Capitolo 39

MACARENA'S POV

<<No! Lasciami!>> Urlo dentro la mia testa e nessuno mi può sentire. Perché mi capitano solo malati di mente? Volevo solo una rapida e semplice mattinata in ospedale per farmi dire come guarire e andarmene. Mi gira tutto, vedo solo forme sfocate e a poco a poco sento un forte sonno prendere il sopravvento.

MARGHERITA'S POV

La situazione in questa piccola ma rovinata stanza color crema è semplicemente assurda. Com'è possibile che Luca non fosse Luca?

<<Commissario!>> un uomo sudato in divisa con i capelli rossi e due meravigliosi occhi azzurri irrompe nella stanza interrompendo l'uomo che suppongo sia il commissario.

<<Carducci?>> l'uomo davanti a noi alza un sopracciglio turbato e fa un respiro profondo.

<<Il... Il...>> balbetta l'uomo sulla porta mentre affanna <<è scappato>> si limita a dire mentre con una mano si regge al muro e con l'altra si regge il petto.

<<Come!?>> urla l'uomo davanti a noi che ormai ho identificato come il commissario <<scusate signori ma devo risolvere questa cosa>> guarda male l'uomo ed esce seguito dall'uomo che digitava fino a poco prima.

<<Ma che diamine..>> mormoro e guardo Fede.

<<Maca!>> scattiamo in piedi urlando e poi iniziamo a correre verso l'uscita ma notiamo Benjamin seduto con le manette ai polsi mentre si dispera passandosi le mani sul viso. Si avvicina Fede e ci parla per qualche minuto arrabbiandosi nella fine della conversazione così mi avvicino e lo vedo andare nella stanza appena di fronte e mi siedo vicino a Benjamin abbracciandolo per consolarlo mentre stringe i pugni e trattiene un pianto rabbioso.

<<Margherita, dobbiamo andare..>> mormora Federico a voce e testa bassa <<Zio... tra mezzora massimo siamo qua e ti portiamo a casa, ora bevi qualcosa>> sospira e gli da una pacca sulle spalle. Benjamin si limita ad annuire ed io do la mano a Federico mentre un poliziotto si avvicina per liberare Benjamin. Ce ne andiamo in due mentre Ben resta su quella sedia inerme.

Dopo una corsa silenziosa arriviamo all'ospedale dove, prima di tutto, bevo dell'acqua e poi con Fede cerchiamo e chiediamo dove si trova Macarena fino a quando non vediamo una pattuglia di una decina di uomini che corre verso la fine del corridoio e la seguiamo.

MACARENA'S POV

<<devo darti alcune notizie buone e altre cattive, pronta?>> Nel suo sguardo leggo che si aspetta una risposta e mi limito ad annuire non riuscendo a parlare concretamente <<Beh quella cattiva è che hai una deliziosa frattura alla mascella che necessita un'operazione urgente>> sgrano gli occhi impanicandomi <<la buona..>> ridacchia dandomi un bicchiere d'acqua che mi costringe a bere prima di proseguire <<la buona è che io mi occuperò di te, per sempre>> scoppia a ridere mentre una leggera fitta all'altezza delle tempie mi fa sbattere gli occhi ripetutamente <<non ti ricordi di me?>> mi accarezza una guancia e sospira <<ora ho un viso diverso, vero>> abbassa lo sguardo e mi accarezza una coscia e vorrei fermarlo ma mi sento troppo debole <<Luca era un bravo ragazzo però>> sospira ancora e mi toglie dalle mani l'acqua mentre la vista inizia ad offuscarsi appena <<fatti un pisolino, ora si va a casa>> accenna un ghigno da brividi e mi carica in spalle e poco dopo perdo completamente i sensi.

BENJI'S POV

Come ha potuto farmi questo? Io le ho sempre dimostrato quanto ci tengo a lei, io le ho sempre dimostrato quanto il suo sorriso mi faccia svegliare con una carica in più, come mi piaccia starle vicino e aiutarla nei peggiori momenti... io le ho dimostrato quanto ci tengo! Perché mi ha fatto una cosa simile? Osservo le piastrelle del pavimento memorizzando i loro dettagli, ho smesso di oppormi alla polizia e alle manette da quando sono salito nella loro auto, al momento mi hanno permesso di non tenere le mani dietro la schiena per non ho capito quale motivo, mi hanno abbandonato su questa sedia dopo avermi portato qui dall'ospedale, per evitare scandali mi hanno fatto salire lontano da lì per fare in modo che nessun paparazzo facesse notizia. Sono seduto qui a chiedermi cosa ho fatto per meritare tutto questo.

<<Signor Mascolo, ci dia qualche minuto e vedremo come risolvere al meglio la situazione>> sento solo le parole, non guardo l'uomo che raggiunge la stanza davanti alla mia fredda e scomoda sedia nera. vorrei urlargli che per ottenere il miglior risultato mi dovrebbero lasciar andare ma non credo che riuscirò a parlare, almeno non molto. Passo le mani sul viso a causa della disperazione che mi sta assalendo e sento in lontananza alcuni passi pesanti e veloci che poi finiscono in un cigolio tipico delle frenate di colpo. Non passa molto tempo prima di ritrovarmi Federico accucciato davanti a me.

<<zio... ma che ci fai qua?>> mi guarda prima negli occhi e poi le manette <<perché queste?>> sento una forte paura e confusione farsi spazio nella sua voce.

<<Mi ha incastrato...>> mormoro imbambolato con lo sguardo nel vuoto mentre sento qualche rumore provenire dalla stanza di fronte <<ha detto che sono stato io...>> Fede fa per dire qualcosa ma lo precedo <<dice che io l'ho picchiata, che io le ho deformato il viso, che io... io che ho fatto di tutto per riaverla le ho distrutto la vita...>> le parole escono a fiume, una dietro l'altra, ma con un tono poetico, quasi da film.

