Capitolo 59 - Essenza Tradita

SECONDA PARTE del capitolo

Le pareti color panna della Sala Delle Riunioni erano in contrasto con i dipinti turchesi. Le vetrate erano colorate e raffiguravano delle danzatrici, Erastos entrò nella sala e passeggiò sul pavimento con le piastrelle verdi. Un piccolo laghetto rotondo era in mezzo alla sala. L'Angelo si guardò attorno e osservò sei Angeli che conosceva perfettamente, i suoi occhi marroni si posarono prima sulle tre donne e poi sui tre uomini. La prima a notarlo fu Electre. La donna dalla pelle scura si avvicinò e prese le mani dell'amico, invitandolo alla riunione. Electre indossava un vestito lilla con un corpetto impreziosito di diamanti. Al contrario Galene e Melite avevano degli abiti ben diversi, la prima indossava una tunica bianca, la seconda una tunica grigia con una cintura fatta di perline blu.

Electre - Ti stavamo aspettando da due ore, mancavi solo tu.

Erastos posò le mani sull'addome e guardò gli Angeli dei Sacri Doni. Macaone stava discutendo con Melite, l'Angelo Della Natura. La donna era molto bassa, gli occhi erano di un intenso color nocciola. Gli occhiali quadrati erano spessi, il viso spigoloso era fresco. Le ali marroni erano chiuse, mentre le labbra sottili erano dipinte di viola. Macaone si toccò il mento mentre l'ascoltava.

Macaone - Non è provato ciò che dici Melite, la natura non dà la possibilità alle varie specie di sopravvivere. Non è...

Melite lo indicò con un dito e lo osservò con severità, i suo bracciali d'oro tintinnarono sui polsi sottili. I capelli crespi e mori erano decorati con dei fiori, sull'orecchio pendeva un orecchino fatto con delle minuscole conchiglie.

Melite - Invece ti dico che è così! So bene che come Angelo Della Natura posso solo tutelarla come guardiano, ma non per questo nego l'esistenza dell'interazione tra uomo e ambiente.

Galene si avvicinò a Erastos e Electre. I tre osservarono i due Angeli mentre discutevano su questioni scientifiche. Galene rise coprendosi le labbra arancioni con la mano, Electre la guardò con dolcezza.

Galene - Ogni volta che si parla di scienza, qui due litigano. Ah! Se capissero la meravigliosità della musica, della pittura e dell'architettura - sbuffò.

Erastos incrociò le braccia e rise, osservò le due donne.

Erastos - Sono due scienziati, dopotutto è il loro compito. Macaone predilige gli strumenti, Melite... cerca metodi alterativi per tutelare la natura.

Electre si voltò notando gli altri due Angeli dei Sacri Doni. Hippokràtes l'Angelo Della Guarigione Fisica e Mentale si toccò la corta barba nera, era un Angelo robusto e alto, gli occhi color indaco erano rilassati. Era calvo ma dietro alla nuca aveva una sottile treccia che scendeva sulla schiena, indossava degli occhiali piccoli. Indossava una tunica blu mentre nella mano destra teneva un libro.

Hippokràtes - Se continueranno a litigare dovrò chiedergli di venire nel mio laboratorio per una consulenza. Melite è sempre più magra e stressata, di sicuro è deperita rispetto all'ultima volta che l'ho vista.

Le ali grigie dell'uomo si mossero, mentre il viso rotondo era rilassato. Ma l'Angelo che era il più vecchio di tutti fu quello Della Battaglia. L'Angelo Della Battaglia emise un verso rauco e borbottò qualcosa, era molto basso, la barba riccia e lunga gli arrivava sull'addome. L'Angelo camminò con passo deciso verso i suoi colleghi, gli occhi a mandorla erano stanchi, il viso rugoso aveva delle piccole cicatrici. Sotto all'armatura d'argento aveva un tunica viola, le labbra screpolate erano piccole e i capelli bianchi avevano lo stesso colore della barba. Il colore delle iridi erano azzurre, in una mano aveva una lancia. Enyalius aveva assistito e approvato lo scontro del Grande Sterminio, dando una mano al giovane Erastos nell'uso della spada.

