Capitolo 17 - Il Passato del Patto
Rubellius chiuse gli occhi mentre cercava di ricordare l'origine del suo Patto. Vent'anni fa la situazione era diversa.
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Il demone che aveva stretto la mano di quell'Angelo fissò le guance rosee della neonata, la bambina rideva mentre si ciucciava un pugnetto. Il Demone Minore schioccò le dita e fece comparire nelle sue mani una lunga pergamena bluastra, controllò i vari nomi scritti su quel foglio e sorrise quando trovò il nome di Erastos. La pergamena era talmente lunga che un pezzo di essa coprì il piccolo busto di Clizia.
Rubellius - Ottimo, direi che è la mia giornata fortunata.
Il demone guardò la piccola e sentì la sua risata, il suo sguardo era truce verso quelle goffe manine.
Rubellius - Ehi! Lascia stare la mia pergamena! Non è adatta a una mocciosa come te.
Rubellius l'arrotolò e schioccò di nuovo le dita, facendo scomparire il foglio. Il demone si inginocchiò e osservò la bambina, il suo aspetto era veramente terrificante. Il mantello squamato, come la pelle di un drago, copriva il suo corpo atletico, le lunghe corna erano ben evidenti e i capelli rossi arrivavano al suo bacino.
Rubellius - Mi domando il motivo per cui Erastos abbia scambiato la sua Essenza per una tipa come te. Comunque... lui ha detto che devo essere il tuo protettore, giusto?
La piccola agitò le manine sbadigliando per la stanchezza, Rubellius socchiuse gli occhi mentre rifletteva.
Rubellius - Allora sarà meglio portarti da tua madre. M'inventerò una scusa... che ne so... potrò dire che Erastos voleva proteggerti da un rapitore. Ed io... il tuo prode salvatore - voce teatrale - ti ha salvata, insieme a lui. Sì, abboccheranno.
Il demone rise e prese con dolcezza la bambina.
Rubellius - Ho bisogno di un cavallo, se ti porto volando mi scopriranno. Dovrebbe esserci un villaggio in queste zone.
La piccola prese i capelli lunghi rossi del demone e li mosse, era felice tra le sue braccia. La fisionomia del demone stava mutando diventando quella di un umano, era una pratica molto utile ma parecchio faticosa.
Dopo qualche ora si presentò ad un villaggio, i contadini erano veramente pochi e solo un vecchio fattore possedeva alcuni animali. Quando Rubellius arrivò alla fattoria chiese al proprietario se possedeva un cavallo. Lui gli rispose che l'unico cavallo che aveva era un stallone completamente nero, ma molto malandato. Il demone volle vederlo nella piccola stalla e il fattore lo accontentò.
L'uomo aprì il box della stalla e avvertì il demone, la bestia era in un angolo mentre mangiava un po' di fieno. Il cavallo era veramente magro e malnutrito, il suo odore era di sterco e fieno.
Sandro - Faccia attenzione signore, questa bestia potrebbe passarle qualche malattia.
Rubellius accennò un finto sorriso e si avvicinò, il fattore uscì dalla stalla e rise per l'ottimo affare che aveva compiuto.
Rubellius - Sì può sempre aggiustare con un po' di Magia Nera, giusto mocciosetta?
Il Demone Minore l'appoggiò su una palla di fieno e la coprì, mentre lei rideva facendo dei dolci vocalizzi. Quando ebbe finito si avvicinò al cavallo, la bestia gli dava le spalle e sbuffò, non sembrava ribellarsi. Il giovane demone guardò la sua schiena colma di cicatrici.
Rubellius - Scommetto che quel pazzo ti ha torturato a sangue. Come ti chiami?
Il cavallo nitrì e fissò il demone, si diceva che le creature oscure potessero sentire il nome di alcuni animali.
Rubellius - Caspita, ti chiami Buio? Non mi piace, posso chiamarti Tenebris?
La bestia si voltò lentamente e osservò il demone, le mosche lo stavano divorando e il suo aspetto era sporco di fango. Rubellius si avvicinò lentamente, sfiorando il muso magro dell'animale.
