Capitolo 3
Siamo a metà novembre e Kamala ha poco più di tre mesi. Sto cambiando il pannolino, ma non devo essere molto bravo perché ogni volta emette dei versetti strani. Mi sto iniziando a chiedere se io non le faccia il solletico.
Stasera abbiamo la cena di squadra e io non so ancora se andare: i miei compagni sono parecchio casinisti e non so quanto sia adatta la situazione ad una bimba così piccola. Senza contare che i miei valori del sangue non sono ancora ottimali, ma non credo sia uno sgarro che incide. Sono in seria difficoltà. Vorrei chiedere consiglio a mia figlia, ma ancora non parla. Arya cosa avrebbe fatto al posto mio? Non lo so, ma credo che non avrebbe rinunciato mai alla vita sociale. O almeno non l' avrebbe mai ridotta a zero. Alla fine, decido di partecipare lo stesso, anche se sarei stato l' unico ad avere dietro la bimba. Tra latte e pannolini sarà una bella sfida.
Vado a vestirmi, ma non ho niente di bello da mettere per l'occasione. Opto per un paio di pantaloni neri e una felpa azzurra e decido di abbinare la tutina di Kamala: la mia famiglia mi ha regalato una splendida tutina azzurra e bianca con delle scarpine in tessuto bianche e ricamate. Ancora, però, non l'avevo mai usata perché era un po' grandina all' epoca, ma ora è perfetta e la mia piccolina è proprio una bella principessa.
Sono pronto, ma improvvisamente mi viene mal di pancia. Sento come dei crampi e credo che sia sintomo di ansia, dovuto al fatto che ho paura di come possa reagire Kamala. Credo che io debba sfogarmi con qualcuno: sono tre mesi che ho paura di perdere la mia bambina da un momento all' altro. Provo ad andare in bagno un attimo ma non riscontro alcun sollievo. Prendo una pastiglietta veloce ed esco di casa con la carrozzina. Arrivo a ristorante dopo una mezz'ora di auto, in cui Kamala ha dormito come niente fosse. I miei compagni di squadra si precipitano a guardarla e, secondo alcuni, lei mi assomiglia pure. Non appena ci sediamo, lei si sveglia e io la prendo in braccio per darle il biberon. A quella scena, si intenerisce persino il nostro preparatore atletico, che è risaputo essere una persona senza cuore. Mi dice che sono un papà tenerissimo e questo non può farmi altro che piacere. Alcuni mi chiedono di poter tenerla in braccio, ma io declino l' offerta perché ho paura che possa succederle qualcosa. Arrivano gli ordini: sono stato bravo ed ho preso l' insalata con il pollo grigliato e non fritto. Anche i miei compagni di squadra sono ammirati dal mio cambio di rotta e sostengono di non avermi quasi mai visto mangiare sano. Ma quando il corpo inizia a presentarti il conto, ti rendi conto che qualcosa deve cambiare all' istante. Soprattutto se hai un figlio a cui dovrai correre dietro per un bel po'.
In quel momento, Kamala inizia a piangere e la riprendo in braccio: credo non stia benissimo perché mi rigurgita sulla spalla e non lo aveva mai fatto. Inizio a darle colpetti delicati sulla schiena e poi mi alzo per portarla a fare un giretto nel giardino a prendere un po' di aria fresca. Vedendo che non si calma, decido di tornare a casa e passare un po' di tempo a farle un bagnetto con l' acqua tiepida e un delicato massaggino lungo il suo corpicino. Ma il benessere sembra durare molto poco e provo a scaldare l' acqua. La soluzione sembra funzionare e le metto nella vaschetta un paio di giochini galleggianti che sembra gradire molto. Ma poi, noto che sta per ripartire a piangere e capisco che il bagnetto, in realtà, non è tanto gradito e mi sale all' occhio che ha la pelle d' oca, anche con l' acqua riscaldata. La posiziono sul fasciatoio, la asciugo bene e provo a misurarle la febbre mettendole il termometro su per il sederino e stando attento a non farle del male. Mannaggia! Ha 38° e io entro nel panico. Mi faccio domande e mi pento di essere andato a quella cena. La mia bimba ha preso freddo? Non ho ascoltato i segnali che mi mandava? Non le sono stato dietro?! Un sacco di altre domande mi frullano per il cervello e non riesco a dormire. Lo so, sono troppo ansioso.
La mattina seguente contatto la pediatra che mi dice di stare tranquillo, visto che la piccola non ha altri sintomi e che la febbre sparirà da sola nel giro di qualche giorno. In più, mi rassicura dicendomi che ora ho la prova che il suo sistema immunitario sta maturando, quindi è tutto nella norma. Ora, però, ho un piccolo problema da risolvere: chi mi svolgerà le commissioni? Decido di contattare Michael, mio fratello che si reca subito a casa mia e si offre di aiutarmi con le spese di questi giorni, fino a quando Kamala non starà meglio. Effettivamente, negli ultimi due giorni era un po' più irritabile del solito, però ho pensato fosse legato alla sua crescita ed al suo stato d' animo, che già può cambiare a questa età. Ora però so che la mia piccolina aveva semplicemente bisogno di coccole e calduccio e sono pronto a darle tutto ciò di cui ha bisogno. Ormai ho capito da come piange se ha fame, sonno, se ha fatto pipì... diciamo che sono entrato in simbiosi con lei e se sta poco bene lei, lo risento su di me. Sinceramente, non vedo l' ora che sia abbastanza grande per farle provare le prelibatezze che mangiamo noi umani, ma la educherò con pesce, frutta, verdura, cereali... non voglio che segua le mie orme da questo punto di vista e esigo che sia sana. Certo, con questo non sto dicendo che i miei piatti preferiti non li proverà mai, anche perché è giusto che abbia una panoramica a 360°, però non avrei piacere a sapere che lei abbia un principio di sindrome metabolica alla mia età, oppure una qualsiasi altra rogna di salute evitabile. Poi la vorrei educare anche a suon di sport e attività fisica. Su questo non transigo. Per quanto riguarda altre questioni, invece, lei sarà libera di gestirsi e creare la sua personalità: si potrà vestire anche da ragazzo, se vorrà e, se mi chiede una macchinina in regalo non gliela negherò. Non è giusto imporre cose maschili e cose femminili e credo che tutto possa essere universale. Anche se però ho una piccola confessione da fare: avete presente il tipico set del te delle cinque con teiera e tazzina giocattolo? Ecco... io spero che un giorno, quando sarà più grande, voglia prenderselo e offrirmi un buon tè al sapore di amore e famiglia. E poi... se trova interessante la cucina meglio perché io sono una frana ai fornelli. Ma io sono e sarò fiero di lei qualunque cosa voglia fare e qualunque persona vorrà diventare...
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