Capitolo 27

Tre di notte. È passato quasi un mese dalla mia caduta che mi ha distrutto il ginocchio. La buona notizia è che la rotula si è spostata meno rispetto all' infortunio di anni fa, ma sto soffrendo di ansia a livelli estremi. Mi sono svegliato di colpo. Il ginocchio mi fa delirare con i crampi e lo stomaco pure. Mia figlia sta dormendo qua sul lettone di fianco a me. Scoppio a piangere come un bambino. Arriva anche la nostra gattina Lilly che parte a riempire la stanza di sonore fusa. Si avvicina al mio viso e mi spalanca gli occhi, per poi iniziare a leccarmi il nasino. Inizio ad accarezzarla, ma indietreggia e inizia a strisciare la sua testina sul ginocchio malconcio. Mi sento proprio bloccato. Mi sento vecchio. Non appena la cucciola si appoggia sull' angolo del letto, mi assicuro che Kamala continui a dormire e riprovo ad addormentarmi. Lo stomaco mi fa molto male e non riesco a trovare una posizione comoda. Ho gli occhi pieni di lacrime e il mio cuscino è bagnato. Vado in bagno a prendere una pastiglia per i dolori addominali e mi accorgo di avere due occhiaie nere come olive. Torno a letto nella speranza di dormire approfittando della tregua fornita gentilmente dal mio pancino. Alla mattina, non sento la sveglia e vengo svegliato da Kamala quasi a mezzogiorno. "Papi dormiglione!!!" canticchia mia figlia nel mio orecchio. Sono talmente rintronato che tutti i suoni e rumori mi sembrano striduli ed amplificati. Vedendo che è tardi, Kamala torna sul lettone e mi mette una mano tra i capelli. "Papi ti senti bene? Non ti sei alzato a giocare con me" mi fa notare sembrando confusa. In effetti è vero, ho passato una notte di merda. Però, io mi sa che devo recarmi in ospedale per l' ennesima volta, perché ho dei dolori allucinanti allo stomaco che non sono passati nemmeno dormendo. Chiamo l' ambulanza perché non riesco nemmeno a passare dalla posizione da disteso a seduto. Chiamo il mio vicino di casa affinché tenga a bada Kamala e la micia e intanto aspetto l' ambulanza. Dopo circa quaranta minuti, sono su un letto di ospedale. Di nuovo. Ormai questa è la mia seconda casa ed è prova lampante che devo modificare qualcosa nel mio stile di vita. Devo cercare di placare la parte patologica della mia ansia. E direi che ho raggiunto il culmine oggi: ho una piccola ulcera da stress allo stomaco. Questa storia deve veramente finire: io non sono sereno e non ho mai elaborato a pieno il lutto di Arya. Ogni volta che credo di aver sconfitto l' ansia e l' angoscia accade qualcos' altro che agita il mio subconscio. Riprendere i contatti con la mia storica fan pensavo mi facesse bene, ma mi ha ricordato quando io ed Arya ci siamo conosciuti e cause e conseguenze della mia depressione. Probabilmente io mi sono innamorato di Arya proprio per questo: avevo qualcuno vicino che fosse come lei, soltanto che lo negavo a me stesso. O forse non mi ascoltavo proprio. Confesso che c' è stato un periodo in cui sentivo il bisogno costante di questa mia fan anche mentre ero fidanzato, ma poi la mia ex ha iniziato a trattarmi male e non riuscivo a liberarmene. Mi sentivo intrappolato in un limbo molto pericoloso che mi ha prosciugato tutte le energie per avere una carriera promettente e una vita serena.
Durante il mio vagare con la mente, giunge il medico gastroenterologo che mi ha preso in cura e mi pone una serie di alimenti da evitare come la peste. Su tutti caffè e cibi piccanti, oltre a tutti gli alcolici tra cui la mia amata birra che da buon tedesco approvo in pieno. Dopodiché, arriva con i farmaci e mi dice che resterò in osservazione tutta la notte. Mi vengono i sudori perché mia figlia è ancora a casa. Supplico il mio vicino di stare con lei durante la notte, non voglio che lei torni in un ospedale: meno ne vede, meglio è.
