Capitolo 9

Facciamo un salto temporale di un paio di anni e andiamo a scoprire le avventure di mia figlia ai tempi della scuola dell' infanzia.
Io ho cambiato squadra e sono tornato in Italia con una nuova consapevolezza e, convinto dal mio brudi Robin, sono tornato a Bergamo: l' Atalanta mi ha assicurato tutto l' aiuto necessario per crescere mia figlia, tramite il loro programma per calciatori che sono papà single come me. Ho scoperto di non essere l' unico e questo mi consola.
"Brudi! Bentornato tra noi, come stai?" mi saluta Robin, non appena entra a casa mia. Nel mentre, arriva Kamala correndo. "Ciao e tu chi sei?" domanda curiosa, non appena vede Robin. "Io sono Robin, un grande amico di tuo papà! Ma io so bene che tu sei Kamala!" risponde lui. Ma Kamala è curiosa e gli chiede com' è possibile che lui la conosca. Lui confessa di aver visto molte foto di lei lasciandola sconvolta. Ho il dubbio che a Kamala non piaccia molto Robin, ma lo conoscerà presto. Ci trasferiamo in cucina e mi prendo una birra fresca. "Ti conviene bere acqua! Gasp è diventato ancora più severo e non tollera chi sgarra dieta ed allenamenti!" mi avverte Robin. Kamala arriva e urla: "Il mio papi è bellissimo così!" cercando di difendermi. Robin si mette a ridere e rassicura Kamala, dicendole che il suo papi non ha nulla che non va e che deve stare tranquilla. Kamala incrocia le braccia perché non è convinta, ma sono sicuro che si affezionerà a Robin in poco tempo.
Dovete sapere che io, al momento, ho fatto pace con il mio fisico e, visto gli ultimi anni, sapere di avere, in certi periodi, qualche chilo in più non mi turba più di tanto: le mie priorità sono mantenere la mente libera ed equilibrata e mia figlia. Oggi abbiamo il raduno e ho proprio voglia di vedere i miei vecchi compagni. Mi sono portato la mia bimba dietro e si sono tutti dedicati a lei. Sì, anche a me, ovvio... ma come si sa, i bambini li adorano quasi tutti. Dico quasi perché il mister è molto scettico, però confida sul fatto che lei possa aiutarmi a concentrarmi e a non avere attacchi di ansia. Io, però, non avrei mai pensato di assistere alla scena più imbarazzante della mia vita: non appena mi fermo un attimo a parlare con Joakim, la mia adorata Kamala si reca da Gasp saltellando, ma è Juan il portiere che mi segnala la faccenda:

-Kamala: "Non fare del male al mio papi"

-Gasp: "Piccolina stai tranquilla"

-Kamala: "No! Il mio papi è bello e forte. Non mi fido di te!"

A quel punto, io mi precipito a prendere Kamala e mi scuso sinceramente con il mister. "Mi scusi per mia figlia, sono sinceramente in imbarazzo" confesso io, sapendo di avere le guance rosse come due ciliegie. "Non ti preoccupare per tua figlia, davvero... sei tu che devi dimostrarmi fiducia, avendoti dato una seconda possibilità. Tanto per cominciare..." ma io lo interrompo chiedendo se mi devo mettere a dieta. Lui, a sorpresa, mi comunica che non è necessario tartassarmi perché è a conoscenza dei miei disturbi ansiosi e alimentari che sto cercando di risolvere, in quanto Robin gli ha parlato in privato prima del mio arrivo, ma che voleva dirmi di promettere che lo avrei avvisato se fossi andato in crisi o se mi capitasse di non stare bene e che ciò che gli interessa è che io mi impegni. Poi aggiunge che mi vede anche abbastanza in forma, quindi non mi devo preoccupare troppo di questo. Alla faccia che era più severo! A me sembra ammorbidito nei modi!
Tornati a casa, io mi siedo al tavolo con la mia piccolina perché è ora di fare un bel discorsetto:

-Io: "Kamala lo sai bene che non si deve andare a parlare alle persone in quel modo!"

-Kamala: "Ma io l' ho fatto perché ti voglio bene..."

