Capitolo 20

Sniff! Sniff! Sono al centro commerciale con la mia bambina, ma non sono dell' umore giusto. "Papi perché piangi?" mi domanda mia figlia. "Io non sto piangendo tesoro!" la rassicuro io. "Sì che stai piangendo papi! Sei triste!" insiste. In effetti, la mia piccola ha ragione: sento delle lacrime intrigate nei miei occhi. "Papi! Devo andare in bagno!" esclama tenendosi le manine proprio lì, da dove esce la pipì. La accompagno in bagno. "Scansati! Sei un uomo! Dove si trova la mamma di questa bimba?" mi dice una signora anziana mentre entro nel bagno femminile. Non scoppio a piangere per non dargliela vinta. "Signora... si dia il caso che questa bimba sia mia figlia e che io e lei siamo una famiglia" le rispondo cercando di darle una lezione. "Nel bagno delle femmine si deve essere accompagnati dalla madre" ribatte lei. "La mia mamma è morta è il mio papi non si tocca!" taglia corto mia figlia. La signora se ne va senza dire una parola e riesco a far fare pipì alla mia bambina. Anzi... ne approfitto per controllarla anche, dal momento che quella prelevata stamattina era un po' scura. Mi esprimo meglio: vi ricordate che avevamo scoperto che Kamala era in leggero sottopeso? Ecco, essendo anche un pochino più piccolina di statura della norma, la pediatra mi ha consigliato di farle fare dei controlli per sicurezza, allo scopo di verificare gli ormoni della crescita e un eventuale malassorbimento di qualche nutriente. Il tutto è nato quando, una decina di giorni fa, le avevo mandato le radiografie dei due polsi di Kamala e, guardando sia quello sano che quello rotto, ha notato una misura di essi non proprio ottimale. Ma, se proprio devo essere sincero... la amerei incondizionatamente qualsiasi problema di salute dovesse avere e anche se dovesse rimanere piccolina di statura. So che tutto si risolve o almeno si affronta, quindi sono abbastanza tranquillo e pronto ad ogni evenienza.
Usciamo dal bagno. Kamala si accorge di un negozio per bambini che sembra vendere capi molto sfiziosi di abbigliamento. "Papi! Papi! Possiamo entrare?" mi supplica con gli occhioni. Io le dico sì, a patto che non tocchi nulla senza volerlo provare e che non faccia danni. Entriamo nel negozio. La mia bimba nota un vestitino bianco e rosa dalla forma molto semplice. Decide di provarlo, ma purtroppo le è un po' grandino. Però se le piace perché non comprarlo in prospettiva futura? D'altronde, capisco voglia aggiornare il suo guardaroba, quindi se vuole provare qualcosa gli faccio da giudice volentieri. La piccola Kamala è una graziosa modella oggi che sfila per me. Guardandola così, io dico a me stesso che è proprio una bella bambina. La mia piccolina è la mia più grande soddisfazione e non avrei mai pensato che potesse riempirmi di gioia così tanto. "Papi! Quale mi sta meglio di maglietta?" "Sei bellissima con entrambe! D' altronde... una bella sta bene con tutto!" le dico io. "Ma così non mi aiuti papi!" ribatte lei incrociando le braccia in segno di chiusura. Visto che le piace tutto ciò che si è provata, le compro sia il vestitino, che le due magliette e la gonnellina.
La sera stessa, non appena torniamo a casa, io ho un momento di tristezza e lascio andare tutte le lacrime. Sarà che mi manca Arya più del solito, sarà che non ho nessuna intenzione di tornare nella clinica perché non riesco a non provare sensi di colpa per non aver prestato il solito tempo alla mia principessa, al calcio, alla famiglia, gli amici...
Mi ordino un panino con cotoletta, patatine fritte, anelli di cipolla e doppia salsina. Per Kamala, invece, preparo un buon piatto di salmone in padella con zucchine trifolate e una piccola porzione di patate al vapore. Dopo circa un' ora, suona il fattorino delle consegne. Ci sediamo a tavola. "Papi ma che cosa mangi?" mi chiede. "Sai piccola mia... questo è un panino dal contenuto fritto..." ma lei mi interrompe battendo i pugnetti sulla tavola. "Perché non mi fai mai mangiare cose buone?!" mi urla contro. Le chiedo di calmarsi e di sedersi composta. "Kamala ma io ti preparo sempre piattini sfiziosi e colorati!" cerco di spiegarle, dicendole anche che quello che le cucino fa bene alla sua salute. In quel momento, chiama Zoe. Abbiamo un problema serio: i nostri tentativi di salvataggio non sono serviti. Zoe è incinta nuovamente, ma questo bambino non è stato cercato. La faccio venire a casa mia, approfittando del fatto che il suo compagno ha il turno serale. Si fionda tra le mie braccia. "Avevate ragione! È un orco quell' essere!" singhiozza. "Mi ha costretta a fare sesso con le cattive ed ora sono incinta" continua. Io la stringo a me fortissima. "Zoe! Ora sei in mani sicure!" cerco di tranquillizzarla. La faccio stendere sul divano e respirare a fondo. Per tutta la sera non fa altro che ansimare. Non sembra volersi calmare nemmeno con una tisana.
