CAPITOLO 23: LA FINE DEL GIOCO

Quella notte dormii poche ore e non riuscendo ad addormentarmi, alla fine mi preparai. Lady Lit ci aveva consigliato di metterci in tuta in modo che saremmo stati avvantaggiati nei movimenti. Alle cinque di mattina, appena uscii di casa, vidi Lady Lit seduta e a testa bassa sui gradini della casa di vetro. Anche lei aveva la tuta e i capelli legati, era strano vederla vestita di nero. Mi fermai: chissà da quanto aspettava questo momento, o forse non voleva aspettarlo. La preoccupazione che aveva oscillava tra il suo regno e le nostre vite. Avvertendo la mia presenza si alzò subito e nascose la paura con un mezzo sorriso venendomi incontro.

- Sei pronta? - mi disse.

- No - risposi.

- Nemmeno io.

Aspettammo insieme gli altri.

Non farti prendere dal timore - mi disse - tu sei il capo del gruppo, Debby, sei la più forte. È chiaro che si concentrerà più probabilmente su di te.

Annuii.

Fantastico.

Alcuni arrivarono dopo pochi minuti, altri li aspettammo per un po'. Jack arrivò con Dave. Aveva l'espressione ferma, decisa; mi guardò fino a quando lo ricambiai, quando distolse lo sguardo e sapevo dentro di me che anche se faceva il duro, era preoccupato per me e io per lui. Distolsi lo sguardo e ci incamminammo nella foresta. Vidi i miei amici dopo le ultime ore di vuoto che ci avevano divisi. Erano silenziosi, ci scambiammo qualche occhiata e le loro facce erano piene di angoscia, timore, rabbia, paura, tensione. Nessuno che si avvicinasse ad un probabile traditore.

Sentii ancora gli occhi di Jack addosso, ma non lo ricambiai. Non volevo che mi distraesse, così guardai avanti a me.

- Smettila di comportarti così - mi sussurrò.

Lo ignorai e continuai a camminare, ma senza farsi vedere dagli altri, mi prese impercettibilmente il braccio per fermarmi.

- Che vuoi? - gli dissi, senza voltarmi.

- Smettila! Ma non lo vuoi capire che sto di merda?

Gli altri erano andati avanti, così ci avvicinammo. Non si accorsero di niente. O facevano finta?

- Ti prego parlami - continuò.

Ma sentendo la sua voce disperata e in preda al panico, non resistetti: sentii le lacrime salire ai bordi degli occhi, mi voltai e lo abbracciai. Il suo calore mi entrò nelle vene, nel petto, nel cuore. Se saremmo dovuti morire, avrei voluto che accadesse così. Iniziai a piangere ma lui mi baciò all'improvviso. Il mio viso era tra le sue mani e non volevano saperne di togliersi.

- Non sono niente senza di te - mi disse - ti prego, credimi: non sono io il traditore...

- Ti credo - lo interruppi - l'ho sempre fatto.

Raggiungemmo gli altri in silenzio. Lo erano anche loro.

- Rimani sempre dietro di me - mi disse Jack.

- Combatterò come te.

- Non voglio che ti succeda qualcosa - continuò.

Ma non era fattibile che combattesse al posto mio.

Eravamo tutti e dieci in fila con Lady Lit al centro e lo aspettammo. Moror sarebbe arrivato da un momento all'altro. Greg era vicino a me.

- Dopo tutto questo tempo, ci siamo - mi disse.

Già.

- Sei pronta?

Deglutii.

- Non lo so - risposi.

- Sappi che io ti guarderò le spalle. Sempre.

Gli sorrisi e gli presi la mano.

Il cielo si scurì, l'unico rumore era quello della pioggia che cadeva.

Un botto pesante.

Un altro.

Lui era arrivato. Vedemmo una figura. Avanzava lentamente, a testa bassa, incappucciato, con le mani incrociate sull'abito nero che portava. Le foglie scrocchiavano lentamente ad ogni suo passo.

