✿Settimo Capitolo✿

Quella notte, si era rivelata per Douma una profonda delusione; come di rito, la cerimonia si era svolta nei modi migliori, ma vi era stato un qualcosa che lo aveva profondamente turbato. Non se ne capacitava il motivo, e mai avrebbe creduto che se ne sarebbe preoccupato, eppure Inosuke risultava essere calmo persino di notte, negli ultimi tempi.

Persino il piacere del pregustare carne umana andò a meno, e il pensiero che Inosuke potesse avere qualcosa che non andava era un problema, perché lo stava deconcentrando ogni secondo che passava. Era da un giorno intero che non lo vedeva, i suoi impegni gli avevano impedito di passare del tempo con lui e, probabilmente, Inosuke non lo aveva cercato a causa del suo orgoglio ferito. Sapeva che odiava non passare le giornate con lui, e dato che le ore libere a disposizione stavano diminuendo, non aiutava la loro situazione.

Strappò con noncuranza un braccio da una delle sei sfortunate vittime, un dubbio che sospettava stesse per concretizzarsi: ormai Inosuke non era più quel bambino ingenuo i cui inganni erano stati d'effetto. Adesso poteva tranquillamente arrivarci da solo che, fino ad ora, era stato ingannato e che colui che lo aveva cresciuto fosse, in verità, un demone.

Vedere impressa nella sua mente l'immagine di un Inosuke spaventato e che lo malediva, gli creava una noia tale da fargli venire la nausea. Consapevole di quanto potesse essere insistente e testardo quel ragazzo, stava prendendo in seria considerazione l'idea di trasformarlo in demone. Se lo avesse fatto, utilizzando prima parole accurate per ingannarlo, non solo Inosuke sarebbe andato dalla sua parte, ma non avrebbe rischiato di risentirsi vuoto nell'assistere alla sua morte.

Perché si, se Inosuke avesse dovuto scoprire la sua vera natura in anticipo, dubitava fortemente che non gli sarebbe andato contro; lo conosceva troppo bene. Il tradimento, per lui, era un gesto ingiustificato, una paura che lo corrodeva dal profondo del suo animo e gli dava la forza necessaria per ribellarsi e combattere. 

Da un lato però, Douma era lieto che Inosuke non avesse ereditato completamente il carattere di sua madre. Entrambi ingenui, si, eppure era sicuro che a differenza di Kotoha, egli avrebbe di gran lunga preferito buttarsi in pasto al nemico con le unghie e con i denti, piuttosto che scappare come un vigliacco.

"Chissà se mai scoprirà qual'è stata la reale causa della morte di quella stupida donna." quasi rise al solo pensiero, mentre si alzava per dirigersi verso la porta - non era in vena di continuare a cibarsi, si sarebbe accertato di impedire l'accesso a quella sala: "Oh, povero piccolo Inosuke, da sempre obbligato a trascorrere una vita piena di menzogne."

Con l'oscurità della notte che da anni era sua alleata, Douma volse uno sguardo al dì fuori della finestra. La luna era piena e alta nel cielo, e in quelle serate a volte si chiedeva come Inosuke non avesse trovato dei segni, i segni di tutte quelle persone che sparivano nel nulla dopo aver raggiunto il Paradiso.

Ronzava piano mentre camminava verso il fiume vicino; la rugiada al mattino ricopriva la flora della foresta, con piccoli volatili che allungavano le ali sulle cime degli alberi. La mattina era sempre stato il momento preferito della giornata di molti; era tranquillo, pacifico, il momento del risveglio. L'atmosfera della notte che in quel momento gli stava riservando però era un qualcosa con cui aveva avuto sempre molta più famigliarità, anche quando era un essere umano.

Il suono del fiume si chiudeva ad ogni passo, e se la notte poteva essere migliore dell'aria fredda era l'acqua gelida del fiume. Sembrava voler purificare la sua anima corrotta, il freddo dell'acqua che gli saliva lungo le gambe attraverso la spina dorsale e che raggiungeva il suo cervello con nuova energia dalle cime sciolte della neve di montagna.

Ma era evidente che anche quella serata sarebbe trascorsa in maniera diversa.

Un grido dietro di lui lo riscosse dai suoi pensieri, e si voltò giusto per osservare una delle sue seguaci correre verso di lui, il terrore impresso sul suo volto.