Enyalius - Ma quale consulenza! Quei due hanno bisogno di una dura e spietata guerra! Te lo dico io! Voi giovani non capite un fico secco di queste cose!

Enyalius chiuse gli occhi e si avvicinò ad Erastos, accennando un sorriso compiaciuto.

Enyalius - L'unico che sa quel che vuole è Erastos! Ah, suo padre sapeva come fare. - Borbottò - Quel figlio di una Nefilim mi ha preso quella docile di tua nonna - indicò Erastos.

Erastos rise e mise le mani dietro alla schiena. Anche se l'unione tra Angeli portava delle conseguenze fisiche e mentali, nessuno poteva vietare un corteggiamento all'interno della Dimensione. Hippokràtes osservò le piume viola di Enyalius e sospirò, indicandole con un dito.

Hippokràtes - Sarai pur testardo, irascibile ma devi farti controllare da uno dei miei allievi. Le tue ali non stanno bene.

Enyalius - Ti pare che io, L'Angelo Della Battaglia, prenda quelle schifose erbe per le mie ali?! Stammi bene a sentire...

Galene, Electre e Erastos risero sotto i baffi. Sapevano che Enyalius aveva un'idea antica sulle battaglie e le cure, poiché aveva vissuto in un'altra epoca.

Enyalius - ...le mie ali hanno volato sopra ad ogni battaglia, affrontando decide di Demoni Minori! Solo perché sei L'Angelo Della Guarigione e di tutte quelle sciocchezze scientifiche sulla mente e il corpo degli esseri viventi, non puoi dirmi quello che devo fare, chiaro?!

Hippokràtes - Chiarissimo - sorrise.

L'Angelo dalla pelle raggrinzita borbottò, Hippokràtes sospirò e togliendosi gli occhiali si stropicciò gli occhi. Gli Angeli dei Sacri Doni erano tutti lì, sette Angeli che discendevano dalle sette famiglie più importanti di quella Dimensione.

Erastos piegò di lato il capo e chiuse gli occhi, non aveva ancora detto agli Angeli Dei Sacri Doni di Clizia, solo Electre conosceva la verità.

Erastos - Scusatemi se prima d'iniziare la riunione vi rubo un po' del vostro tempo.

Enyalius - Ah! Ora l'Angelo Del Tempo è sarcastico - rise dando una gomitata ad Erastos - mi piaci, bravo ragazzo.

Erastos - Sono onorato, Enyalius - sorrise.

Macaone e Melite tacquero osservando Erastos, i due erano ancora sul piede di guerra.

Erastos - Ora che siamo tutti e sette qui... volevo darvi una piccola notizia. Come sapete è da qualche mese che scendo sul pianeta di Astrea. Ebbene... ho conosciuto una... donna umana - deglutì.

Tutti restarono in silenzio, tranne Melite. La donna si avvicinò con aria sognante.

Melita - Oh Erastos... non ci vorrai dire che hai sperimentato la meravigliosità della natura?

La donna profumava di muschio, su un braccio aveva un dipinto di un serpente. Macaone alzò gli occhi sul soffitto perlato e sbuffò.

Macaone - Eccola che ricomincia sulla teoria delle specie diverse.

Un borbottino circolò in quella sala, ma Electre calmò gli animi con la sua voce. Erastos si morse le labbra e socchiuse gli occhi, la timidezza toccò il suo cuore. Hippokràtes e Enyalius erano seri mentre attendevano la fine del discorso.

Erastos - Ecco... vi basti sapere che... ho avuto una figlia da quella donna.

Galene spalancò gli occhi e aprì la bocca.

Galene - Hai concepito una... Nefilim?

Melite incrociò le mani ed esultò.

Melite - Un unione del genere non si vedeva da mille anni! Oh... devo scriverlo nel mio manuale "Biologia A. R.".

Hippokràtes mostrò la mano libera e chiuse gli occhi, mentre Enyalius borbottò per quella notizia.

Hippokràtes - Io non sono contro all'unione tra umani e Angeli, Erastos. Nella mia famiglia sono stati studiati casi come il tuo, ma non sei stato troppo... frettoloso?

Erastos socchiuse gli occhi con amarezza.

