Capitolo 15 - Traditore Bianco

L'uomo con il martello respirò con affanno guardando il demone appoggiato su un palo di legno che sorreggeva il tetto della stalla. Una riga di sangue violaceo sfiorò il suo viso, la sua risata echeggiò osservando il Cacciatore Bianco. Eric fece roteare su se stesso il martello e si posizionò di fronte al demone, era irritato per il comportamento di Rubellius.

Eric - Ti stavamo cercando da molti anni, demone rosso! I miei compagni ti volevano morto da due secoli e finalmente - sussurrò - stai per morire.

Rubellius si mise dritto con la schiena, solo i suoi occhi erano cambiati.

Rubellius - Morire? Tu pensi che io... - posò una mano sul petto - possa morire per mano tua? Davvero?

Eric - Ovviamente, ti ho fracassato la testa per venti minuti. Non sei così forte come i miei maestri mi dicevano.

Il demone mugugnò e camminò vicino ai box, lentamente si toccò la fronte con la mano e guardò il suo stesso sangue. Schioccò la lingua e fece spallucce, Eric era in guardia, lo aveva picchiato per una decina di volte ma il demone sembrava sanissimo.

Rubellius - Siete così ingenui - rise.

Eric - E tu così stupido!

L'uomo attaccò urlando e cercando di colpire con il martello il volto di Rubellius, ma il demone si piegò di lato e diede con tutta la sua forza un calcio sullo stomaco dell'uomo, facendolo indietreggiare. Eric cercò di ribattere il colpo alzando il martello verso l'alto, il demone si spostò di nuovo e andò dietro di lui. Rubellius era in piedi, alzò una gamba e roteando su se stesso lo colpì di nuovo sull'addome facendolo piegare in avanti. Il demone prese il manico del martello e glielo strappò dalle mani, poi lo colpì sul viso facendolo cadere a terra. Il demone appoggiò il manico del martello su una spalla e si morse un labbro.

Rubellius - Pensavo di divertirmi un po', ma invece...

L'uomo tentò di alzarsi, ma Rubellius utilizzò di nuovo il martello e lo colpì su una gamba, rompendola. Eric urlò di dolore, la forza del Demone Minore era cento volte più forte di qualsiasi uomo. Il demone camminò attorno alla sua preda e sorrise, sembrava un bambino che si stava divertendo con il suo giocattolo.

Rubellius - Mio carissimo amico, dimmi un po' chi è stato a mandarvi quella lettera? Oh fammi indovinare - agitò una mano ridendo  - un pelato con strane idee di purezza? Ah... come si chiama. Non mi ricordo...

Eric posò una mano sulla gamba rotta e guardò il demone.

Eric - Uccidimi! Non te lo dirò mai. Che la tua razza sia maledetta, demone rosso!

Rubellius piegò di lato il capo e sbuffò.

Rubellius - Ho un nome, sai? E comunque... non mi hai dato ciò che volevo!

Il demone martellò la spalla destra di Eric rompendola. L'uomo urlò di nuovo e ansimò per il dolore. La sua voce era a balzi, si toccò la spalla e deglutì osservando il demone. Rubellius s'inginocchiò e posò una mano su un orecchio, come se dovesse ascoltare un sussurro.

Rubellius - Credo di sentire il nome di... Filippo. Oh sì.

Eric - P-perché mi f-fai questo s-se sai già il nome?

Il demone prese con forza il volto dell'uomo e spalancò gli occhi, il suo sorriso era gioioso di quel dolore.

Rubellius - Perché mi annoiavo e volevo giocare con qualcuno - rise.

L'uomo lo guardò e gli sputò in faccia, Rubellius sì pulì il viso e sbuffò, poi con un movimento veloce e secco, grazie alle sue mani, gli spezzò il collo. Il temporale finì e solo alcuni fulmini illuminarono quella notte.

Il demone si alzò e cercò di pulirsi, Tenebris era tranquillo mentre continuava a mangiare il suo fieno. Rubellius uscì dalla stalla e si avviò verso le stanze dei Novizi. 

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Dopo alcuni minuti nella camera della Regina, Thomas finì di legare le gambe e i polsi della giovane. Samuel la imbavagliò bloccandole la bocca, Clizia si divincolò per ribellarsi.
Thomas e Samuel si osservarono per un paio di secondi, l'uomo con i capelli neri posò le mani sui fianchi, mentre il biondo riprese la torcia appoggiata per terra. Ormai la fiamma era sottile e presto si sarebbe spenta.

Samuel - Bene, ora ci conviene andare.

Thomas - Io la prendo per le gambe e tu per le spalle. Eric dovrebbe essere pronto con i cavalli.

Samuel annuì e fece come gli era stato ordinato, ma quando Thomas cercò di prendere le gambe di Clizia sentì qualcuno fischiettare una canzone.