-Douma-sama, Inosuke è scomparso e Takaeo è stato ritrovato privo di sensi a pochi passi da qui!-

Il sorriso - fasullo - presente sul suo volto sparì in un battito di ciglia, il mondo attorno a lui parve divenire più insignificante del solito. Non si curò minimamente dello sguardo ancor più terrorizzato della donna, probabilmente accortarsi del suo cambiamento d'umore,  e quasi non notò di essere arrivato nel punto in cui vi si trovava Takaeo, esamine e privo di coscienza; giaceva sul bordo del fiume, la pelle fredda e pallida, tanto che se non fosse stato per il lento movimento del suo petto che si alzava e abbassava, sarebbe stato ritenuto morto.

-Oddio, per favore, non morire.- poté udire la voce tremante della seguace accanto a lui, le mani impacciate mentre cercava di prestare aiuto.

-Dov'è Inosuke?- mai la sua voce era parsa piatta come in quel momento. Lo sguardo di Douma non si distoglieva dalla figura di Takaeo, le iridi arcobaleno che brillavano di possibile rabbia, che però la giovane non riuscì a scorgere, per quanto era impegnata a tenere lo sguardo rivolto altrove.

-Quando sono giunta qui, ho trovato solo Takaeo esamine nel bordo del fiume.- una pausa: -Poco prima che avvenisse però, abbiamo trovato la finestra della camera di Inosuke aperta, e temiamo che abbia tentato una fuga...-

-Temete? Per favore, mia cara, a nessuno di voi è mai piaciuto Inosuke.-

Ella non ebbe nemmeno la possibilità di rispondere che si ritrovò la testa mozzata, lo sguardo vuoto e minaccioso di Douma che ricadeva sul suo corpo esamine: -Ho sempre trovato i bugiardi una perdita di tempo.-

Prese l'uomo con sé e lo portò all'interno del Tempio, le iridi vitree della donna defunta che, rimaste spalancate, lasciavano intravedere l'evidente orrore che aveva provato nei suoi ultimi istanti di vita.




























Douma attirò l'attenzione sul rapido bussare alla sua porta. Non stava facendo altroché, tuttavia, scattò come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa di scandaloso. 

-Si?-

La porta si spalancò, Douma si aggiustò il copricapo prima che una testa sbirciasse dentro: -Grazioso fondatore, è stato rinvenuto il cadavere di Kichi nel fiume vicino. È possibile che la sua morte sia collegata al tentato omicidio di Takaeo e alla scomparsa di Inosuke.-

Fu la prima volta in tutta la sua vita a dover fare il tremendo sforzo di fingersi dispiaciuto, di esclamare un "È terribile!" con tutta l'angoscia possibile. La mente rivolta altrove.

-...poco fa Takaeo ha anche ripreso i sensi, per fortuna.-

-Bene, vediamo cosa possiamo fare per lui.- ha seguito la ragazza in fondo al corridoio mentre lei lo conduceva.

La gente affollava il corridoio mentre si avvicinava sempre più; i fedeli trasportavano coperte e asciugamani, alcuni portavano bacini di acqua fumante o chiacchieravano semplicemente tra loro.

-È ancora sveglio?-

-Come pensi che sia finito nel fiume?-

-Cosa sta succedendo?-

-Sembra ferito, c'era sangue su tutti i suoi vestiti.-

- E il giovane Inosuke? Che abbia fatto la stessa fine di Kichi?-

Douma ignorò i loro pettegolezzi mentre passava, le persone praticamente si facevano da parte mentre si avvicinava, non curanti di quel che stava provando in quel momento.

La porta della stanza era spalancata; alcune donne si occupavano dei suoi vestiti, che erano davvero macchiati di sangue. 

Mentre entrava nella stanza il ronzio cessò. 

Annusò l'aria una volta, non era l'odore di sangue che lo aveva congelato. No, era abituato al profumo del sangue, lo beveva ogni settimana e in gran parte. 

Era il profumo di Inosuke. Puzzava di fiori selvatici, come l'aria della foresta di notte. 

Come aveva previsto, i suoi sospetti erano fondati. Si avvicinò, e il suo profumo diventava sempre più forte. 

Annusò di nuovo: non era recente, ma era palese che si fossero incontrati; era consapevole dell'odio reciproco presente da ambedue i lati, addirittura da aver beccato innumerevoli volte Inosuke giocare un brutto tiro a Takaeo, ma mai avrebbe pensato che quella situazione si sarebbe incrinata a tal punto.

Avrebbe dovuto dar retta a Inosuke e liberarsene seduta stante.

