Kidd
Ero in un dannato buco nero, senza nemmeno uno spiraglio.
Rinchiuso, al buio, in uno spazio talmente stretto dove potevo a malapena alzarmi in piedi e tenuto fermo da grosse catene in ferro ancorate alle caviglie.
Non che avessi la forza di muovermi o sapessi come uscire.
Quelle feccie erano state così sleali da battersi tutte insieme senza il minimo scrupolo.
Avevo visto gli altri per l'ultima volta non so quanto tempo fa, mentre ancora eravamo al locale.
Non so come mi sia venuto in mente di appoggiare quel medico e metterli in pericolo, ma avevo un debito nei suoi confronti e non potevamo stare a guardare.
Anche se non stavo pensando a quello, in quel momento, provavo solo rabbia nei loro confronti per aver rovinato tutto.
Le nostre fatiche, la preparazione scrupolosa che i miei amici, sì lo erano, avevano avuto per il momento, l'emozione che stavamo sentendo mentre c'eravamo solo noi su quel palco, erano state tutte distrutte da loro.
Quel bastardo di un medico che mi guardava estasiato, poi, era un qualcosa di veramente appagante, ma era durato poco.
Dopo avermele date tutti insieme mi avevano caricato di peso e portato qui nel mentre faticavo a rimanere cosciente ed avevano portato via i miei compagni.
Dov'era Killer? E gli altri?
Maledizione!
Sentivo chiaramente del vischio sulla mia pelle, caldo ed appiccicoso, le nuove ferite, alcune profonde, il pavimento freddo e duro sopra la quale ero seduto, con quelle pareti umide e altrettanto gelide alla quale ero appoggiato e le catene che mi tenevano stretto da sentirle fino alle ossa.
Faceva un freddo tremendo, lì dentro, nonostante l'aria non si condensasse.
Da fuori non si sentiva alcun rumore, solo dei passi ravvicinati ogni tanto, c'era un immenso silenzio che avrebbe anche potuto farmi impazzire!
Poi un piccolo spiraglio all'altezza della porta si era aperto.
Un'orribile risata.
"Sei ancora vivo? Sarai contento di sapere che Trafalgar mi ha chiamato per salvarti" aveva affermato il fenicottero.
"Che cosa vuoi!"
Non ero affatto in vena di giochetti.
Lui non l'aveva presa bene, ma poco dopo gli era ritornato quel sorriso maligno.
"Farò uno scambio, prenderò lui e lascerò liberi te ed i tuoi amici, forse" aveva continuato.
Aveva lui i miei amici?
"Dov'è Killer!" L'avevo interrotto fregandomi delle sue spiegazioni.
Ero stanco e rabbioso, non avevo alcuna voglia di starlo a sentire, volevo solo sapere dove fossero loro e se stessero bene.
Quel tono e l'interruzione non gli erano affatto piaciuti, ma nulla sembrava distogliere il suo buonumore.
"Ah, intendi quello dai capelli biondi? L'ho ucciso" aveva risposto come se nulla fosse, ma con un tono deliziato.
L'ha ucciso?
Come aveva potuto farlo!
Non ero nemmeno in grado di muovere un muscolo, non potevo neanche uscire a constatare ciò che avesse fatto e non ho potuto nemmeno stargli vicino mentre lo facevano.
Mentre lo uccidevano.
"L'ho torturato fino a che non ha più resistito, è stato così divertente" aveva continuato divertito e leccandosi il labbro.
Killer, eravamo cresciuti insieme e non poteva finire affatto così! Non lo accettavo che si fossero permessi di farlo.
Non lo accettavo, cazzo!
"Quell'espressione è perfetta, carica di sgomento, rabbia e disperazione.
Così devi essere, rabbioso ed impotente chiuso lì dentro, il posto che ti meriti" aveva continuato lui ridendo e chiudendo lo spiraglio.
Non poteva essere accaduto!
Cos'era questa maledetta sensazione? Avrei voluto potermi muovere e dimenare, non solo strapparmi i capelli per la rabbia e gridare furioso.
Sarebbe morto, quel Doflamingo!
Lo avrei vendicato, Killer, e portato a casa.
Non poteva finire in questo modo.
Killer!
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