Rubellius camminò all'interno dell'atrio, sulle spalle aveva il manico del martello, una mano stringevano quel legno con ira. Il demone si diresse verso la camera di Clizia, i capelli erano sporchi del suo stesso sangue.

Thomas si alzò per vedere chi fosse, sbirciò dalla porta per qualche secondo. L'uomo non fece in tempo a spostarsi dalla soglia che una pesante martellata lo colpì in pieno volto, facendolo cadere a terra. Il manico del martello si ruppe a metà, Rubellius utilizzò la punta spezzata del legno e la lanciò verso Samuel, trafiggendo il suo cuore.

L'uomo lasciò Clizia e cadde a terra tossendo sangue e saliva, Rubellius entrò nella stanza e guardò la giovane. Aprì e chiuse le mani con lentezza, la pelle delle mani diventò nera e i lunghi artigli si mostrarono.

Il demone tagliò le corde liberando le gambe della giovane, poi si avvicinò al voltò di Clizia e le tolse il bavaglio sulla bocca. La Regina fissò le sue mani e si alzò con la schiena. I suoi occhi fissarono una sagoma dietro alle spalle del demone, la giovane indicò l'uomo con un dito, mentre tremava.

Clizia - Rubellius!

Il demone si voltò roteando su se stesso dando una gomitata sull'addome Thomas. L'uomo indietreggiò piegandosi in avanti, Rubellius gli tagliò la gola con i suoi lunghi artigli. Thomas cadde di lato spostando la sedia di legno. Il sangue sgorgò a fiotti dal collo dell'uomo, dipingendo di rosso il pavimento. Clizia tremò coprendosi la bocca, Rubellius la guardò e le posò una mano sulla spalla, facendo attenzione a non ferirla.

Rubellius - Stai bene?

La giovane annuì tremando per la paura, i suoi occhi iniziarono a luccicare finché delle corpose lacrime scesero sulle sue guance. Il suo sguardo sfiorò il volto del demone, poteva notare gli occhi viola con la pupilla allungata. Clizia si morse un labbro e si avvinghiò sul collo di Rubellius, il demone rimase fermo per l'imbarazzo.

Clizia - S-scusami... s-scusami - balbettò mentre piangeva.

Il demone sentì il profumo dei suoi capelli e chiuse gli occhi, strinse le mani e facendo scomparire i suoi artigli.

Clizia - Ti ascolterò la prossima volta - continuò a piangere - ho avuto paura.

Rubellius - Beh l'importante che non hai paura di me.

Clizia posò la fronte sul suo collo e sentì il sangue sulla sua pelle, si staccò leggermente e notò la ferita del demone.

Clizia - Sei ferito!

La giovane lasciò la presa dal collo di Rubellius e prese velocemente il fazzoletto che i due uomini avevano usato per farla tacere. La ragazza posò il fazzoletto marrone sulla ferita, ma Rubellius sbuffò.

Rubellius - Clizia non è il momento, dobbiamo andare.

Clizia - Ma sei ferito!

Rubellius - Che problemi hai?! Ho ucciso due uomini e tu pensi a una ferita sulla mia fronte?

La mano della giovane tremò, mentre sentiva la voce irritata del demone. Il Demone Minore si pulì velocemente e gettò il fazzoletto di Clizia per terra.

Rubellius - Forza andiamo. Prima che i Sacerdoti si accorgono dei due cadaveri.

Clizia - Va bene.

Rubellius - Prendiamo le borse nella mia stanza e filiamocela.

La ragazza annuì facendosi tirar su da Rubellius, Clizia si tappò il naso per la puzza di sangue che usciva dai due cadaveri. Era sconvolta da quelle immagini, il suo corpo vacillava mentre Rubellius corse nella sua stanza per prendere le due borse.

Quando il demone uscì dalla sua camera posò le due borse, legate con una cinghia in pelle, su una spalla. Il giovane corse verso la stanza di Clizia e la guardò ancora atterrita da quello scempio.

Rubellius - Andiamo!

Clizia accennò un finto sorriso e annuì, facendosi forza per uscire da quella camera. I suoi occhi si posarono sul corpo di Thomas, una pozza di sangue coprì il suo capo martoriato.

Clizia - C-certo... arriv...

La testa di Clizia iniziò a girare e i suoi occhi si alzarono verso il soffitto. La giovane svenne di colpo a causa di quella puzza e di quelle orribili scene. Rubellius imprecò pesantemente e la prese al volo prima che cadesse sul pavimento. Le diede qualche sberla sul viso per farla rinvenire.

Rubellius - Ehi Cliza! Dai non è momento di svenire! Andiamo!

Il demone continuò a darle delle sberle, ma era tutto inutile, sbuffò con ira e la prese in braccio. Le gambe e le braccia di Clizia scivolarono verso il basso, mentre i capelli sciolti ondeggiarono per i movimento del suo corpo. Rubellius uscì dalla stanza e camminò velocemente, reggendo il corpo della Regina.

