Capitolo 28

"Papinoooo! Non vedo l' ora di raccontarti la mia giornata!" esclama Kamala dopo essere scesa dal pulmino e corsa ad abbracciarmi. Ho una domanda: come mai mi sta chiamando papino? Che avrà mai combinato? Beh, le maestre mi stanno facendo cenno di andare da loro. Dovete sapere che oggi la signorina è andata in uscita didattica con i suoi compagni e le maestre. Sono andati in un agriturismo per attività a stretto contatto con la natura e sull' educazione alimentare. Ci avviciniamo a loro. "Salve Lennart, oggi Kamala è stata bravissima, ma ci è saltato all' occhio che si sfrega parecchio gli occhietti. Per caso ha problemi visivi? Il dubbio ci sorge anche dal fatto che ci è sembrata poco attenta" ma quelle parole non mi sono sembrate così estranee... negli ultimi giorni ha effettivamente sofferto di leggeri mal di testa e mi sembrava un po' stanca. Spiego alle insegnanti il tutto e tutti pensiamo sia il caso di portarla a fare un controllino oculistico. Salutiamo le maestre e ci dirigiamo verso la macchina. "Papino è stata una giornata bellissima, lo sai?" mi dice mentre mi fissa con gli occhioni che solo lei sa fare. "Ah bimba mia, raccontami su" ma lei mi interrompe sottolineando che il bambino per cui nutre simpatia le ha dato un bacetto sulla guancia, per poi concludere dicendo che io sono il suo papino. Torniamo a casa e lei desidera avere un orto di verdure come quello che oggi ha esaminato all' agriturismo. "Papino, lo sai che le verdure sono buone e fanno tanto bene? Io le mangio sempre, sono brava!" esclama con aria molto fiera. In effetti l' idea dell'orto non è male: è un po' come vedere i propri piccolini crescere ed avere soddisfazioni personali nell' accudirli. Prima però, la metto a giocare sul tappetino in salotto perché provo a contattare l' oculista pediatrica. "Papi... perché non giochiamo? Sono stata via oggi" domanda, ma io le faccio cenno di aspettare qualche minuto. L' oculista va contattata al più presto che eventuali disturbi visivi si correggono meglio se presi in tempo. "Papi ma devo andare dalla dottoressa?!" si insospettisce lei. Io le dico che un controllino della vista gradirei che lo facesse. "Papi io ci vedo benissimo! Sei ancora bello" risponde lei ridendo. "Sai piccolina, anche se ci vedi, può capitare che gli occhietti siano stanchini e quindi la prevenzione è importante" e a quelle parole, sbuffa e mi dice che sono il solito papi ansioso. Dopo questo siparietto, riprovo a contattare l' oculista che questa volta mi risponde. Fortunatamente trovo un appuntamento tra quattro giorni perché un' altra persona ha appena disdetto. Torno da lei e la trovo fantasticare ad occhi aperti quel bacetto sulla guancia ricevuto dal bambino simpatico e carino. Le chiedo come si chiama, ma mi sento rispondere che sono troppo vecchio per queste dinamiche. Non credo alle mie orecchie: ho 28 anni e sono troppo vecchio per capire l' affetto tra bambini. Senza contare che io pensavo di essere il suo papi adorato. "Kamala non si dicono queste cose a tuo papà" la sgrido sorridendo, ma lei mi fa la linguaccia e mi risponde con: "Gne gne gne... papino nonnino" e cerco di farle capire che un giorno sarà anche lei una donna adulta. "Ma è bello diventare grandi?" mi domanda non appena mi avvicino a lei per abbracciarmela. Cosa rispondi ad una domanda simile? Non esiste una risposta uguale per tutti, quindi io le consiglierei di godersi ogni giorno e di prendere il positivo da tutte le esperienze. Consiglio alla mia bambina di non bruciare le tappe, di essere sempre se stessa con se e con gli altri. E sì che sta parlando uno che si sposerà con l' ansia se continua così. A proposito di questo, la mia ulcera dello stomaco sta guarendo e devo essere sincero... togliendo certi alimenti la mia digestione è migliorata. Ci mettiamo a giocare con le bambole nella casetta che le hanno regalato gli zii a Natale, ma notiamo che è ora di cena. Non ho voglia di cucinare, ordiniamo del cibo orientale. "Papi ho mal di testa" esclama sfregandosi i suoi bellissimi occhioni nocciola. Le metto la mano destra sulla fronte, non vorrei fosse calda per la febbre. Le do anche un bacino e, per fortuna, è fresca come una rosa. Le preparo una camomilla per