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Diana's pov

Mi svegliai di scatto per la seconda volta quel giorno solo che non avevo fatto un incubo,mi ero svegliata a causa del rumore sordo della porta che era stata chiusa violentemente.

Cos'era successo?

Guardai Refedy,Major ed infine Leila che dormiva ancora accanto a me. Mancava Sharon ed immediatamente collegai la porta con lei e Cole,lui doveva essere arrabbiato.

Che novità...quella volta però pensai che fosse stata colpa mia.

Non dovevo andare in quella stanza​ verde del cazzo è vero,ma è anche vero che lui non aveva specificato in tutta l'ala verde. Cosa diavolo potevo saperne io per tutti gli Inferi?!

Sospirai e mi sciolsi i capelli.

Libertà!

Guardai nuovamente Leila e sorrisi,era così dannatamente dolce! Desideravo amarla ed essere felice con lei,lo desideravo con tutta me stessa,ma ero anche consapevole che quello non sarebbe potuto accadere.

Come avremmo potuto stare insieme noi due se dovevamo sottostare anche ai desideri di quel maiale?

Ero sicura che non avrei potuto sopportare di vederlo toccare la mia Leila così come lei non avrebbe potuto sopportare di vederlo toccare me.

Rimasi sul letto sdraiata a giocare con una ciocca dei capelli scuri di Leila per un tempo che mi parve infinito, stavo quasi in pace ed era troppo bello per essere vero...

Improvvisamente la porta si aprì e si richiuse velocemente con un tonfo,spostai lo sguardo verso di essa e rimasi impietrita davanti a ciò che mi si presentò davanti:Sharon era piena di lividi,succhiotti,morsi, i capelli un groviglio ammassato ed informe, le labbra rosse e gonfie e gli occhi scuri come l'ossidiana liquidi per le lacrime.

La guardai e per la prima volta da quando la conoscevo mi fece pena,mi fece pena perché sapevo ciò che si provava ad essere prese così,con violenza.

Sapevo per certo che era andata così ed essendo a conoscenza anche della motivazione mi sentii morire dai sensi di colpa.

Cole non poteva fare così,non poteva sfogarsi in quel modo irruento con lei che non c'entrava nulla.

Gliele avrei cantate,oh si che l'avrei fatto!

Mi alzai dal letto e mi sistemai bene la veste azzurra attorno al corpo per poi raggiungere la porta ed aprirla sotto lo sguardo scioccato di Sharon,catapultandomi in corridoio e percorrendone un'altra serie infinita a grandi falcate per raggiungere la stanza di quel verme.

Solo verme potevo chiamarlo un demone così!

Una volta giunta davanti alla porta nera ed imponente della sua stanza,sbattei con forza e rabbia i battenti contro il legno levigato ed attesi che mi aprisse.

Cole's pov

Ero lì che sedevo sulla mia poltrona guardando il vuoto mentre sorseggiavo il mio bicchiere di whisky.

Il battente che colpisce con forza sul legno,un rumore sordo e duro a cui altrettanto duramente rispondo con un «Avanti»

Il livello della mia rabbia è sceso così come la mia adrenalina o la mia voglia di distruggere qualsiasi cosa.

Distruggo per non essere distrutto anche se poi in verità non finisce mai così;sento il vuoto mangiarmi dentro e solo per brevi ma intensi attimi trovo la pace.

Mi è rimasto impresso a fuoco nella mente lo sguardo di Sharon: mi guardava con quei suoi occhioni, nonostante tutto devota, aveva subito sulla sua pelle e visto con i suoi occhi uno dei miei peggiori attacchi di rabbia e non aveva detto nulla, aveva subito in silenzio per poi venire da me ai miei piedi e farsi coccolare.

Ero rimasto stupito da quel suo comportamento così come da lei e la verità è che non riesco a decifrare tutto questo,non riesco a concepirlo,a comprenderlo.

Lei era così, potevo sfogarmi per ore su di lei e farla piangere, urlare, distruggerla, ma la sera era nel mio letto a ricostruire il mio cuore sperando che non lo facessi più.

Sharon aveva solo tanta paura mentre Diana...bè,Diana da ciò che ho potuto vedere il dolore che le infliggevo lo voleva tutto perché continuava a sfidarmi e a prendersi gioco di me. Lei voleva che le facessi del male, voleva semplicemente sentirsi reale,viva, e appartenente a qualcosa,o meglio dovrei dire...a qualcuno.

Sogghigno leggermente a quel pensiero ma quando la vedo apparire da dietro la porta tutti i miei pensieri evaporano,dispersi chissà dove,e nel mio cervello c'è spazio solo per lei,per la sua immagine,i suoi occhi che adesso sembrano volermi lanciare contro mille scariche elettriche.

Cazzo se me la ricorda...

Anche lei aveva quello sguardo,sempre fiero e combattivo,mai arrendevole.

«Sei un viscido,schifoso verme!»mi grida contro mentre un ringhio animalesco le sale alla gola e i suoi occhi limpidi e cristallini si fanno scuri,come se avessero due versioni tra le quali una era impura,diabolica e l'altra angelica,dolce.

La guardo per poi scoppiare a ridere«Ma chi ti credi di essere ragazzina?»rido guardandola, é patetica, davvero crede di potermi intimidire?

Lei sembra arrabbiarsi ancora di più.«tu chi cazzo di credi di essere? Come puoi trattare in quel modo una demone lurido maiale!»mi sputa in faccia quelle parole con odio,rabbia ma nei suoi occhi scorgo anche una scintilla di disperazione e capisco subito che ha provato quelle cose sulla sua pelle.

