Capitolo 67 - Asce e Sangue

PRIMA PARTE

Il viaggio verso la zona est della Foresta Nera era abbastanza semplice. La luce del sole permetteva agli Angeli e al Demone Minore di vedere correttamente il paesaggio. Gli unici Angeli dei Sacri Doni che guidavano il gruppo di Cavalieri alati, erano Electre e Enyalius.

L'Angelo della Battaglia aveva in mano la sua lancia, i capelli e la barba bianca erano legati con delle trecce, le rughe mostravano con un certo orgoglio la sua antica età. Electre era alla sua destra, mentre alla sinistra della donna c'era Rubellius.

Il Demone Minore indossava una tunica viola con un cappuccio marrone gli copriva i capelli rossi. Tenebris nitrì e scalpitò con incertezza quando udì qualcosa calpestare il terreno fangoso e coperto dalle foglie. Rubellius fermò il cavallo e guardò Electre, intuendo che quei suoni non erano provocati dagli animali.

Rubellius – Dì hai tuoi uomini di fermarsi.

La donna diede l'ordine e i Cavalieri alati con le loro armature in acciaio, si fermarono. Rubellius scese da Tenebris e si avvicinò lentamente ad una piccola pianura di querce e faggi. Il demone avvertì delle risate e guardò le cime degli alberi con serietà; fece qualche passo e si voltò verso destra, osservando dei massi. Un sassolino lo colpì sulla spalla e si girò completamente per vedere chi fosse stato. Electre scese dal suo cavallo e si avvicinò al demone, i due si guardarono attorno.

Electre – Pensi che siamo vicini?

Rubellius annuì mostrando la mano all'Angelo. Un sassolino colpì Electre sul viso, i cavalli nitrirono per l'agitazione e la paura. Il demone rosso si avvicinò a un albero e mosse le orecchie a punta; si spostò velocemente verso destra per evitare un sasso e poi prenderlo per lanciarlo contro all'emittente. Il masso colpì qualcuno dietro alle fronde di un albero.

Illus – Dannazione!

Un Demone Minore si mostrò, camminando su un ramo e grattandosi la fronte. Un fruscio sui rami si espanse, i volti e i corpi dei Demoni Minori sbucarono dagli alberi. Gli Angeli erano circondati, i cuccioli li fissarono con serietà. I Demoni Minori erano seduti sui rami, la loro pelle era di qualsiasi colore e le corna piccole indicavano la loro giovinezza. Il demone che era stato colpito dal sasso si sedette su un ramo, il giovane agitò le gambe e mostrò un sorriso beffardo. Alcuni cuccioli avevano delle ali di pipistrello ed altri da libellula, gli occhi potevano essere due o tre per ogni lato del volto.

Illus – Ma guarda un po'... un gruppo di Angeli che tocca il nostro territorio. – rise – Sappiamo che avete creato con un Demone Minore il Patto dell'Alleanza. Ma se devo essere sincero... preferisco tagliarmi la testa che combattere al vostro fianco.

I Demoni Minori risero, mentre alcuni atterrarono sull'erba, gli Angeli posarono le mani sulle else delle loro spade e li osservarono. Un demone dalla pelle verde e dagli occhi neri osservò le creature celesti.

Decius – Qui sento l'Essenza di uno dei nostri!

Illus – Beh se le parole di Lupus sono vere, quel demone che si trova in quel gruppo di piumati è l'artefice del Patto. – Mugugnò osservandoli - Cosa vi fa credere che ci alleeremo con voi? Per carità – mostrò le mani – nulla toglie che una battaglia bagnata di sangue e morte non ci interessi, ma sentire l'odore della vostra sudicia razza attorno a me, mi crea conati di vomito.

Alcuni Demoni Minori lanciarono dei sassi e altri imprecarono contro gli Angeli. Enyalius sbuffò e con voce roca indicò il cucciolo.

Enyalius – Modera il linguaggio stupido Demone Minore, o ti trancerò la lingua.

Illus prese un pugnale sulla cintura di cuoio attorno alla vita.

Illus – Tu come osi?!