La mattina dopo, in seguito ad un' altra notte insonne, i medici mi sottopongono agli ultimi controlli per poi dimettermi. Oltre alle raccomandazioni farmacologiche e alimentari, mi viene prescritto assoluto riposo. Diciamo che anche seguire una nuova terapia psicologica sarebbe un' ottima idea: la psicoterapeuta storica è un po' diretta nei modi di fare, ma sa sempre cosa dire al momento giusto e come aiutarmi. Verso ora di pranzo, arrivo a casa e noto che mi aspetta un buonissimo pranzetto: Kamala e il mio vicino hanno cucinato qualcosa insieme di molto buono. Il mio pasto di oggi prevede un piatto orientale con dei buonissimi spaghettini di riso, pollo e moltissime verdure tipiche della cucina asiatica. Ci sediamo a tavola e lo invito a mangiare con noi. "Sai papi? Mi piace tanto la cucina! Quando cuciniamo insieme?" mi chiede Kamala molto entusiasta. Parlando durante la cena, scopro che il mio vicino di casa ha lontane origini thai da parte di sua mamma e si sono sempre tramandati tante ricette tipiche, sviluppando una passione e un' arte culinaria a livello familiare. Senza contare che la discussione è pure arrivata al momento giusto, visto che per diverso tempo dovrò stare attento alla digeribilità degli alimenti, al fine di guarire ed evitare recidive dell' ulcera.
Finito il pranzo, il mio vicino si reca a casa sua e finalmente Lilly esce dalla cuccia. Vado a riempire la vasca per un bagno caldo e pieno di schiuma. Kamala si mette a gattonare e mi segue assieme a Lilly fino in bagno. Kamala non ha voglia di entrare in vasca con me, però riesco a tenerla sotto controllo comunque perché ha deciso di coccolare la micia e giocare con il set di pentole, stando seduta sulla poltrona rilassante. "Dai Lilly! Ora ti preparo un buon pesce con verdure" la sento parlare mentre sono sommerso di schiuma e lei finge di tagliare un tonno giocattolo. In realtà, non sono sorpreso di questo suo interesse: già quando le avevo regalato il set con le tazze da tè si inventava le ricette con gli infusi. Poi mi guarda. "Papi vuoi anche tu qualcosa?" ma io rifiuto gentilmente l' offerta perché non ho fame, ma le dico che non vedo l' ora di assaggiare altre pietanze preparate da lei.
Nel mentre, Lilly si addormenta continuando a fare le fusa anche nel sonno e Kamala si avvicina a me. "Papi ma che hai avuto ieri? Mi sei mancato tanto tanto" mi comunica facendomi gli occhioni. "Sai piccola mia, il pancino si è comportato male ancora con me... proprio come tanti anni fa" e lei mi interrompe chiedendomi se si trattasse ancora del famoso sacchettino. Io le spiegato che il sacchettino, chiamato appendice, si può ostruire o può esplodere una sola volta perché viene tolto subito. Come si trovano le parole giuste per spiegare che lo stress ha iniziato a corrodermi le pareti del mio stomaco? Beh, forse è giusto che le dica che il pancino è preoccupato tanto quanto il papi e ha iniziato a non stare bene. "Papi ma perché il pancino è cattivo? Anche il mio è cattivone spesso! Il pancino è il nemico" ragiona Kamala sfoggiando un certo grado di perplessità. In realtà devo assolutamente farle capire che il pancino è fondamentale perché è colui che ci permette di crescere e vivere sani e forti e che regola tutti i nutrimenti per stare in vita. Inizia ad accarezzarsi il pancino e poi mi chiede se dopo può farmi il massaggino. Assolutamente sì: d' altronde se i bimbi imparano anche dalla famiglia, lei sicuramente avrà le basi per praticarlo, in quanto sembrerebbe essere la specialità del sottoscritto.
Finito il bagno e dopo essermi asciugato il ciuffo, do la pappa a Lilly e mi stendo sul letto con Kamala, che inizia a toccarmi il pancino con i polpastrelli e mi dà un bacino sulle due cicatrici in basso a sinistra. Ma il momento di calma dura poco perché mia figlia è un fiume in piena e vuole già coinvolgermi in una nuova attività. E io acconsento a giocare con lei, pur sapendo che dovrei fare esercizi di fisioterapia e chiamare la zietta Zoe. Ma decido di prendermela con calma, il mio corpo non può più sopportare fretta, ansia e preoccupazione eccessiva. Devo imparare a pensare anche al mio benessere fisico e mentale...

Cara Kamala,
Io spero che tu rimanga così curiosa e attiva per sempre. Sei la mia fonte di gioia e di positività. Sei il raggio di sole che arriva dritto al mio cuore.
Ti voglio tanto tanto bene
Il tuo super papi!

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