Rubellius - Questi umani sono veramente strani. Comunque è il tuo giorno fortunato, mio buon Tenebris.
Il cavallo lo guardò con curiosità, Rubellius prese da un gancio di ferro una forbice, strinse una lama e si ferì, facendo uscire un po' di sangue.
Rubellius - Vedrai non sarà doloroso. Ti permetterà di essere il più forte di tutti i cavalli. Ovviamente ti legherà emotivamente a me, ma diciamoci la verità, sarà utile e divertente.
La bestia lo fissò ancora mentre Rubellius prese un po' di fieno per tingerlo nel suo sangue, poi si avvicinò facendoglielo mangiare. Il destriero lo divorò lentamente e sbuffò per il sapore.
Rubellius - Vedrai... sarai forte come un tuono. Ma ci vorrà un po' di tempo.
Il cavallo nitrì e sentì nelle sue vene quella stessa energia che sfiorava il demone. Rubellius prese tutto il necessario per prepararlo e solo alla fine riprese la piccola.
Il fattore rimase di stucco quando il suo stesso cavallo era già in ottima forma, Rubellius pagò tutto ciò che poteva servigli e partì, muovendo con maestria il nuovo Tenebris.
Quando il Demone Minore arrivò al castello Della Roccia, mostrò la piccola alle guardie, le quali lo scortarono all'interno del palazzo. Le guardie reali non avevano dubbi sull'identità della Principessa, poiché sulla sua copertina c'era il simbolo reale. Rubellius varcò la sala del trono e trovò con enorme stupore i regnanti, era meravigliato dalla stupenda struttura. Il giovane notò i due sovrani e fece un inchino, mostrando la piccola tra le braccia.
I Signori Della Roccia sapevano perfettamente che la loro unica figlia era stata rapita da un uomo, ma non sapevano che fine avesse fatto.
La Regina guardò sua figlia e si alzò improvvisamente dal trono, i suoi occhi erano colmi di lacrime. Corse verso la sua figlioletta e l'accarezzò, ignorando completamente il demone.
Arabella - Clizia! Oh cielo!
Il demone diede la piccola alla madre e sorrise, spiegando la sua versione dei fatti. I due sovrani lo ascoltarono con felicità, ma Arabella lo teneva ben lontano dalle mani di sua figlia.
Rubellius - Miei Signori questo è quanto. Un pazzo ha tentato di rapire vostra figlia per qualche denaro in più. Ho stretto una sorta di Patto per riavere la Principessina.
Gregorio si sfiorò la barba osservando l'uomo dai capelli rossi, Arabella era in silenzio.
Gregorio - Un Patto?
Rubellius - Un uomo, forse un vecchio compare del rapitore, mi ha chiesto qualche soldo in cambio di proteggerla da ogni male.
Arabella coccolò la piccola e parlò delicatamente.
Arabella - Già. Forse è stato un collaboratore del rapitore, il quale si è pentito del gesto e vi ha chiamato. - Guardò Rubellius - Vedete... due giorni fa Clizia è stata rapita da qualcuno e forse quell'uomo l'ha presa con se per proteggerla.
Gregorio - Può essere. Ma se avete salvato mia figlia certamente vorrete una ricompensa, giusto?
Rubellius - Maestà se posso permettermi... l'uomo che l'ha tenuta in braccio ha detto che si fidava di me. Io onoro sempre gli ultimi desideri degli uomini pentiti. La mia ricompensa è una sola, voglio essere il Consigliere di vostra figlia. Non voglio denaro o altre ricchezze.
Gregorio chiuse gli occhi annuì con freddezza, anche se aveva qualche dubbio nella sua mente. L'uomo non diede peso a quella strana richiesta e confermò ciò che voleva Rubellius.
Gregorio - Va bene. Starete nella mia corte finché Clizia non diventerà Regina. Sarete il suo Consigliere un giorno. Ora scusatemi... ma devo andare, devo dar al regno la lieta notizia.
Il Re si alzò dal trono, mostrando il suo elegante abito in porpora. Gregorio aveva un lungo mantello blu. Era un uomo prestante e orgoglioso, ma decisamente freddo verso la figlia e la moglie.
