IV

01.04.1301, ore 19:00

Era un nuovo giorno in quel di Brienza e al castello si stavano preparando per l'ennesima festa. Bianca ne aveva abbastanza, cominciava ad annoiarsi di quelle feste tutte uguali. Spesso le capitava di osservare la plebe. I contadini e i pastori sembravano non annoiarsi mai. Avevano sempre da fare con il loro orto o con i loro animali e li invidiava. Certo, lo sfarzo, la ricchezza, le feste le piacevano, ma non poteva ritenersi totalmente soddisfatta. Era una vita monotona e vuota quella delle nobildonne come lei. Non facevano altro che passeggiare, festeggiare, mangiare e dormire. E poi cominciava un nuovo giorno senza alcun cambiamento. Bianca non voleva vivere in quel modo. Lei voleva divertirsi, vedere il mondo, fare qualcosa di diverso. Voleva divertirsi a mangiare con le mani, a fare il bagno al fiume, a correre tra i boschi indossando solo una sottoveste. V'era però qualcosa che non le permetteva di rinunciare totalmente alla vita da nobildonna: l'oro e i gioielli. Non avrebbe mai saputo rinunciare a tutto ciò.

Quel giorno aveva deciso di esagerare. Voleva dare una svolta a quelle giornate monotone. Così, quando Antonia le chiese quale abito volesse indossare per la festa, lei rispose: "nessuno."

"Perdonate, signora. Non credo di aver capito." Rispose l'ancella, confusa da tale risposta.

"Hai capito perfettamente, invece." Rise. "Indosserò solo i miei gioielli più belli. Preparali, cortesemente."

"Signora, non credo sia il caso." Tentò la ragazza, per evitare che la sua signora finisse al centro di uno scandalo.

"Sarà perfetto, invece." Disse e cominciò a spogliarsi. "Antonia, ti sei mai sentita libera e bellissima senza alcun indumento addosso?" chiese curiosa, mentre schiacciava sotto ai piedi l'abito che aveva appena tolto.

"In realtà mi sento solo vulnerabile." Ammise la sera, correndo a raccogliere l'abito. Temette che potesse rovinarsi, avendo una stoffa tanto delicata quanto bella.

"Vulnerabile?" chiese Bianca. "Perché mai?"

"Non ne sono sicura. Credo per la paura di essere vista da qualche uomo." Ammise. Piegò l'abito minuziosamente e lo posò nel cesto della biancheria sporca, poi passò ad osservare la sua padrona che continuava a svestirsi.

"Oh, tesoro. La parte bella dell'essere nude è proprio questa. Gli uomini diventano come neve al sole quando vendono una donna nuda. Essi perdono le ossa, l'anima e la mente. Sono loro che diventano vulnerabili, non di certo noi." Ridacchiò. Era ormai completamente nuda.

"Non è difficile da credere con un corpo come il vostro." Sussurrò timidamente Antonia, invidiando la bellezza di Bianca.

"Bello, non è vero?" chiese, allargando le braccia per mostrarsi senza alcun pudore. Atonia arrossì ed annuì timidamente. Le sarebbe piaciuto possedere la sua stessa autostima. "Ma non credere. Nonostante il mio bel corpo e la mia bravura nel farmi notare, non ho giaciuto mai con alcun uomo."

"Neanche con vostro marito?"

"No." Rispose disgustata. "Non ho neanche mai pensato di farlo. Mio marito è certamente un bell'uomo, ma non è di mio gusto."

"Cosa volete dire?"

"L'uomo che potrà possedere il mio corpo dovrà prima conquistare il mio cuore. Dovrà farmi sentire speciale, dovrà amarmi e combattere per me. Dovrà essere forte, leale. Dovrà incuriosirmi, e farmi cadere ai suoi piedi." Cominciò a sognare ad occhia aperti e, proprio mentre pronunciava quelle parole, le venne in mente quell'uomo mascherato che, con una sola frase, le aveva fatto desiderare di rivederlo ancora. Tornò alla realtà ed osservò la sua ancella che aveva un sorriso sognante in viso. "Adesso, tesoro." Mormorò avvicinandosi. "Potresti portarmi i miei gioielli?" chiese. La ragazza annuì.

