CAPITOLO 10: ULTIMO MEMBRO
Lunedì mattina entrai a scuola, appena in tempo per il compito in classe di fisica. Vidi Jack nel corridoio, ma, dopo che mi aveva vista arrivare, fece finta di niente ed entrò velocemente nella sua classe. Salendo le scale, pensai che mi stava evitando. Quando io entrai in classe, mi sedetti affianco a Philip e Miss Kilp cominciò a distribuire i compiti della verifica. Lucy era tornata dopo molti giorni ed era seduta dietro il mio posto.
- Ehi, Braun - sussurrò - spero proprio che ti vada male il compito!
Non le risposi tentando di ignorarla, ma lei continuò.
- È tutta colpa tua se mi hanno sospesa. Avrai fatto sicuramente la spia.
- Non so proprio di cosa tu stia parlando - risposi infine - fatti meno canne invece di incolpare gli altri.
- Meglio le canne che essere un'orfanella di padre!
Sentii il battito cardiaco accelerare, gli occhi pieni di ira e mi accorsi a digrignare i denti. Fu un attimo: mi girai e le diedi un pugno sul naso. Avevo utilizzato la mia eccessiva forza. Mi accorsi dello sbaglio che avevo fatto e cioè il suo gioco: non aspettava altro.
- Matta! Sei una matta stronza squilibrata! - urlò frignando.
Vidi gli occhi spalancati dei miei compagni e di Miss Kilp che mi disse:
- Deborah Braun! Fuori dalla classe!
Senza esitazioni, mi alzai e uscii, mentre la professoressa mi seguì.
- Aspetta qui - mi disse. Poi si riferì a Lucy:
- Lucy Lopez in presidenza. I tuoi discorsi non sono stati per niente carini. Il tuo compito verrà annullato.
Non sentii replicare e, uscendo, mi diede un'occhiata divertita.
- Riguardo a te, Debby - mi disse calma Miss Kilp, dopo aver chiuso la porta - per questa volta non ci vai dal preside, ma non puoi prendere a pugni chiunque ti offenda. Una volta avresti risposto adeguatamente. Da alcuni giorni non sei più la stessa, Debby, che ti succede?
- Niente, prof - mentii - ha ragione. Mi scusi, mi era preso un attacco di ira, non si presenterà più.
Feci per aprire la porta, ma lei mi interruppe.
- Hai comunque una nota disciplinare sul registro e un abbassamento di due voti nel compito.
Mi dispiace, Debby ma è la regola.
- Non si preoccupi.
- Non te la prendere. Non ti sentire orfana, Debby. Tua madre è una persona fantastica anche così.
- Lo so, prof. Non mi sento un'orfana - sorrisi.
Quando tornai in classe mi sedetti al mio posto e Philip mi disse:
- Se vuoi il mio parere, hai fatto proprio bene.
Gli sorrisi.
Ci mancava solo che l'altro membro fosse proprio Lucy, pensai. Dopotutto poteva essere chiunque, persino lei. Ovviamente speravo di no. Come potevo andarci d'accordo?
Dopo dieci minuto il foglio era ancora bianco, ma mi ricordai del potere che avevo: bloccai il tempo, di modo che completassi le risposte con il libro aperto. Mentre rovistavo nello zaino, notai che una persona continuava a scrivere. Guardai al mio fianco e sembrava che lui non si fosse accorto di niente.
- Philip! - esclamai.
Rimase impietrito! Si girò e ci fissammo increduli per pochi istanti.
- Ma allora sei tu l'altro Prescelto!
- Ebbene sei tu una del gruppo. Non ci posso credere! - aveva ancora gli occhi sgranati.
- Meno male!
- Meno male, cosa?
L'importante è che Lucy non entrasse in questa storia.
- Niente - gli sorrisi.
- Ma cosa stai facendo?
- Stavo tentando di copiare le risposte.
- Allora passamele. Bella idea quella del tempo, non ci avevo pensato.
Certo. Lui studia sempre. Anche quando non c'è da studiare, trova sempre qualche argomento da fare. Ci guardammo ripetutamente, ancora increduli. Philip. Non ce lo vedo proprio per una battaglia. Risi sotto i baffi.
- Non sei venuto alla festa in palestra - dissi.
- No, non fanno per me palestre e feste.
Ma perché?! Sei giovane, porca miseria!
Svolgemmo il compito passandoci le soluzioni: avevo dato una svolta alla mia carriera scolastica!
- Dobbiamo andare a Cornflower dopo pranzo, lo sai?
- Si, capo! - sorrise - c'è la prima lezione di pratica.
- Quale passaggio hai?
- Il cespuglio grande, dietro la scuola.
Annuii capendo dove si trovava.
- Tu sapevi di Jack? - gli chiesi.
- No, non so di nessuno. Ma tanto ci conosceremo tutti oggi.
- Oh, si tranquillo, sono simpatici. - sorrisi.
- Anche Jack? Non sapevo che lo conoscessi.
- Infatti - risposi subito - lo conosco ben poco. Mi riferivo agli altri.
Annuì con un sorriso.
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