Capitolo 33 - Il Mezzo-Demone e il Puro Demone
PRIMA PARTE Del Capitolo
La notte era silenziosa all'interno dell'ostello, Fulke chiuse la porta dietro di sé della sua stanza e con gli occhi chiusi sorrise.
Fulke - Quei due prima o poi finiranno a letto.
La sua mano destra stringeva la cintura dei foderi delle sue asce, mentre nella mano sinistra aveva una sacca colma di vestiti che Idis aveva preparato per lui. L'uomo posò la sacca e le armi su un piccolo tavolino e con tutta la calma del mondo si svestì per indossare una tunica da notte.
Fulke osservò la stanza e si grattò il capo, non era abituato a questo ambiente e alle strane avventure che aveva vissuto in questi giorni. L'uomo si distese sul letto e prese il suo fedele borsellino, estraendo un altro legnetto e il suo coltellino. Le sue mani mossero con precisione il coltellino per creare un altro animale, il tatuaggio blu che aveva sul braccio destro era più intenso e vivace che mai. Quella macchia bluastra che somigliava ad un graffio era cresciuta con lui, diventando di un giallo intenso quando il mezzo-demone si arrabbiava per un valido motivo. Sulla sua schiena c'erano altre macchie blu che prendevano lo stesso colore quando provava un sentimento forte e deciso. Idis si meravigliava ogni volta quando quelle macchie cambiavano colore, e sapeva che non era normale questo fatto.
Il coltellino continuò la sua opera mentre un ricordo lontano sfiorò la sua mente. Ricordò precisamente il primo incontro che fece con il demone rosso.
----
Fulke era cresciuto grazie alla pazienza di sua nonna Dasha e di suo nonno Götz. Quando Rubellius lo guarì dalla malattia ai polmoni non si presentò per un paio di anni. La vita del giovane trascorreva tra giochi, esplorazioni e lezioni di caccia che suo nonno Götz gli insegnava. Un giorno Fulke e gli altri ragazzini dell'età di dieci anni giocavano ad un torrente. Quella striscia d'acqua era immersa nel verde della Foresta Nera e solo qualche animaletto osservava i giochi dei piccoli. Fulke stava pescando con il suo migliore amico Darius, il fratello più grande di Idis. Il bambino che aveva tra le mani la canna da pesca tirò la lenza, prendendo con enorme stupore un pesce. Darius gli fece i complimenti e rise.
Darius - Grande Fulke!
I due ragazzini posarono il pesce sul terreno erboso e lo esaminarono. Fulke sistemò l'amo e tentò la sorte di nuovo, tutti i bambini erano a petto nudo e indossavano soltanto dei pantaloncini marroni. I due bambini finirono i commenti quando un gruppetto della loro età si avvicinò, uno di loro prese il pesce e lo mosse. Darius si alzò e cercò di prendere il pesce che Fulke aveva preso. Il gruppetto rise mentre il loro capo spadroneggiò con orgoglio il suo trofeo.
Ebbo - Ma guada che bel pesce che ci ha trovato Fulke! Sarà un ottimo pasto per stasera.
Darius - Quello non è tuo, Ebbo! Ridaccelo!
Il ragazzino con i capelli corti e il viso ovale giocherellò con il pesce, Darius cercò di riaverlo ma i compagni di Ebbo lo spinsero. Fulke si alzò in piedi e si avvinò per prendere il pesce.
Fulke - Finiscila di fare lo stupido, Ebbo! Quel pesce l'ho pescato io! Va a rompere le scatole da un'altra parte!
Ebbo rise e spinse Fulke a sua volta, dando il pesce ad un suo amico. Fulke cadde sul terreno erboso e strinse i pugni, Darius gli diede una mano mentre Ebbo lo schernì.
Ebbo - Avete sentito ragazzi?! Il bastardo indemoniato mi vuole minacciare. Oh, forse sua madre ha bisogno d'insegnargli le buone maniere.
Fulke strinse i pugni e digrignò i denti, Darius urlò contro Ebbo per difendere il suo amico.
Darius - Finiscila, Ebbo!
Il bambino con i capelli biondi si voltò guardando i suoi nemici e fece una finta risata.
Ebbo - Oh ma è vero, la mamma non ce l'ha!
Darius tentò di fermare Fulke, ma egli si lanciò scagliandosi contro Ebbo. Gli occhi del piccolo cambiarono colore, diventando gialli come quella di un rettile.
Darius - Fulke, no! Fermo!
