CAPITOLO 9: LA FESTA
Prima di tornare nel mondo esterno, Lady Lit ci fece vedere il volto di Moror in una foto di famiglia
- Ci fidavamo molto di lui – disse infine, guardando la foto – e io lo amavo molto, ma è stato solo un traditore.
Mise via la foto e ci disse che potevamo andare. Le vie del ritorno erano rimaste intatte. Svoltai l'angolo e vidi uno spiazzo della mia stanza in fondo alla via. Mi affrettai.
Erano le 18.15: pur essendo molto scossa per la situazione, dovevo affrettarmi assolutamente per la lezione di danza. Ricordai che la velocità era un mio potere, ma non lo usai per paura che la mia inesperienza ci avrebbe fatto subito scoprire.
Quando entrai nello spogliatoio, vidi Ily che era già pronta.
- Ma che è successo, oggi? – mi disse – sei scappata via così!
- Scusami, ero in ritardo – mentii.
- Per cosa?
Quanto era insistente.
- Mi aveva chiamato Miss Kilp per dei compiti – mentii.
- Ah.
Ma non si era convinta. Ringraziai il cielo che non mi fece altre domande.
- Ti aspetto in sala con le altre – disse.
Ero parecchio in ritardo. Potevo bloccare il tempo, pensai. Ma poi Ily mi avrebbe chiesto come avessi fatto a vestirmi così velocemente. Meglio di no. Preferivo prendermi i rimproveri di Miss Moony.
- E uno, due, tre, quattro e... grand pliè.
La voce di Miss Moony si sentiva alta e decisa per tutta la sala.
- In relevè e resta, Debby, alto il mento!
- Mi sta stressando! – sussurrai a Ily che era affianco a me.
- Mamma mia, a chi lo dici!– mi rispose – tu sei arrivata tardi, ma ha detto che organizzeranno una festa qui in palestra, lo sai?
- Davvero?
- E sinistra, attenzione alle braccia! Voi due basta parlare!
- Dopo ne parliamo bene – mi disse.
Nell'intervallo, Ily mi prese sotto braccio.
- È venuto Jack prima! – mi disse.
Un colpo al cuore.
- Cosa?! – dissi incredula.
- Si, ma dove eri finita?
- Ho avuto... da fare – dissi forzando un sorriso.
- Penso che si sia iscritto qui in palestra.
Che?!
- E quando verrà ad allenarsi? – chiesi.
- Eh, ora vuoi sapere troppo...
- Ily?
- Non lo so, davvero – rispose – Sabato sera sarà la festa: sarà organizzata qui in palestra, vieni? Si può portare chiunque. È un buon modo per socializzare e conoscere nuova gente, non trovi? Verrà sicuramente tutta la scuola: già se ne parla in giro. E probabilmente anche il tuo Jack, visto che si è iscritto qui.
- Non è il mio Jack. E non voglio nemmeno più avere niente a che fare con lui.
- Ancora per la storia di Lucy? Amica, mi meraviglio di te che ci credi ancora...
- Verrà anche Greg, allora – cambiai discorso.
Avvampò. Ma era contenta.
- Chiederai a Greg di venire? – mi chiese.
- Perché non glielo chiedi tu?
- Non puoi chiedermi questo – sorrise.
- Oh, si. Non faresti niente di male.
- Tu non faresti lo stesso con Jack!
- Beh, ma è quasi scontato che venga, lui è iscritto alla palestra, a differenza di Greg. E poi voi due vi conoscete di più rispetto a me e Jack – precisai.
Scosse la testa, ma questa poteva essere un'occasione speciale, la loro e temendo che anche questa volta se lo sarebbe fatto scappare, feci uno strappo alla regola quando mi guardò con un'espressione di supplica e così mi arresi:
- Okay, hai vinto – le dissi – glielo chiederò.
- Ah! – urlò – ma che amica super fantastica ho?
- Si si – risposi ironica – però devi promettermi che gli parlerai.
- Agli ordini!