Scrocchiarono troppo. Infatti man mano che si avvicinava, non volli credere a ciò che intravedevo: non era solo, aveva qualcuno dietro di sé. Guardai a destra e a sinistra, ma non mancava nessuno di noi. La persona che era dietro di lui non era il traditore, egli era ancora tra noi.

Moror si fermò e alzò la testa. Dopo pochi secondi allargò le braccia.

- Alia! - urlò sorridente con le braccia spalancate - mia principessa! Quanto tempo!

Lady Lit rimase ferma con i fulmini negli occhi. Ma lui non le diede retta e ci guardò uno ad uno.

- I miei ragazzi! - continuò - come siete cresciuti. Hai visto Treb? Sono come te li avevo descritti.

Da dietro di lui sbucò un ragazzo che avrà avuto si e no la nostra età. Ma metà della sua faccia era mascherata di ferro.

- Lui è Treb. Mio figlio.

Mi gelai. L'avevo già visto...

Era il ragazzo che mi servì quel giorno quando uscii con Ily per la cioccolata calda. Non era possibile, pensai. Ed era suo figlio? Era il figlio di Moror?

Guardai Lady Lit: era questa la complicazione che aveva avvertito. Nessuno parlò dal troppo stupore. Ma tutti avevano gli occhi sgranati. Si elevò un brusio: Ma non è possibile. Non può farlo. Un segreto?

- E tu - continuò indicandomi - devi essere il capo del branco giusto? Una donna.

Rise richiamando il silenzio.

In un millesimo di secondo fu davanti a me. Sussultai. Mi accarezzò una ciocca di capelli. Jack s'irrigidì.

- Non la toccare! - disse.

Moror sorrise, poi disse:

- Che cosa meravigliosa, l'amore - disse - non è vero, Alia?

Lady Lit s'irrigidì. Moror mi sfiorò la mano ridendo.

- Non mi toccare! - ripetei.

Chinò la testa ironicamente.

- Oh, come siamo scortesi...

Si allontanò e continuò:

- Così voi sareste i ragazzi che mi abbatteranno. Ora si che ho paura!

Scoppiò in una risata ironica con il figlio. Poi disse:

- Non siete curiosi di sapere chi è il vostro traditore?

Mi si gelò il sangue.

- Che io ringrazio molto - continuò - forza, vieni fuori e combatti con noi.

Una figura venne avanti per andare da Moror. Mi si spezzò il cuore, non potevo crederci. Non poteva essere vero, mi dissi. Con Moror. Con Treb. Philip sapeva tutto sin dall'inizio, mi disse che mi amava, lo aveva fatto per addolcirmi? Per distrarmi? Mi aveva mentito. Ci aveva mentito. Le facce sconvolte di tutti e l'espressione di Philip: non sapevo cosa mi preoccupava di più.

- Siete sorpresi? - disse Moror.

Scossi la testa a Philip.

- Perche l'hai fatto, Philip?

Perché avevo bisogno di un altro aiutante - rispose Moror al suo posto - sapete, è molto forte. Molta parte dei poteri l'ho data a lui.

Sorrise.

- D'altronde Lady Lit si è scelta nove aiutanti, io ne ho preso solo uno, suvvia.

- Basta, Moror! - rispose Lady Lit - basta giocare.

Moror disse a Lady Lit che non avremmo salvato il suo regno. Ma le parole successive mi uscirono di bocca:

- Questo è da vedere!

- Vogliamo cominciare da te...? Deborah? - tese la mano verso di me con aria di sfida.

Strinsi i denti e andai contro di loro. La battaglia era iniziata, eravamo nove contro tre e Treb venne verso di me. Philip si scontrò con Jack e Moror era così forte e veloce che riusciva a combattere contemporaneamente con tutti gli altri. C'erano tagliole, spine, reti, trappole dappertutto, ma fortunatamente sapevamo muoverci bene. I suoi poteri sfrecciavano nell'aria come saette, non sapendo dove andassero a finire. Alcuni andavano ad aiutare Jack, altri venivano ad aiutare me.

Erano in tre ma erano molto forti. Philip. Perché?

