IV

10.06.1301, ore 19:00

Bianca canticchiava tranquillamente nelle sue stanze. Aiutava di tanto in tanto la sua ancella che spolverava. L'aiutava spostando oggetti, risistemandoli. Piccoli gesti, che potevano essere considerati di poco conto per qualcuno, che ad Antonia però faceva piacere ricevere. Quasi nessuno, tra i nobili, osava mai aiutare una domestica. Anzi, spesso veniva intralciata o addirittura insultata senza alcun motivo. Con Bianca però era diverso. Non riguardava solo l'aiuto, ma anche la sua gentilezza e la sua allegria. Quest'ultima contagiosa. Le giornate passavano velocemente, tranquille e leggere per la giovane fanciulla. Quasi non le sembrava neanche di lavorare. Le sembrava essere in compagnia di una sorella maggiore. Di tanto in tanto si fermava a ridere, quando la dama provava a raggiungere una nota alta di una canzone, finendo per sembrare solo un'oca che starnazza.

"Non sono brava nell'arte del canto." Ridacchiava Bianca, quando si rendeva conto di quanto stonata fosse. "Farò nevicare continuando a starnazzare in questo modo."

"Non importa." Replicava allegramente Antonia. "Siete divertente da udire." Così passavano le giornate. Ridevano, giocavano, si divertivano.

Quel giorno non fu diverso dagli altri. Stavano ridacchiando tra loro quando il rumore del bussare le interruppe.

"Avanti!" disse Bianca, lasciando una statuetta tra le mani dell'ancella. Le due si guardarono confuse, non avevano idea di chi potesse aver bussato. Non aspettavano alcuna visita.

"Disturbo?" Si udì da una voce melodiosa e leggera. Bianca la riconobbe prima ancora di vedere il suo volto. Quando poi la porta si aprì, rivelando la sua amica Margherita, Bianca quasi saltò dalla gioia. Corse velocemente verso di lei e la strinse in un abbraccio.

"Siete tornata amica mia!" disse. Quasi strillò colma di felicità. Aveva creduto che mai l'avrebbe vista ancora. "Oh, mi siete mancata tantissimo. Come state? Ho avuto così tanta paura per voi!"

Margherita ridacchio dopo essere riuscita a staccarsi da quell'abbraccio ed aver udito quelle parole.

"Vi racconterò tutto, ve lo prometto. Ci sediamo?" Chiese, esausta dal lungo e solitario viaggio che aveva appena compiuto. Non si era neanche fermata nelle sue stanze. Era passata a rivolgere un breve saluto di cortesia a Fulvio e si era precipitata subito dopo nelle stanze di Bianca. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'aveva vista ed aveva bisogno di parlare, vedere, ascoltare la sua migliore amica. Bianca annuì ed entrambe si accomodarono.

"Antonia, ti andrebbe di servire la cena ad entrambe?" chiese alla sua ancella. Nessun nobile chiedeva qualcosa alla servitù. I nobili ordinavano. Margherita lo sapeva, lei stessa era stata in passato una nobildonna crudele e pessima con la servitù, ma l'incontro con Bianca l'aveva cambiata e non si sorprese neanche un po' nell'udire tale gentilezza nei confronti di Antonia.

"Certamente, provvedo subito." Disse l'ancella. Le due donne le sorrisero e lei sparì verso le cucine del castello.

"Allora, cosa è accaduto? Vostro padre come sta?" chiese preoccupata Bianca, con tutta l'energia di una bambina a cui doveva essere rivelato un segreto.

"Benissimo. Mio padre ha recitato il suo malore." Ammise Margherita senza mezzi termini. Bianca sgranò gli occhi confusa.

"Recitato? Per quale ragione?"

"Gli erano arrivate voci sul pessimo carattere di Giovanni, così ha iniziato ad indagare." Spiegò brevemente.

"Cosa ha scoperto?" chiese ancora. Non le era mai piaciuto Giovanni, sin dal primo istante. Era felice, in cuor suo, di non essere stata l'unica a vedere la sua malignità.

"Tutto, mia cara, ha scoperto tutto." Disse e sul suo viso spuntò un sorriso genuino e felice. Arrivò la cena e le due ringraziarono Antonia, prima di congedarla dal lavoro e lasciarla tornare a casa dal fratello.

"Ha scoperto della sua bramosità di potere, di oro, ha scoperto della sua cattiveria nei confronti di chiunque e nei miei confronti." Continuò Margherita dopo un po', riprendendo il discorso interrotto.

"Spero sia stato punito per questo." Borbottò Bianca. La principessa rise sonoramente a quell'eccesso di sincerità.

"Fatemi finire, vi prego." La pregò tra le risate. "Non siete affatto cambiata." Aggiunse poi, costatando la genuinità della donna che non era affatto diversa da come la ricordava.

"Scusate." Borbottò Bianca, addentando un pezzo di pane nel modo meno signorile che conosceva. "Prego, continuate. Non vi interromperò più." Promise.