I cuccioli osservarono con ira gli Angeli, alcuni allungarono gli artigli e altri aprirono le ali. Rubellius fissò Electre e si avvicinò, i due sussurrarono il loro discorso.

Rubellius – Dai una calmata a Enyalius, li fa agitare.

Electre – Enyalius! Ricordati perché siamo qui - guardò l'Angelo della Battaglia e alzò la voce.

Enyalius strinse la lancia con le mani e digrignò i denti, Rubellius si avvicinò a Illus.

Rubellius – Senti un po' ragazzino, sei tu che gestisci questa mandria di porci?

Illus allargò le braccia e fece un sorriso beffardo, alcuni Demoni Minori osservarono l'incappucciato.

Illus – Nessuno segue una gerarchia, ma i miei amici hanno scelto me come loro portavoce.

Rubellius alzò gli occhi al cielo e si grattò il mento.

Rubellius – E sai benissimo che i tuoi compagni non ti seguiranno mai, fino in fondo. Loro non sono fedeli come questi qui – indicò gli Angeli con un pollice.

Alcuni Demoni Minori schernirono Rubellius, Illus calmò gli animi e posò le mani sul ramo.

Illus – Anche se fosse, non sarò io a decidere le loro sorti.

Rubellius – Lo so, ma che ne dici di portarli in una feroce battaglia? Giusto per testare la forza dei tuoi fedelissimi? Una guerra di sangue e carne.

Illus si toccò il mento e guardò i suoi compagni, Electre si avvicinò a Rubellius.

Electre – Non puoi convincere uno di loro, i Demoni Minori non... - sussurrò.

Rubellius parlò osservando il demone dalla pelle nera e dalle scaglie arancioni.

Rubellius – Se hanno stretto un legame profondo, lo seguiranno. I cuccioli amano la battaglia.

Illus posò le braccia sulle ginocchia e piegò il volto, i capelli grigi scesero sulle spalle.

Illus – Cosa ti fa pensare che i miei compagni accetterebbero questa proposta?

Rubellius si guardò intorno e incrociò le braccia, i demoni lo ascoltarono osservando con ira gli Angeli.

Rubellius – Perché amano le battaglie. E poi sarete i primi a tutelare la Dimensione Deiouona, gli Anziani vi vedrebbero dei combattenti e non dei cuccioli viziati. Lo so – agitò le spalle – allearsi con gli Angeli è una vergogna, ma pensate alle ricchezze delle conquiste, alle urla di dolore mentre le ossa dei vostri nemici si rompono sotto ai vostri occhi.

I Demoni Minori borbottarono qualcosa, un cucciolo dalla pelle verde e con le corna gialle osservò Illus.

Edilus – Ha ragione. Insomma... sono trecento anni che non vediamo una battaglia vera e propria. Io ci sto!

Gli altri annuirono e confermarono le parole di Edilus, ma Illus preso dall'ira e dalla perdita del suo comando si alzò, stringendo il suo pugnale.

Illus – Gli Anziani non ci elogerebbero! Sono dei codardi! Loro si annoiano di noi e delle nostre battaglie!

Rubellius – Stai attento ragazzino, perché sei tu quello che non vuole difendere la sua dimora e la sua gente. Se non lo farai sarai tu... l'unico codardo.

Illus – Non è vero!

Rubellius – Allora dimostralo!

Illus urlò con ira e si scagliò contro Rubellius, il cucciolo cercò di pugnalare il demone rosso ma egli si spostò di lato, colpendo con una ginocchiata il fianco della giovane creatura. Illus cadde sul terreno e rotolò per alcuni metri, si alzò e corse contro il demone Anziano. La piccola creatura cercò di colpirlo con delle pugnalate laterali, ma il demone rosso schivò i colpi.

Rubellius – Sei troppo lento! – Rise – Troppo lento e impacciato!

Il cucciolo urlò di nuovo squarciando il mantello del demone rosso. Rubellius si piegò di lato e parando un'altra pugnalata, lo colpì con un calcio sull'addome, facendolo indietreggiare. Il demone rosso corse contro di lui e gli saltò addosso, facendolo cadere a terra. Gli artigli neri si erano allungati, il cappuccio scivolò via dal suo capo. Illus sentì quelle mani nere bloccargli i polsi, mentre il demone Anziano era sopra di lui. Il cucciolo si divincolò e imprecò, Rubellius posò con forza un avambraccio sul volto di Illus.

