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Esterno Pov
Diana era rannicchiata in un piccolo angolo della buia e angusta stanza,la testa poggiata contro la fredda pietra del muro,gli occhi semi chiusi, stanchi,il volto ed il corpo provati,pieni di segni e lividi.
Era diventata magrissima e debole ma nonostante questo non aveva perso la sua indole ribelle.
Per una volta,dopo tanti giorni,stava provando a restare tranquilla ma le risultava terribilmente difficile;la sua mente era un turbine di pensieri ingarbugliati.
Pensava alla sua attuale condizione e lo sconforto la attanagliava in una stretta morsa alla gola.
Si era ridotta ad essere l'ombra di sé stessa e tutto ciò solamente perché suo padre si era indebitato di una cifra esorbitante con dei nobili.
Ringhiò di frustrazione,impotente.
I suoi pensieri poi viaggiavano nel passato,la sua mente si perdeva nel bellissimo ed unico ricordo che aveva di sua sorella,Dalila,e ritrovava un po' di pace e serenità.
All'ultimo si ritrovava a pensare a Leila,la sua bella e dolce amica,sperava con tutta sé stessa che stesse bene,che un giorno avrebbe potuto riabbracciarla,ma pian piano le sue speranze si affievolivano,come la luce tremolante di una candela non ancora spenta.
Improvvisamente,come ormai succedeva quasi tutti i giorni,la pesante porta della stanza si aprì lentamente,lasciando che la solita lama di luce rossa la illuminasse rendendola più lugubre e tetra di quanto già non fosse.
Riconobbe all'istante il volto etereo e perfetto dell'uomo che gli aveva strappato via Leila.
Lo odiava. Lo odiava profondamente...
Rimase lì,immobile, a scrutare ogni suo movimento,quasi stesse aspettando la sua mossa.
Cole's pov
Avevo ceduto inesorabilmente.
Gli occhioni tristi e persi di Leila mi avevano spinto a tornare in quel posto dopo poco più di una settimana per prendermi quella ragazza.
Mi avvicinai guardando lo strozzino che rideva sotto i baffi pensando già alla bella cifra che avrebbe ricavato.
《Voglio quell'angelo》
《Bene,sono 300 corone d'oro》
《Cosa?》dissi innervosito,questo povero e stupido demone voleva fottermi facendomi pagare qualcosa che aveva promesso di regalarmi.
《300 corone d'oro,la ragazza piace ad alcuni clienti》
《Stai scherzando?》dissi alzandomi dalla sedia di velluto rosso,appoggiando le mani in un impeto di rabbia sul tavolo e facendo incrinare il legno mentre segni neri si imprimevano.
Il mio corpo bruciava e lo strozzino aveva paura.
《Si...signore...scherzavo...facciamo 10 corone d'oro》
《No,nessuna corona o puoi dire addio alla tua vita e anche ai tuoi clienti》
《Guardie!》esclama impaurito ma basta un mio sguardo e vedo le guardie indietreggiare mentre io appendo lo strozzino alla parete,questo urla impaurito《per lei è gratis ma la prego non mi faccia del male》dice piangendo mentre l'impronta della mia mano gli si imprime sul collo.
Lo mollo soddisfatto《é così gratificante fare affari con te》dico per poi avanzare verso la porta che una guardia spalanca mentre lo strozzino di fianco a me tossisce in cerca di aria.
Diana's pov
Lo guardai,studiandolo. Non riuscivo a credere che fosse di nuovo lì.
Si era preso Refedy,Sharon,Leila...di quante altre puttane ancora avrebbe avuto bisogno?
Ringhiai di rabbia.
L'uomo probabilmente mi sentì perché guardò nella mia direzione,inizialmente credetti che stesse guardandolo qualcuna di fronte a me,ma poi capii che ero proprio io quella che guardava.
I suoi occhi scintillavano di luce maligna,era inquietante e bellissimo allo stesso tempo e per questo lo odiai ancora di più.
Lo vidi avanzare verso di me, postura regale,fiera e dritta, era di un eleganza innata.
In poco tempo me lo ritrovai di fronte,lì si arrestò mantenendo il suo sguardo su di me «Andiamo»mi disse con la sua voce melodiosa.
Schiusi le labbra,lasciando trapelare in parte il mio stupore ma mi ricomposi all'istante. «Scordatelo!»sibilai a denti stretti,non nascondo che in quel momento ero tesa,parecchio tesa.