Gli altri ragazzini osservarono la scena, mentre Fulke tentò di affogare Ebbo nell'acqua. Gli amici di Ebbo intervennero e separarono i due. I compagni del bambino biondo attaccarono Fulke e lo picchiarono, dandogli calci, pugni e facendolo cadere nell'acqua gelida del torrente. Darius cercò di difenderlo, ma uno di loro lo bloccò allontanandolo. Quando i bulletti finirono la loro opera, Fulke cercò d'alzarsi ma Ebbo gli diede un calcio nelle parti intime facendolo cadere di nuovo nell'acqua. Fulke si piegò per il dolore, le sue mani erano piene di grafi e lesioni a causa delle pietre che erano poste nel fondale del torrente. Ebbo si avvicinò e gli sputò sul viso, ridendo e prendendolo in giro per ciò che era.
Ebbo - Sei solo un bastardo e bastardo rimarrai, stupido mezzo-demone!
Ebbo rise e si allontanò con i suoi amici, Darius rimase lì con Fulke mentre gli altri bambini si allontanarono per la paura. Tutto il villaggio sapeva la natura di Fulke e sapevano chi erano i suoi genitori.
Darius - Fulke è tutto...
Fulke cercò di alzarsi e con molta debolezza si inginocchiò, fissando l'acqua che scorreva sulle sue ginocchia. Un vento fievole sfiorò gli alberi intorno al torrente, gli uccelli continuarono il loro canto.
Fulke - Darius, lasciamo stare.
Darius - Ascolta se è per il pesce possiamo prenderne un altro. Ebbo è uno stronzo come suo nonno, ma...
Fulke mosse la testa per negare la proposta dell'amico, lo guardò dandogli le spalle.
Fulke - No tranquillo. Lasciamo stare e poi li hai sentiti? Le cose non potranno mai cambiare.
Il ragazzino sospirò mentre Darius cercò di avvicinarsi, prese la canna da pesca dell'amico e guardò Fulke.
Fulke - Meglio che vai, io... arrivo tra cinque minuti.
Darius lo guardò con dispiacere, erano cresciuti insieme ed era uno dei pochi ad aver fatto amicizia con lui. Il bambino con i capelli neri sapeva che l'unico modo per far calmare Fulke, era lasciarlo solo. Darius annuì e dando una pacca sulla spalla di Fulke si allontanò. Il mezzo-demone fissò l'acqua, posò le mani sulle ginocchia e abbassò il capo per la tristezza. Strinse i pugni e si morse le labbra per l'ira, un urlo uscì dalla sua bocca mentre diede delle sberle sulla superficie dell'acqua. Il ragazzino si prese la testa con le mani e piegò la schiena in avanti, tremando come un pulcino.
Fulke - Sono un mostro e lo sarò per il resto della mia vita!
Il bambino si pulì le guance tonde con la mano sporca di fango, un frusciò lo distrasse. Il piccolo si alzò e si guardò intorno, fece qualche passo per tornare al villaggio. Quando passò per la riva sassosa, notò una corda legata ad un ramo di una betulla. Il bambino si avvicinò all'albero e notò meglio l'oggetto che era legato, era un coltellino. Le sue mani sfiorarono il manico e le sue orecchie percepirono una fresca risata verso la cima di quell'albero.
Rubellius - Se vuoi è tuo. Ti piace? Tua nonna Dasha mi ha detto che ami i coltelli.
Fulke cadde all'indietro sbattendo il culo sul terreno erboso, guardò la cima di quell'albero doveva era legata la corda e deglutì quando fissò la creatura.
Il sorriso inquietante della creatura mostrò i piccoli denti appuntiti, gli occhi viola osservarono il bambino, mentre il lungo mantello squamato come la pelle di un drago, scivolava sul poderoso ramo. I capelli lunghi e rossi sfiorarono le ginocchia piegate, mentre il demone era appollaiato su un ramo di quell'albero. Fulke notò le lunghe corna bluastre e capì all'ultimo che era un demone, uno di quegli esseri che sua nonna Dasha gli raccontava prima di andar a dormire.
Rubellius - Allora ti piace sì o no? Guarda che per me è difficile regalare oggetti alle persone. Allora?!
Il piccolo lo guardò e si alzò lentamente, si avvicinò al tronco dell'albero e slegò la corda prendendo il coltellino.
Fulke - G-grazie.
Il demone rise socchiudendo gli occhi, si grattò il volto e alla fine scese dal ramo con un salto. Il ragazzino sobbalzò per il timore, il demone si affiancò e guardò il ruscello. Incrociò le braccia e mostrò la mano nera al piccolo come a presentarsi, gli artigli stranamente erano corti.
Rubellius - Ti ho visto quando eri molto piccolo, Fulke. Piacere, sono Rubellius.
