Prologo
È un normale pomeriggio d'estate, la fresca brezza del mare scompiglia continuamente i miei capelli biondi facendomi innervosire sempre di più. Cammino lentamente sulla spiaggia, assaporando ogni singolo istante, chiudendo tutte le emozioni in un barattolo per evitare che cerchino di fuggire. Ascolto il verso dei gabbiani appollaiati sugli scogli davanti a me, il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga, le urla felici dei bambini che alle mie spalle giocano a palla.
Osservo attentamente ogni cosa attorno a me, dando importanza a ogni singolo dettaglio, anche al più inutile e insignificante. Vedo le piccole impronte che gli uccelli nella notte hanno lasciato sulla sabbia, cerco di mettere a fuoco il colore di ogni singolo granello, rimango affascinata dai riflessi che il sole fa risplendere sulle onde del mare.
Fisso rapita i miei piedi che passo dopo passo lasciano un solco sulla sabbia, le impronte delicate che vengono cancellate dalle onde, il solletico che i granelli caldi producono sulla mia pelle. Sento in sottofondo il rumore delle foglie mosse dal vento, accompagnato da qualcosa che assomiglia tantissimo a un canto melodioso. Cerco di capire la provenienza di quel suono e sento che viene da un boschetto di palme situato al di là della stradina che separa la spiaggia dal molo. Raggiungo la fonte della musica e vedo un ragazzo seduto su un tronco levigato che canta suonando la chitarra. Ha i capelli rossi e gli occhi, che riesco a malapena a intravedere dato che mentre canta li tiene quasi sempre chiusi, mi sono sembrati di una bellissima sfumatura di azzurro. Non è il classico ragazzo figo, ma ha una voce stupenda e a prima vista appare simpatico.
Mi focalizzo un attimo sulle parole della canzone:
...'Cause you need me, man, I don't need you
You need me man, I don't need you
You need me man, I don't need you at all
You need me man, I don't need you
You need me man, I don't need you
You need me man, I don't need you
You need me man, I don't need you at all
You need me
I sing and write my own tune
And I write my own verso
Don't need another word-smith to make my tune sell
Call yourself a singer-writer. You're just bluffing
Your name's on the credits and you didn't write nothing...
Mi piace il testo, il sound, la voce che la intona, insomma, tutto di questa canzone è favoloso. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla musica, sogno come non ho mai fatto prima. Quella canzone mi trasporta in un mondo parallelo, rimanere con i piedi per terra e non vagare con la mente è più difficile di quanto pensi.
Il ragazzo dai capelli rossi termina l'ultima nota e quando apro gli occhi mi accorgo che mi sta fissando. Mi avvicino sorridente:
"Sei molto bravo. Questa canzone è semplicemente meravigliosa"
Il ragazzo sorride:
"Grazie... non pensavo potesse piacere a qualcuno, l'ho scritta così..."
"Invece è bellissima!! Perché non provi a suonarla in un locale? Sono sicura che piacerebbe a tutti"
Si passa una mano nei capelli rossi spettinandoli ancora più di quanto non lo siano già. Devo ammettere che ha un certo fascino.
Di sicuro è meglio di te.
Zitta tu. Aspetta... chi ha parlato?
Io, chi sennò.
E tu saresti?
Vorrei dire "la tua coscienza", o più semplicemente "il tuo cervello", ma la verità è che non sono nessuna delle due opzioni. Io sono una tua vecchia amica.
Una mia amica che parla nella mia testa. Comincio a pensare di non essere così a posto, mi sorprende però che io di solito faccia un sacco di riflessioni filosofiche e me ne esca con allucinazioni del genere.
Io non sono un'allucinazione.
Allora chi cavolo sei?
Te l'ho detto una tua amica d'infanzia. Sono l'amica immaginaria che ti sei inventata da piccola per contrastare l'assenza di una sorella.
Oh. Non pensavo neanche esistessi più. Mi ricordo di quando mi mancava così tanto una figura disposta a starmi sempre vicino. Mi ricordo quel periodo buio. E mi ricordo anche di te.
Invece ci sono e mi sono decisa a spuntare ora.
E perché?
Così.
Bah.
"Non... non credo di avere abbastanza soldi per esibirmi in un locale"
Oh. Non avevo pensato che suonasse all'aperto perché non ha la possibilità di farlo davanti a un pubblico. Forse mi era sembrato impossibile dato il suo talento.
"Come ti chiami?"
"Edward"
Edward. Che bel nome. Si sposa perfettamente con il colore dei suoi capelli e con quello dei suoi occhi, è delicato ma allo stesso tempo dà l'idea di una forte personalità. Prendo il portafoglio dalla tasca e getto nella custodia della sua chitarra una banconota da cento dollari.
"Stasera vai allo Starplace. E spacca tutto - faccio una pausa e sospiro - Buona fortuna Edward"
Mi allontano sentendo il suo sguardo puntato sulla mia schiena. Lo Starplace è uno dei locali più conosciuti della cittadina di mare dove mi trovo, se le persone che lo frequentano solitamente avessero sentito quella canzone, Edward avrebbe certamente avuto un futuro migliore di quello che per adesso la vita gli sta mostrando.
Mi piace aiutare le persone. Contribuire ai loro sogni, dargli la spinta decisiva per superare l'ostacolo che si pone tra loro e il raggiungimento dei loro obiettivi. Ma oggi mi sono sentita meglio del solito ad aiutare quel ragazzo. Un po' perché ne valeva veramente la pena. Un po' perché ho la strana sensazione che non sia finita lì.
*Angolo autrice*
Ehi Sheerio sparsi per wattpad...
Se siete qui a leggere questo angolo autrice significa che:
A) vi ho rotto per leggere questa storia
B) l'avete "casualmente" trovata su wattpad
C) avete letto One Day
D) avete fatto l'errore di darmi il vostro numero
Muahahahah😎
A parte gli scherzi, che ve ne pare come inizio? Ho in mente una storiella niente male... continuate a seguire questa storia se vi piace!!!
Ps: la vedete quella stellina vuota sola soletta? La aiutereste a riempirsi e ad essere meno sola? Grazie!! 🙈
A presto miei cari💖
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top