Quando se ne andò Arabella diede la piccola alla sua fedele balia, la donna portò la Principessina nelle sue stanze, coccolandola tra giochi e carezze. La Regina rimase sola con Rubellius, non si fidava di lui.
La donna indossava un abito lungo con delle piccole stampe in oro e argento, i capelli biondi erano legati da una lunga treccia e i suoi occhi color miele erano grandi e ben truccati. La voce era energica.
Arabella - Dunque avete portato mia figlia qui a palazzo?
Rubellius - Certamente.
Arabella - So bene cosa nascondete e chi vi ha chiamato. So chi siete, Rubellius.
Rubellius - Ah sì?
Arabella - Sì. Due giorni fa mia figlia fu rapita da un uomo che non conosco, ma è stata ripresa da...
Rubellius - ...Erastos. Giusto?
Arabella abbassò il capo osservando il pavimento, posò le mani giunte sull'addome e annuì.
Arabella - Sì. È morto?
Rubellius mise le mani dietro alla schiena e annuì.
Rubellius - Fa parte dell'accordo, una vita per un'altra. La sua Essenza per la Principessina.
La Regina si voltò dando le spalle al demone, i due erano soli a chiacchierare sulla verità.
Arabella - Mi aveva promesso di recuperare mia figlia dal rapitore. Ma...
La bocca rossa della sovrana era semi aperta, non riuscì a scandire le parole che tanto temeva.
Arabella - Lui... aveva detto che l'unica occasione per salvare Clizia era chiamarvi. Aveva detto che se non riusciva a fermar quell'uomo... avrebbe creato un Patto con voi.
Rubellius - E così è stato. Chi l'ha conciato così è veramente bravo. Gli ha strappato le ali. - Sospirò - Un Angelo senza ali è un Angelo morto. Ora! Non voglio dilungarmi molto, ma vorrei godere del mio compito.
La donna alzò il mento e sospirò, non sopportava un simile affronto.
Arabella - Avrete tutto ciò che desiderate. I miei servitori vi condurranno nelle vostre nuove stanze. Ma devo chiedervi di non dir nulla a Clizia su Erastos.
Rubellius fece una riverenza e sorrise, la Regina chiamò un suo servitore per farlo accompagnare nella sua nuova camera.
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Quando il demone finì il racconto lasciò con se il silenzio. I due viaggiatori erano l'uno di fianco all'altro, la giovane si mangiucchiò le unghie a causa dell'ansia.
Clizia - Insomma... qualcuno mi ha rapita ed Erastos mi ha difesa. Dopodiché ti ha chiamato.
Rubellius - Sì. Non so dirti chi sia quest'uomo, ma credo che sia lo stesso che ora ci sta dando la caccia.
La giovane lo guardò con intensità, sapeva che quell'uomo voleva la testa del suo protettore e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per ucciderlo. Rubellius ricambiò lo sguardo frastornato della ragazza e sospirò, prese un rametto e punzecchiò la legna bruciata.
Clizia - Da ciò che sembra... vuole aver me viva e te morto.
Rubellius - Beh detto tra noi non sarebbe il primo a volermi morto. I Cacciatori Bianchi sono i primi a dar la caccia ai demoni.
Clizia - Cacciatori Bianchi?
Rubellius - Sì. Mercenari o umani tanto folli da rinunciare alla loro sanità mentale per denaro. Si riconoscono dal marchio che hanno sui guanti. Ambiscono alla preda - socchiuse gli occhi - più il demone è pericoloso, più il valore della vendita è alta.
Clizia fissò il rametto di legno come a cercare una soluzione, Rubellius non sembrava voler passare su quell'argomento.
Clizia - Tu... quanto vali?
Il demone fissò le fiamme, le braci scoppiettarono con vivacità. Il fuoco illuminava quella piccola zona con dolcezza.
Rubellius - Credo... quarantamila monete d'oro. A seconda dei crimini che ho commesso in passato e in base all'età.