***
Il giorno seguente venne a trovarmi Greg; mi chiese scusa per essersi comportato sgarbatamente quando dovevamo decidere se andare a Cornflower o meno, ma gli risposi di non preoccuparsi perché non era così grave. Provai invece ad utilizzare la stessa strategia che avevo fatto con Ily, proponendogli di venire alla festa:
- C'è Ily? – mi chiese.
- Prova a chiederglielo tu.
- No, non posso rischiare di fare una brutta figura!
- Fare una domanda non equivale a fare una brutta figura.
- Allora, ci sarà o no?
- Si. Promettimi che ci parlerai.
- Te lo prometto – mi sorrise – ora scappo a casa, ciao bellezza! – e mi baciò sulla guancia.
Avevo intenzione di farli parlare e così, convincendoli a parlarsi, almeno uno dei due avrebbe preso l'iniziativa.
***
La festa di sabato sera iniziava alle 21.00 ed io quel pomeriggio mi preparai sin da subito: maglia, calze nere con sopra pantaloncini di pelle e tacchi bassi. Dave sarebbe passato a prendermi con il motorino.
- Non andare in giro da sola la sera, ti accompagno io – mi disse al telefono.
Effettivamente sarebbe stato più sicuro per me e anche meno preoccupante per mia madre. Si fidava di Dave.
- Mi raccomando, stai attenta e mandami un messaggio qualche volta – mi disse.
- Si, mamma, stai tranquilla.
- Mandami un messaggio appena arrivi.
- Va bene.
Dave era immobile ad aspettarmi sotto il mio appartamento con il suo motorino. Lo smoking gli donava molto: era veramente elegante.
- Caspita! – sorrisi – ti sei conciato proprio per bene!
- Ovvio! – sorrise altrettanto, porgendomi il casco – non si sa mai chi si potrebbe incontrare ad una festa.
Laurie. E chi se no?
- Anche tu stai molto bene – mi disse – meno male che sono venuto a prenderti, secondo me non ci arrivavi alla festa con i pervertiti che girano in città – mi squadrò.
- Dave!
- Era un complimento.
Appena entrammo nella palestra, Dave e io lasciammo i cappotti agli appendiabiti nel corridoio.
- Devo confessarti che un po' mi spaventa – mi disse Dave.
- Cosa?
- Quello che ci aspetta a Cornflower.
- Ci aiuterà Lady Lit: tranquillo, ce la faremo. Cerchiamo gli altri due componenti e ci eserciteremo subito.
- Dici che saranno presenti questa sera?
- Lo spero.
Come aveva detto anche Lady Lit, prima li avremmo trovati e meglio sarebbe stato.
Tra le tante persone che vi erano, lo trovai subito: Jack era appoggiato al muro, sorridente, che scherzava con i suoi amici. Posai il giacchetto e quando mi girai, incrociai il suo sguardo. Dave andò a salutarlo, mentre io rimasi lì da sola, sperando di trovare il resto del gruppo in mezzo a tutta quella gente.
Mandai un messaggio a mia madre per tranquillizzarla. Divertiti tesoro, mi rispose.
Le luci e la musica si spandevano per tutta la palestra; non l'avevo mai vista così organizzata bene. I tavoli del buffet erano disposti in modo da formare un'intera tavolata continuata attaccata al muro e il centro era coperto da una lastra di legno, usato come pista da ballo, infatti sopra vi era anche il dj. Dal soffitto pendevano nastri colorati, palloncini, brillantini ovunque e luci di tutti i colori che si muovevano a ritmo di musica.
Vidi Dave andare a salutare le ragazze, per prima Laurie. Sorrisi. Erano bellissimi insieme. Feci per raggiungerli, ma vidi Jack con la coda dell'occhio che mi stava guardando. Non avrei creduto che si accorgesse del mio arrivo. Venne verso di me e ad ogni passo che faceva, sentivo un nodo alla gola che si stringeva sempre di più.
Ma viene nella mia direzione? Oddio.
Mi guardai intorno con tranquillità, poi quando fu a pochi passi, accennai un sorriso.
- Ciao – mi disse, baciandomi sulle guance.
- Ciao – risposi altrettanto.
- Tutto bene?
