"Hai ancora intenzione di rimanere sopra di me?" Avevo domandato prendendo possesso di quella maledetta penna.
Il suo compagno stava proprio ridotto male e si era accorto lui stesso che forse avrebbe potuto davvero non farcela.
Ma lui no, doveva assolutamente parlargli.
Per non parlare che era fin troppo vicino!
Mi teneva ancora stretto, con le gambe immobilizzate e le mani, ora entrambe, all'altezza del petto, impedendomi anche solo di respirare correttamente.
Era poco più alto di me, ma era muscoloso ed aveva usato la sua stazza per prevalere e fare come lui voleva, nonostante fosse ovvio che avrebbe dovuto non sforzare il suo amico in quel modo.
Che poi cosa avrebbe dovuto significare quel "sei sempre stato più di un amico di infanzia"? Certamente non quello.
Ero irritato.
Perché mi sentivo a disagio sapendo che questa persona, che mi doveva solamente ritornare un favore, sia legata, in quel senso, con un suo sottoposto?
Non aveva alcun senso, come non lo aveva il fatto di dover partecipare a quel maledetto concerto.
Eppure, ero talmente estasiato da quello spettacolo, da quell'evento, da non accorgermi di ciò che mi accadeva attorno.
In realtà ero estasiato da quella voce, ma faticavo ad ammetterlo con me stesso.
Cosa mi stava accadendo?
Ero in evidente agitazione, lui era ancora immobile e non accennava a scendere.
"Potresti lasciarmi andare, ora?" Avevo domandato, invitandolo nuovamente ad allontanarsi dal mio spazio vitale.
Per quale motivo aveva bisogno di pensarci così tanto per scendere prolungando questa situazione imbarazzante!
Con un verso decisamente civile si era risvegliato per poi allontanarsi, non senza prima maledirmi con decisione.
Avevo ancora un senso di irritazione, perciò controbattere in quello stato non era affatto convenevole.
Poi avevo con la mano coperto la penna, nella speranza che si sentisse il meno possibile ciò di cui avremmo parlato.
"Ora che l'hai sentito smetterai di essere così irrequieto?"
La mia espressione sicuramente non era ragionevole, così come non lo era la voce.
"No, hai sentito in che condizioni si trova e come ha parlato! Come faccio, lui è mio compagno da sempre!" Aveva affermato esasperato e voltandosi di lato con quel fare offeso e rabbioso nel mentre pronunciava quelle parole.
Da sempre?
"Da quanto avete una relazione voi due?" Avevo chiesto, mantenendo la calma.
"Relazione? Siamo cresciuti insieme, è diverso da Wire ed Heat solo perché ci siamo conosciuti diversi anni dopo"
Forse davvero non ci arrivava, eppure non lo facevo così stupido.
Come poteva non capirlo!
"Lo hai sentito, ha appena consumato tutte le sue energie solo per dirti che per lui sei molto di più di un amico di infanzia e questo non ti fa pensare a qualcosa?"
Ero esterrefatto.
Lui si era chiuso, mantenendo un'espressione seria ed incrociando le braccia.
Poi aveva sospirato, un sospiro lungo e rumoroso.
"Ho sempre avuto dei dubbi, ma davvero credevo si comportasse in quel modo per la nostra lunga amicizia" aveva infine inspirato ed espirato di nuovo con forza, come se quella rivelazione lo avesse sfiancato.
Avevo ancora un certo grado di irritazione, ma lo stavo nascondendo bene.
"Ha preso quasi tutti i colpi diretti a me e si è ridotto in quel modo per questo, come posso calmarmi in questa situazione, sapendo anche il motivo che lo ha spinto a farlo!" Aveva concluso davvero iracondo, questa volta con sé stesso.
Anche se sembrava un gesto inutile, il fatto che abbiano impedito a quel demone di uccidermi quella sera, per me era importante.
Era orribile doverlo ammettere.
"Li hai messi a rischio solo per impedirgli di uccidermi, questo va ben oltre il debito che avevo nei tuoi confronti"
Non aveva risposto, limitandosi ad una serie di imprecazioni perlopiù verso il fenicottero.
Passato pochissimo tempo, Penguin mi aveva chiamato forte per avere la mia attenzione al microfono.
"Cappello di Paglia! Ha fatto irruzione nella villa con tutta la sua banda, i Tontatta ed altri alleati senza attenersi al piano! Me lo ha appena comunicato Shachi"
Che cosa ha fatto?
Che cosa ha appena fatto!