agevolarle il riposo notturno. Il mattino seguente, mi aspetta l' allenamento personalizzato che praticherò fino a quando non avrò il via libera dei medici a riprendere la completa attività sportiva. E penso che arriverà presto il tutto: gli incontri con la psicologa stanno dando i loro frutti e le abbuffate sono ormai quasi assenti. In pausa, decido di sentire Zoe perché ho voglia di sapere come sta. Purtroppo non mi risponde, sarà impegnata. Mi scrive un messaggio in cui mi assicura che mi avrebbe chiamato in serata, ma che aveva delle belle notizie da darmi. Concludo la sessione di allenamento e decido di giocare un po' alla play station con i miei compagni di squadra come ai vecchi tempi: oggi Kamala si trova con due suoi amichetti a casa del misterioso bambino simpatico e carino di cui io non so il nome. Mentre gioco, mi viene nostalgia di Genova e mi rendo conto che avrei tanto voluto restare lì a vita, ma l' impulso della morte di Arya ha fatto sì che me ne andassi per tentare di curare il mio cuore. Che ricordi... il salotto del centro sportivo di Pegli era sempre popolato dal cosiddetto "club dei single" a cui io partecipavo sempre volentieri. Io a Pes non ero molto bravo, sono sincero... ma la mia vera vocazione è Mario Kart sul Nintendo: lì mi sembra di avere di nuovo cinque anni! Normalmente non mi batte nessuno, ma ho il sospetto che mia figlia, sveglia com' è, possa farmi lo sgambetto in pista. Devo provare, ma prima viene la visita oculistica... già non amo molto che mia figlia stia a lungo sugli schermi, ma se vuole giocare con il suo papi o con i suoi amici, almeno che lo faccia in sicurezza senza sforzare gli occhi. Al pomeriggio, mi reco a prendere la piccola e noto con grande piacere che mi presenta ai suoi amichetti. "Questo è il mio papi! Lui è bello e famoso" si vanta mia figlia. "Piacere piccolini" mi rivolgo a loro dopo aver chiacchierato un pochino con la padrona di casa. Devo avere un bel modo di fare con i bimbi perché mi abbracciano in gruppo, il che mi fa pensare che Kamala abbia parlato a tutti del suo super papi. Ma la cosa mi fa piacere: la mia fan storica me lo aveva sempre ricordato che ci sono persone che al mondo mi vogliono bene e Arya ha sempre creduto che io avessi del potenziale come persona e come papà. Chissà! Magari dopo la carriera da calciatore mi darò all' insegnamento o al baby sitting... chi può dirlo?
Arriva il giorno della visita oculistica e sono preoccupato perché la Zoe non mi ha ancora richiamato... ok eccola che mi chiama ma la dottoressa esce per indicarci che possiamo entrare nel suo ambulatorio. È tutto un rincorrersi di richiamate, ma ce la faremo!
"Allora piccola Kamala, cosa mi racconti?" "Io vedo bene! Il mio papi è bellis..." ma prima che terminasse la frase, inizio a spiegare all' oculista che è un po' di giorni che soffre di mal di testa e sfrega gli occhi. La dottoressa si mette subito in moto per la visita e, dopo la lettura delle letterine, arrivano le famosissime gocce per dilatare le pupille. Usciamo 10 minuti e torniamo in sala d' attesa. "Papi non vedo nulla..." si inizia a lamentare. Io le spiego che è normale e che anche il suo papi vede male con quelle gocce. La invito a stare seduta, anche se sembra una sfida. Alla fine della visita, scopriamo che la piccolina ha una lieve ipermetropia e le vengono prescritti degli occhiali 0,25 per l' occhio destro e 0,50 per quello sinistro, da utilizzare nei momenti di lettura o guardando la tv. Inoltre, ci viene detto che essendo così lieve, solitamente si risolve con la crescita. Non appena usciamo dallo studio, quella principessa di mia figlia mi dice che vuole gli occhiali alla moda e in stile super diva. E se le chiedo il motivo, mi risponde: "Io sono io... ed è giusto così" e io la adoro ancora di più. Determinata, ma sensibile e con un gran cuore. Io non posso che essere fiero di lei, così come della zietta Zoe che ha ritrovato un suo vecchio compagno del liceo e hanno deciso di convivere dopo che lui ha promesso di starle accanto e crescere i gemellini come fosse il loro vero papà. E li ho capito che la tempesta sta cessando per tutti ed ogni cosa sta tornando al suo posto...

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