Erastos - Frettoloso? No. Mi sono semplicemente innamorato. Non c'è nulla di male, dopotutto anche i nostri avi avvertirono questo sentimento.

Hippokràtes - Lo so. Ma non siamo più nell'antichità. Non vorrei essere troppo severo con te, ma... non possiamo dipendere da una Nefilim che non sa nulla di questo mondo.

Galene deglutì e portò il peso sulla gamba sinistra.

Galene - Non dico che ha fatto l'errore della sua vita e la curiosità di conoscere la piccola mi affascina. Ma... Hippokràtes ha ragione.

Enyalius - Già! Ed io non voglio combattere con una ragazzina che non sa usare una spada.

Macaone agitò una mano e guardò i tre uomini.

Macaone - Bah, che porblema c'è? L'eredità della intera famiglia passerà al futuro nipote di Erastos. Ricordate? Se la piccola sposerà un Angelo tutto si risolverà.

Melite annuì e sorrise confermando la frase dell'inventore.

Melite - Infatti. Lo state giudicando male, Erastos non prende mai una decisione avventata, sa regolare i suoi impulsi e non ha mai violato le leggi naturali del nostro mondo. - Saltellò - Voglio vederla! Quando me la farai vedere?

Erastos fissò Electre e poi Melite, accennò un sorriso.

Erastos - Presto.

Galene si toccò il mento incuriosita. Erastos fissò la donna dai capelli biondi e dal diamantino sul naso.

Erastos - Ti stai chiedendo che nome le ho dato, Galene?

La donna dai capelli biondi annuì e si spostò una ciocca bionda dal volto, gli Angeli Delle Arti erano molto curiosi e severi per i nomi. Soprattutto quando un Angelo dei Sacri Doni lo dava ad un figlio. Erastos chiuse gli occhi mosse la mano.

Erastos - Quando sono sceso su Astrea nel capo d'addestramento, ho visto al di là del confine, un immenso campo di girasoli. Quei stupendi fiori mi hanno fatto ricordare un poema che mia madre mi aveva letto da piccolo, su una fanciulla che si trasformò in quel fiore per essere notata dal suo amato.

Galene socchiuse gli occhi e sorrise, Electre la fissò con tenerezza, amava la voce della donna.

Galene - L'hai chiamata Clizia, vero? Come la fanciulla che si trova nell'opera di Pablio Ovido Nasoni.

Erastos - Sì.

L'Angelo delle Arti si toccò una guancia con aria sognante, amava le opere dei suoi antenati. Ciò che fece Erastos provocò in lei molta gioia. Enyalius sbuffò mentre si avvicinava al bordo del laghetto artificiale.

Enyalius - Bah! Quante smancerie!

Electre si sfiorò la fronte e si avvicinò all'Angelo Della Battaglia.

Electre - Un padre dedicherebbe il nome più bello per la propria figlia. Non essere così severo, Enyalius. Vedrai... l'amerai anche tu.

Hippokràtes rise e si sistemò i piccoli occhiali, poi fece un cenno ad Erastos e si avvicinò a Electre.

Hippokràtes - Non vedo l'ora di vederla. Anche se non sono d'accordo su ciò che hai fatto - rise.

I sette Angeli si avvicinarono a dei tappeti rossi posti accanto al lago, si sedettero e iniziarono la riunione sulla gestione della Dimensione Sirona.

Ma nella biblioteca degli Angeli, Varsos stava camminando nervosamente su e giù. L'uomo strinse un pugno mentre leggeva un libro con una copertina d'avorio. La sala ovale era colma di scaffali e manoscritti. Il Generale lanciò il libro sul pavimento viola e sospirò pesantemente.

Varsos - Nulla!

L'Angelo prese un altro libro sullo scaffale di legno e lo sfogliò. Varsos lesse velocemente, osservando le regole magiche e scientifiche della famiglia di Erastos.

Varsos - "...Seppur gli Angeli Del Tempo possono usare il dono della Chiave del Tempo, l'utilizzo di quell'antica magia potrà essere sfruttata per pochi minuti. Nessun Angelo del Tempo può tornare nel passato per ore o anni."

Varsos lanciò di nuovo il libro e si grattò il capo.