Rubellius – Se vuoi essere forte nella lotta, non devi colpire il tuo nemico con impulsività!

Illus aprì la bocca e morse l'avambraccio di Rubellius, il demone rosso imprecò e diede un pugno sul volto del cucciolo. Illus sputò sangue e alla fine si calmò, i Demoni Minori stettero in silenzio. Il demone rosso rilasciò un respiro profondo e alla fine si spostò dal corpo del cucciolo. Rubellius si alzò e si avvicinò ad Electre.

Rubellius – Bah... cuccioli! Impulsivi, bastardi e permalosi – sputò sul terreno.

Illus si alzò dal suo posto e guardò i suoi compagni, le corna blu di Rubellius si erano allungate.

Illus – Demoni Anziani – imprecò – presuntuosi da far schifo.

Il cucciolo si avvicinò ai suoi compagni e parlottò qualcosa, Electre sorrise e incrociò le braccia.

Electre – Pensavo che solo i nostri piccoli fossero così immaturi.

Rubellius agitò un dito e fece spallucce.

Rubellius – Beh... i nostri sono delle vere e proprie bestie.

I Demoni Minori si avvicinarono leggermente agli Angeli, Electre ordinò ai suoi uomini di tornare al piccolo accampamento. Rubellius e l'Angelo salirono sui loro destrieri, i cuccioli volarono e camminarono nella Foresta Nera. Electre sospirò socchiudendo gli occhi neri, strinse le redini del suo cavallo.

Electre – Stavamo pensando... io e gli Angeli dei Sacri Doni di cambiare alcuni punti sui dogmi della nostra Dimensione.

Rubellius restò in silenzio, osservando con severità i Demoni Minori. Enyalius accompagnò i due, l'uomo tenne stretta la lancia e tossì.

Enyalius – Alcuni punti? Direi l'intero sistema della religione La Bianca.

Electre – Lo so che non sei d'accordo su questa decisione, ma è l'unico modo. Ci vorrà tempo prima che Clizia si apra di nuovo con un Angelo. Io ho parlato con Hippokràtes, sulle percosse mentali e fisiche ha ricevuto, ci vorranno almeno un po' di anni.

Electre si morse un dito e guardò le querce che coprivano gli Angeli e i Demoni Minori.

Electre – Tutto questo odio verso i Nefilim ci porterà all'estinzione. Se Clizia prendesse il comando di suo padre, molti di loro avrebbero una guida che rispecchi il loro valore.

Enyalius – Il valore non può essere conquistato dalle parole, Electre. Ma dalla guerra e dalla vittoria. Quando decidemmo sul Grande Sterminio, tu e gli altri "difensori dei demoni" avete tirato in ballo anche questo assurdo discorso.

Electre e Enyalius si guardarono con freddezza, l'Angelo della Battaglia era cresciuto in un'altra generazione, le idee che covava nel suo animo erano la conseguenza della sua esperienza.

Electre – Ma le cose sono diverse, ora. Dobbiamo istruire i futuri Angeli al rispetto e all'amore per i Nefilim. Quanti di loro sono morti per crimini o accuse che non hanno commesso? Bruciati al rogo o decapitati? Sono stanca di vedere tutto questo odio, stanca di sentirmi la colpevole di questo omicidio di massa.

Il vecchio Angelo chiuse gli occhi e rilasciò un pesante sospiro, Rubellius aveva ascoltato ogni singola parola.

Rubellius – Voi pensate che siate gli unici a rischiare l'estinzione? – Indicò i cuccioli – quella che vedete là, è l'ultima generazione creata dagli Umbras. Molti di loro sono morti per colpa dei Demoni Maggiori e dai vostri compagni.

Electre aprì leggermente la bocca per lo stupore, Rubellius guardò il cielo.

Rubellius – Sono rimasti in pochi. Io e gli altri Anziani abbiamo discusso molto su questa situazione. – Guardò gli Angeli con severità – so bene cosa avete fatto in quei secoli e so bene cosa hanno deciso gli Anziani, ma ora ne stiamo pagando le conseguenze. Gli Anziani non sono più quelli del Grande Sterminio. Loro temono di non poter più difendere la nostra Dimensione.

