Killer
Quando mi sono apprestato a scendere con Heat avevo sentito, a tratti, Kidd parlare con Penguin ed il suo amico.
Non mi sembrava affatto contento e lo sentivo dal primo momento della conversazione.
Ma che cosa era talmente grave da tenermelo nascosto?
Me lo chiedevo da quel giorno.
Ero frustrato, molte volte ero tornato sull'argomento, però Kidd continuava ad essere schivo ed a sorvolare, dicendo che non aveva più importanza.
Allora perché non dirmelo?
Ci conosciamo fin dall'infanzia e non mi ha mai tenuto all'oscuro su nulla, nemmeno sulle sue prime conquiste, come bariste di alcune piccole locande o modelli di città.
Me ne aveva parlato, ogni volta, e lo avevo accettato senza darci troppo peso, pesando bene la distanza.
anche se, in realtà, ho mentito a me stesso per tutto questo tempo.
Ora invece, si faceva tutti questi problemi!
Perché aveva iniziato a comportarsi come una primadonna? Non era affatto il Kidd che conoscevo e nemmeno quello che a me piaceva, anzi.
Mi dava oltremodo fastidio immaginare cosa abbia potuto fare con quel medico senza che me lo dicesse, ma soprattutto che avesse iniziato a comportarsi in questo modo solo perché aveva capito la nostra situazione!
Volevo sapere, non mi importava che fossero passate settimane da quell'evento e dall'ultima volta che si sono visti.
Però quello che più mi pesava era il suo comportamento.
Non volevo un Kidd così, pronto a nascondermi ciò che faceva, a mentirmi ed ad avere questo trattamento nei miei confronti solo perché credeva a me sarebbe piaciuto.
Io volevo la persona che lui era sempre stato, nonostante fosse impulsivo e rischiava sempre di metterci in pericolo, irascibile anche, ma non questo che vedevo adesso.
Non mi piaceva, ero al limite.
Eravamo da soli a passeggiare nella notte tra le vie del quartiere clandestino, dopo che gli avevo chiesto di uscire con lui da soli.
Era buio e tirava un vento fresco e piacevole.
C'eravamo solamente noi per quelle strade, in pochi si sarebbero permessi di disturbarci.
Era molto calmo, con in sottofondo il rumore di macchine in lontananza.
"Kidd, si può sapere cosa ti sta succedendo in questo periodo?" Avevo iniziato io, con fare tranquillo.
A quella frase aveva grugnito, senza nemmeno rispondere.
Non avevo sentito tutta la conversazione e pertanto non sapevo cosa fosse accaduto veramente, ma fingere che lo fosse mi avrebbe portato a scoprirlo.
"Ho sentito tutto ciò che vi siete detti tu e Penguin, però speravo me ne parlassi" avevo continuato.
Il suo volto si era riempito di rughe rabbiose.
"Hai sentito? Non volevo parlartene!" Aveva esclamato infuriato.
Cos'è successo?
"Non mi hai mai nascosto nulla, Kidd, non mi piace che ora tu stia iniziando a farlo, capisci?"
Sentendo le mie parole si era rilassato ed aveva incominciato a ragionare un po'.
La sua espressione era del tutto confusa, una che non ti aspetti su "Eustass Captain Kidd" eppure era lì, in quel momento.
"Avrei voluto eliminare quello che è successo quella sera, ma non capisco nulla" aveva risposto frustrato.
"Perché invece non mi racconti tutto l'accaduto e ne discutiamo come tutte le altre volte?" Come se fosse stato con la sua prima esperienza.
"Ma ora che so è diverso, non posso farlo come un tempo" aveva continuato sbuffando.
Il vento continuava a portare via le nostre frasi mentre eravamo rimasti diversi minuti in silenzio.
"Sì che puoi Kidd, non cambia nulla, non importa se il soggetto non sono io" avevo affermato dopo un po'.
C'ero abituato, a quella sensazione, ed era sempre meglio che questo nascondere le cose.
"Ora puoi raccontarmi dall'inizio cos'è accaduto come se non sapessi?"
Volevo assolutamente comprendere.
"La notte che abbiamo invitato loro a cena, Trafalgar si era attaccato a me e non la smetteva! Se non lo fermavo saremmo andati a letto" aveva sputato tutto d'un fiato.
Ecco, lo aveva detto.
Era questo il grande segreto.
"Mi sento un idiota! Avrei dovuto essere con te quella notte! Però adesso ho fatto una scelta e voglio davvero concentrarmi su di te Killer"
Dice così, ciononostante il suo volto era parecchio confuso un attimo prima.
"Sei sicuro di star capendo che cosa vuoi veramente?"
Quella frase lo aveva sorpreso, lasciandolo nuovamente perplesso.
Non ero sicuro della sua risposta e se sarebbe stata a mio favore, ma non mi importava, preferivo aiutarlo a capire che cosa lui volesse.
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