Capitolo 37
BENJI'S POV
Avendo voluto aiutare la mia ragazza a fare tutto (lavarsi, vestirsi, pettinarsi -e su questo punto tendo a dimenticare-) mi sono ritrovato a capire molto dell'universo femminile. Solo per scegliere cosa farle indossare ci avrò impiegato 40 minuti. Il problema era che tutto quello che tiravo fuori dalla sua valigia o era troppo scollato per i miei gusti, andando in un ospedale, dove la maggior parte dei medici saranno maschi, non deve mettersi in mostra: La noterebbero subito e se qualcuno ci prova con lei gli spacco la faccia, magari non proprio come Fede ieri, ma ci vado vicino, poi i pantaloncini erano troppo corti e certe felpe troppo pesanti e poi i colori non stavano bene insieme e... alla fine ci siamo riusciti. L'ho obbligata praticamente a vestirsi in quel modo, ma tanto ci stava bene comunque, mi dovevo arrendere. Poi con la spazzola ho iniziato a pettinarla, le avrò tirato i capelli così tante volte che se non è diventata pelata in questo modo non corre più rischi. La cosa più dolce era il suo trattenersi dal lamentarsi, non ha fatto mai una piega anche se sul viso aveva una smorfia di dolore. Quando poi la devo truccare seguo un tutorial su YouTube riuscendo a copiare quasi tutti i passaggi (la cosa non le ha dato sicurezza sulla mia eterosessualità ma mi ha fatto crescere l'autostima) e comunque poi diciamo che era semplicemente stupenda, bella come se fosse la prima volta che la vedevo, ancora oggi non capisco cosa io abbia fatto per ritrovarla al mio fianco, ma rifarei tutto da capo pur di trovarmi qui adesso.
MACA'S POV
Ommioddio. Non riesco a capire cosa mi abbia spinto ad accettare, probabilmente il fatto che lo amo troppo per non cedere, ma chi può saperlo. Fatto sta che sto girando per i corridoi con dei pantaloncini bordeaux, una t-shirt verde scuro, una felpa di lino beige che era di mia madre e delle Vans blu... Il fatto è che avevo un paio di all star sia verdi che bordeaux e che la felpa mi da caldo, ma nonostante il mio orribile aspetto con questi vestiti addosso, Benjamin mi guarda con gli stessi occhi di quando siamo a letto a fare l'amore. Se devo proprio del tutto essere sincera, ho ancora la testa dolorante perché mi ha tirato i capelli con tanta forza da farmi venire i crampi e mi ha truccata con una precisione da professionista, cosa che mi ha leggermente sconvolta, ma dopo aver visto come disegna i tatuaggi non posso dubitare più di tanto. Sono seduta su questo lettino da una buona mezz'ora e ho dovuto resistere al tentativo del mio ragazzo di spogliarsi.
<<Signorina Macarena?>> Scosto il mio ragazzo da in mezzo le mie gambe e rossa in viso guardo il dottore. È un uomo sulla quarantina con un bel sorriso, niente di particolare se devo essere sincera ma a Benjamin sembra infastidire come se fosse Cameron Dallas! Trattenermi dal ridere è quasi impossibile <<Allora, vediamo un po' come posso aiutarti>> si avvicina e sospira come se già sapesse tutta la scena che ho vissuto <<Ho letto che ti hanno colpita>> lo sguardo con cui fulmino Benjamin lo fa arrossire, dovevamo aspettare di aver finito la visita <<Mi dispiace molto, ma ora ci occupiamo noi di te>> il sorriso di quest'uomo è affettuoso e calmante <<devo chiedere al tuo ragazzo di uscire, non è un parente e quindi non può stare qui>>
<<No! Io non la lascio sola>> stringe pugni, perché lo fa così tanto arrabbiare quest'uomo? Non ha fatto nulla.
<<Ragazzo, per favore. Non voglio creare problemi, la rivedrai tra poco, non più di un ora>> il suo sguardo cercava risposta nel mio che gli chiedeva di aiutarmi e uscire, avevo bisogno di lui, ma anche di poter smettere di sentire questo dolore. Lo colse ed uscì dopo avermi dato un bacio appassionato, voleva dimostrare che sono sua. E si, sono sua.
<<Allora cara>> mi fece sdraiare <<vediamo che si può fare>>
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