III

Presente.

Bianca abbassò lo sguardo dopo aver udito la confessione di Miguel.

Le aveva raccontato tutto ciò che Domenico gli aveva detto e le aveva fatto avere il suo ultimo desiderio.

Non dissero più nulla finché arrivarono al luogo in cui ci sarebbe stata la vendita degli schiavi.

Il luogo in cui loro sarebbero stati venduti e privati di ogni libertà.

Quel posto non era altro che un parco vuoto.

V'era un recinto, all'interno del quale venivano messi gli schiavi, come fossero bestie selvagge. Intorno al recinto v'erano diversi uomini e donne vestiti in modo elegante e raffinato.

Erano tutti nobili.

Disgustosi, avidi nobili.

"Mi dispiace capitano, oggi vendiamo solo uomini. Le donne non sono ammesse." Disse il responsabile alle vendite.

Nel recito, in effetti vi erano già alcuni schiavi ed erano tutti uomini, circa sulla trentina d'anni e con diverse ferite o cicatrici sul corpo nudo.

"Come mi libero di questa sgualdrina adesso?" ringhiò Awilda, indicando Bianca.

Il responsabile non si scompose minimamente al tono burbero e severo della donna.

"Le donne saranno vendute tra sette giorni. Abbiamo delle celle nel seminterrato della cappella. Potete portarla lì fino a trattative concluse." Le suggerì.

"Quanto mi costerà farla marcire in quella cella per sette giorni?" domandò lei, poco incline a spendere i suoi soldi in quel modo.

"Tre monete d'oro."

"Guarda cosa mi tocca fare per questa combinaguai!" sbuffò, prima di prendere le monete da un sacchetto legato alla cinta della sua gonna e lasciarle tra le mani dell'uomo.

"Bianca, resisti. Tornerò a prenderti!" sussurrò Miguel, prima che la trattativa tra Awilda e quell'uomo fosse terminata.

"Miguel, io..."

Bianca non fece in tempo ad aggiungere altro.

Miguel venne preso, assieme agli altri briganti, dai pirati e trascinati nel recinto.

"Resisti, Bianca! Fallo per lui!"

Quella fu l'ultima cosa urlata da Miguel.

Poco dopo anche Bianca venne trascinata via dal capitano. Venne portata in una cella nei sotterranei della chiesa e rinchiusa insieme ad altre donne.

"Addio mia signora!" rise Awilda.

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