The truth. [Epilogue].
Cara Eloise,
se stai leggendo questa lettera, beh, non devo esser sopravvissuto a qualsiasi imprevisto m'abbia messo ko. O forse mi son salvato, ma con quanta probabilità di riuscire a dire ciò che qui è già stato impresso?
Nell'eventualità che si sia avverata la prima ipotesi, sotto la lettera troverai il mio testamento (già approvato dal mio legale) e non dovrai far altro che seguire queste istruzioni alla lettera: finisci di leggere ciò che segue, leggi il testamento e cremami. Voglio essere cremato, e che le mie ceneri vengano sparse nel più bel prato di campagna che tu conosca.
Nel caso la prima ipotesi non si sia effettivamente avverata, beh, non ti resta che scorrere queste righe e capirmi (o, almeno, cercare di farlo).
Voglio iniziare dicendoti che: amo ciò che sei, come sei e nel modo in cui lo sei. Ho sempre screditato il modo in cui avevi scelto di vivere la tua vita e le cattive abitudini che avevi appreso nel corso degli anni, ma in realtà ero felice -forse- di sapere che stavi vivendo la vita nel modo in cui tu desideravi e avevi scelto.
Potresti pensare ch'io mi sia nascosto dietro una menzogna per molto tempo, ma in realtà non è così; volevo solo ciò ch'era meglio per te, ma poi ho capito. Ho capito che della tua vita potevi farne ciò che volevi, perché non sono io a viverla.
Nell'occasione che la mia vita possa davvero esser finita ti chiedo un'ultima cosa, l'ultima, promesso. Non cambiare mai, non farlo per nessuno, nemmeno per te stessa. È ciò che sei che ti rende unica ed insostituibile. Sei in grado di farlo? Riusciresti a promettermelo?
Ora passiamo al vero motivo per cui questa lettera è stata scritta: la verità. M'addolora doverti informare di ciò attraverso una lettera, ma mi vedo costretto a farlo.
Quando, all'età di cinque anni, iniziasti a manifestare i primi segni d'una malattia ereditaria che poteva esserti stata trasmessa dai geni popolari della stirpe di tua madre, la mia vita sembrò cadere a pezzi. Non feci comunque tutte quelle brutte cose che di me vengono raccontate, mi rinchiusi semplicemente nel mio studio e mi dedicai al lavoro. Infondo, un contabile ha sempre del lavoro da svolgere.
Tua madre non era esattamente come ora la conosciamo, un pizzico di sale nella zucca ancora ce l'aveva, ma alla scoperta della malattia lei vide nero, non era più la solita e, ai tempi, non seppi che non sarebbe mai più tornata in sé. L'avrei preferito, però, riavere con me la donna che pensavo d'amare.
Per mesi abbiamo cercato una risposta, qualcuno in grado di fornirci una prova concreta che la nostra bambina effettivamente era malata. Quanto c'abbiamo provato!
Nessuno pareva voler aiutarci, avere una piena conoscenza della malattia e dei suoi geni scatenanti, nessuno. E mentre noi ci disperavamo, tu ridevi e giocavi con i tuoi compagni d'asilo, ignara di ciò che stava per accadere, così come n'eravamo ignari noi.
Non accadde niente, comunque. Un medico specializzato s'era reso conto che erano tutte preoccupazioni infondate, manifestazioni che ci hanno portato a seguire false piste, eri sana come un pesce, lo sei ancora da quel che posso dedurre.
Eri la bambina più felice che avessi mai conosciuto. Ridevi, giocavi, e sprizzavi vitalità da tutti i pori, una cosa perfettamente normale da parte di una bambina di cinque anni. E mi perdevo a guardarti giocare con le tue bambole, ad allestire il The del pomeriggio nella tua stanza giochi, a raccontarmi storie sui tuoi pupazzi. Perdevo la cognizione del tempo e disdivo tutti i miei impegni, la mia bambina aveva più importanza dei clienti noiosi con cui avevo appuntamento.
Tua madre odiava questo mio essere così.. un bravo padre. Non vedeva di buon occhio tutto ciò che io facevo per te; stava marcendo nella sua stessa gelosia.
Venni convocato in tribunale contro tua madre, un anno dopo. Ero accusato di molestie sessuali contro la mia piccola bambina di sei anni, questo accadde mentre io e tua madre ancora eravamo felicemente sposati. Aveva architettato tutto mentre io l'abbracciavo, distesi sul nostro letto a parlare di quanto le cose sembrassero andare bene.
Perse la causa, perse ciò in cui pensava di credere e perse anche me. Impacchettai tutte le mie cose e me ne andai, la lasciai sola a crogiolarsi nell'ardente desiderio di vedermi fallire, e non realizzai che t'abbandonai.
Comprai una casa in periferia, la mia attuale dimora troppo grande per una sola persona, e mi dedicai totalmente a me stesso.
Mancava una parte di me nella mia nuova routine, una parte a cui dovetti far l'abitudine di sentir mancare.
Mi richiamarono in tribunale quando tu avevi dodici anni, non era una causa qualunque.
Tua madre mi aveva accusato di nuovo: molestie nei suoi, di confronti.
Non mi presentai in tribunale, bastò il mio avvocato a sventolare difronte il giudice una carta scritta e firmata dal suo medico in cui vi era confermato che di salute mentale, in realtà, lei non n'aveva molta.
Fu l'ultima volta in cui tentò di rovinare la mia vita, ma non fu l'ultima volta in cui tentò di rovinare la mia reputazione. Vi riuscì, però, a diffondere voci su di me, luride menzogne su quanto non fossi un uomo con la testa sulle spalle. Bugie in grado di ferirmi nel profondo.
Un giorno mi svegliai con la sensazione di dover fare qualcosa, di dover rimettere apposto ciò che avevo mandato a repentaglio. Mi svegliai con la convinzione di dover tentare un approccio, di trovare una via, un modo, per connettermi nuovamente alla mia bambina che, ormai, era diventata una donna.
Lo trovai. Diamine, se lo trovai.
Ma ora, la morte come tutti la conosciamo, è entrata nella mia stanza e vuole portarmi con sé, in un viaggio nell'ignoto, portandomi via ciò che in questi anni avevo bramato d'avere. E non so se son stato abbastanza forte da vincere su di lei, non predico il maledetto futuro.
Voglio solo assicurarti, nell'eventualità che sia giunta la mia ora, che non smetterò d'osservarti da lassù.
Ti amo, Eloise.
Sarò sempre con te.
Con affetto,
Papà.
Non voglio lasciarvi con un grande dubbio, ora, perché nella mia mente lui è ancora vivo. Non si sa cosa succede dopo questa lettera, perché non è davvero il caso di scriverlo, ma sicuramente i due vivranno la loro vita assieme finché potranno, recuperando il tempo andato perso con gli anni.
Non ho nemmeno intenzione di pubblicare un capito a parte per ringraziarvi, è solo una perdita di tempo.
Voglio solo assicurarvi che questa storia la sento talmente mia che non c'è parola in grado di descrivere quanto mi dispiace darle una fine.
Inoltre sono completamente grata a chi l'ha seguita.
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