Capitolo 6
Luna
Ormai il sole era tramontato dando spazio alla luna che mi guidava con la sua luce.
Camminavo con le mani nelle tasche, cercando di combattere il freddo.
La mia mente era in un altro mondo. Con lo sguardo perso nel vuoto, camminavo per le stradine di quel piccolo paese.
Le luci delle case erano accese e si poteva sentire il chiacchiericcio delle persone sedute al ristorante o al bar, che parlavano animatamente.
Ero tentata di andare a bere qualcosa ma con me non avevo soldi.
Camminai ancora per un po' quando notai un parco. Era completamente deserto. Il posto giusto per riflettere.
Mi sedetti su una panchina ad ammirare la luna piena che illuminava il cielo.
Ripensai a Simon.
Lui era il mio migliore amico, mi aveva aiutato e supportato in molte occasioni.
Mi ricordo che quando ero piccola i miei genitori mi raccontavano sempre una storia prima di dormire.
Una in particolare mi rimase impressa nella memoria.
Mi ricordo tutti i dettagli di quel giorno.
Mia mamma mi aveva rimboccato le coperte e con una voce dolce mi disse "Si narra che il sole amasse così tanto la luna da morire ogni notte per lasciarla respirare".
Più volte mi ero immaginata me nei panni del sole e Simon nei panni della luna.
Questa era solo una e mie tante fantasie.
I miei pensieri si spostarono da Simon a Matteo.
Matteo ... In questi giorni si è comportato in modo strano, tutto era più semplice quando eravamo bambini.
Pensai alla prima volta in cui lo vidi.
Avevamo 12 anni.
Per me fu un colpo di fulmine, lui stava pattinando.
Quando finì di fare la sua coreografia, si accorse che lo stavo guardando.
Mi sorrise e io abbassai lo sguardo, rossa in viso.
La sera, quando tornai a casa, non riuscivo a non pensare a lui.
I miei pensieri si spostarono, ancora una volta, sulle parole che Matteo mi aveva detto oggi.
"Non pensa a te la sera prima di addormentarsi, non ti pensa a scuola, a casa, sull'autobus, mentre esce con gli amici. Lui non ti vuole".
Le lacrime cominciarono a scendermi sulle guance.
La cosa che mi faceva più male era sapere che lui aveva ragione.
Io non gli piacevo.
Ma ero così ingenua da non capire che lui non provava niente per me.
Il problema è che io ci speravo.
Ci speravo davvero.
E si sa, che la speranza, poco a poco, può solo distruggere.
Presi il mio cellulare, trovando dieci chiamate persa de Nina e altrettanti messaggi.
Non avevo voglia di parlare.
Lessi l'ultimo messaggio che diceva " Matteo è andato a cercarti".
Spensi il cellulare e lo rimisi in tasca.
-Hey- Disse una voce dietro di me.
Matteo
Erano le dieci di sera.
Avevo passato due ore sdraiato sul letto col cellulare.
Scesi per vedere se qualcuno aveva cucinato e, in caso contrario, per andare a un ristorante.
Trovai tutti quanti che guardavano Nina che stava chiamando qualcuno.
-Non risponde - Disse per poi aggiungere on un sussurro -Ancora.
-Chi ? - Chiesi curioso.
-Luna - Mi rispose Nina -Ho cercato di chiamarla più volte ma non mi ha mai risposto.
-Non è ancora tornata ?
-No. È dalle otto che è fuori - Disse Jim.
E se le fosse successo qualcosa ? Non posso permetterlo.
-Vado a cercarla - Esclamai, prendendo la mia giacca.
Non lasciai gli altri il tempo di rispondere che mi trovavo già fuori casa.
Percorsi le piccole stradine di quel paese, illuminate dalla luce della luna e, anche, dalla luce fioca dei lampioni sparsi qua e là.
Camminai a lungo fino ad arrivare a un parco situato di fronte a un bar.
Il parco sembrava deserto. Guardai meglio e notai una persona seduta su una panchina.
Feci un respiro di sollievo quando mi accorsi che quella persona era Luna.
Mi avvicinai a lei da dietro.
-Hey- Sussurrai, aspettando che si girasse.
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