- Si, grazie. Tu?
- Tutto bene.
Ma Lucy, spuntata all'improvviso, ruppe l'atmosfera.
- Vieni Jack, guarda cosa hanno portato a quel tavolo!
Stronza.
Mi fulminò con lo sguardo e andò al tavolo delle bevande con lui, che sembrò non curarsi più della mia presenza. Io invece notai Ily sola al tavolo dei dolci. Feci per andare, ma mi bloccai immediatamente quando Greg le si avvicinò e prese la parola. Non so cosa le disse, ma vidi che lei sorrise e così pensai che la cosa stava andando secondo i miei piani. Scorsi le ragazze dall'altro lato e andai da loro.
- Avete scoperto qualcosa? – chiesi.
- Degli altri Prescelti? – rispose Laurie – Macchè! Chissà da quale parte del mondo saranno. Però ora godiamoci la festa.
Potevano essere ovunque e dovevamo assolutamente trovarli. Ma dovevano essere nella nostra città, altrimenti perché mai Lady Lit ci avrebbe detto che li avremmo incontrati presto? Anche loro erano stati lì. Evidentemente anche a loro era stato chiesto di cercarci. Lady Lit doveva darci più indicazioni, altrimenti sarebbe passato molto tempo per prepararci alla battaglia.
Vedendomi perplessa, Vanessa mi disse:
- Dai, non ci pensare! Goditi la festa! – esclamò Vanessa – non avete notato Greg e Ily? – sorrise.
- Lasciali stare – sorrisi.
- E il tuo Jack l'hai visto? – mi chiese Laurie.
Sgranai gli occhi per farla tacere; lei capì e mi disse:
- Chi vuoi che ci senta con questa musica?
La musica cominciava ad essere veramente assordante.
- Andiamo a ballare, vieni?
- No, andate voi – risposi.
Notai che Jack era sparito; lo cercai con gli occhi senza farmi notare, ma non lo vidi. Ily, vedendomi, mi venne incontro:
- Greg mi ha chiesto di uscire! – fece un piccolo salto – gli ho risposto di si.
- Aaaaah! – urlai – era ora!
Ero più contenta di lei, a momenti.
- E dove andrete? – continuai.
- Non me l'ha ancora detto. Dice che è una sorpresa.
Già. Come feci a non arrivarci... Con Greg tutto era una sorpresa. Era speciale anche per questo; con lui non ci si annoiava mai, era pieno di vita, di sole, di luce negli occhi anche quando non voleva. A volte mi arrabbio con lui, perché ha anche molti difetti, ma la sua unicità era particolare anche per questo.
Andai a prendere da bere con Ily che era tutta in fibrillazione, quando spuntò una voce dietro di me:
- Bella la festa!
- Jack! – esclamai – mi hai spaventato, non sapevo che fossi tu.
- Ehm, io vado – disse Ily – Greg mi starà cercando.
Alle spalle di Jack mi fece un labiale Wow e, dopo aver sgranato gli occhi, mi lanciò un occhiolino incoraggiante.
- Chi doveva essere? – continuò Jack divertito.
- Beh, siamo molte persone – sorrisi.
- C'è qualcuno che non vuoi incontrare, se rispondi così – rispose, portandosi il bicchiere alle labbra.
- No, non è questo.
- Mi dispiace averti spaventata – sorrise.
Aveva troppo controllo della situazione, ma manteneva in modo strabiliante la sua educazione e gentilezza.
- Allora, ti sei iscritto in palestra? – cambiai discorso.
- Si. Quella dove andavo prima è molto lontana da casa, così ho optato per questa.
- Capisco – sorrisi.
- Tu fai danza qui?
- Si – risposi perplessa – come fai a saperlo?
Ma nel momento in cui cercò di rispondere, Greg mi diede una spinta, facendo cadere la mia aranciata sulla camicia di Jack. Voleva risultarvi come un gesto involontario, ma conoscendo il mio amico, capii che l'aveva fatto apposta. Non capisco come ho fatto a non avvertirlo. Jack era la distrazione?
- Scusami Jack! – gli dissi in preda al panico.