-Io (un po' commosso): "Capisco le tue intenzioni, ma a volte è bene trattenersi e sapere quando e come dire le cose"

-Kamala: "Ma tu sei il mio papi bello! Non voglio che qualcuno ti faccia male"

A quelle parole, mi viene automatico stringerla, ma la magia viene interrotta perché mi sussurra che ancora non si fida di nessuno e mi sale l' angoscia per la settimana prossima, in quanto inizierà l' asilo e spero che sia clemente con i suoi nuovi compagni.
Il lunedì della settimana dopo arriva ed io ho allenamento la mattina. Quel giorno, io non sono concentrato e non ho il telefono dietro.
Non appena andiamo in pausa mi reco in spogliatoio e... ben quattro chiamate perse dall' asilo. Premo su una di esse e contatto le maestre, scusandomi perché ero al lavoro. Robin mi mette una mano sulla spalla e mi dice che sembra che abbia visto un mostro. Qual è la parola più adatta per descrivere la sensazione nel istante in cui si sente che la propria bambina ha tirato un pugno sui denti ad un compagno e ha tagliato i capelli con la forbicina ad un' altra? Non lo so, ma mi sento fallito come genitore e penso di essere stato troppo buono.
Vado a prenderla. Sono molto deluso dal suo comportamento e non capisco tutta questa sua ribellione. "Ciao papi!" mi saluta come niente fosse accaduto. Io la prendo in disparte e la obbligo ad andare a scusarsi con le due povere vittime e la avviso che avremmo fatto i conti subito dopo.
Usciamo da scuola e saliamo in auto. "Come ti è saltato in mente?!?!?" le domando io con i fumetti che escono dalle orecchie a causa della rabbia. Lei, quasi ridendo, mi dice che semplicemente sa che loro non sono bravi bambini e che basta guardarli. Io mi incazzo ancora di più. "Kamala! Ma ti sembrano maniere queste?! Io ti ho insegnato ad usare le parole, non le mani" le urlo. "Papi mi sono difesa" insiste lei. Io non ci vedo più dalla furia e le grido ancora contro: "Kamala porca troia! Non si fanno queste cose. In che cazzo di lingua te lo devo spieg..." ma il problema è che perdo il controllo e vado a tamponare. Nessuno si è fatto male, per fortuna, ma Kamala sembra molto molto spaventata. La prima cosa che faccio è cercare di proteggerla, ma lei piange, urla e mi dice: "Papi mi fai paura!" sembrando anche in crisi. In quel momento, capisco di essere stato troppo duro con Kamala e di aver esagerato con le parole. Il mio difetto è che, in caso di rabbia, io perdo il controllo di brutto. Un' altra buona notizia è che sono riuscito a fare la constatazione amichevole con il proprietario dell' altra auto, la quale non ha subito grandi danni perché entrambi andavamo piano. Dopo, però, mi reco lo stesso al pronto soccorso per stare più tranquillo. Il medico fascia un graffio sul polso di mia figlia, ma non ci sono state altre conseguenze, quindi ci rimanda a casa.
Quella sera, vado in cameretta di Kamala e le chiedo se vuole dormire nel lettone con me. La sua risposta è... un bel morso sul braccio. D' istinto mi viene da darle un colpetto, ma poi me ne pento subito. "Papi è stato molto cattivo con te oggi e ti vuole chiedere scusa" le sussurro grattandole la schiena. Lei sembra iniziare a calmarsi, ma anche se ho ammesso di aver esagerato, le dico lo stesso che non sono contento di quello che ha fatto, sebbene io sospetti che siano sintomi di paura del nuovo e del distacco da papà. Più la accarezzo e più mi rendo conto che sta tremando di paura e reagisce agli stimoli come se fosse in una bolla protettiva. Il mio sclero e l' incidente devono averla traumatizzata. Ora è compito mio farle capire che non è successo niente di grave, per quanto riguarda il pomeriggio, e che non deve aver paura dei cambiamenti e dello sconosciuto. L' unica cosa che mi fa sentire a terra è non aver capito che la mia bambina sta vivendo un disagio, ma non mi sono pentito di aver sgridato il suo comportamento che è sbagliato, perché deve imparare anche la distinzione tra bene e male. Ma non temere Kamala, papi è pronto a farti sentire al sicuro e ad insegnarti ad essere una donna intraprendente e sicura di te...

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