Varsos - Non si può. Anche se Erastos usasse quella magia non potrebbe tornare indietro nel tempo per secoli o millenni. A me servono secoli! - urlò - Maledizione!

L'Angelo si avvicinò ad un altro scafale e aprì un libro con la copertina verde. Un Angelo gracile che lo aveva visto da lontano si avvicinò osservandolo con onore. Il suo volto spigoloso e i capelli biondi assomigliavano perfettamente ad un antico prigioniero che Varsos aveva tutelato in un processo. Il Generale sentì i passi e si voltò, notandolo con freddezza.

Varsos - Comandante Basil. Come mai siete in questo luogo?

Basil si toccò il mento e socchiuse gli occhi neri. Il suo volto era colmo di rughe, le labbra sottili erano screpolate.

Basil - Vi stavo cercando, Generale Varsos. Ma vedo che siete impegnato.

Varsos - Non vi preoccupate. Volevate dirmi qualcosa?

Basil accennò un sorriso.

Basil - Da quando sono partito per il pianeta Terra non vi ho ringraziato abbastanza per ciò che avete fatto a mio figlio. Avete richiesto un processo e...

Varsos si guardò attorno per vedere che non ci fosse nessuno. L'Angelo lo indicò con un dito per la rabbia.

Varsos - ...e voi siete stato così stupido da liberarlo. Non avrei mai dovuto dirvi dove lo tenevano!

Basil chiuse gli occhi e posò le mani dietro alla schiena ricurva, osservò i libri e accennò un sorriso. Le orecchie a sventola erano coperte dai ciuffi biondi, il naso a patata era ricoperto di piccoli nei.

Basil - Sono gesti che è impossibile evitare.

Varsos - Lo immagino - sbuffò.

Il Comandate Basil guardò le pagine del libro e piegò la testa.

Basil - Ho sentito da alcuni Comandanti il vostro progetto. Non vorrei essere troppo sciocco, ma... forse vi servirà una mano in più.

Varsos lo guardò alzando un sopracciglio. Basil mosse le mani facendo scendere i lunghi capelli biondi su una spalla.

Basil - Nel pianeta Astrea, precisamente nel continente Aglaia, mio figlio sta progettando di comandare e gestire i Cacciatori Bianchi. Ormai quella gente è disposta a tutto. Sono certo che Tarasios sia disposto ad aiutarvi.

Varsos - Perché dovrebbe aiutarmi? Siamo stati noi a condannarlo.

Basil - Oh no... sono stati i vostri superiori a condannarlo, non voi. E poi... mio figlio ama le vendette.

Varsos deglutì e chiuse il libro.

Varsos - Dove posso trovarlo? Quel continente è un deserto caldo e arido.

Basil si guardò intorno e si avvicinò al Generale. La pelle olivastra era ricoperte da alcune cicatrici.

Basil - Tarasios viaggia con alcuni nomadi a nord di quel continente. Vi basterà seguire le carovane che si fermano nelle oasi durante la notte. Ditegli che vi mando io, lui capirà.

Varsos annuì e sorrise, il Comandante diede una pacca sulla spalla dell'Angelo e lo salutò.
Il Generale attese due giorni prima di recarsi nel pianeta Astrea. L'Angelo arrivò al campo d'addestramento sul continente Ebe e si fece spiegare le coordinate per il continente Aglaia. Dopodiché prese tutto ciò che gli serviva e partì di nascosto, volò per un paio di giorni, finché non trovò la misteriosa carovana. In quel luogo disabitato c'erano soltanto i nomadi che cercavano di commercializzare le pietre preziose del continente. Quando finalmente Varsos scoprì la carovana che portava l'Angelo traditore chiese ai nomadi di vederlo. Gli uomini accettarono e lo fecero accomodare in una carovana.

Tarasios e Varsos iniziarono una conversazione che avrebbe cambiato per sempre il loro destino.
I due si sedettero su dei minuscoli materassini e sorgeranno del tè, all'interno di quel mezzo c'erano pochi e indispensabili strumenti di sopravvivenza, come: delle coperte, pentole, un lettino, dei cassetti di legno e un piccolo baule. Tarasios si pulì la bocca con la mano e mugugnò.

Tarasios - Non credevo che quel vigliacco di mio padre vi avrebbe detto la mia posizione. Ma dopotutto non posso biasimarlo.