- Non fa niente, tranquilla – mi rispose dolcemente.
- Scusa, veramente, mi hanno dato una spinta.
- Ho visto – sorrise – non fa niente, faccio una salto a casa e la cambio.
Mi posò una mano sulla spalla per farmi capire che non era stato un problema.
Non feci in tempo a replicare, che andò via. Andai da Greg arrabbiata e gli dissi:
- Ma cosa ti è saltato in mente?
- Volevo solo creare l'atmosfera come tu ha fatto con me e Ily – rispose sulla difensiva.
- Bel modo! – risposi ironica – mi hai fatto fare proprio una bella figura di merda!
- Non volevo che gli sporcassi la camicia, ma solo avvicinarti di più a lui, tutto qui.
- Si, ho visto la delicatezza che hai usato nel farlo.
- Non ti arrabbiare!
Scossi la testa. Che razza di idiota! La musica si fermò un secondo per poi ripartire, sperai che le persone intorno non avessero sentito la mia quasi scenata a Greg. Mi girai per andarmene da lui, ma una cosa insolita mi fece stare ferma dove ero. Jack era lì, in mezzo a tutti... con un'altra camicia. Come aveva fatto a cambiarsi in così poco tempo? Non era possibile che era andato e tornato e per di più cambiato.
Un momento.
Velocità, blocco del tempo, cambio dei vestiti con il pensiero. Tutto tornava. Mi accorsi di avere lo sguardo perso nel vuoto. Quando mi girai vidi Greg impalato come lo ero io un attimo prima.
- Hai visto anche tu? – gli chiesi.
- Già. È lui. – rispose.
- Non ne abbiamo la certezza.
- Ma dobbiamo pur far qualcosa!
Non risposi e Greg continuò:
- Nessuno avrebbe fatto tutto in poco tempo, è stata una questione di secondi, Debby.
Ci guardammo con incertezza e andammo subito dalle ragazze, senza perdere di vista Jack.
- Che succede? – chiese Vanessa.
- Jack è uno di noi.
- Cosa?
Anche Walter e Dave ci raggiunsero subito, accorgendosi della nostra agitazione. Spiegai a tutti la situazione. C'era solo un modo per scoprirlo. Feci per andare da Jack, ma Greg mi fermò:
- Aspetta! Pensiamo a qualcosa, prima... Non puoi rischiare!
Ma non mi curai di lui e andai da Jack senza perdere un minuto di più. Greg tentò di fermarmi ancora, ma lo ignorai. Era Jack il penultimo Prescelto, ne ero sicura. Era ovvio.
- Già ti sei cambiato? – gli chiesi.
- Ehm...Si – rispose agitato e sorpreso dalla mia domanda improvvisa.
È lui.
- Avevo la macchina proprio qui davanti la palestra... e... mi sono accorto che avevo un cambio in macchina... – deglutì.
La sua insicurezza nel parlare mi fece capire che la sua fosse una scusa.
- Sei tu l'altro Prescelto, non è vero? – azzardai.
Sgranò gli occhi.
- Come, scusa? – mi chiese.
Bloccai il tempo per fargli capire che poteva fidarsi. Quando si guardò intorno, tornò con lo sguardo su di me e capì che era stato scoperto, così disse:
- Così gli altri siete voi.
Guardò gli altri che lo stavano fissando.
- Già – risposi – ora ne manca uno.
Sperai che sapesse chi fossi, ma la sua risposta mi smentì.
- Io non so chi sia – rispose.
- Nemmeno noi lo sappiamo. Senti...
- Va bene – mi interruppe – abbiamo interrotto una festa, però. Possiamo parlarne a Cornflower?
Non aspettò la mia risposta e sbloccò tutto. Rimasi sorpresa per come si era alterato e rimasi con lo sguardo su di lui, che tornò dai suoi amici come se non fosse successo nulla. Rimanemmo distanti per il resto della festa. Il suo umore era cambiato e anche il mio: era incredibile tutto ciò.
Tra tutte le persone possibili al mondo lui era uno dei Prescelti. Lui era come me.
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