Capitolo 17

MACARENA'S POV

L'ho perdonato... si l'ho fatto. Dopo quello abbiamo dormito abbracciati e dopo un mese e mezzo sono riuscita a non pensare a quella scena ripugnante. Adesso sono in cucina e scolo la pasta. Giulia mi raggiunge con i piatti e serviamo il cibo anche se abbiamo forti dubbi sulla bontà di questi pasti. Dopo la cena, che si è rivelata migliore di quanto pensassimo, ci siamo limitati a sederci in giardino a guardare le stelle seduti sulle sdraio. Vi ricordate gli amici che hanno la casa? Beh, non sono qui perché sono andati qualche giorno a Trieste con mio padre e quando tornano gli daremo il cambio noi quattro. Fede e Giulia decidono di fare una passeggiata, ma io e Ben preferiamo restare qua. Mi chiede di andare in camera ed acconsento perché sono stanchissima. Entriamo e mi spoglio restando in intimo, sento il suo sguardo addosso. Disfo il letto restando con solo il lenzuolo e mi sdraio sotto esso. Non molto dopo vedo Benjamin in boxer fare lo stesso.

-Non ho sonno... confessa in un mormorio.

-E che vorresti fare? Ribatto sorridendo.

-Immagina, puoi ridacchiamo per la pessima battuta e quando mi posa una mano sul fondoschiena ho la conferma dei miei pensieri.
-Ecco perché ti mancavo tanto. Levo la sua mano e mi alza camminando spedita verso la portafinestra. Lo sento afferrarmi per i fianchi e lanciarmi sul letto, tento di rimettermi seduta e lui mi blocca sdraiandosi su di me.

-Lo so che lo vuoi mi da un colpo di bacino suscitandomi un un sussulto. Lo guardo male e mi dimeno. Smettila bambolina sussurra continuando a sottopormi a metodi inutili di eccitarmi.

GIULIA'S POV

Camminiamo mano nella mano per la strada di questo piccolo paesino e ogni tanto mi lascio sfuggire un gesto di ammirazione per il paesaggio. Mi tira a sé e mi bacia solo che, a differenza del mio solito, sono più passionevole. Non si oppone e questo mi fa scorrere in corpo un adrenalina pazzesca. Lo spingo contro un albero e continuo a baciarlo sbottonandogli i jeans. Mi ferma guardandomi estrefatto.

-Piccola, siamo in mezzo alla strada e poi, ti pare il caso di farlo così? Senza pensarci accuratamente e averne parlato?

-Uno. Conto con le dita. Siamo in un sentiero dove non passa mai un cane quindi non spaventarti. Due. Mi lascio sfuggire un sospiro. Quando penso troppo alle cose, non le faccio. Voglio fare qualcosa con te adesso, ma non spingermi troppo in là Mi sento in imbarazzo per ciò che stavo per fare e per ciò che ho detto. Che diamine mi credevo? Si, è da un po' che ci frequentiamo e usciamo, ma è presto per andare "in là".

-E vorresti succedesse qui? Chiede sorpreso. Annuisco sicura, ma solo dopo mi rendo conto di essere in un posto che forse non è raccomandabile per cose come queste. Ignoro, nel possibile i miei dubbi quando riprende a baciarmi e prima che io possa raggiungere i suoi jeans si stacca ancora per parlare. Giulia, non so cosa vuoi fare, ma non qui. Non dove ti sporcheresti, dove non sarebbe romantico o do-

-Ma sei vergine? Lo interrompo. Non volevo dirlo, in realtà stavo pensando... ad alta voce. Sgrano gli occhi e mi tappo la botta. Noto che è arrossato e il suo sguardo sembra quello di un assassino.

-Come prego? Domand chiudendo gli occhi ed allungando il viso verso me come per sentire meglio. Sento l'irritazione nella sua voce e vorrei sparire.

-N-no Fede, non volevo o-offenderti... Balbetto imbarazzata. Bella merda! È solo che con tutto questo autocontrollo pebsavo che forse, beh si, fosse la prima volta...

-Per tua informazione mi punta un dito contro ho già scopato, per ben due anni di fila non ho fatto altro. E poi scusa se ti ho voluto spalanca le braccia Fare un favore! Urla questa frase. Mi sento un imbecille. Se avessi voluto ti avrei già scopata come si scopa una cagna! Ma ti ho vista, sei troppo debole per reggere che qualcuno ti usi sono pronta a ribattere con la rabbia che mi ribolle dentro, ma riesce a precedermi E io ho deciso di rinunciare ad accontentarmi di una stupida scopata, ma non per questo sono vergine. Fa un sospiro per riprendere fiato credevi che fossi come gli altri, eh? Ammettilo, non ti sei mai fidata di me. Probabilmente hai premura solo per poterti poi vantare di esserci andata con me, eh? Perché no. Magari sei tu ad usarmi... con i tuoi dannati occhi, mi fanno impazzire. Passa una mano sul viso e alza lo sguardo. Che cazzo vuoi da me, eh? Il suo sguardo scontra il mio e sembrano fare a gara per vedere chi regge di meno. Sospiro spostando lo sguardo su ciò che mi circonda.

-Non ti sto usando. Dico decisa e sento uno strano rumore e poi vedo dei rami muiversi.

-Nemmeno io.. parla di qualcosa, ma non riesco a prestargli attenzione. Giulia! Richiama la mia attenzione e lo guardo.

-F-fe-f-fe-fede non riesco a parlare dalla paura. Lo tiro a me e quando mi è davanti lo faccio voltare. Il nostro sguardo scruta l'animale enorme che ci osserva con altrettanta cura. È enorme... mormoro spaventata.

-Ti pare il momento!? Chiede sussurrando. Mi accorgo di avere una mano sul suo punto basso e constato che è davvero enorme e la ritraggo.

-Scusa, ma facevo riferimento all'animale. Preciso sussurrando. Restiamo fermi per almeno un quarto d'ora. Poi Fede mi convince a provare a scappare, ma nel tentativo di muoversi rompe un ramoscello e l'animale si posiziona sulle zampe posteriore sovrastandoci di un paio di metri. Restiamo a fissare quel maledetto pezzo di legno rotto. Mi stringo tra le sue braccia e lui mi stringe baciandomi i capelli. Ti amo voglio che siano le ultime parole che sente prima di morire.

-Ti amo risponde e credo stia sorridendo. Strizzo gli occhi impaurita e poco dopo un tonfo ci fa sussultare. Guardiamo il famelico orso svenuto a terra.

-Bello come passatempo! Ride un ragazzo che non conosco. Non si vede bene a causa della poca luce della luna, ma in mano ha una pistola e deglutisco impaurita. Facciamoci uccidere da un orso! Sembra figo ride ancora. Ma chi cazzo è questo?

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