Killer
"Ho sentito l'ultima parte della vostra conversazione"
Poche parole, molto semplici.
Tuttavia mi avevano spiazzato.
Da dietro la maschera avevo leggermente sgranato gli occhi, sentendo quelle parole dette da Wire alle mie spalle.
Non avevo assolutamente voglia di parlarne, non in quel momento.
Mancava mezz'ora all'inizio del concerto e Kidd era fuori a dare l'ultima occhiata mentre noi ripassavamo l'ennesima volta il copione che avevo scrupolosamente scritto.
Non che lui l'avrebbe seguito.
"Non adesso, pensate solamente alle vostre parti" avevo affermato calmo una volta voltato verso di loro.
"Volevo solamente dire che per noi non è un problema.
Eravamo in dubbio da diverso tempo, ma ora che ne abbiamo avuto conferma vorremmo solamente aiutarti Killer" aveva continuato Heat.
Heat era troppo morbido, non avrei mai accettato un aiuto, non su un argomento del genere.
"Non una parola con Kidd, non c'è bisogno di perdere tempo in questo" avevo concluso.
Poi siamo usciti sul palco.
C'era molta gente, compreso quel medico ed i suoi compagni seduti ad un tavolo non molto lontano.
Perché era venuto? Dovevo ancora comprendere la reazione che aveva avuto alla vista di Kidd con Nami.
Non è che, forse?
Cos'era questa, gelosia?
I miei pensieri erano così stupidi!
Per nulla utili e coerenti con quell'occasione.
E poi come potrebbe mai Kidd scegliere di stare con il figlio adottivo di quel demone di Doflamingo.
Dovevo smetterla con questi pensieri da ragazzina, avevo più di vent'anni.
Oltre a ciò l'atmosfera andava abbastanza bene, grazie a quelle lievi e così suggestive luci bianche e rosse, nonostante quegli orribili addobbi natalizi e le palline in fondo alla sala che riflettevano diversi colori colpiti dalla luce.
Non dovevamo fare molto, avevamo dieci canzoni da cantare in due ore massimo.
Nulla di impegnativo.
La sala era gremita e, appena usciti sul palco, era partito un grande applauso.
Anche se Kidd si era fatto numerosi nemici e non era molto amato da tutti, quelle persone erano lì, impazienti di sentirlo cantare.
Erano testi inediti, i nostri, scritti di nostro pugno per esprimere il nostro malcontento a causa di questa società corrotta, con quella feccia al potere.
Pronti a scuotere il loro animo con la nostra rabbia.
Le mie percussioni erano in quel luogo ed in quel momento solamente per accompagnare la sua voce e non avrebbero fatto nient'altro.
Nessuna pretesa, nessun protagonismo per loro.
Quella voce, quella maledetta voce, era così persuasiva, nel ruolo che più le addiceva.
Ero commosso, e ammaliato, tanto da perdere il contatto con tutto il resto, come se i tamburi battessero da soli.
Cos'era questa sensazione? Non era affatto da me, ma nulla sarebbe uscito da quella maschera.
Poi qualcosa si era spezzato.
Era accaduto alla sesta canzone, praticamente poco più di metà concerto.
Un grandissimo vociare.
"Cosa sta facendo un sottoposto di Doflamingo qui?"
"Dev'essere per lui, avrà intenzione di ucciderlo?"
"Ma non sono alleati?"
Queste domande continuavano a riecheggiare nella sala.
Era il seggio di fiori di Doflamingo quello accanto a Trafalgar, con un piccolo pugnale in mano.
Deve averlo preso di sorpresa alle spalle, colpendolo.
C'erano anche il seggio di quadri e Queen, il sottoposto di Kaido.
Che fossero alleati non era una novità.
Lui era riverso a terra, ancora lucido, quel medico sapeva sicuramente che il colpo inferto all'addome non era mortale.
Kidd, però, gli doveva pubblicamente un favore.
"Kidd, aspetta"
Troppo tardi, era già sceso dal palco!
"Cosa sta succedendo al mio concerto?"
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