«Ti ho detto andiamo e non ho intenzione di ripeterlo,vedi di non farmi incazzare più di quanto io già sia.»il suo tono muta subito,pieno di collera,gli occhi rossissimi iniziano a scurirsi assumendo sfumature di un blu macabro,che mi fanno rabbrividire.
Non mi piacque quel suo tono minaccioso.
Non sarei diventata sua schiava,non mi importava se mi avrebbe uccisa. Non più.«No,non verrò da nessuna parte con te»la mia voce dura,tesa,piena di rabbia.
Tese la mano verso di me e,come l'ultima volta che ci incontrammo,mi fissò negli occhi per poi stringermi il mento «non sopporto che mi si dica di no e soprattutto non da qualcosa che é mio» ringhiava,la vena sulla tempia pulsava veloce e vidi che improvvisamente i suoi canini si allungavano«o vieni con le buone o ti trascino e poi sappi che non ti piaceranno le conseguenze»
Perché con me si comportava in quel modo?
Era come se lo facessi andare fuori di testa,come se con me il suo autocontrollo andasse a puttane.
Lo guardai negli occhi senza alcun timore.«non mi importa di ciò che mi farai...»la mia voce si ridusse improvvisamente ad un sussurro.
Non mi importava più della mia vita,di conseguenza le sue minacce non mi intimidivano per niente.
Se per punirmi avesse deciso di uccidermi mi avrebbe fatto un favore.
Un sorriso sghembo e maligno gli apparve sulle labbra mentre prese il mio polso e con forza iniziò a trascinarmi verso la porta incurante dei miei inutili tentativi di sottrarmi alla sua presa e delle mie proteste.
Guardai quella stanza per l'ultima volta poi fui costretta a varcare quella porta di pietra massiccia e fredda.
Poco dopo giungemmo in un ambiente riscaldato e color brace;lo strozzino aveva delle scottature sul collo che faticavano a guarire.
Il tizio lo guardò soddisfatto esclamando «ora dammi ciò che ho acquistato e non fare mai più una cosa del genere»il suo sguardo glaciale e tagliente faceva paura anche a me«O davvero non uscirai vivo da questa stanza»
Deglutii piano,sentivo la gola secca e tremavo sentendo freddo nonostante nella stanza facesse un caldo assurdo.
Lui non mi lasciò mai il polso,nemmeno quando,avvicinandosi ad un teca nera posta alle spalle dello strozzino,la aprì e ne estrasse un collare di pelle nera e morbida con intarsi e decorazioni argentee sul davanti,dove spiccavano pietre azzurre e lucenti.
Un manufatto stupendo ma concepito per una cosa orribile.
All'improvviso realizzai che quel collare era per me,che mi avrebbe costretta a metterlo e cercai di liberare di nuovo il polso dalla sua presa ferrea.
Lui di tutta risposta strinse più forte e mi porse il collare«Te lo metti da sola o te lo devo mettere io con la forza?»
No,no non volevo metterlo! Dovevo subire anche quella di umiliazione?! Mettermi un collare come fossi una bestia...
«Non sono una bestia!»ringhiai,negli occhi avevo un luccicante tremolio.«perché? Perché devi farmi subire anche questa umiliazione?»quasi gridai tremando di rabbia.
«Vuoi essere aggredita in corridoio?»disse, il suo tono di voce ora era più dolce e calmo«non é per umiliarti ma per non far avvicinare gli altri demoni»girò il collare mostrandomi due lettere incise a fuoco sul retro "C.S." «questo tiene lontani i demoni da te, tutti tranne me almeno»
Guardai il collare e poi lui,di nuovo sorpresa. Quindi....era per proteggermi?
Non volevo in alcun modo dargliela vinta ma altrettanto non ci tenevo ad essere aggredita da quei maiali,così presi stizzita il collare dalle sue mani e riluttante me lo misi attorno al collo.
«Brava»sussurrò e poi si avvicinò ulteriormente a me,stringendomelo ma senza farmi male.
Le sue mani erano delicate,sembrava un'altra persona rispetto a quella che fino a 15 minuti fa voleva costringermi a seguirlo anche a costo di uccidermi.
Mi prese per mano,con calma;il suo tocco era leggero.
Mi sentii come se fossi una ragazza normale e non più la sua schiava.
Era da tanto tempo che non mi sentivo così e mi piacque,nonostante lui continuasse a disgustarmi.
«Andiamo ora»disse con voce solenne,senza troppi giri di parole, ed io mi ritrovai lì,a camminare per i corridoi vicino a lui, come una bambina.
Lui enorme e muscoloso,io piccola e denutrita.
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