Capitolo 41 - Ali Nere
Un silenzio placido sfiorò i campi del continente Ebe, il cielo era nero e carico di pioggia. Gli artigiani si preparano per la chiusura delle loro botteghe a causa dell'imminente temporale. Quando la pioggia si scagliò su quella terra sabbiosa e rocciosa, un uomo incappucciato stava pregando all'interno di un piccolo Tempio, posto vicino ad alcuni salici piangenti. L'uomo coperto da un mantello marrone accese una candela e la posò sul candelabro vicino ad una statua di un Angelo. Il Tempio aveva solo tre statue che raffiguravano tre diversi Angeli, il soffitto a volta a sesto acuto, era decorato con disegni d'oro e d'argento, mentre il pavimento era composto dalle mattonelle in avorio. La porta della struttura si aprì facendo entrare un altro incappucciato, l'uomo con il mantello nero aveva i capelli biondi e gli occhi blu, le labbra screpolate accennarono un sorriso, mentre il viso triangolare era illuminato dalle candele di quel luogo. L'uomo dagli occhi blu si tolse il cappuccio e si affiancò all'uomo che aveva posto la candela davanti alla statua dell'Angelo. L'uomo misterioso osservò il suo compare e sorrise, la sua voce roca parlò piano per non trapelare nessuna verità.
... - Dunque, la giovane è arrivata?
L'uomo dagli occhi blu sorrise e annuì, incrociò le braccia e alla fine si toccò il mento.
Tarasios – Come avete pianificato.
... - Perfetto. Continua il tuo lavoro, Tarasios. Senza escludere nessun dettaglio.
Tarasios – E riguardo a quel demone? Le mie fonti dicono che è arrivato all'accampamento degli Angeli. Non posso prendere la giovane se Electre la protegge.
... - Non ti preoccupare, tutto ciò che deve avvenire succederà. Appena usciranno dall'accampamento, sbarazzati di lui e di quel mezzo-demone.
Tarasios si guardò attorno socchiudendo gli occhi con malignità, rimise il cappuccio e cercò di allontanarsi.
... - Sai quello che devi fare, sai dove colpire. Ormai le carte sono state rivelate, ora va.
L'uomo misterioso rise piano e a mani giunte iniziò a pregare. Tarasios uscì dal Tempio e camminò in mezzo a quella zona desolata, l'Angelo spostò il mantello nero e si sistemò la tunica viola, aprì le ali e volò via.
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Da quell'incontro al Tempio passarono alcune settimane. Rubellius e Fulke erano stati collocati a qualche metro di distanza dalle tende degli Angeli, Electre aveva dato ai due uomini una piccola e comoda tenda viola. I due uomini passarono il loro tempo tra chiacchiere, allenamenti e scritture sui libri di Rubellius. Da quando Clizia si era allontanata dal demone, il suo animo si era incupito e molto spesso non riusciva a dormire per i pensieri che lo affliggevano.
Allo scadere del ventesimo giorno i due uomini cercarono di prepararsi, Fulke uscì dalla loro tenda e si pulì le mani con uno straccio, poiché aveva dato da mangiare a Tenebris. Il cavallo era stato riconsegnato al suo padrone immediatamente, grazie alla decisione di Electre. L'uomo con indosso una tunica verde fissò l'amico, si avvicinò al piccolo falò ormai spento e prendendo un legnetto, punzecchiò una coscia di Rubellius. Il demone rosso era disteso a pancia in su con le braccia allargate, i suoi occhi ametista fissarono il cielo azzurro. Il Demone Minore mugugnò, Fulke si inginocchiò accanto a lui e piegò di lato il capo, notando la tunica arancione dell'amico.
Fulke – Ehi. Quanto ancora vuoi rimanere così?
Rubellius – Finché non passerà una bella donna prosperosa.
Fulke – Pensavo che avessi messo la testa a posto dopo il bacio con Clizia.
Le sue mani si posarono sul addome, il demone arricciò le labbra e mugugnò fissando le nuvole.
Rubellius – Oh... io l'ho messa a posto, ma l'astinenza è una brutta bestia. – Sospirò - Sono passati venti giorni! Venti! Se non mi daranno Clizia – voce teatrale – morirò.
Fulke – Beh credo che quando ritornerà recupererai tutto il tempo perso.
Rubellius si morse le labbra e accennò un sorriso, i suoi occhi erano pieni di gioia.
Rubellius – Oh sì! Appena ce ne andremo, voglio nascondermi in un cespuglio e divertirmi con lei. Pressappoco come fece tuo padre con tua madre – rise.
Il demone rosso fissò l'amico che sistemava alcune pentole usate per la cena. Fulke lo guardò male e sospirò, i suoi occhi si posarono sui libri che Rubellius aveva usato per scrivere all'aperto.
