile, era praticamente impossibile.

Inosuke non sapeva se sentirsi elogiato o offeso per quello che gli era stato detto.

-Che cos'è un bordello?! Continuo a guardarmi intorno ma non capisco!-

-Te lo avrò detto mille volte, Inosuke! È un argomento molto delicato, insomma...  e abbassa la voce, o ci farai scoprire!- Zenitsu usò un tono in falsetto così ridicolo che Inosuke dovette a stento trattenersi dal ridergli davanti.

-Anch'io vorrei sapere che cos'è questo posto.- ammise Tanjiro subito dopo, confuso quanto Inosuke: -Ma Zenitsu ha ragione; stai attento Inosuke, o potresti farci scoprire...!-

Anche se Tanjiro era gentile come sempre, quel lieve ordine aveva fatto imbestialire Inosuke. E la frustrazione di non poter fare altro se non obbedire, era alquanto disturbante e difficile da sopportare.

"Non sono mica un idiota!" strinse un pugno, così forte che rischiò di farsi male: "Posso benissimo fingere alla perfezione di essere...-"

Si fermò di colpo.

-Inosuke?-

-Ehi, che cosa ti prende ora?-

Tanjiro e Zenitsu passarono immediatamente in secondo piano; tra la folla di gente, gli era parso di vedere una chioma argentata svanire nel nulla...

-Odore di demone.-

-Che cosa?!-

Tanjiro non guardava più Inosuke, ma davanti a sé; i suoi tratti facciali si erano induriti e con determinazione continuava ad osservare un punto diverso da quello che gli occhi di Inosuke puntavano.

-Un demone? Io non ho avvertito assolutamente nulla!-

-Abbassa la voce!- esclamò Zenitsu, tanto che alcune persone volsero il capo verso di loro: -Ahahah, scusate! La mia amica ha sempre molta voglia di scherzare...-

Inosuke continuava a pensare che la recita di Zenitsu fosse ridicola, ma quelli che li avevano osservati fino a qualche secondo prima, tornarono a farsi i fatti loro.

-Si può sapere che cosa diamine ti prende? È già la seconda volta in meno di dieci minuti che rischi di farci scoprire!-

-Inosuke.- Tanjiro era preoccupato: -Sicuro di star bene?-

-...si, si... sto bene.- Inosuke non li guardò negli occhi: -Voi tornate da quell'idiota... io vi raggiungo subito.- mormorò senza dare spiegazioni, per poi scomparire in mezzo alla folla mentre Tanjiro lo richiamava.

"Non può essere qui!" Inosuke si fermò dopo qualche minuto, qualche goccia di sudore sulla fronte e gli occhi che indugiavano frettolosamente su ogni figura che gli stava attorno: "Ho chiaramente percepito la sua presenza... non posso essermi sbagliato!"

Non ne era però molto più sicuro.

Si era perso e di Douma non c'era alcuna traccia. La gente attorno a lui sembrava stesse aumentando a dismisura, così tanto che non appena vide una stradina libera, vi si fiondò per fermarsi e prendere aria.

E se Douma fosse veramente lì? Era una domanda che assieme a molte altre lo tormentava. Non poteva tornare indietro senza aver controllato bene, non quando un demone proprio in quel quartiere era nei paraggi.

"Devo fare qualcosa, qualcosa..." espirò seccato e confuso allo stesso tempo: "...ma rimanere qui non servirà a nulla."

Non sapeva dove stesse andando, quale strada stesse prendendo, ma avvertiva un presentimento negativo, che si rivelò veritiero non appena delle figure gli si pararono davanti.

-Ragazzina, cosa ci fai qui tutta da sola?- la dolce voce di una ragazza riecheggiò nella notte, ma Inosuke non disse nulla. Non poteva parlare, o lo avrebbero scoperto.

-Poverina, forse è spaventata... oppure non può parlare...-

Rimase fermo immobile, ma Inosuke sapeva che non erano loro da cui doveva rimanere sulla difensiva. Una sensazione molto più sgradevole si stava facendo sempre più avanti.

-Che cosa succede?-

Un'elegante Oiran dai capelli castani si fece avanti, il volto dall'espressione gelida che osservava le due ragazze diventate improvvisamente intimorite.

-Pensiamo che questa ragazzina abbia bisogno di aiuto... aveva tutta l'aria di essere spaventata...- rispose infine una di loro balbettando.

Inosuke continuò a guardare davanti a sé. Le iridi color smeraldo completamente spalancate.

"Un demone."

-Ah, davvero?- Daki parve analizzarlo da capo a piedi, e il presentimento negativo che stava provando si faceva ben maggiore. Lo guardava con evidente disgusto; doveva trovare anche lei il trucco orribile.

Non lo capiva bene, ma oltre a quello, Inosuke aveva l'impressione che lei lo conoscesse.

Doveva sicuramente starsi sbagliando. D'altronde non era possibile e lui era camuffato da donna. Non poteva sapere chi era.

Daki, come se fosse stata in grado di leggergli nel pensiero, sorrise.

-Se è come dite voi, dobbiamo aiutarla. Vorrei giusto avere l'occasione di farle qualche domanda.-


















❇️Angolo Autrice❇️

Ed eccomi qui anche con questo capitolo!
Come al solito devo rompere e precisare un paio di cosine: avevo fatto i conti male e quindi ci sarà un capitolo in più del previsto. Secondo, sebbene questo cap sia ambientato nell'Arco del Quartiere delle Luci Rosse, gli eventi sono diversi da quelli del manga - e direi ovviamente, altrimenti questa non sarebbe una Fanfiction.
Era giusto per precisare!

- LadyFraise💜

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