Capitolo 15

MACARENA'S POV

È una normalissima mattina di agosto e sono in vacanza con mio padre. I miei genitori hanno deciso di separarsi e, sinceramente, ritengo fosse la scelta più appropriata. Una mattina alle 3:30 mi sono svegliata sentendo dei rumori e poi ho distinto la voce dei miei genitori che litigavano e mia madre se ne è andata. Sono affacciata al balcone in legno di casa di amici e guardo l'orizzonte che mostra alberi, campi e tanta natura contaminata da casette gialle e bianche. Mi soffermo su una casa azzurra e la osservo, come se avessi un telescopio. Rido della mia stupidità. Sospiro sperando di scacciare i pesi sulle mie spalle. La casa in cui mi ospitano amici miei e dei miei genitori, è davvero sublime: è a tre piani. Al piano terra ci sono tre ingressi, ma all'interno ci sono delle porte che collegano i locali. In una prima entrata ci sono i due bagni, nella seconda la sala da pranzo e dietro la cucina e nell'ultima le scale che portano su. Il primo piano -che poi sarebbe il secondo- si fa fatica a descrivere. Quando arrivi in cima alla rampa di scale hai due opzioni: o apri la porta finestra e accedi al balcone enorme che circonda il piano ed accedi alle altre camere o entri nella prima camera e l'ultimo piano ha la stessa struttura. L'unica pecca la ripongo nel luogo in cui stiamo, si chiama Coltura, è una frazione di Polcenigo in Veneto. Ci ero stata già da piccola, ma lo avevo apprezzato di più per il semplice fatto che all'epoca non avevo la fissa per internet e il telefono. Mentre ragiono su tutti i cambiamenti della mia vita entro nell'ultima stanza dell'ultimo piano, situata in fondo al balcone, ovvero la "mia" camera. Abbandono il mio corpo su questo tenero letto e osservo il soffitto bianco. La semplicità di questa camera mi spiazza. È ampia e ben disposta. Quando entri, la camera si amplia alla destra. Il letto matrimoniale è ornato dalla testiera nera in ferro battuto, un piccolo divanetto bianco è piazzato opposto al letto, una piccola scrivania e una sedia sono subito alla destra quando si entra e se la porta finestra è aperta, nemmeno la noti, ci sono ben due bauli: uno basso sta al lato del letto e fa da comodino mentre l'altro è più alto e ospista uno stereo, un grande specchio e una lampada, sta piazzato dal lato opposto alla porta. Guardo fuori dalla finestra che da sulla strada. Ce ne sono ben due di finestre, una da appunto sulla strada, l'altra sul balcone il quale da sul modesto giardino. Il paesaggio da qui è qualcosa di spettacolare. Sospiro ancora e provo a controllare inutilmente il telefono, non c'è segnale nemmeno se lo paghi. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dai sogni.

Benjamin varca la soglia della porta finestra e mi osserva, il suo sguardo mi percorre e mi esamina <<non sei cambiata affatto!>> un sorriso beffardo si dipinge sul suo volto e si avvicina piano fino a sedersi ai piedi del letto. <<sarebbe un complimento? No, perché se così fosse, non mi importerebbe>> ribatto seccata mettendomi seduta a gambe incrociate. Ancor prima di poter parlarmi, sposta il suo sguardo e scruta la bella ragazza che entra. Capelli neri che le ricadono ondulati lungo la schiena, occhi color ghiaccio che intensificano lo sguardo, labbra carnose, naso alla francese, carnagione bianco latte e pelle liscia, skinny jeans a vita alta, top corto grigio che raggiunge appena il bordo del pantalone e tacchi neri a spillo. Sposta gli occhiali neri sulla testa usandoli come cerchietto e si siede a cavalcioni di lui baciandolo con la stessa foga di quella sera. Lei. Ha tutto: le curve nei precisi punti in cui servono, tette, culo, portamento, lui... sposto lo sguardo su di me ed ingrasso a vista d'occhio mentre i bottoni di un cardigan, che pochi istanti prima non indossavo, volano nella camera.

Mi sveglio imperalata di sudore e con il fiatone. Mi tocco il corpo per verificare il mio aspetto al momento. Porto le gambe al petto abbracciandole e nascondo tra esse il viso singhiozzando. Lei, è stata la mia rovina. Quella sera ho visto una cosa che vorrei non aver visto: lui che baciava un altra e con le mani la percorreva e lei lo voleva ancora di più. Ammetto di aver sbagliato opzione per andarmene, bere e scappare non era nei miei piani iniziali. Ho camminato per tre ore e mezzo, era l'alba quando mi sono addormentata sul ciglio della strada, se a Giulia non fosse passato per la mente che avevo il telefono -nonostante mi chiamasse, non rispondevo- non mi avrebbero trovata. Rimasi il giorno dopo a casa di Fede e poi partì per tornare a casa. Ovviamente Benjamin voleva vedermi e parlarmi, ma, anche se volevo chiarire, sapevo che avrebbe scelto lei. Lei ha tutto e io no, sono troppo difettosa. Sapendo già come sarebbero andate le cose ho preferito solo tornare a casa. Due settimane che non cambierei per nulla al mondo, ma lo sapevo sin dal primo momento che non bastavo e, se non fosse finita, mi sarei illusa. Ho la possibilità di andare avanti, devo solo coglierla. Faccio respiri profondi e inizio a riprendermi, quando ormai non sembra quasi che io abbia pianto tranne per i fattori fisiologici, resto davanti allo specchio e sospiro per la quarta volta in pochi minuti. Mi cambio togliendo il pigiama e indosso dei pantaloncini da tuta bianchi e neri e una t-shirt bianca a cui tiro su le maniche per il caldo e la trasformo in canotta. Tengo le infradito e scendo facendomi una coda. Quando arrivo al piano terra vedo una cosa che mi fa imbestialire, Fede e Giulia si tengono per mano e Benjamin è dietro di loro. Si morde il labbro e mi osserva con una luce negli occhi che mi ero dimenticata. Sospiro ancora e fingo un sorriso andando verso Giulia. Ci abbracciamo e poi faccio lo stesso con Fede. Ignoro Benjamin e li porto dentro casa. Saliamo le scale e arriviamo all'ultimo piano. Mostro alla coppietta dove dormiranno e poi guardo quel vile bastardo che non mi ha nemmeno richiamata.

-Dormo con mio padre... la mia voce è un mormorio. Mi osserva, quasi cercasse come ferirmi ancora, ma il suo sguardo è spento adesso, cupo.

-Se è un problema, posso cercare un albergo... gli faccio segno di seguirmi ed entro in camera mia.

VI PIACE LA SOLUZIONE?

Ho optato per far passare un po' di tempo e allo stesso tempo rimanere in estate. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e al prossimo capitolo :)

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