Fulke – Non esagerare, Rubellius. Clizia non è come te. Rubarle la verginità non deve portarle nessun scompenso.
Rubellius – Certo, certo. Quando proverà questo assurdo piacere, non ne vorrà più farne a meno. E poi sono bravo con le vergini. – Guardò l'amico ridendo – Non le farò male, fidati. Sarò delicato come una piuma.
Fulke alzò gli occhi al cielo e capì ciò che il suo amico intendeva. Il demone rosso indicò con le dita i vari argomenti che voleva fare con Clizia.
Rubellius – In più ho un bel po' di cose da fare quando finiremo questo Patto. La vizierò così tanto che sarà una splendida peccatrice. Le costruirò un castello, poi le darò un esercito e sé vorrà, conquisteremo tutti i feudi su Callisto. La farò diventar famosa e maledettamente ricca.
Fulke – Lo sai che non sarà mai così con lei.
Rubellius – E chi te lo dice? Lasciamela per qualche anno e vedi come te la trasformo. E ovviamente trascorreremo le nostre notti a provocarci a vicenda, tra sussurri e urla di piacere – rise mordendosi un labbro – mi chiederà "Oh, Rubellius dai... divertiamoci, ancora e ancora. Oh sì."
Il viso colmo d'ironia coprì i pensieri del demone, Fulke rise piano osservando alcuni attrezzi vicino alla tenda. Si piegò per prendere una borsa e mosse una piccola borraccia.
Fulke – Allora mi dovrò aspettare un bell'esercito rosso fra qualche anno.
Rubellius – Esercito rosso?
Fulke – Oh dai, credi che con tutte quelle notti di piacere, Clizia non rimanga incinta di un bel diavoletto? – Lo indicò con un dito – A mio padre è bastata una giornata per concepirmi, quindi... - fece spallucce – chissà... forse avrai un bel mezzo-demone, un giorno – rise.
Rubellius chiuse gli occhi e sospirò, il suo voltò diventò serio per alcuni minuti.
Rubellius – Fulke, ti prego.
Fulke – Che c'è? Non l'ami? Non moriresti per lei?
Il demone posò le mani sul petto e stette in silenzio, aprì gli occhi e osservò il cielo.
Rubellius – Anche se è innamorata di me, è il mio corpo e il mio spirito a decidere se essere fertile o meno. E se la mia Essenza non fosse così presa da lei... non credo che potrei darle... un figlio.
Fulke – Rubellius ma non dire...
Rubellius – ...Fesserie?!
Il demone fissò l'amico con rabbia, Fulke socchiuse gli occhi e si sedette per terra, sistemando un pentolino rotto.
Rubellius – Lo sai che siamo sterili fino alla punta del naso e non c'è nessuna pergamena che ci dica "Oh guarda! L'ami tanto, unisciti pure, tanto vai sul sicuro ad aver un figlio."
Fulke – Beh... con Tulia ci sei riuscito.
Rubellius – Con Tulia ci sono riuscito perché non capivo che cosa significasse amare. Nepius è stato concepito per sbaglio e non sapevo nemmeno io come potesse essere possibile. Devi essere fortunato per aver un figlio e... - sospirò – ho paura che con Clizia non accadrà mai. Anche se... - abbassò lo sguardo parlando piano – a lei piacerebbe aver un figlio. Quando vedeva le sue cugine a palazzo sognava spesso di aver un bambino. Potrei darle di tutto, Fulke. Ma darle un bambino... quello non credo.
Il demone si grattò il capo e chiuse gli occhi, Fulke gli fece un sorriso e lo indicò con un pentolino.
Fulke – Se i miei calcoli sono esatti, credo proprio che succederà. Insomma... nemmeno mio padre capiva questo genere di cose, ma come vedi, sono qui.
Il demone rosso aprì gli occhi e alzò la voce, il suo volto era colmo di rabbia.
Rubellius – Ma se non accadesse? Se non rimanesse incita di me e mi odiasse? Non posso prometterle questo pegno e poi non sarei in grado – sbuffò – di fare il padre? A stento capisco le sottane delle prostitute, figuriamoci mettere un vestitino ad un moccioso.
Fulke – Che pessimista.
Il demone alzò la schiena e si mise seduto, posando le mani sulle ginocchia piegate. Fulke lo ascoltò guardando la figura misteriosa che si stava avvicinando dietro al suo amico.
Rubellius – Sì, sono pessimista! Vorrei veder te. E poi Clizia si stancherebbe di questa cosa.