Varsos - Lo so. - Sospirò - Se ti stai chiedendo se...

Tarasios mostrò una mano e chiuse gli occhi, posò il bicchiere d'argilla su un piccolo tavolino.

Tarasios - Non mi sto chiedendo nulla. L'unica cosa è ringraziarvi. Siete stato voi ha proteggere la mia dignità verso quegli Angeli che mi hanno ripudiato - rise toccandosi la nuca con un dito - perché questa qui non va, "secondo loro".

Varsos - Ed è proprio il punto che vorrei discutere con te, Tarasios. So bene che i tuoi genitori sono degli Angeli puri e come abbiamo sempre saputo, i figli che nascono da questa relazione sono... pazzi.

Tarasios - Strani - rise - pazzi e particolari, amico mio.

Varsos agitò le mani e cercò il filo del discorso.

Varsos - Ma possiamo fermare questo difetto fisico e mentale. Tuo padre sa che molti Comandanti sono disposti a rinunciare ai Nefilim per ottenere l'immortalità.

Tarasios - Spiegatevi meglio.

Varsos annuì e spiegò ogni cosa all'Angelo traditore: Le sue parole toccarono le scelte di Erastos, la Chiave del Tempo, i libri che aveva trovato in biblioteca. Ogni singolo dettaglio, Tarasios si toccò il mento con le dita e mugugnò. Quando Varsos concluse il discorso incrociò le mani.

Tarasios - Il vostro progetto mi affascina molto, Varsos. L'unico punto a vostro sfavore e che il tempo usato da un Angelo del Tempo porterebbe un cambiamento per pochi minuti. - Posò una mano sulla spalla del Generale - Ma se invece di Erastos usaste la Meridiana Del Tempo? Con quella potrete gestire il tempo a vostro piacimento. Portando la soluzione ai nostri avi, evitando che molti Angeli come me subiscano questa tortura, ed io avrei la mia vendetta. - Digrignò i denti - Per anni sono stato sottomesso, deriso e ignorato. Ma se fosse possibile...

Varsos mostrò le mani per fermare il suo discorso.

Varsos - Aspetta. Non c'è modo che io possa arrivare alla Meridiana, quell'oggetto mi ucciderebbe all'istante se solo lo toccassi. In più solo un erede del Tempo può gestire quel potere - sospirò toccandosi le sopracciglia - dovrei usare un Angelo di quella famiglia o un suo discendente diretto.

Tarasios mosse la testa con superbia e fece un sorriso beffardo.

Tarasios - Credo che la risposta l'avete già sotto mano. E non parlo di Erastos.

Varsos guardò Tarasios e spalancò gli occhi, fece un sorriso maligno e si leccò i denti con la lingua.

Varsos - La piccola... la figlia di Erastos.

Tarasios - Esatto.

Il Generale si alzò dal suo posto e agitò le mani, ridendo ad ogni pausa.

Varsos - Se quella Nefilim crescesse e diventasse una donna matura, potrei sposarla. Potrei convincere suo padre a darmela come moglie e accedere alla Meridiana.

Tarasios - Potreste avere una marea di figli e gestire i doni della Chiave del Tempo.

Il Generale batté una sola volta le mani ed esultò.

Varsos - Esattamente. Lei può attivare la Meridiana e condurmi nel passato. Può portami dagli Antenati e cambiare il corso del tempo! Ma come posso fare? Erastos non mi permetterà mai di sfiorarla in sua presenza.

Tarasios si toccò il petto e agitò il capo, gongolando per la gioia.

Tarasios - La rapirò per voi e vi darò una mano per questo folle progetto. D'accordo?

L'Angelo traditore mostrò la mano e Varsos la strinse con gioia.

Varsos - Perfetto. Allora siamo in affari.

Tarasios - Sarà un onore servirvi e aiutarvi. 

I due Angeli si strinsero la mano e risero con gioia, mentre sistemarono il loro folle progetto.

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Avviso: Dedica fondamentale per la ricerca riguardo al nome dell'Angelo della Guarigione Mentale e Fisica. Chi studia medicina può ben capire la scelta. Comunque grazie Marty.

Dyonisia

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