Greg mantenne la promessa e non mi lasciò mai, ma Philip, Treb e Moror erano fortissimi e per noi era molto difficile rispondere a tutti e tre. Urla, grida, parole si sentivano forti e Philip si scontrò con Vanessa. Non potevo ancora crederci: stava combattendo contro di noi.

Lady Lit cercava in tutti i modi di aiutare tutti, ma rimase ferita e a terra. Il loro unico obiettivo ero io, gli altri erano in secondo piano. Treb mi stringeva in continuazione e difficilmente riuscivo a deliberarmi; mi scaraventò a terra e il bruciore della gamba si fece sentire dolorosamente, ma non demorsi: Jack si buttò addosso a Treb e velocemente Moror lo raggiunse. Si unirono Dave e Greg, mentre Laurie mi soccorse appena in tempo. Cominciammo a correre per aiutare gli altri contro Philip. In un attimo Lady Lit scomparve: mi girai e la vidi dentro una gabbia: Moror era stato velocissimo. Guardò nella mia direzione.

- Scappa! - urlai a Laurie - faccio, io, vai!

- Nemmeno per sogno!

La mia gamba era dolorante, Laurie mi difese e nell'attimo in cui si scontrò con Moror, io tentai di indietreggiare. Jack corse nella mia direzione.

- Stai bene? - mi disse.

- Più o meno.

- Non ti muovere di qui.

Cercò di portarmi al sicuro, ma Moror poco a poco aveva messo anche gli altri in gabbie singole.

Mi feci forza e corsi incontro a Treb.

- Deb! - gridò Jack.

Ma fu troppo tardi, perché Treb mi prese dalla vita e mi scaraventò; mi aggrappai a un albero.

Tentai di nuovo di andargli incontro ma in poco tempo mi trovai tutti e tre davanti e Jack scaraventato vicino a me. Deve essere stato molto forte se è riuscito a non farsi mettere in gabbia.

- Forza ragazzo! - disse Moror a Philip - lascio fare a te ciò che si deve fare. Uccidili!

- No! - urlarono gli altri.

- Philip no! - gridò Jack.

Mi voltai verso di lui e vidi la sua espressione in preda al terrore, si mise in ginocchio.

- Uccidi me - disse Jack - non Deb.

- Lascialo stare! - piansi. Pregai Philip che non lo facesse.

Lo guardai e aveva il fuoco negli occhi, aria di vendetta. Non l'avevo mai visto in quell'aspetto.

Fece un passo avanti.

- Philip, ti prego - urlò Jack - si tratta di lei.

- Treb, tienilo - disse impassibile Moror.

E così Treb fece. Ma per fortuna si limitò a quello. Cercai di far ragionare Philip.

- Come hai potuto... - dissi.

- Fai silenzio! - mi interruppe Philip, facendomi sobbalzare - non capisci che l'ho fatto per noi?

Per noi?

- Se tu mi avessi amato avremmo avuto tutto il potere del mondo; non avremmo rischiato la vita, ma tu hai pensato solo a te stessa.

Alzò una mano.

- No, Philip! Fermati! - lo interruppi.

- Ora non posso lasciarti andare, capisci? - mi disse - se morirai, sarai mia per sempre.

Cercai di farlo ragionare ancora.

- Se mi ami, dovresti avere il meglio per me - dissi.

- Aah, smettila! - ruggì - ero io il meglio per te.

- Philip, Moror ti sta mentendo. Ciò che ti ha promesso non è vero. Sa per certo che se tu mi ucciderai, lui farà lo stesso con te e con gli altri.

- Stai attento, ragazzo! - disse Moror - lo sta dicendo per salvarsi la vita.

- No, Philip - lo interruppi - lo sai che è così: io ti voglio bene - urlai.

Philip abbassò la mano e mi guardò. I suoi occhi da leone stavano svanendo. Rividi gli occhi dolci e impauriti di un bambino, della persona timida e insicura che a scuola stava sempre tra le sue. Non era cattivo e mai poteva esserlo e questo lo sapevamo entrambi. Si voltò verso Moror.

