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Esterno Pov

Diana divenne fredda e stronza con tutti da quel giorno,con tutti fuorché Leila che,così come lo era stata sempre sin dall'inizio,in quel periodo le fu particolarmente vicina diventando per lei come la sorella che non aveva mai conosciuto.

Si,aveva una sorella.

Una sorella più grande di tre anni,stando a quanto le avevano detto,e che le cantava tutte le sere una ninna nanna con la sua voce dolce e soave;l'unica cosa che ricordava di lei purtroppo era quella.

Avrebbe voluto avere più ricordi di lei ma purtroppo l'unico che riusciva a tirare a galla dal mare in subbuglio della sua memoria era quello di lei,bella come il sole splendente,i capelli castano chiaro raccolti in uno chignon morbido e gli occhi scuri come ossidiana con venature verdi che parevano quasi due stelle brillanti,che tutte le sere le cantava quella che diceva essere una ninna nanna ma in realtà Diana sapeva benissimo che era la sua canzone preferita;lenta,dolce,le parole stupende che uscite dalle sue labbra con quella voce d'angelo che si ritrovava erano ancora più stupende.

In cuor suo sperava che nessuno sarebbe mai riuscito a strapparle via anche quell'unico ricordo che le rimaneva di lei,non lo avrebbe sopportato.

Non seppe mai che fine fece sua sorella,fu una delle molte cose che i suoi genitori non gli rivelarono di lei nonostante le sue continue insistenze. Aveva la costante speranza che un giorno sarebbe riuscita a rivederla e a stringerla di nuovo tra le braccia come quando era piccola.

Lo sperava,lo sperava davvero tanto,come ancora continuava a sperare che sarebbe riuscita a scappare da quel posto,nonostante si sentisse morta dentro.

Quel giorno Diana si svegliò abbastanza tardi e,dato che aveva i muscoli indolenziti a causa della scomoda posizione in cui si era ritrovata a dormire,si alzò a sedere e si stiracchiò tendendo il suo corpo come fosse una corda di violino.

Leila,al suo fianco,era impegnata a districarsi i capelli incrostati di sangue e fango con le dita ma non appena la vide sveglia le sorrise.«Buongiorno,dormito bene?»le domandò con la sua solita voce gentile.

La gentilezza ormai le dava sui nervi ma con Leila cercava di sforzarsi ad esserlo anche lei,del resto la ragazza era l'unica lì dentro che davvero non meritava di subire la sua ira.

«Mmh mmh,a parte il solito indolenzimento non posso lamentarmi»scrollò le spalle e poi legò i capelli in una coda bassa e morbida,non le importava se erano sporchi,non le importava più di nulla o quasi ormai.

Leila annuì e tornò ad occuparsi dei suoi capelli annodati mentre lei si appoggiava con la schiena alla fredda parete di pietra scura alle sue spalle.

Si passò una mano sul volto stanco e provato,in realtà non dormiva così bene come aveva detto a Leila anzi passava quasi tutte le notti in bianco,e sentendo la pesante porta venire aperta alzò lo sguardo di scatto.

La prima cosa che vide furono due figure scure ma non le distinse molto bene;quando una di quelle accese la luce però,rimase di sasso.

Quell'uomo dai cui occhi era rimasta rapita e colpita era tornato per scegliersi una nuova puttana. Ormai sapeva tutto e le faceva rabbia,una rabbia che faticava a contenere.

Quella volta sia i suoi occhi rossi e sanguigni sia il suo corpo perfetto e statuario,come quello di un dio greco,non gli fecero nessun effetto se non quello di disgustarla.

Si,provava un disgusto profondo ma non solo per quell'uomo,per tutti quei bastardi che prendevano le vite di persone innocenti e ne facevano ciò che più gli aggradava senza che quegli altri potessero far altro se non sottostare ai loro voleri.

E fu proprio così che andò, l'uomo dai capelli scuri e gli occhi rossissimi la guardò, la scrutò attentamente in ogni suo minimo movimento, sapeva che era la peggiore lì dentro e sapeva anche che un giorno avrebbe voluto ottenerla, possederla ma non sapeva ancora quanto si potesse spingere oltre per farlo.

Si avvicinò a Leila sorridendo, Leila era una ragazza che amava altre ragazze.

Era carina, gentile e docile,aveva imparato a soffrire e a restituirne in cambio dolcezza.

Accarezzò i capelli incrostati della schiava tenendo lo sguardo fisso su Diana che guardò l'uomo incazzata e pronta a ribattere.

Leila era l'unica schiava gentile con lei lì dentro e non avrebbe sopportato di vederla andare via,era l'unica pseudo amica che aveva.

Era sul punto di far scoppiare una guerra.

Cole voleva colpire Diana lasciandola senza Leila, Leila non voleva lasciare Diana nello stesso modo in cui Diana non voleva separarsi da lei.

«Refedy ti aspetta»sussurrò Cole all'orecchio della ragazza corvina,un brivido la scosse,scendendo lungo la sua schiena,e le sue guance si arrossarono.

Aveva colpito e ora la leonessa,Diana,avrebbe attaccato.

Infatti la ragazza non esitò a sputargli veleno addosso. «Cos'è "vostra altezza" per caso Refedy non la soddisfa?»disse con voce carica di sarcasmo e disprezzo,guardando l'uomo dritto negli occhi.

Cole odiava non essere rispettato,odiava chi gli rispondeva e lei l'avrebbe rimessa in riga a forza di botte, fino a farla piangere.

Non era un uomo violento ma certe ragazze gli ispiravano sesso,forte,altre invece voleva solo piegarle a sè e al suo volere.

«Tu non sei stata interpellata angioletto»

Lei inarcò un sopracciglio.«angioletto? In caso ti fosse sfuggito...non sono un angelo ma un demone»disse con un ringhio sull'ultima parola.

Non sopportava chi la scambiava per un pennuto,solo perché aveva gli occhi azzurri poi! Ma cazzo...era un crimine anche quello?!

«Mi stai irritando stai zitta» lasciò il mento della ragazza corvina per avvicinarsi a lei,le strinse il collo sbattendola contro la parete.

Era esattamente come lei.

Lo faceva incazzare,riportava a galla e faceva scatenare la parte peggiore di lui.

Diana tossicchiò appena a causa della stretta della mano dell'uomo sul suo collo ma non abbassò mai lo sguardo,quello mai. Sorrise malignamente nonostante la situazione scomoda in cui si trovava. «Oh ma come mi dispiace»disse faticando un po' ma mantenendo comunque quel tono ironico.

Moriva dalla voglia di torturarla,farle male,lui non amava lui possedeva,in modo malato.

«Ti farei passare io la voglia di avere la lingua lunga ragazzina se solo fossi mia»

In quel momento entrambi sentirono intervenire lo strozzino «Signore se la vuole davvero io gliela regalo,insomma mi reca solo danni,fa scappare i miei clienti,non é nemmeno bella»

Diana si irrigidì all'istante ma cercò di non darlo troppo a vedere.«Non mi fate paura..»disse con tono di voce piatto ma carico di rabbia al tempo stesso guardando l'uomo negli occhi scarlatti,occhi che promettevano solo dolore e sofferenza.

Cole guardò lo strozzino con un sorrisino cattivo,malevolo,voleva aspettare,voleva distruggerla prima di iniziare ed infatti le sussurrò«dovresti schiava»si staccò da lei e afferrò il polso di Leila trascinandola verso l'uscita senza troppa fatica, lasciando lì la giovane dagli occhi azzurri affranta e da sola in quel covo di serpi.

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