7
Diana's pov
Una volta che l'uomo mi ebbe lasciata andare quest'ultimo si avvicinò a Leila e se la portò via,quando realizzai la cosa schizzai verso di loro ma ormai era troppo tardi.
La porta era di nuovo chiusa,impenetrabile.
Quella maledetta porta..
Mi lasciai cadere a terra,in ginocchio di fronte a quel muro per me insormontabile. In quel momento mi sentii così impotente,completamente inutile.
Mi avevano portato via anche Leila. Lei era la mia unica ancora di salvezza lì dentro. Si,facevo la dura ma non ero niente senza di lei;mi era divenuta indispensabile per non lasciarmi andare...
Come avrei fatto ora ad andare avanti? Non ci sarebbe più stata lei a confortarmi e supportarmi.
Sarei stata sola. Sola in un modo irrimediabile e devastante che mi avrebbe straziato l'anima.
Sentii le lacrime affacciarsi ai miei occhi,punzecchiarli per uscire fuori ma io le trattenni;non potevo e non dovevo cedere. Sarei stata forte sia per me che per Leila.
Ci saremmo riviste ne ero più che certa,e se anche non fosse stato destino avrei fatto in modo di rivederla lo stesso.
Passarono i giorni,lentamente,molto lentamente. Era un'agonia...una straziante e perpetua agonia.
Cercai con tutta me stessa di essere forte,continuavo a far scappare i clienti dello strozzino e a fregarmene delle punizioni che mi venivano inflitte,o meglio, lasciavo trapelare solamente indifferenza ma dentro ero distrutta.
Il colpo finale me lo inflissero quei clienti ai quali la mia ribellione piaceva,eccitava;ormai venivano lì appositamente per me,per avere il mio corpo,per strapparmi ripetutamente via la dignità e pian piano anche la voglia di vivere.
Che senso aveva vivere se dovevo farlo in quel modo? Come una lurida puttana,usata e poi gettata via.
Di giorno in giorno mi ripetevo di essere forte,che presto tutto avrebbe avuto una fine,ma durante le interminabili e strazianti notti che passavo da sola a cercare di non pensare al dolore delle numerose ferite e alle giornate che ancora sarei stata costretta a sopportare crollavo e scoppiavo a piangere,lo facevo silenziosamente la maggior parte delle volte ma c'erano state alcune notti in cui singhiozzavo in modo convulso e sfioravo di poco gli attacchi di panico.
Improvvisamente poi,cambiò tutto.
Il troppo dolore,la solitudine e la tristezza mi trasformarono in una maschera d'indifferenza.
Non mi riconoscevo più.
Mi sentivo morta dentro,sia dentro che fuori in verità credo.
Il mio fisico risentì parecchio di quei giorni terribili;non parlavo più,se non quando era strettamente necessario,non mangiavo più. Mi indebolii notevolmente e divenni pelle ed ossa,la mia pelle quasi diafana.
Avevo sbalzi d'umore incredibili,c'erano giornate in cui mi svegliavo che mi sentivo meglio ma neanche un'ora dopo stavo di nuovo male come un cane per poi tornare a stare meglio quando facevo perdere clienti a quel bastardo che ci vendeva a suo piacimento come se fossimo merce e non demoni.
Pian piano,lentamente,mi stavo lasciando andare.
Non trovavo più un senso alla mia vita.
Mi dissi persino che anche Leila sarebbe stata meglio senza di me,insieme alla sua Sharon o alla sua Refedy o chiunque fosse quella che voleva,forse non all'inizio ma sarebbe stata meglio.
Cole's pov
Guardai la mia giovane schiava.
I capelli lunghi e neri corvini intrecciati con fili argentati finalmente puliti e profumati, le forme più piene ma lo sguardo triste.
Appena rivide Refedy le venne quasi un'infarto, le mancava si vedeva e avevamo voluto fare una sorpresa alla schiava non facendole sospettare nulla.
Leila era arrivata e l'aveva abbracciata da dietro baciandole poi il collo.
Ricordo il giorno che comprai Refedy dallo strozzino;era spaventata,piangeva,tanto.
Aveva paura e teneva appoggiata a sé Leila, che dormiva tranquilla o quasi.
Gli occhi infossati e il viso sporco di terra.
Aveva promesso a Leila che l'avrebbe ritrovata e io l'ho convinta a venire con me con la promessa che le avrei ricongiunte un giorno,appena avessi avuto l'occasione di comprarla
Sharon era superba,maliziosa.
Refedy simpatica e sensuale.
Leila appariva dolce.
Le tre nonostante il passare dei giorni non ebbero un bel rapporto.
Sharon era interessata solo al suo padrone.
Io sono il suo padrone.
Lei era completamente devota a me, sempre e solo a me.
Lo sguardo triste di Leila però traspariva, mentre rideva, giocava o scherzava. Perdeva sé stessa e fissava il vuoto solenne.
Ero stufo di vederla così e la chiamai nelle mie stanze.
《Cosa c'è che non va Leila?》
《Nulla padrone..》 sussurrò lei a viso basso stando accucciata al letto.
《Refedy ti aveva promesso che ti avrebbe ritrovata e così é stato,non sei forse contenta?》
《Certo che si padrone, voi avete fatto una cosa stupenda per me ma..》
《Ma? Non ti va bene il cibo o Sharon ti infastidisce?》
《No no》 esclamò con una scintilla negli occhi 《Qua sto così bene,sono al caldo e posso mangiare,prendermi cura di me stessa e voi non siete cattivo ma giusto però mi manca qualcosa padrone..》
《Dimmi cosa su》
《Diana padrone...mi manca la mia amica..》
《Amica? E soprattutto chi é questa Diana?》
《Forse più di un'amica per me..》
《Intendi l'angioletto?》
Lei annuì a viso chino mentre una lacrima le scorreva sulla guancia《Mi sento così vuota senza di lei, ero riuscita ad andare avanti dalla mancanza di Refedy e avevo trovato lei,ora è tutto così strano.. lei non c'è e io sto come quando Refedy mi abbandonò addormentata per venire con voi》
《Non piangere》
《Va bene》singhiozzò,vedevo come cercava di trattenersi.
In fondo era una brava schiava, perché non accontentarla? Era sempre servizievole e gentile e lo strozzino poi Diana me l'avrebbe regalata.
Io avrei avuto un nuovo gioco ma avevo paura,avevo paura che finisse come con lei.
Quella ragazza tira fuori il vero demone che c'é in me e questo mi porterà alla pazzia lo so oppure alla sua morte.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top