- Dai, ragazzo! - sorrise Moror.

- Ha ragione - rispose Philip infine.

Diede una spinta, mi prese la mano e in quell'attimo liberò Jack.

- Perdonami! - mi disse Philip - Ti prego, ho bisogno di te, ora. Ho bisogno del tuo perdono - mi disse.

In quell'attimo mi disse che mi aveva amato da sempre e che non mi avrebbe più messo in pericolo.

Tra le lacrime che gli scendevano sul viso, capii che era sincero. Guardai Jack che aveva sentito tutto e mi fece capire che io potevo scegliere della mia vita e che si sarebbe fatto da parte, se necessario. Ma amavo Jack e volevo tanto bene a Philip. E non potevamo certo discuterne in quel momento. Cominciammo a correre tentando di salvare gli altri.

- Povero ragazzo! - disse Moror.

Scagliò una fonte di luce blu verso di noi; la stessa che avevo visto in aria precedentemente. Philip si girò e mi scaraventò dalla parte opposta della sua. Fu tutto così veloce: Philip prese tutta la luce per sé che era destinata a me. Nel momento in cui la luce prese Philip, Moror si rese conto di aver sbagliato il destinatario del suo incantesimo di morte.

Dalla parte opposta i tentativi di Lady Lit a liberarsi dalla gabbia riuscirono e combatté con Moror.

Furono così spietati e Treb era così forte che io, concentrata da ciò che era accaduto a Philip, non riuscii a combattere alla perfezione.

- Arrenditi, mia cara! - disse Moror.

- Mai! - esclamò Lady Lit.

All'improvviso nel tentativo di colpire Lady Lit, Moror colpì con il suo incantesimo la barriera invisibile che ci separava dal castello e dal regno. Moror ebbe un'espressione sconvolta.

- No! - gridò.

Lady Lit era riuscita a fargli lanciare l'incantesimo che voleva. Ci era riuscita! Vidi Moror accasciarsi a terra: quel gesto di vitale importanza l'aveva indebolito.

- Non finisce qui, Alia! - gridò Moror - Treb!

Sparirono all'istante e con loro le trappole e tutti i loro ostacoli.

Mi girai verso Philip che era ormai a terra: non poteva essere, non volevo credere a ciò che stava per accadere. Il dolore che vedevo bruciava nei miei occhi bagnati di lacrime. Corsi da lui sollevandogli la testa.

- Cosa hai fatto? - gli dissi - perché ti sei messo in mezzo?

- Ho mantenuto la promessa: avrei fatto di tutto, anche perdere la vita per te.

Scossi la testa. Tutti ci raggiunsero.

- Ho freddo...

No! - urlai in preda alla disperazione - no!

- Ascoltami... ho una lettera nella tasca: prendila! Prendila, ti prego - pianse.

Mi prese una mano e con l'altra strappò una margherita spuntata in quel momento.

- Tieni - disse.

Una margherita, per la liberazione dal peccato, dai sensi di colpa. Avrebbe elogiato chi l'avrebbe ricevuta. Era quello il significato per cui mi stava dando quel fiore.

- Sii felice. Te lo meriti, Deb.

Presi la sua mano priva ormai di forze. Poi chiuse gli occhi.

- Dio, no! - urlai - aiutatemi!

Sollevai la testa e cercai Lady Lit che venne subito vicino da me.

- Fai qualcosa! - le dissi tra le lacrime - ti prego!

- Non posso più fare niente. È morto, Debby. I poteri di Moror non posso abbatterli.

Guardai Philip. Credo che l'urlo che feci dopo arrivò fino al cielo, poi piansi tra le braccia di Jack.

Continuammo a piangere l'uno nelle braccia dell'altra.

Ti perdono, il mio pensiero era per Philip.

.
.
.
.

#spazioautore:
😢😢 Ammetto che Philip era uno dei miei personaggi preferiti, proprio per questo ho deciso che fosse il più coraggioso del gruppo, al momento.
Cosa ne pensate? Sospettavate di lui?
E di questo nuovo Treb, che mi dite?
Vi aspetto❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top