One shot 3

(one shot basata su un finale alternativo ed ultima One shot della serie)

Era la serata di Halloween, il cielo era sereno, il vento soffiava leggermente ed anche il quartiere clandestino era pieno di zucche, luci e spaventose decorazioni.
Law, Penguin e Shachi non si sarebbero goduti la serata, in quanto avrebbero lavorato per tutto il tempo, soprattutto per curare i feriti che puntualmente c'erano nelle notti di festa.
Penguin e Shachi erano tristi per questo, in quanto quella sera ci sarebbe stato uno speciale tra le ancelle, tutte vestite da streghe, fantasmine e vampire nell'evento che si tiene nel famoso locale del quartiere clandestino, quello che era stato distrutto mesi prima ed ora ricostruito.
"Avrei fatto di tutto per andarci, non posso credere di star perdendo una festa del genere" aveva detto Shachi iniziando nuovamente a piagnucolare.
"Non sarà così! Ho sentito che faranno un nuovo spettacolo domani e ci saranno anche loro, perciò andremo lì" aveva ribattuto Penguin più per consolare sé stesso.
Mentre i due si rallegravano in un periodo di bonaccia dove, stranamente, non arrivava nessuno, Law ripensava al fatto che, domani, ci sarebbe stato anche Kidd.
Non si vedevano spesso, da quando avevano iniziato a frequentarsi, e non capiva come si fosse evoluto il loro rapporto.
Sarebbe stato piacevole, però, assistere al suo spettacolo, al di là che ci fossero le loro tanto amate ancelle.
La sua voce e la sua musica lo colpivano e scuotevano nel profondo, non avrebbe mai potuto farne a meno e di certo non si sarebbe mai perso un suo concerto.
Alle volte era molto rude con lui, non gli permetteva di andare a casa sua per non ferire troppo Killer, la quale si era messo fin da subito da parte per rispetto dei desideri del suo compagno, ed era crudo anche nei loro rapporti intimi.
Ma nonostante tutto, gli piaceva un sacco.
Le ore al lavoro erano volate in fretta, facendo ciò che più amava, e le sette del mattino erano sopraggiunte.
Law si era stretto nel suo cappotto, sentendo ancora i suoi amici piagnucolare per quello che si erano persi, quando un'auto rossa fiammante, in netto contrasto con i colori tenui dell'alba, si era avvicinata a loro.
Era Kidd.
Non veniva spesso a prendere Law e difatti ne era rimasto veramente stupito.
"Allora andrai con lui, vi lasciamo soli" avevano ridacchiato Penguin e Shachi.
Loro erano così felici che finalmente Trafalgar si godesse la sua vita e appoggiavano pienamente il loro rapporto.
"Domani verremo al vostro concerto, perciò ci vediamo lì" aveva continuato Penguin salutando con una mano da lontano.
Law era così rincuorato dal rapporto che aveva con loro, si sentiva bene grazie ai suoi amici.
Ed anche grazie a quella testa rossa.
Velocemente per sfuggire al freddo era entrato.
"Come mai oggi sei passato a prendermi? Non è da te" aveva affermato Trafalgar per stuzzicarlo.
"Ero solamente di buon umore.
Domani ci sarà il concerto e questa volta non verremo interrotti da nessuno" aveva risposto insolitamente calmo Eustass.
"Volevi accertarti che venissi, quindi?" Aveva domandato Law con un ghigno.
Il loro rapporto era costantemente così, dopotutto.
"Va al diavolo, ti lascio qui" aveva borbottato l'altro inchiodando con l'auto.
"Quindi non hai nessuna intenzione di portarmi in un luogo tranquillo?"
Quelle parole lo avevano fatto desistere, in fondo, il luogo "tranquillo" era un altro modo per dire da soli, a divertirsi.
"Sono venuto a prenderti solamente per questo motivo" aveva ribattuto Kidd sbuffando ed iniziando ad accelerare.
Il mattino stava arrivando, ma sarebbero sicuramente andati nello studio di Law, ora chiuso perché non in turno.
"Nonostante il soggetto sia tu, non sta andando poi così male questo rapporto" aveva detto all'improvviso Law.
"Cosa stai insinuando! È proprio perché sono io che non potevi aspettarti di meglio" aveva risposto senza nemmeno voltarsi verso di lui.
"Ricordi a memoria come si arriva nel mio studio ormai, andiamo sempre lì per stare da soli"
"Non sono un idiota, sono mesi che facciamo la stessa strada" aveva precisato Kidd confuso da quella affermazione.
"È passato così tanto tempo..."
Da lì era sorto un silenzio, non sapendo come proseguire.
Nel frattempo erano arrivati, avevano parcheggiato e sempre in silenzio erano entrati nella sala d'attesa.
"Ora che siamo in pace vuoi dirmi cosa vuoi?" Aveva domandato Kidd.
Law ci aveva pensato, non sapeva davvero nemmeno lui cosa volesse né tantomeno cosa avrebbe dovuto dire.
"Che rapporto abbiamo?" Aveva sputato alla fine.
L'altro aveva ghignato, divertito.
"Ti serve così tanto l'etichetta?" Aveva affermato di tutta risposta.
Trafalgar, anche se non lo avrebbe mai ammesso, non era pratico coi rapporti interpersonali, perciò sì, ne sentiva il bisogno.
Così era tornato serio, aveva preso di peso Law e lo aveva portato su un lettino, strattonando con una mano la sua felpa.
Non lo avrebbe detto a parole, ma Eustass si era fatto intendere chiaramente.
Quella mattina, su quel lettino, era stato piuttosto intenso rispetto al solito ed aveva passato la maggior parte del tempo a fare perdere la testa al suo partner, così da fargli capire come stessero le cose.

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