"Mio padre ha scoperto le alleanze di Giovanni e tra i suoi più fedeli vi era il cavaliere Brown. Il quale si è rivelato essere più stolto che crudele. Mio padre gli promise un'ingente quantità d'oro se avesse eseguito i suoi ordini e così è stato. Fu mandato qui con il sol scopo di imbrogliare mio marito. La crudeltà e la bramosità di potere hanno fatto il resto. È finito nella trappola di mio padre come una mosca nella tela di un ragno."

"Vostro padre mi intriga." Ridacchiò Bianca, ammirando quell'uomo di cui aveva sentito parlare solo da terze parti. Mai le era arrivato alle orecchie un racconto sul suo carattere o sulla sua personalità. Adesso ch'era accaduto, non poteva fare a meno di ammirarlo genuinamente. Margherita, però, cogliendo la volontaria salacità della frase, colpì dolcemente la mano dell'amica con uno schiaffetto giocoso.

"Cosa è accaduto una volta arrivati lì?" chiese poi Bianca, volendo conoscere i dettagli della situazione.

"Siamo stati accolti dalle guardie reali, i cavalieri migliori del regno, quelli fidati. Giovanni, il cavaliere Brown e tuti gli altri della sua cerchia sono stati arrestati e portati nelle segrete in attesa del processo, il quale si è tenuto pochi giorni dopo." Spiegò. Il suo sorriso si allargò ancora, rivelando tutta la sua felicità e liberazione. "Sono stati dichiarati colpevoli di alto tradimento e cospirazione. Condannati alla gogna per due settimane, senza cibo ne acqua e poi nuovamente incarcerati. Resteranno nelle segrete del castello fino al momento del loro ultimo respiro."

Anche Bianca sorrise felice per la notizia.

"Bene. Esattamente ciò che meritavano." Disse schietta. Ne era felice dal profondo del cuore. Quell'uomo aveva meritato tale condanna. Ed era ancor più felice per la ritrovata libertà della sua amica. "Ora ditemi, voi come state? Vi vedo radiosa, sembrate felice."

"Lo sono. Sono libera, amica mia. E sono innamorata."

"Oh."

Bianca si ritrovò per qualche istante senza parole per l'ultima affermazione di Margherita. Non se l'aspettava minimamente.

"Chi è l'uomo che è stato in grado di rubarvi il cuore?" chiese incuriosita. Sperò con tutta se stessa che si trattasse di un uomo di buon cuore e non un altro sporco criminale come Giovanni.

"Un cavaliere. Un giorno vi porterò con me nel regno inglese e ve lo farò conoscere. È un'anima buona, Bianca. È l'uomo che ho sempre desiderato." Ammise la principessa. Nei suoi occhi poteva esser visto tutto il suo amore, tutta la sua gioia e tutta la sua tranquillità.

"Sono felice per voi." Bianca le prese la mano. "Meritate la felicità."

"Devo ringraziare voi per questo." Ammise dolcemente l'altra.

"Me? Perché mai?"

"Perché mi avete insegnato a vivere. Non dimenticherò mai ciò che avete fatto per me." Ammise. Era la pura verità, Se non fosse stato per Bianca, Margherita mai avrebbe avuto il coraggio di fidarsi di un altro uomo e mai si sarebbe sentita così libera, leggera e felice. Banca fu l'unica in grado di farla ridere anche quando era ancora incastrata nel matrimonio con Giovanni.

"E voi? Quali sono le vostre novità? Dov'è vostro marito?" chiese Margherita, volendo conoscere le novità nella vita dell'amica. Era felice di averle raccontato ciò che le era capitato nel regno inglese, ma adesso voleva sapere solo di lei.

"Leone è tornato nel regno di Sicilia per alcune questioni importanti. Ed è stato un bene." disse sincera.

"Un bene? Perché mai?"

Bianca le strinse la mano, le si avvicinò e fece un sorriso così grande da mostrare tutti i denti.

"Ho conosciuto un uomo, Margherita. Un uomo di cui mi sono follemente innamorata."

Fu il turno di Margherita di sorprendersi. Non era affatto sorpresa di udire ch'ella aveva conosciuto un uomo. Ricordava perfettamente le loro conversazioni in cui Bianca ammetteva apertamente di volersi innamorare.

"Parlatemene."

"È un brigante." Bianca si sistemò sulla sua sedia e Margherita inarcò un sopracciglio, non più così sicura della sanità mentale dell'amica. Sì, era diventata più socievole e buona da quando l'aveva conosciuta, ma aveva ancora i suoi limiti dettati dalla nobiltà. "No, non dite nulla, aspettate." Disse Bianca, prima ancora di poter essere interrotta. "È un brigante dal cuore d'oro. Non ferisce, non uccide. Ruba solo ciò che può essere utile a lui o a chi ne ha bisogno. È gentile, buono e mi ama. Mi ama davvero."

"Ve l'ha detto?"

"Non c'è bisogno che lo dica. Mi basta guardare i suoi occhi per capire ciò che prova." Disse con tale serietà da spazzar via ogni dubbio dalla mente dell'amica.

"Se siete felice, amica mia, io lo sarò con voi." Le disse supportandola, com'ella aveva fatto con lei in precedenza. "Adesso però voglio sapere di più. Raccontatemi tutto e non dimenticate alcun dettaglio!"

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