La festa era cominciata da alcuni minuti. Bianca non ebbe neanche un istante di esitazione, prima di spalancare entrambe le porte della sala del trono e mostrarsi in tutta la sua bellezza e nudità. Il mormorio generale cessò appena la sua figura si mostrò. Alcuni degli uomini deglutirono, altri lasciarono cadere a terra i calici pieni di vino, altri ancora spalancarono la bocca. Lei indossava solo delle lunghe collane che scendevano sul petto a coprire il seno e la sua natura. Aveva lasciato i lunghi capelli sciolti. Scendevano lungo la schiena e le coprivano il sedere. Le donne, sconvolte, ricominciarono a chiacchierare tra loro, criticando quella scelta di cattivo gusto, a loro dire. Alcune di loro coprirono gli occhi ai mariti, ricevendo poi un insulto da quest'ultimi.

L'unico uomo che non la degnava di uno sguardo era Rodolfo, il quale, dopo aver notato lo stato in cui si era presentata, si era voltato verso sua moglie ed aveva cominciato a guardare lei. Non voleva mancarla di rispetto guardando un'altra donna nuda e inoltre a lui davvero non interessava. Il suo amore nei confronti di Giovanna era puro e sincero. Così sincero da avere occhi solo per lei e per nessun'altra.

Bianca fece alcuni passi in avanti. Prese un calice di vino dal vassoio tra le mani di uno dei servi, gli lanciò un bacio e si avviò verso Fulvio. Leone aveva creduto di essere furbo, ma lei lo conosceva troppo bene e sapeva che non l'avrebbe mai lasciata da sola senza qualcuno che la controllasse. Inizialmente aveva pensato a Rodolfo, ma era sicura che l'uomo non avrebbe mai accettato. Così restava una sola opzione: Fulvio.

Fulvio, che era scioccato, affascinato ed eccitato da quella visione che si stava lentamente avvicinando.

"Organizzate sempre feste mozzafiato." Disse Bianca l'istante prima di sorseggiare sensualmente il vino. Fulvio provò a deglutire, ma sembrava quasi non avere più saliva. La gola era secca, così come la bocca. Le mani erano bagnate dal sudore e tremavano dall'eccitazione.

"Dama Bianca, cosa state facendo?"

Venne interrotto bruscamente quando la mano della donna gli sfiorò il viso. Ella ridacchiò quando venne solleticata dal leggero strato di barba. Si avvicinò di più e posò le labbra sul lobo delle sue orecchie.

"Avevo caldo, Fulvio." Sussurrò in modo sempre più sensuale.

Dall'altro lato della stanza, Eustasia, che aveva visto l'intera scena, corse via terribilmente triste e arrabbiata. Giovanna non ci pensò molto prima di inseguirla, pronta a consolarla. Non poteva credere ai suoi occhi. Era a dir poco sconvolta dall'atteggiamento di Bianca. Quest'ultima notò ciò che le due avevano fatto, ma lo sospettava già. Aveva precedentemente immaginato ogni scena che poi aveva visto.

"Spero nel vostro silenzio." Sussurrò poi all'orecchio dell'uomo. "Ovviamente vedrò di ripagarlo al meglio." Lo provocò ancora. Fulvio deglutì. Quella proposta gli aveva fatto dimenticare la promessa fatta a Leone.

"Io non ho visto nulla di insolito, dama Bianca." Sussurrò di rimando, restando immobile.

"Bene." disse leiallontanandosi. Gli lasciò il calice vuoto tra le mani si voltò di spalle. "Misono divertita abbastanza per oggi. Credo che tornerò a riposare."

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