Il giorno seguente, io sono tornato al centro dei disturbi alimentari. Cazzo ho il controllo oggi! Sono pieno di sensi di colpa per ieri, ma la buona notizia è che ho perso 3,7 chili di puro grasso: questo mi dà la motivazione per andare avanti e recuperare a pieno il mio corpo. In effetti... gli allenamenti andavano molto meglio ultimamente e la mia autostima davanti allo specchio è salita un po'. A parte ieri sera, sono contento perché sto mangiando più sano e credo che il corpo stia prendendo una boccata d' aria. Questa volta credo veramente di poter tornare in forma!
Finita la visita, io però torno avvolto dalla nube di tristezza del giorno prima e scoppio a piangere. "Lennart, che cos' hai?" mi chiede Greta avvicinandosi preoccupata. "Ho la sensazione di non essere stato un bravo papà ultimamente" rispondo io lasciando scendere una lacrima fino a terra. Lei si avvicina e mi mette una mano sulla spalla. "Lennart ascoltami... raramente ho visto una bambina amare così tanto il suo papi e in maniera così sincera. È una bambina meravigliosa e questo è simbolo che hai fatto un ottimo lavoro. Se anche non sei sempre stato perfetto come padre, sei stato vero e questa è una cosa importantissima!" mi spiega. Io la abbraccio e le chiedo se davvero ne è sicura. Afferma con il capo. Ma io quel che sento è altro: un vortice di sensi di colpa. Se io non mi metto in testa che ho intrapreso questa strada per il bene di entrambi, non guarirò mai completamente da questo senso di angoscia. Guardo Greta ed ha un colorito diverso, più vero. Forse per lei è arrivato il qualcosa che deve scattare in una persona. Io, invece, su molti aspetti brancolo ancora nel buio, ma guardo lei e mi rendo conto che se è riuscita lei che stava toccando con mano la morte a fare dei piccoli progressi, può essere più semplice anche per me. La sera, prima di dormire, mi stendo sul letto della mia camera riservata qui in clinica e chiamo Zoe per sapere se procede tutto bene a casa mia. Sapere che Kamala sta dormendo profondamente mi mette un sorriso sul mio volto. Zoe, invece, mi dice che lei pensa che il bimbo sia un segno del destino che le dice che è pronta per diventare mamma e che non ha bisogno di nessuno. Una mamma fantastica e single proprio come me. Mi dice anche che ha la sensazione che sia un maschietto. Ne parla come se fosse tornato il bimbo che è volato in cielo. Io sono sicuro che sarà una mamma adorabile sotto tutti i punti di vista e io, da papà single, mi sento in dovere di aiutarla in questa esperienza emozionante. Però prima deve superare ciò che ha subito per la salute sia sua che del bimbo. Per la prima volta, capisco l' importanza di curare la salute mentale perché senza di essa non si può ne stare bene fisicamente, ne condurre una vita degna di questo nome. E soprattutto ho realizzato una cosa: Arya aveva proprio ragione quando mi ripeteva sempre che esistono delle persone che mi apprezzano e che non sono tutti ipocriti. Aveva anche ragione quando diceva che io dovevo realizzare i miei obiettivi in primis per me stesso e poi per le persone a me care. Le critiche costruttive fortificano, questo è vero, ma tutto ciò che mi ferisce e mi fa soffrire deve essere tagliato fuori dalla mia vita e non mi deve interessare nulla di esse. E care Arya e Kamala... io so che quando starò bene vi avrò fatto uno dei regali più belli che possiate ricevere e sarete fiere di me.
Arya mi manchi ogni giorno, questo lo sai. Ma voglio che tu sappia che ci tengo tanto a realizzare il tuo più grande desiderio: ho trovato il tuo quaderno segreto quando te ne sei andata ed ho scoperto che avevi assistito al miracolo che speravi, ovvero, il mio trasformarmi da bruco a farfalla. Ma la verità è che vorrei regalarti un altro miracolo: vedermi felice! Non so se troverò un' altra donna, non so se mi sposerò in futuro, se avrò altri bambini, dove andrò a giocare... ma so che raggiungerò il benessere e l' equilibrio ideali per stare bene. Perché in fondo... la vera felicità è da trovare nelle piccole cose di ogni giorno. E, ultimo ma non per importanza, cercherò di sorridere ogni giorno un pochino di più. E anche se non so cosa tu stia combinando lassù, so che mi stai ascoltando e che riceverai questo messaggio. Arya ti amo e non sai quanto. Arya ti amo tanto! Sai Arya, ho ammesso a me stesso di aver provato qualcosina per Zoe, te lo confesso perché so che tu apprezzi l' onestà anche su queste cose e non ti arrabbi. Ma la mia metà sei tu e anche se la nostra relazione è durata pochi mesi... so che in realtà non è mai finita perché si è trasformata in qualcosa di spirituale. L' amore non cambia, ma si adatta. Quei mesi mi sono bastati per capire che saresti stata il mio "per sempre" e avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.
Un saluto anche da Kamala
Tuo marito Lennart

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