Kidd
"Fammi parlare con Killer, hai sentito!"
Ero infuriato.
Volevo parlare con Killer, avevo sentito quel suo amico chiedere se volesse parlare con me, ma non aveva risposto.
Si sentiva frustrato? Non doveva affatto!
Quel maledetto di Doflamingo mi aveva fatto credere di averlo ucciso ed ero già pronto a vendicarmi, era stato orribile pensare che lo fosse.
"Non ha detto nulla, probabilmente non si sente pronto per parlarti e poi la sua voce fa intendere che non è nelle condizioni di reggere una conversazione" aveva affermato quel medico.
Mi avrà anche curato, per la seconda volta, però non poteva impedirmi di dirgli qualcosa.
"Gli dirò solo che siamo vivi, così avrà una rassicurazione" avevo protestato.
Che diavolo! Avrei dovuto passare il suo permesso per parlare con lui?
"Penguin lo avrà già riferito"
Era fermo sulla sua decisione.
Era poco più lontano da me, seduto a gambe incrociate con quella maledetta penna in mano, non era molto massiccio, avrei potuto benissimo prenderla senza problemi.
Continuava ad osservarmi con lo stesso volto sconcertato che aveva in ospedale, ed era alquanto irritante.
Così mi ero avvicinato a lui e con una mano ben assestata all'altezza del petto lo avevo portato giù, stringendolo contro il pavimento.
Era stramaledettamente freddo, nonostante portasse un maglione piuttosto pesante.
Una volta a terra dovevo solamente prendere quella penna.
"Dannazione! Lascia stare il tuo amico, non è un paziente pronto per parlare con te!" Aveva sbottato lui, allontanando la penna ed iniziando a scalciare.
"Devo dirgli qualcosa, dammela!"
Non smetteva di scalciare, ma non poteva pensare che un paio di bende mi avrebbero fatto perdere contro di lui.
Tenendolo ancora fermo al petto con la mano di metallo avevo appoggiato un ginocchio sulle sue gambe e bastava a farlo smettere di scalciare.
Con la mano buona mi ero protratto verso quel maledetto utensile ed ero riuscito facilmente a prenderlo.
"Pensavi davvero che non l'avrei presa?" Avevo chiesto con un senso di trionfo.
"Non credo affatto che Killer-ya sia pronto per parlare, lascialo stare!" Aveva continuato a lamentarsi lui cercando di svincolarsi da quella stretta per riprendere l'oggetto che gli avevo sottratto.
"Ohi Killer! Mi senti?" Avevo esclamato verso la penna.
Dall'altra parte c'era stato silenzio a lungo, tanto che credevo non mi avesse sentito.
Ad un certo punto un forte rumore di un respiro annaspato aveva iniziato a sentirsi.
"Kidd"
Era la sua voce, anche se flebile e debole, era lui.
"Maledizione, credevo che fossi morto! Killer, non pensare a me, riprenditi, io me la caverò da solo" lo avevo rassicurato con la voce più morbida che conoscessi.
Si erano cacciati in questo guaio per colpa mia, un'altra volta, non mi sarei mai perdonato se uno di loro morisse qui dentro!
Non Killer, soprattutto.
Ci conoscevamo da prima di imparare a camminare, non potevo pensare ad una vita senza di lui.
Lui a quelle parole si era sforzato per dire qualcosa e sentivo il suo respiro pesante mentre ci provava.
"Non ti sforzare! Ti ho appena detto di non pensare a me!"
So che non l'avrebbe mai fatto, che si sarebbe sempre preoccupato per me, mi accorgevo, anche se facevo finta di non notarlo, quando parava tutti i colpi diretti a me.
Lo vedevo, mentre si feriva per aiutarmi.
Ma era in quelle condizioni proprio per questo motivo ed era una verità davvero opprimente.
Avevo cercato di mantenermi morbido, mentre quell'altro ancora si dimenava lì sotto.
"Pensa solo a lasciarti curare da quel medico e sappi che lo ucciderò se dovesse lasciarti andare all'inferno" avevo concluso chiudendo la conversazione.
Dall'altra parte avevo sentito un rantolo, quasi come ad una risata nervosa e smorzata.
Ero già pronto a ridargli quella penna, quando mi sento chiamare dall'altra parte.
"Kidd, non so se mi riprenderò nonostante Penguin mi stia curando bene" aveva affermato per poi fermarsi a riprendere fiato.
Perché stava mettendo sotto sforzo così il suo corpo dopo quello che gli ho detto!
"In caso sappi che per me sei sempre stato più di un amico d'infanzia" aveva affermato debole.
Non ce la faceva più, si sentiva chiaramente tutta la stanchezza per quelle parole dette.
Ero affezionato anch'io a lui, che diavolo, ma parlare così come se fosse in procinto di morire era orribile da sentire.
Quel medico ora aveva un'espressione più neutra.
"Adesso basta, lascialo riposare e scendi da sopra di me" aveva affermato calmo.
Così gli avevo ridato la penna, senza dire più nulla a Killer.
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