La giovane posò le mani dietro alla schiena e socchiuse gli occhi, il suo viso si era incupito. Il demone se ne accorse e restò qualche secondo a guardarla.
Rubellius - A cosa stai pensando?
Clizia - Stavo riflettendo.
Il demone mugugnò e guardò il suo cavallo nero, spezzò il rametto e sorrise.
Rubellius - Scommetto che stavi pensando a quel bel giovane Sacerdote Benedetto. Quello che hai visto al Monastero, mentre usciva dal Tempio.
Clizia lo scrutò e posò una mano sulla spalla destra del demone, la giovane lo spinse di lato.
Rubellius - "Oh buon uomo. Sono Clizia, sono follemente innamorata di voi. Ma... mi sorge un dubbio!"
Clizia - Smettila! Non è vero!
Il demone osservò le sue guance rosse e continuò a imitare la sua voce.
Rubellius - "Sarete ancora puro e casto?! Vorrei scoprirlo nella vostra stanza. Vi prego Vostra Grazia, mostratemi il vostro dono" - rise chiudendo gli occhi.
Clizia strinse i pugni e sbuffò spingendolo con le sue mani, non lo sopportava.
Clizia - Finiscila! E-era un uomo che... aveva un po' di fascino, nulla di più!
Rubellius - Dì la verità, gli hai visto il dono nei pantaloni! Ah, Clizia, Clizia.
La donna fece un urletto di rabbia e lo spinse ancora, facendolo cadere a terra. Rubellius prese la mano che lo aveva spinto e trascinò con se Clizia. La fanciulla cadde su di lui, posando le mani sul suo petto. I due si fissarono nel silenzio, Clizia iniziò a deglutire per la vergogna. La ragazza cercò di controbattere il colpo rimproverandolo per ciò che aveva fatto, diede dei pugni sul suo petto.
Clizia - Sei un villano! Mi prendi sempre per i fondelli, ogni singola volta.
Rubellius sentì le botte e il peso di Clizia sul suo petto, i loro volti erano l'uno di fronte all'altro. Il demone rise posando le braccia sul terreno, i suoi occhi erano chiusi per il divertimento.
Rubellius - Ah! Salvatemi da questa selvaggia, morirò - rise.
La giovane mugugnò di nuovo per la rabbia e si alzò con la schiena per caricare altri colpi, ma il demone la fermò prendendole i polsi. Rubellius era disteso a pancia in su mentre Clizia era sopra di lui. I capelli castani scivolarono di lato, sfiorando il volto del Demone Minore. Le mani del demone strinsero i polsi della ragazza, attirandola a se.
Rubellius - Deboluccia la ragazzina.
Clizia - Io non sono debole!
Il giovane avvicinò sempre di più il volto di Clizia al suo, i loro nasi si sfiorarono per un breve istante. La voce maschile del demone era un sussurro di piacere.
Rubellius - Ah no? Io posso giocare con te, se voglio. Nessuna si è mai lamentata.
Rubellius sentì l'odore dei capelli castani e ispirò, osservò il volto della ragazza a pochi millimetri dal suo viso. Il suo sguardo cadde sulle sue labbra carnose e rosse. Una sua mano lasciò un polso di Clizia, la giovane posò la mano libera sul suo petto.
Clizia - Tu non lo farai, perché sono io a decidere. Non voglio che un Cacciatore ti perseguiti, potresti...- sussurrò.
Rubellius - ...Morire?
Lei annuì confermando la sua risposta, il demone la fissò rimanendo per alcuni secondi in silenzio. La sua mano ruvida accarezzò una guancia rossa e morbida della fanciulla, era così calda e amabile che il demone provò una leggera tenerezza nei suoi confronti. Alcuni pensieri gli toccarono la mente e molti di essi non erano casti. Soltanto uno però provocò in lui un antico dolore, facendo spostare il corpo di Clizia. Rubellius si mise in piedi e alzò la voce per la rabbia, non voleva rivivere quel ricordo.
Rubellius - Vado a dormire! Non venirmi a disturbare! Va bene! Notte!
Il demone superò Tenebris lasciando vicino al focolare la giovane, Clizia lo guardò con delusione.
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