Poté percepire l'uomo rabbrividire nelle sue coperte, i suoi respiri che cominciavano a diventare irregolari. Poteva solo fissarlo mentre si svegliava, gli occhi spalancati; il profumo della flora lo avvolgeva come viti nella foresta, le spine scavate nella sua pelle; rendendo il suo istinto omicida ancor più pericolante. Era bloccato a terra mentre crescevano, avvolgendo il suo corpo stretto in un abbraccio che non poteva spezzare, nemmeno la sua forza di demone poteva spezzarsi. Il sudore si formò sulla sua fronte, un rauco ringhio si formò nella parte posteriore della sua gola-

Takaeo non era amante della foresta, soltanto Inosuke provava un amore immenso per quel luogo. Il profumo di fiori e quello di Inosuke erano oramai evidenti. 

-Douma-sama?- tornò alla realtà, i fedeli che lo stavano fissando. Confusione e preoccupazione erano impressi nei loro volti, e le sopracciglia erano corrugate mentre continuavano a tenere d'occhio Takaeo.

-Le mie scuse.- Douma si raddrizzò e fece un passo indietro: -Cosa avete notato finora? Dove l'avete trovato?-

-È stato trovato nel fiume vicino, era freddo, ferito e insanguinato. Non si era ancora svegliato, quindi non siamo a conoscenza di altro.- Douma annuì mentre si accovacciava accanto a lui,  suoi occhi erano di nuovo fissi sulla sua figura.

Aveva la bocca parzialmente aperta mentre respirava lentamente, quasi troppo lentamente. Le palpebre spalancate, che non smettevano di guardarlo, e Douma quasi rise nell'identificare il terrore che, in quel momento, lo stava tormentando.

-Per ora lo lasceremo riposare, se riuscirà a riprendersi durante la giornata di oggi, non ho dubbi che starà di nuovo bene. Piuttosto, dobbiamo occuparci della scomparsa di Inosuke: setacciate ogni luogo nelle vicinanze, anche la foresta, se necessario.- le sue parole sembravano rassicurare la folla, i sospiri di sollievo e i suoi ordini si mescolarono nella stanza prima che la gente si allontanasse frettolosamente, pronta a cominciare le ricerche.

La ragazza che era rimasta assieme lui rimase più a lungo di quanto volesse, mormorando piano come non desiderasse che l'uomo si svegliasse da solo. Sebbene la promessa di Douma che sarebbe rimasto con lui, esitò a lasciare la stanza.

Era decisamente sveglia, doveva aver percepito qualcosa di anormale nell'aria. Si sarebbe occupato più tardi di lei, ora non era importante.

Non appena i passi si attenuarono, Douma allungò la mano verso il viso dell'uomo, che aveva appena richiuso gli occhi. Il suo dito si adagiò con finta dolcezza sulla pelle, creando dei piccoli graffi che minacciavano di divenire sempre più profondi. Takaeo sussultò sotto il suo tocco, un lieve gemito di dolore provenne dalle sue labbra mentre cercava di allontanarsi da lui, il terrore pateticamente simulato.

-Douma-sama, lo giuro, riporterò indietro il bambino!- l'uomo smise di agitarsi solo quando Douma alzò la mano, segnalandogli di fermarsi. L'altra mano che, incessante, rendeva i graffi ancor più profondi.

-Pensavi davvero di potermi ingannare con la tua bugia?- finse un sorriso, non aspettando una risposta e rendendo l'agonia impossibile da tollerare; la sua mano sinistra smise di graffiargli il volto, passando invece a tirare il suo orecchio con una precisione immane, l'evidente scopo di farlo morire in modo lento e atroce: -Mi dispiace per coloro che non riescono a capire il concetto di intelligenza.- gettando l'orecchio in un angolo della stanza, continuando a ignorare le urla di Takaeo, Douma rise.

-Quella donna è stata veramente stupida a decidere di aiutarti, non trovi? Sapevo che Inosuke non fosse nelle vostre grazie...- infilò come se nulla fosse l'indice all'interno del bulbo ucolare destro della sua vittima, le urla che aumentavano e che cercavano disperatamente aiuto.