Fatto resta che la trovo patetica, solamente patetica, mi fa pena.

Mi avvicino a lei in uno scatto fulmineo e la scaravento contro la parete per poi prendergli con una mano il mento.

Sono calmo ma mi sta irritando, la tengo bloccata al muro usando il peso del mio corpo che preme contro il suo.

«Lo sai chi mi credo di essere? Colui che ti ha comprata e che ora ha qualsiasi diritto e potere su di te, potevo prenderti contro la tua volontà e farti del male ma non l'ho fatto. Oggi ero venuto nelle vostre stanze con l'intento di non fare del male a nessuna ma non era ciò che voleva Sharon, quel dolore lei lo voleva tutto quindi vedi di moderare le parole stupida ragazzina!»

Non so neanche perché sto perdendo tempo a darle spiegazioni. Io non le devo nulla,non devo nulla a nessuno soprattutto ad una come lei.

Diana mi guarda negli occhi,non li molla un attimo,non mi lascia respiro.«non ci credo che era ciò che voleva,è tornata nella nostra stanza che piangeva...»la sua voce è più calma ma dai toni taglienti.

«Cara verginella tu non puoi nemmeno immaginare i piaceri del dolore e sai perché lei é la mia preferita? Perché lei accetta le mie scelte, mi rispetta e soprattutto non obbietta accidenti, lei è così devota a me come dovreste esserlo tutte e infatti tutte lo sono, tranne te. Tu sei una cazzo di eccezione, tu devi sfidarmi cazzo, tu devi essere irrispettosa, irriverente, dannatamente cocciuta e femmina. Si, perché tu sei più donna di tutte qui dentro. Io sono il tuo padrone e devi solo rispettarmi» le ultime parole mi escono come un ringhio rabbioso mentre torno a stringerle il mento in una presa ferrea «Dillo.»

Lei è rimasta sorpresa dalle mie parole,me ne accorgo,ma la rabbia non scompare dai suoi occhi. Serra la mascella«grazie ad uno come te,non sono più vergine...padrone»sputa fuori quell'ultima parola come fosse un insulto e i suoi occhi si fanno lucidi come quella prima volta che è stata nelle mie stanze.

«Fidati angioletto se tutti fossero clementi e pazienti come me non esisterebbero padroni né sottomesse, o forse si ma tutte sarebbero trattate rispettosamente come io tratto voi.»ringhio ancora più crudele di prima mentre la guardo scostandomi appena.

Spero che abbia il buon senso di andarsene senza chiedere altro e senza farmi innervosire o stavolta la punisco davvero;non mi importa del suo sguardo carino e tremante, la piegherò a me e ho deciso che non accadrà come con lei.

Lei non avrà permessi speciali,non mi mancherà di rispetto come faceva lei, perché Diana non è lei e nessuna lo sarà o sarà mai capace di sostituirla.

«Siete tutti dei viscidi e luridi maiali,tu non sei diverso... Puniscimi se vuoi,avanti fallo! Non mi importa,non mi importa più»mi risponde,la voce calma e lo sguardo spento anche se allo stesso tempo capisco dalla risposta che mi ha dato che non si arrende.

Sorrido malizioso e maligno inarcando un sopracciglio, posizionandomi poi dietro di lei con uno scatto.

Poggio una mano al centro della parte superiore della sua schiena, giusto tra le scapole, e la spingo con forza verso il basso mentre lei cerca di contrastare la mia forza, nettamente superiore alla sua.

La spingo finché non la vedo appoggiarsi con le mani al pavimento dopodiché mi volto prendendo una cintura/corda di pelle nera.

La faccio schioccare e sento lei che rabbrividisce e cerca di divincolarsi agitandosi mentre gliela metto allacciandola al collare come se fosse un cane, il mio nuovo animale da passeggio.

Diana mi guarda con gli occhi fiammeggianti che ribollono d'odio nei miei confronti.«oh...ora vedo come sei migliore di loro!»ringhia provando di nuovo ad alzarsi.

Ridacchio, non ha ancora capito che la sto prendendo in giro, la voglio solo umiliare, ciò mi basterà per piegarla a me.

Spingo ancora sulla sua schiena per farla appoggiare di nuovo al pavimento sullo spesso tappeto in modo da evitare che prenda troppo freddo.

Amo vedere inginocchiate le mie schiave e infatti proprio per questo motivo ho ricoperto tutto il castello di tappeti,così che nessuna si ammali.

«Tranquilla non ho ancora iniziato»la vedo rabbrividire«Cammina ora»

Mi guarda con disprezzo e tutto l'odio del mondo«no,col cazzo!»ringhia.

Rido ancora per poi darle una manata sul culo e con una voce agghiacciante le dico«Cammina e muoviti.»mi sto incazzando e anche abbastanza.

Lei sussulta e ringhia scoprendo le zanne da demone,non vuole abbassarsi a questo e se ne avesse avuto la forza mi sarebbe saltata alla gola immagino.

«Fottiti!»sibila quasi sputandomi in faccia quella parola.

Vuole che uso le maniere forti? Bene.

Stringo e tiro appena la corda dandole uno strattone,facendole mancare l'aria«Cammina e non farmi perdere la pazienza o ti trascino.»

Lei tossicchia appena e si porta una mano alla gola ansimando leggermente mentre non smette di guardarmi con quegli occhi carichi di disprezzo ma poi,seppur con molta riluttanza,inizia a camminare.

Amo ottenere ciò che voglio e dovrebbe sempre funzionare così.

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