Electre – Dove vuoi arrivare con questo discorso, Rubellius?

Il demone strinse le redini verdi di Tenebris, le sue parole erano tinte di verità.

Rubellius – Noi Demoni Minori e noi Anziani... vogliamo il diritto di procreare. Ovviamente senza superare una determinata soglia stabilita con voi.

Enyalius imprecò nella sua lingua e lo indicò con un dito tozzo.

Enyalius – Cosa ti fa pensare che accetteremo questa proposta?!

Rubellius – Se non lo farete, gli Anziani, compreso me, vi dichiareranno guerra. E lo sapete benissimo che l'età valorizza un Demone Minore.

Il gruppo di Angeli e Demoni Minori continuò la sua camminata, Electre guardò il demone e socchiuse gli occhi. Gli uccelli della foresta cinguettarono e gracchiarono, la donna vide alcuni cervi passare vicino a loro, i cuccioli si stupirono mentre indicavano i vari animali.

Electre – Ne terremo conto delle tue parole, Rubellius. Quando tutto questo sarà finito, prenderemo con voi una decisione.

Il demone la guardò con stupore, pensava che avrebbe rifiutato la sua proposta ma si sbagliò di grosso. Il Demone Minore accennò un sorriso alla donna e chiudendo gli occhi la ringraziò. Quando il gruppo superò un ruscello, intravedendo le tende degli Angeli, Illus si avvicinò a Rubellius. Le corna arancioni erano identiche alle scaglie, mentre la pelle nera era coperta da una patina trasparente.

Illus – Ehi! Demone Anziano! Non l'hai sentito?!

Rubellius fissò il cucciolo con curiosità, un borbottio si estese nei Demoni Minori. Il demone rosso mosse le orecchie e si voltò verso le tende degli Angeli, dei passi pesanti echeggiarono vicino alle tende degli Angeli e del Villaggio dei Buii. Illus si voltò più e più volte, un tonfo di alberi caduti spaventò i presenti.

Rubellius – Non sarà...

Illus – Credo proprio di sì!

Illus andò dai suoi compagni e parlò nella sua lingua. Rubellius cavalcò superando il gruppo di alati e osservò una figura maestosa avvicinarsi alle tende bianche. Gli occhi ametista del demone si spalancarono, il giovane si voltò urlando ad Electre.

Rubellius – Electre! Demone Maggiore!

Un ruggito animalesco spaventò i cavalli dei Cavalieri, i tronchi degli alberi caddero al suolo spaventando i presenti. La donna dagli occhi neri estrasse la spada e guardò Enyalius, l'Angelo della Battaglia strinse la lancia e urlò ai suoi uomini. Tenebris impennò per lo spavento, la creatura misteriosa si presentò in tutta la sua maestosità. L'essere sembrava un gigantesco leone alto e largo due metri, le squame viola coprivano le zampe nere. La coda si muoveva, mostrando un lungo pungiglione velenoso. Il muso triangolare era ricoperto dalle squame verdi e da una melma grigia, la bocca grande mostrava dei sottilissimi denti gialli. La bava gialla cadeva sull'erba fresca della foresta. La bestia sputò una palla di squame e saliva e colpì una tenda, la quale si sciolse immediatamente. Le corna rosse erano poste sulla mandibola e sulla schiena, gli artigli lunghi erano di un verde opaco.

La belva corse verso le tende e attaccò, sbranando e cogliendo gli Angeli di sorpresa. Alcuni Cavalieri alati accattarono, ma molti di loro perirono per colpa del pungiglione della creatura. La bestia tranciò di netto alcuni Angeli inermi ed altri vennero schiacciati dalle sue zampe.

