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Diana's pov
Quando finalmente la ragazza finì di pulirmi la ferita,strappò un pezzo di stoffa dalla manica della camicia che indossava e la premette il più delicatamente possibile nei punti in cui fuoriusciva maggiore quantità di sangue tentando di fermare l'emorragia.
Io cercavo in tutti i modi di non gridare,mordendomi a sangue il labbro inferiore, e sudavo freddo mentre ansimavo e singhiozzavo allo stesso tempo.
Non avevo mai provato un dolore simile. Mai...
«Va tutto bene,va tutto bene tranquilla. Il sangue si sta fermando»mi sussurrò la ragazza con voce che voleva essere rassicurante.
Dovevo distrarmi o sarei impazzita,non lo sopportavo più quel bruciore!
«C-come ti chiami?»riuscii a chiederle con voce strozzata e flebile.
Lei esitò alcuni istanti prima di rispondermi,forse valutando se fosse o meno una buona idea rivelarmi il suo nome. La capivo in fondo,aveva timore di fidarsi di qualcuno.
«Mi chiamo Leila»sussurrò chinando il capo verso il basso,abbassando appena il busto,in modo che solo io potessi sentirla.«tu?»
«Diana...»finalmente la mia salvatrice aveva un nome.«perché siamo qui Leila? Cosa vogliono farci?»insieme alla rabbia in quegli istanti era sopraggiunta anche la paura.
La paura dell'ignoto destino che mi attendeva. Che ci attendeva. Tutte quelle ragazze si trovavano nelle mie stesse condizioni.
«Aspettiamo»lo disse con un tono di voce che non mi piacque,troppo rassegnato al volere di chiunque ci stesse tenendo prigioniere lì.
«Aspettiamo cosa?»le chiesi guardandola in volto,almeno per quanto mi era possibile con tutta quell'oscurità a circondarci.
«Te lo spiegherò poi. Adesso riposa,ne hai bisogno»mi sussurrò all'orecchio con voce dolce per poi baciarmi delicatamente la fronte;a quel contatto dolce ed inaspettato sorrisi debolmente e chiusi gli occhi.
Si, Leila aveva ragione. Avevo bisogno di riposare,il dolore che la ferita mi provocava in tutto il corpo era lancinante ed io ero molto provata.
Pian piano,cullata dalle dolci carezze della ragazza e tentando di ignorare il dolore,mi addormentai.
Cole's pov
Gratto il velluto rosso in modo frenetico,quasi ossessionato dal fruscio che scorre sotto la mia mano.
Non so che succede ma qualcosa mi tiene in ansia, agitato, quasi emozionato.
Mi alzo in piedi scattando, creando un piacevole brivido, e sussulto negli occhi dello Strozzino che ora mi guarda quasi stupefatto e impaurito.
《Voglio una ragazza, ho deciso, mi faccia entrare》
《Ma signore,le ragazze non sono in condizioni adeguate per riceverla》
《So bene come le tratta e come le tiene stipate dietro quella porta,sono a conoscenza delle punizioni a loro inflitte per nulla quindi ora mi faccia entrare. Voglio scegliere il mio giocattolo》
Lo Strozzino smette con le obbiezioni e si alza prendendo il suo grosso mazzo di chiavi attaccato alla cintura, sfilando poi da questo una chiave con un fiocchetto rosso sorridendo 《Ecco,tutte per voi mio signore》 la spessa porta si spalanca e noto il buio più totale ma questo non mi ferma nel vedere e scrutare queste povere vittime del mio flagello;a loro il buio intimorisce. È vero,sono demoni e i demoni vedono bene al buio ma saranno tutte così altamente sedate o magari allucinante,vicine alla follia che ormai non riescono più a percepire la differenza tra ombra e penombra. Lo Strozzino che si trova alle mie spalle accende di colpo la luce esclamando 《Ecco mie care ragazze il vostro nuovo signore, fate le brave》 dice con fare minaccioso sul finale, facendo risuonare la frase come una minaccia velata e nascosta in modo mal riuscito.
Le scruto attentamente.
C'è chi piange
C'è chi trema
C'è chi si stringe a una compagna
C'è chi si tira i capelli
C'è chi si accarezza convulsamente
La mia attenzione é attirata da quella mora in fondo alla sala, subito davanti ad una dai capelli neri corvini che sostiene una compagna tumefatta dagli occhi vivaci e glaciali.
Mi avvicino camminando tra le ragazze sentendo i loro pensieri e godendo della loro paura. Sento i loro piccoli cuoricini battere in modo accelerato mentre le lacrime si affrettano a bagnare le guance insieme a preghiere, pensieri su discorsi di adulazione nei miei confronti per convincermi ad essere clemente con loro.
Illuse.
Povere illuse.
Non sanno con chi hanno a che fare.
Nessuno conosce la mia vera indole e natura;sono cattivo, sono sadico ma anche comprensivo e amorevole.
Forse un po' lunatico e bipolare ma nulla di che.
Il mio obbiettivo è piegare le loro menti non i loro corpi.
Piegare il corpo di una donna é facile,può farlo chiunque, mentre renderla schiava, una schiava felice di essere posseduta da te é tutt'altro.
Avere una schiava adulante e che ti guardi con quegl'occhi scintillanti senza pena per se stessa ma con voglia di affidarsi a te.
Senza paura, con desiderio.
Ecco cosa cerco e quegl'occhi scuri che noto vicino a me,in una ragazza dai capelli scuri, sono proprio così.
《Come ti chiami?》
La ragazza apre bocca schiudendo le labbra prima di inumidirsele e mi guarda con sguardo furbo, sfuggente e tremendamente malizioso.
《Sharon mio signore》dice quasi in un sussurro che pare più un mugolio, gli occhi scintillanti e le braccia tumefatte.
《Siete molto bella Sharon》
Sento un respiro affannoso e mi volto,notando meglio una figura sdraiata tra le braccia di un'altra schiava.
La prima è la proprietaria degli occhi cristallini che avevo incrociato entrando qui; sento quegli occhi che mi perforano, mi trapassano, sono stanchi, sono sofferenti mentre il corpo è scosso da brividi.
L'altra cerca di calmarla, ha lunghi capelli neri che contornano la pelle perlacea e fanno risaltare i suoi occhi scuri con pagliuzze viola e bluastre.
La seconda é qui da più tempo, si nota da come tenta di consolare la prima e da come tenta di stringerla a se per farle capire che va tutto bene e che non capiterà nulla di male.
Sembra aver perso la voglia di vivere e il suo essere immortale, come tutte qui, non migliora la situazione. Sento che ormai si è rassegnata al suo destino.
Cingo il collo della bella mora con una mano e premo appena sulla vena sorridendo sadicamente 《Andiamo a casa schiava》
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