-Mi dispiace molto per te, ma vedi, i loro nobili cuori hanno deciso di rispettare i miei ordini e andare a cercare Inosuke.- continuò a sorridere; nelle sue pupille comparvero le scritte "Seconda" e "Luna Crescente": -Nessuno verrà a salvarti.-

Il viso di Douma era scuro, provato dalle emozioni, dalle esperienze, dalle suppliche; nulla di lucente era sopravvissuto sul suo volto, tranne una strana e lucida scintilla nei suoi occhi. Lucida, che emanava una sinistra luce; la sua mente, paradossalmente, era tutto fuorché lucida. Ciò che con le sue iridi - muse di chissà quante canzoni e sospiri - osservavano, ciò che percepiva con la vista, tutto quanto gli giungeva quasi come una fastidiosa patina, un alone di sporcizia che gli impediva di rilassarsi nella sua follia.

Le sue forme delicate e gentili avevano ingannato tante personalità, gli avevano costruito una scala che lo aveva condotto fin al suo ultimo obiettivo, fino alla più alta onorificenza che poteva immaginare con la sua testolina da neonato, da inesperto navigatore di preghiere ridicolmente agitate - le quali però era sempre riuscito a "rispettare".

Douma era consapevole di essere sporco dentro e fuori e tutto ciò che lo circondava lo imitava e diveniva a sua volta più scuro. Mai quanto lui - non esisteva modo che qualcosa raggiungesse quel livello di abissale e fine perdizione -, ma tentava. Però non era sempre stato così. Ma aveva forse importanza?

Questo, in realtà, non lo raggiungeva mai. Nel passato, nel presente e nel futuro; quel suo obiettivo non esisteva e basta. L'amore, la felicità, la tristezza, si erano tutte tramutate in comuni dicerie.

Per definizione l’amore è effimero, per esperienza è fragile. Per esclusione, non è reale. Figurarsi se esiste, quindi, l’amore eterno. Che concetto spaventoso. Un vortice di insicurezze e sforzi inutili mascherati dalla deliziosa degustazione di una vaga soddisfazione e un piacere che in realtà di presenta come dolore. Che masochista aspirerebbe a qualcosa del genere? Il terrore nella sua manifestazione più potente.

La sua vittima, a quanto pare, aveva ceduto a tale colpa.

Bisognava concedere a Douma che in qualche modo aveva sfiorato una realtà in cui questo mostro che lui bramava come nessuno era presente. Per poco, ma lo aveva fatto. Un amore ben diverso da quello delle fiabe, genitoriale, che aveva invaso il suo petto non appena riuscì a identificare le prime parole di Inosuke rivolte a lui, al suo nome.

Il suo mondo, per quell’istante di gioia, era stato bianco. Le sue lacrime erano cristalline. Il suo sangue sempre concentrato sulle guance, le sue orecchie impazienti di ascoltare una certa melodia, le sue mani - al contrario - pazienti, il suo cuore in pace, la sua bocca come di cera fissata in un vago sorriso, il suo sguardo perso nella immensità di un chiarore che qualcosa di infimo come lui non era in grado di comprendere.

Nella confusione di un bambino che non sapeva gestire un problema per lui troppo grande, si era quindi aggrappato alle parole dei suoi genitori e aveva tentato di rifugiarsi nelle braccia che avevano conosciuto il calore e la carne del suo tanto proclamato amore. Aveva creduto nella loro potenza, nella loro realtà, nel silenzio che diceva troppe cose che non voleva ascoltare ma che non poteva far altro di cercare nel buio in quanto unica vera salvezza della sua anima in questo mondo materiale che non aveva più nulla da offrirgli, secondo lui.

E con Inosuke, era accaduta una situazione abbastanza simile.

"Inosuke, mi chiedo dove tu sia finito."

La crudeltà che urlava il suo animo non cessava, la carne umana fatta a brandelli sul futon era l'unica prova rimasta di tanta follia che aveva imparato a celare. Inosuke era sparito, e da bianco, il mondo era tornato nero. La differenza creatasi però era in contrasto con la sua figura apparentemente benevola e altruista; instabile come poche, non dava più importanza alle opinioni altrui. L'abbandono era stato troppo forte da gestire, la lettera che avrebbe rinvenuto in seguito una coltellata atroce, l'ennesima scusa.

Finalmente, non avrebbe più dovuto nascondersi.

























❇️Angolo Autrice❇️

Finalmente dal prossimo capitolo inizierà la storia effettiva! Onestamente non vedo l'ora, anche perché il rapporto tra Douma e Inosuke vedrà una costante crescita e declino. È la primissima volta che mi appassiono così tanto ad una mia stessa storia, così come spero che sia lo stesso per voi che leggete!

Alla prossima,

- LadyFraise💜

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