Electre mostrò la spada verso l'alto e con grinta comandò i suoi uomini, Enyalius gli stette accanto e i due si prepararono. La donna diede la carica con l'Angelo della Battaglia, il gruppo si lanciò verso la battaglia. Rubellius urlò ai cuccioli e loro obbedirono, i Demoni Minori corsero verso il campo degli Angeli dando una mano ai loro alleati. Il demone rosso guardò i movimenti del Demone Maggiore e notò che si stava dirigendo al Villaggio dei Buii. La bestia si scagliò con il peso contro la barriera, ma la struttura opaca protesse la tribù. Gli uomini e le donne di Fulke uscirono dalle dimore e osservarono con orrore i corpi mutilati degli Angeli. Il mezzo-demone uscì dalla sua capanna, sulle spalle aveva le sue asce. La bestia continuò ad andare contro la barriera, ruggendo e mostrando i denti affilati. Fulke ordinò ai suoi uomini di prendere le lance e di spostare le donne e i bambini ai bordi del villaggio. Fulke estrasse le asce e si avvicinò ai guerrieri, ma non appena diede l'ultimo ordine, la barriera iniziò a creparsi. Il Demone Maggiore continuò a sbattere il corpo contro di essa, Rubellius guardò la scena da lontano e cavalcò verso le tende. Quando arrivò a destinazione, il demone scese dal suo destriero e corse verso la tenda azzurra di Melite. Gli Angeli tentarono di distrarre il Demone Maggiore scagliando frecce e lance, ma la bestia l'ignorò. Il demone rosso entrò nella tenda di Melite ma non la trovò, suo figlio non c'era, uscì di nuovo e si guardò intorno. Hippokràtes aiutò con i suoi pochi allievi i feriti e all'ultimo osservò Rubellius, l'Angelo della Guarigione Mentale e Fisica corse da lui e lo prese per un braccio.

Hippokràtes – Finalmente sei qui! Melite è dall'altra parte del campo.

Rubellius – Mio figlio! Dov'è?! Dov'è?!

Hippokràtes si sistemò gli occhiali e indicò con un dito delle tende accanto a delle querce, l'uomo robusto era agitato anche se cercava di non farlo vedere.

Hippokràtes – Nepius è con lei.

Un altro ruggito distrasse i due uomini, Rubellius guardò Fulke dirigere la sua gente verso le dimore più sicure.

Hippokràtes – Quando eravate via, Tarasios è comparso nel nostro campo, voleva il bambino. L'abbiamo cacciato e dopodiché è comparso quel Demone Maggiore. Qualcuno ha fatto la spia, ora Varsos sa dove siamo!

Un altro boato provenne dalla barriera, Enyalius urlò ai suoi uomini di attaccarlo alle zampe. La bestia si voltò e con la coda colpì una decina di Angeli, poi si fissò di nuovo il suo obbiettivo.

Rubellius – Lui è qui?!

Hippokràtes – No, è scomparso con un cubetto di Macaone. Crediamo che abbia copiato la formula dell'invenzione di Macaone.

I due uomini si voltarono di nuovo e con orrore, osservarono il Demone Maggiore abbattere in mille pezzi la barriera magica che Melite aveva creato. La bestia si scagliò come un fulmine all'interno del villaggio, massacrando e uccidendo gli uomini di Fulke. Gli Angeli dei Sacri Doni restarono di sasso, Electre diresse i suoi uomini per difendere la Tribù dei Buii, la stessa cosa fece Enyalius. Le fauci del Demone Maggiore sbranarono alcune donne, e i corpi martoriati volarono per alcuni metri, mentre la bestia ruggiva. I cuccioli corsero verso il villaggio, cercando di distrarre con le armi l'essere. Fulke osservò la sua gente morire davanti ai suoi occhi, il Demone Maggiore si scagliò contro le capanne, abbattendole. Il mezzo-demone strinse le asce e respirò con ira, il Demone Maggiore sbranò un'altra donna e si lanciò al centro della piazza, evitando le frecce e le lance dei suoi nemici. Fulke corse contro di lui e lanciò l'ascia, colpendolo su una zampa. Il giovane si diresse verso la bestia e riprese con maestria l'ascia, poi si spostò avvicinandosi al pozzo. Il Demone Maggiore gli corse dietro e si mise di fronte all'uomo. Fulke piegò le ginocchia e fissò con ira il demone. Il Demone Maggiore scosse il muso, la bava gialla uscì dalle fauci, mentre osservò il mezzo-demone.






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