Fulke alzò lo sguardo verso la figura misteriosa che era dietro al suo amico, fece un sorriso e la salutò. La figura si piegò in avanti e coprì con le morbide mani gli occhi del demone, Rubellius annusò l'indimenticabile profumo di vaniglia che la sua protetta metteva sempre dopo ogni bagno. Le labbra della fanciulla sussurrarono qualcosa mentre i suoi occhi color miele lo fissarono dolcemente.
Clizia – Di cosa mi stancherei, mio demone?
Rubellius prese i polsi della ragazza e la spostò mettendola in ginocchio davanti al suo corpo, la ragazza rise e accarezzò il volto del suo protettore.
Rubellius – Del tempo che dobbiamo recuperare in questi venti giorni.
Il demone rise e le fece il solletico, la ragazza rise con foga e chiuse gli occhi. Quando i due si calmarono, Rubellius la fece sedere sulle sue ginocchia, sfiorando con le dita i suoi lunghi capelli ondulati. La giovane posò un braccio sulle sue spalle e all'ultimo guardò Fulke, salutandolo con tenerezza.
Cliza – Ciao Fulke. È andato tutto bene qui?
Rubellius posò un braccio sulle ginocchia della giovane e strusciò il naso sul suo collo. Fulke la salutò con un cenno della mano e sorrise.
Fulke – Sì. Tutto bene. A parte le crisi isteriche del tuo compagno – rise.
Rubellius guardò l'amico e alzò un sopracciglio, la giovane socchiuse gli occhi e fissò il demone. Clizia indossava un lungo abito di seta color perlato, mentre i piccoli ricami sul tessuto erano di un rosa chiaro. Sul capo della ragazza c'era un piccolo diadema che assomigliava a quello di Fulvio, il marito di Electre. Le labbra carnose di Clizia erano dipinte di rosso e attorno al collo aveva la sua splendida collana. La chiave di bronzo con la piccola pietra blu splendeva grazie ai raggi del sole. Il Demone Minore guardò la fanciulla e notò il corpetto aderente, il demone avvicinò le sue labbra a quelle di Clizia e le diede un bacio. La ragazza chiuse gli occhi, Rubellius accennò un sorriso soddisfatto quando le morse un labbro, poi si staccò a qualche millimetro dalla sua bocca.
Rubellius – Sei tornata da me – sussurrò.
La giovane lo guardò e gli accarezzò il viso, i capelli castani erano più lunghi e morbidi. Rubellius sembrava incantato da quella semplice bellezza che non aveva nulla di volgare.
Clizia – Sì.
La ragazza sorrise e strofinò il naso sul suo, Fulke tossì cercando la loro attenzione. Rubellius mostrò l'indice all'amico per dirgli di aspettare, il mezzo-demone guardò la schiena di Clizia e capì che i due si stavano baciando di nuovo.
Fulke – Scusatemi se vi interrompo...
Il mezzo-demone cercò di attirare la loro attenzione, poiché tre figure Angeliche si stavano avvicinando a Clizia e Rubellius. Quando i tre Angeli si fermarono dietro ai due amanti, Electre incrociò le braccia con severità, accanto a lei c'era un Angelo femminile e uno maschile. Fulke deglutì e tossì per attirare la loro attenzione, Rubellius si staccò dalle labbra di Clizia e imprecò.
Rubellius – Che c'è?!
Fulke indicò con un dito i tre Angeli che erano alle loro spalle, Clizia abbassò lo sguardo quando capì che c'era Electre. La giovane era stata accompagnata dai tre Angeli, ma per andar dal suo protettore aveva camminato con passo spedito, lasciandoli indietro. Rubellius si voltò dando le spalle agli Angeli, fece un sorriso e si grattò il mento.
Rubellius – Oh ma guarda chi abbiamo. L'Angelo della Sapienza, L'Angelo dell'Invenzioni e L'Angelo delle Arti – rise piano.
L'Angelo maschile sospirò guardando con disgusto Rubellius, i suoi capelli crespi avevano dei ciuffi azzurri. Il volto ossuto esprimeva disgusto e serietà, il fisico alto e longilineo era coperto da una tunica viola e sulla vita aveva una cintura in pelle. La voce nasale dell'uomo rimproverò il demone e i suoi occhi turchesi lo fissarono con rabbia.
Macaone – Che comportamento inaudito! E voi pensate di fidarvi di uno come lui? Erastos è stato uno sciocco a fidarsi di questo demone.
Clizia strinse i pugni e guardò l'Angelo dell'Invenzione, la donna con i capelli biondi che era accanto a Electre sospirò, il volto tondo rispecchiava gentilezza e dolcezza, gli occhi blu erano grandi mentre il piccolo naso aveva un minuscolo diamantino. La tunica verde era ampia come quella di Electre. Sui polsi aveva vari bracciali e le labbra a cuore erano dipinte di viola.
