Capitolo 22

Oggi big match. Rispetto alla mia prima esperienza in serie A le vibrazioni non sono cambiate. Adesso che Zoe non abita più qui, la mia piccolina è in tribuna con le mogli e fidanzate dei miei compagni di squadra. Io sono in panchina oggi perché Robin parte da titolare. Io, per questa ragione, posso tenere il telefono acceso anche in panchina, grazie ad un permesso speciale della società che mi viene in contro in base alle esigenze della mia famiglia. Ad un certo punto, mi scrive la moglie di Juan il portiere che la piccola Kamala è corsa via e non riescono a trovarla. Mi inizia una tachicardia pazzesca e corro dal mister che mi dà il via libera per cercarla. "Kamalaaaa" inizio a chiamare, facendo il megafono con le mani attorno alla bocca. Mi sale il panico. Mi sta uscendo il cuore dal petto e mi sembra di avere ancora quella brutta bastarda della mia appendice. "Kamala Arya Czyborra!!!" chiamo disperato ed esasperato. All' improvviso, ormai bianco in faccia perché sto collassando, vedo un tipo della sicurezza. "Ciao scusami! Hai visto mia figlia Kamala? È bionda, ricciolina, piccolina e mingherlina, con due grandi occhi nocciola." ma nemmeno il tempo di attendere la sua risposta, che sento: "Brutto uomo fammi andare dal mio papi!" chiaramente pronunciato da una bimba piccola. Mi avvicino, ma non vedo nessuna bambina e torno a cercarla nei pressi della panchina. Ed ecco che la partita viene sospesa perché... Kamala ha attraversato una parte di campo correndo, ma non subito mi accorgo che si tratta di lei. Lo realizzo non appena sento "Ciao papi!" che mi fa girare e me la trovo davanti con un sorrisone a 32 denti. Mi viene da abbracciarla. "Mi hai fatto prendere tanta tanta paura. Non si fanno queste cose." cerco di dirle mostrandomi calmo. "Volevo farti una sorpresa!" si giustifica lei. "Mi mancavi tanto!" aggiunge. A quel punto, io decido di risedermi e farla accomodare sulle mie gambe. "Papi ho freddo!" esclama dopo un po'. Allora io, dal momento in cui il giubbotto di squadra è un po' grande di taglia, mi apro la cerniera e cerco di avvolgere anche lei. Finché la partita scorre, io penso a diverse cose, tra cui anche il mio rapporto con il cibo che sta migliorando. Certo, a volte ho proprio il pensiero che torna di voler mangiare fino a scoppiare. Ma nelle ultime settimane, gli episodi di abbuffate sono quasi scomparsi. Mi sento anche un uomo più forte e più maturo. Se mi guardo fisicamente, ho ancora qualche chiletto di grasso da buttare giù: un po' perché non sono stato sempre bravissimo con la dieta, un po' perché ormai si tratta degli ultimi e sono sempre quelli un pochino più ostici. Ma almeno adesso non mi vedo più una botte e sto meglio sia fisicamente che mentalmente. Intanto la partita è finita e il mister non mi ha fatto giocare, però ammetto che è stata un' emozione unica guardare i miei compagni con la mia piccolina sulle gambe.
Tornati a casa, decido che stasera avrei passato una bella cenetta a ristorante per due: non c' è nulla di meglio che festeggiare la vittoria di oggi con mia figlia. Si tratta dell' ultima giornata di campionato prima della sosta natalizia ed abbiamo battuto il Napoli per 4-2. Per farla completa, essendo che è un po' presto perché abbiamo giocato ad ora di pranzo, ne approfitto per farle anche i boccoli dopo averle fatto il lavaggio ai capelli con tanto di massaggio a movimenti circolari sulla testina. Mentre le stavo insaponando i capelli con lo shampoo nuovo alla rosa, le ho chiaramente spiegato che non si deve permettere di scappare di nuovo e che non si può fare le invasioni di campo mentre si sta giocando. "Papi mi mancavi. Volevo il massaggino al pancino che faceva male, ma non c' eri." era stata la sua risposta e subito l' ho interrotta chiedendole in che senso avesse male al pancino. Lei, non rispondendomi, mi ha messo in allarme e quando so che lei ha fastidio, un bagno caldo riesce a rilassarle la muscolatura, quindi le ho riempito un pochino la vasca di acqua calda mentre la stavo pettinando. Non appena l' ho risciacquata e asciugata, le ho fatto il massaggino famoso, ma ha sentito un leggero fastidio al tatto. Mi sono venuti i sudori.