Fulke fissò la mano e mugugnò, Rubellius piegò di lato la testa.
Rubellius - Beh, hai paura? Mica che ti mangio.
Fulke l'osservò con sospetto ma alla fine cedette, stringendogli la mano. Rubellius la strinse e piegò in avanti il busto, osservando gli occhi del piccolo che erano ancora gialli.
Rubellius - Vedo che Bardus ti ha lasciato qualcosa. Oltre che quell'ammasso di capelli castani di tua madre Alita.
Fulke spalancò gli occhi con curiosità, mentre Rubellius staccò la presa.
Fulke - Tu conoscevi mio padre?
Rubellius annuì osservando l'acqua, fece un salto e si appollaiò su una roccia bianca che era immersa nel torrente. Il demone si sfiorò i lunghi capelli rossi e aprì le ali per piegarle leggermente. Fulke si avvicinò stando sulla riva.
Rubellius - Tipo al quanto burbero e irritante, per non dire violento e folle. Forse per questo tua nonna Dasha ce l'aveva con lui quando tuo padre frequentava tua madre. Che ci avrà trovato in un umana, bah!
Fulke - T-tu conosci mia nonna, quindi sai di me? Come sei arrivato qui?
Il ragazzino si voltò più e più volte, cercando di capire come mai il demone non l'aveva visto né sentito prima.
Rubellius fissò il torrente dando le spalle al piccolo, guardò la sua mano destra e allungò i poderosi e affilati artigli. I pesci vicino alla roccia nuotavano con tranquillità, e fu in un secondo che il demone ne pescò uno, trafiggendolo con i suoi artigli. La creatura si voltò verso il ragazzino e tolse la testa al pesce, uccidendolo.
Rubellius - Io ti conosco da quando sono stato invocato per curare la tua malattia ai polmoni. Ho risparmiato tuo nonno dal mio Patto per salvare te, soltanto perché eri il figlio di quel pazzoide. - Sospirò - Sono arrivato qui volando, volevo trascorrere un po' di tempo qui al villaggio, divertendomi un po'. Ma quando sono arrivato ho visto la tua patetica scena - imitò la voce di un bambino - "Sono brutto, orrendo, sono un mezzo-demone che frigna".
La sua espressione prese in giro il ragazzino e con un morso poderoso addentò il pesce, masticando la carne cruda. Fulke socchiuse gli occhi e sospirò.
Fulke - Beh è la verità.
Rubellius deglutì il pezzo di carne e si pulì la bocca con il braccio.
Rubellius - E per questo frigni? Insomma! Sei il figlio di Bardus, lui non si metteva a frignare come una donnetta. Speravo che tuo padre ti lasciasse qualcosa di utile, come il suo pessimo carattere, ma comunque - sorrise mostrando i denti - volevo conoscerti e volevo chiederti una cosa.
Fulke lo guardò stando attento alle varie domande.
Rubellius - Ti piacerebbe essere il più forte? Così che il tuo villaggio ti rispetti per quello che sei? Ho visto come hai reagito - rise - ti sei lanciato come un orso contro quell'idiota. Ti piacerebbe sfruttare le tue doti?
Fulke - Perché lo vuoi fare?
Rubellius diede un altro morso e alla fine gettò la carcassa nell'acqua, si pulì la bocca e socchiuse gli occhi. Fulke incrociò le braccia tendendo la guardia ben alta.
Rubellius - Tuo padre era un ottimo demone guerriero. È stato il mio mentore per un bel po' di secoli e diciamo... vorrei ricambiare il favore.
Fulke - Se io accettassi, mi racconterai di lui? Le cose che so, sono poche.
Rubellius - Dipende se avrò voglia e tempo, ragazzino. A proposito, hai ancora le asce che ti diede prima di morire?
Fulke annuì grattandosi il capo per l'ansia.
Fulke - Sì. Ma mia nonna Dasha non me le fa toccare. Dice che sono maligne.
Rubellius - Tua nonna Dasha dovrebbe fumare meno erbe che si procura nella Foresta Nera. - Sbuffò - Sono armi demoniache è ovvio che siano maligne se toccate da qualcuno che non sia il loro padrone, ma essendo tu suo figlio... beh... tentar non nuoce o al massimo di maligno ti porterà molta sfortuna - rise sotto i baffi.
Il demone rosso saltò di nuovo sul terreno erboso e chiuse le ali, unendole e facendole prendere la forma del solito mantello nero.
Rubellius - Inizieremo domani, va bene?
Rubellius camminò per andare verso il villaggio. Fulke cercò di seguirlo e sorrise, aveva un bel po' di domande da fargli.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top