<<Cosa?>> Fede sobbalza e quasi cade aggrottando la fronte <<Macarena ti ha fatto questo!?>> non urla, ma dal suo tono di voce si capisce quanto sia arrabbiato. Scatta in piedi e fa dei piccoli passetti a lato <<io te lo avevo detto di lasciarla perdere! Guarda a che punto siamo arrivati! Ora gliela faccio pagare a quella stronza>> faccio per fermarlo, ma ormai è entrato e Margherita mi sta abbracciando. Però Fede ha ragione, dopo tutto quello che è successo, quello che ho fatto, lei non può permettersi di trattarmi così. Stringo forte le mani in due pugni facendomi male, ma la rabbia supera il dolore riuscendo a farmi trattenere qualche lacrimuccia da checca.

  <<Margherita, dobbiamo andare...>> mormora Federico guardando a terra <<Zio... tra mezzora massimo siamo qua e ti portiamo a casa, ora bevi qualcosa>> sospira e mi da una pacca sulle spalle. Mi limito ad annuire pensando a come farla pagare a quella stronza. Margherita da la mano a Federico mentre un poliziotto si avvicina per liberarmi e inizio a calmare i bollenti spiriti, come mi è passato per la mente di ferire Macarena? Non devo permettermi di cadere in basso quanto lei e tanto meno di farle del male. I miei amici se ne vanno a passo svelto e io fisso ancora il vuoto cercando una scusa per quelle stronzate che ho pensato.

<<Mi dispiace per il fraintendimento, credo che ora sia necessario il suo intervento>> il poliziotto mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna alle macchinette lì vicino <<caffè? tè? Patatine? Cosa vuoi?>> indico il caffè e un pacchetto di M&M's che rapidamente cadono fino allo sportello dal quale le afferro. Mentre la macchinetta fa il caffè guardo l'uomo in divisa <<Non centra la ragazza>> alzo un sopracciglio confuso aprendo il pacchetto e girandolo verso di lui per offrirgliene <<no grazie>> si limita a rispondere <<è stato il dottore>> porto una mano dentro il piccolo pacchetto giallo e inizio ad estrarre delle piccole delizie colorate <<il dottore che ha visitato la sua ragazza, lui l'ha denunciata>> quasi mi strozzo con un piccolo pezzo di paradiso e prima che possa dire qualcosa mi porge il caffè e continua <<ha detto che lei aveva segni di aggressione per forza maschili, data la forza del colpo e la frattura della mascella>> quasi gli sputo addosso il caffè, un po' perché è bollente e un po' per la notizia della frattura <<ha detto che lei si comportava strano e che la ragazza era impaurita, che lei aveva confessato di essere stata aggredita da lei, ma quando sono entrato in ufficio>> il mio sguardo non si scolla da lui e continuo ad alternare caffè e M&M's per l'agitazione di sapere cos'altro devo sapere <<il commissario mi ha chiamato e mi ha informato che colui che voi conoscete come Luca è scappato, era un criminale che usa spesso cambiare volto rubando le identità e questa volta aveva scelto proprio Luca. Non hanno impiegato molto a trovare una telefonata da una cabina telefonica dove si sentiva quest'uomo parlare di maschere e quant'altro. A quanto pare ha rubato un altra identità, quella del dottore che è stato trovato morto poco lontano dall'ospedale>> ogni parola mi ferisce lentamente, la paura, la tensione, l'assurdità, tutto sale e sale ancora <<quindi è presumibile che ora abbia rapito la ragazza dato che non la trovano in tutto l'ospedale. Sappiamo però dove sono, per questo ora ci serve la sua collaborazione, deve dirci tutto quello che sa su quest'uomo, potrebbe salvare la vita di quella ragazza>> mi limito ad annuire mentre elaboro le immagini e la situazione, la mia rag... Macarena, sta rischiando la sua vita e farò tutto ciò che mi è possibile per aiutarla.

FEDE'S POV

Dopo essere usciti dall'ospedale ci ferma l'agente che prima aveva interrotto il commissario chiedendoci di seguirlo. Saliamo su un camioncino e ci spiegano la verità su "Luca" e il loro timore con Macarena. Noi confessiamo di avere avuto un brutto presentimento subito sentendo che qualcuno era scappato e che siamo disposti a fare tutto il necessario per aiutare. Ci fanno molte domande, anche personali, e quando arriviamo in un posto che non conosciamo ci fanno scendere e indossare giubbotti anti proiettili e quant'altro per poi farci scortare fin dentro. Sentiamo alcuni spari e poco dopo vediamo il corpo di un uomo vestito da dottore correre verso di noi zoppicando mentre ci punta un pistola. Gli urlano di metterla giù e fermarsi, ma lui inizia a sparare così spingo via Margherita e la copro con il mio corpo. Qualche sparo parte dal poliziotto vicino a noi e dopo un forte tonfo e lamenti pongono fine agli spari. Siamo in un magazzino abbandonato in cui qua e là si alternano scatole e scaffali impolverati. rimbombano tutti i suoni e io fisso il corpo a terra che si tiene il braccio poco dopo raccolto e portato via da due poliziotti. La nostra scorta fa per parlarci, ma la stanza da cui quell'uomo era uscito fa un forte boato e poco dopo solo tanto fumo e una rapida perdita di sensi.


MI SCUSO SE CI  HO MESSO PIU' DEL SOLITO MA NON POTETE IMMAGINARE QUANTI CASINI SI SONO SUSSEGUITI NELLA MIA VITA. SPERO DI AVER FATTO VALERE QUESTA ATTESA QUALCOSA.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top