Rubellius - Dannazione! Doveva svenire proprio in questo momento?! Certo! Ah! Il sesso debole! Debolissimo!

Dopo cinque minuti il demone uscì dalle stanze dei Novizi, avviandosi verso la stalla. Quando fu di fronte alle porte semi aperte della stalla, ci entrò spostando una porta con un piede. Tenebris nitrì con foga calpestando con agitazione il pavimento in legno.

Rubellius - Tenebris apri il cancelletto! Su! Sbrigati!

Il cavallo sbuffò e si voltò dando con gli zoccoli posteriori dei calci al cancelletto in legno. Il cancelletto si aprì e la bestia uscì avvicinandosi al suo padrone.

Rubellius - Va bene. Ora...

Il demone si guardò attorno appoggiando su un accumulo di fieno il corpo della Regina. Tenebris si avvicinò mordicchiandole affettuosamente i capelli, Rubellius si diresse ad una piccola palla di fieno, dove aveva appoggiato i finimenti di Tenebris. Il demone cercò di preparare con velocità il suo destriero e solo all'ultimo posò le due borse sulla sua groppa.

Quando ebbe finito si avvicinò a Clizia e le sollevò il capo, le spostò qualche ciocca. Rubellius le diede altre piccole sberle per farla rinvenire e alla fine ci riuscì, Clizia aprì gli occhi sentendo sul suo capo la mano del demone.

Rubellius - Oh finalmente! Dormito bene?! Bene! Mettiti in piedi e andiamo!

Clizia - Che è successo?

Il demone sbuffò di nuovo e prendendola in braccio la posò sulla groppa di Tenebris, la Regina toccò la sella in pelle e alla fine si sfiorò la testa.

Rubellius - Ah nulla. Hai fatto un viaggetto nel mondo dei sogni. Ora andiamo!

Il demone prese le redini e fece uscire Tenebris dalla stalla, Clizia si osservò intorno, notando la piccola piazza fangosa e il recinto per far trottare i cavalli. Quando i due arrivarono alla piazza del Tempio, Rubellius si voltò sentendo una voce.

Filippo - Demone!

Clizia si voltò guardando il Sacerdote Benedetto, la sua mente cercò di rispondere ad alcune domande riguardo a Filippo. L'uomo in bianco scese la scalinata del Tempio e si avvicinò, indicando il demone con un dito.

Filippo - Non oserai portarla via!

Rubellius digrignò i denti e alzò la voce, lasciò il cavallo e si avvicinò al Sacerdote. Clizia spalancò gli occhi e urlò il suo nome per fermalo.

Clizia - Rubellius, no! Fermati!

Filippo indietreggiò sulla scalinata, Rubellius strinse i pugni e lo prese per il colletto della veste.

Rubellius - Sei stato tu a chiamare i Cacciatori Bianchi! Volevi uccidermi per prendere Clizia!

Filippo lo guardò con timore, i suoi occhi erano grandi e colmi di paura.

Filippo - D-dovevano portarla via.

Rubellius - Per conto di chi?!

Filippo non disse nulla, Rubellius prese il suo collo e lo strinse sollevandolo da terra.

Rubellius - Dimmelo!!

Il Sacerdote agitò le gambe per il dolore, non riusciva a respirare, la sua voce era rocca e fievole.

Filippo - I-il m-mio padrone.

Clizia vide la scena e urlò di nuovo richiedendo la sua attenzione.

Clizia - Ti prego Rubellius, basta, basta!!

Il demone mugugnò e gettò con forza Filippo sulla scalinata, questi rotolò giù toccando il terreno fangoso della piazza. I suoi occhi si alzarono verso il demone. L'uomo tossì cercando di riacquistare un po' d'ossigeno.

Filippo - I Cacciatori Bianchi dovevano fermarti. È il loro compito uccidere i demoni. Il tuo nome - tossì - è conosciuto da quando ci fu il Grande Sterminio.

Rubellius - Stai zitto!!

Filippo fissò Clizia, continuò a tossire mentre si toccava la gola violacea.

Filippo - Dovevi lasciarla qui per il mio padrone. Gli Angeli non la troveranno. Il mio padrone non vuole che gli Angeli... la trovino.

Rubellius gli diede le spalle e si avvicinò al suo cavallo, salì sulla groppa mettendosi dietro a Clizia, prese le redini e guardò Filippo.

Rubellius - Se gli Angeli vogliono trovarla per la sua salvezza, rivelandole la verità, allora troverò un modo per portarla da loro. Ma fino a quel momento - scandì le parole - lei resterà con me!

Clizia abbassò lo sguardo arrossendo e sentendo il petto del demone dietro alle sue spalle, il volto di Rubellius era colmo d'ira. Il demone schioccò le redini facendo partire Tenebris verso la libertà. Il cavallo impennò e galoppò verso l'uscita lasciando dietro di se il Monastero.


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