Galene – Macaone sappiamo quello che ha fatto Erastos, non serve insultarlo davanti alla giovane. Non sarebbe onorevole da parte sua.
Clizia si staccò da Rubellius e si alzò immediatamente, posando le mani sull'addome e abbassando i capo con rispetto. Il demone non capì quello strano atteggiamento e alla fine si voltò, notando i tre Angeli. Electre guardò con severità Clizia, era decisamente arrabbiata.
Electre – Ti ho concesso il mio sapere Clizia, ma non ti ho concesso di cadere nelle braccia di un Demone Minore. Sai le leggi e le conseguenze.
La giovane si morse un labbro e annuì, le sue guance erano rosse per la vergogna. Il demone guardò l'amico e all'ultimo Electre.
Rubellius – Se hai qualche problema, dillo a me. Sinceramente mi date i nervi quando fate i presuntuosi.
I tre Angeli si guardarono, Electre si avvicinò e indicò i suoi compagni con la mano.
Electre – Oh no, non abbiamo nessun problema. Anzi... poco fa stavo parlando con i miei compagni di un piccolo aiuto che potrebbe risolvere tutti i nostri problemi.
Fulke e Rubellius si osservarono per un secondo, poi posarono i loro occhi sulla donna con i capelli biondi che era pronta per parlare.
Galene – Abbiamo ricevuto una splendida notizia. Come sapete il castello della Regina Clizia è stato distrutto.
Macaone – Distrutto, fatto a pezzi. Cielo! – Alzò gli occhi al cielo – Gli umani sono degli incompetenti quando cercano d'inventare cose che non sono in grado di fare.
Le due donne guardarono l'Angelo maschile e sospirarono, lui si zittì mettendo le mani sui fianchi.
Electre – Dunque come stavo dicendo... il mio fedele amico Macaone si è proposto di ricostruire il castello della Roccia. Portando delle nuove modifiche, il Generale Varsos vorrebbe stabilire lì la sua nuova dimora.
Fulke si grattò il capo e guardò l'amico.
Fulke – Perché?
Electre – Perché gli abbiamo raccontato le varie vicende in questi giorni e pensiamo che sia compito suo proteggere e tutelare Clizia, finché le cose non si sistemeranno.
Rubellius – Se il Generale Varsos è un Angelo, come farà a nascondere agli umani il suo segreto? E poi non capisco perché c'è bisogno di un altro Angelo!
Clizia sussurrò qualcosa a Rubellius, cercando di calmarlo.
Clizia – Rubellius... aspetta... lasciali finir il discorso.
Electre sospirò osservando la fanciulla.
Electre – Il Generale Varsos era il migliore amico e combattente che Erastos possedeva. È un Angelo che ha sofferto molto per la perdita di Erastos, crediamo che sia onorevole il suo pensiero di proteggere Clizia da Tarasios. In più direbbe al popolo di Callisto di essere un nobile umano.
La donna dai folti capelli biondi fissò i suoi compagni e sorrise.
Galene – Domani vi daremo tutto il necessario per il vostro viaggio.
Rubellius si alzò di prepotenza e guardò i tre Angeli con ira.
Rubellius – Viaggio?! Viaggio?! Pensavamo di attendere qui, l'arrivo di quel maledetto!
Galene – Avete pensato male, Demone Minore. La giovane deve essere condotta da un Angelo, ne va per il bene della sua famiglia e della nostra identità.
Rubellius strinse i pugni e osservò Clizia, ella ricambiò il suo sguardo truce e rimase in silenzio. Electre fece un piccolo sorriso e si allontanò con i suoi compagni, salutandoli. Clizia rimase con i compagni, Rubellius deglutì un po' di saliva e la guardò con delusione.
Rubellius – Che ti è successo? Perché non hai risposto ai quei tre piumati?
La giovane chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo, Rubellius si avvicinò e la strattonò leggermente prendendola per le braccia. I suoi occhi erano pieni di tristezza e paura per ciò che stava pensando.
Rubellius – Non dirmi che ti hanno convinta di... sottometterti alle loro leggi! Ti prego, Clizia! Ti scongiuro! Non puoi credere alle loro parole!
La fanciulla lo guardò e si staccò, indietreggiando qualche passo.
Clizia – Lo fanno per il mio bene, Rubellius. Ora scusami... ma devo andare, Electre ha detto che deve insegnarmi alcune cose. A domani...
La ragazza si spostò di lato, camminando verso le tende degli Angeli. Rubellius la guardò da lontano e rimase esterrefatto, Fulke si alzò e si avvicinò all'amico.
Avviso: Per iniziare bene la terza parte, ecco a voi una piccola FanArt :3 BUONA LETTURA.
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