Mentre decidiamo cosa metterci, chiamo velocemente quella santa donna della pediatra. Non avendo febbre, problemi di appetito e avendo anche corso oggi sicuramente il fantasmino dell' appendicite non ha colpito anche lei e mi consiglia di darle qualcosa di naturale a base di erbe per farle fare la cacca. Che fortuna! Ho delle compresse di quel tipo nella mia dispensa. "Kamala, prendi questa pastiglietta" le ordino dandole la compressina e il bicchiere di acqua. Lei mi guarda perplessa, ma accetta.
Arriviamo a ristorante, ma a quanto pare non riusciamo nemmeno ad essere serviti a tavola che la mia piccolina mi trascina in bagno, prova del fatto che la pastiglia ha funzionato. Una puzza assurda invade il bagno: in effetti, Kamala non andava di corpo da un paio di giorni quasi, quindi si vede che l' odore è dato dalle feci che sono rimaste nell' intestino più del dovuto. "Ora mi sento bene" esulta lei dopo aver espulso l' ultimo pezzo. Mi sento più sollevato anche io adesso, perché so che si trattava solo di una questione di temporanea irregolarità intestinale.
Ci laviamo le mani e andiamo finalmente al tavolo. Ordiniamo l' acqua frizzante e apriamo i menù. Io l' italiano lo sto imparando seriamente stavolta anche per il bene di Kamala: facendo l' asilo qui in Italia, ho stabilito che io e lei dobbiamo parlare in italiano almeno un paio di ore al giorno.
"Pas... pasta con zuc..." ma la interrompo spalancando gli occhi. "Kamala! Stai imparando a leggere da sola" mi scappa dalla bocca con quella classica voce da ebete meravigliato. Sento di avere gli occhi lucidi. La mia bambina sta leggendo a voce alta il menù da sola. Io mi ordino una battuta di carne cruda con zucca al forno speziata e lei una porzione bambini di quella pasta con zucca e funghi. Mentre aspettiamo gli ordini, Kamala inizia a spiegarmi che all' asilo è arrivato un nuovo compagno e che è molto timido. "Sei sicura di non essere tu la timidina?" la provoco io. Lei mi dice no, ma diventa rossissima in volto e lì capisco che Kamala sta cercando di affrontare la sua prima simpatia per un bambino. Il suo nuovo compagno ho il sospetto che più che molto timido sia... molto carino. D' altronde, io anche all' asilo avevo l' amichetta, solo che poi lei si era trasferita in un' altra città e avevo pianto per tre notti di fila. Ho ancora adesso il ricordo di una sofferenza immensa. Ricordo benissimo i suoi occhi quasi trasparenti che mi avevano stregato. Chissà se la riconoscerei in giro se la vedessi!?
Però io sono un genitore ansioso e pensavo di avere a che fare con queste cose tra qualche anno. Come si gestiscono le tappe della crescita, i primi amici, i primi amori o cottarelle...? Non lo so, perché ogni figlio è a se e penso che la loro educazione debba essere adattata a seconda del carattere e delle esperienze che capitano nella loro vita. Io ho una figlia molto tosta e dal carattere deciso, ma non mi sentirei mai di snaturarla. Ho optato per un rapporto aperto al dialogo e al confronto proprio perché si senta sempre al sicuro. Ma ogni volta che le succede qualcosa o sperimenta una sensazione nuova mi sembra che arrivi sempre troppo presto. Non so perché, ma le amichette dell' asilo non mi hanno fatto un effetto strano come vederla arrossire. Il tempo trascorre velocemente e i bimbi crescono. Devo accettarlo.
Finita la cena, andiamo a fare una passeggiata in centro per vedere i mercatini di Natale e farmi ispirare per cosa regalare ai miei cari. Ma Kamala è attratta dalla bancarella del cioccolato. "Guarda che belle formine" mi fa notare incantata. Poi mi accorgo che sembra interessata al cioccolato rosa e mi chiede di poterlo assaggiare. Sono tentato di dirle di no perché penso che sia pieno di colorante, ma poi scopro che è dato da una variante della fava di cacao chiamata "ruby" per il colore e le compro un pezzettino piccolo di tavoletta.
Il giorno seguente noto che dorme più del solito, ma devo svegliarla perché tra poco dobbiamo andare a prendere gli zii in aeroporto. Lei però si arrabbia e mi dice che stava beatamente sognando il suo amico nuovo. Oh oh... qua mi sa che ho una figlia cotta a puntino! Ma sapete che vi dico? Se mi preoccupo adesso così tanto, quando sarà più grande ed uscirà senza di me anche di sera ed avrà il primo fidanzato, come sarò preso?! Penso malissimo, quindi ben vengano le simpatie ingenue e fiabesche tra bambini...

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