Capitolo 2

Indovinate un po'?! Stamattina mi sono svegliato con una voglia immensa di cotoletta e salsiccia, ma vorrei aspettare un po' prima di mangiarle di nuovo e disintossicarmi. Non so se sia l' arrivo di Kamala nella mia vita e l' idea di vederla crescere e accompagnarla nella vita adulta, ma sto provando a cambiare le mie abitudini alimentari per vivere più a lungo. In effetti, le mie arterie stanno chiedendo aiuto e sono paragonabili a quelle di un settantenne paraplegico. Vi dirò di più: anche se quel medico che mi ha visitato, è riconosciuto per essere fuori di testa, mi ha fatto capire che uno sportivo con gli organi sofferenti non è il massimo. Pare che anche il mio fegato stesse urlando di dolore e fosse un po' affaticato: più che altro, durante il controllo generale, il medico ha messo per sbaglio la mano su quella zona ed è risultata un po' gonfia e dura. E poi... io per Kamala devo essere un esempio. Un padre modello che cura tutti gli aspetti della vita al meglio, soprattutto quelli vitali.
La mia piccolina ha due settimane e io, al momento, mi sto allenando con il resto della squadra, ma risulto non convocabile per la paternità. Sono stato io a parlare con la dirigenza e a trovare questa soluzione: non voglio che nessuno cresca mia figlia al posto mio. Io sono suo padre e so cos' è giusto per lei e cosa no. Suona il telefono. Sono i miei amici che vogliono fare videochat, ma dico loro di aspettare cinque minuti perché è arrivata l' ora di scaldare il latte a Kamala. Mi presento in chiamata con lei in braccio mentre la allatto con il biberon. Mi chiedono come mai io stia facendo il baby-sitter, ma io, per la prima volta, ammetto con orgoglio che è la mia bambina. Loro rimangono sconvolti e si chiedono quando ho sviluppato un senso paterno tale da adottare una figlia. Soprattutto considerando che mi è sempre piaciuta la bella vita. Sì, come vi starete immaginando, io non ho detto a nessuno che sono diventato genitore, ma forse è il caso che tranquillizzi i miei fans e ammetta di non essere infortunato, ma anzi, di essere molto molto felice. L' unico mio pensiero fisso è che Arya non sia qui con me e non abbia conosciuto Kamala. Crescerla da solo sarà una missione, mi rendo conto, ma ce la posso fare. Non sempre farò la scelta più giusta, ma sono sicuro che mi impegnerò per il bene di mia figlia, che oggi deve avere proprio fame perché sono ben dieci minuti che la sto sfamando. Finalmente è soddisfatta e mi accenna un sorriso. I miei amici se ne innamorano pure loro, ma ancora non credono che io possa essere padre.
Pongo Kamala nella carrozzina che ho comprato il giorno seguente a quello in cui l'ho portata a casa e mi reco a fare una passeggiata, approfittando per fare rifornimento di pannolini. Decido anche di sostare un attimo dai miei genitori e presentare la loro nipotina. Mia sorella mi corre in contro non appena nota che sono davanti al cancello, ma il suo entusiasmo sveglia la piccola che inizia a strillare. Come avrete capito, oggi ho giorno libero e me la posso godere. Negli altri giorni, invece, la affido ad una giovane ragazza che però me la accudisce sotto severe istruzioni, ma non a casa... sugli spalti del campo di allenamento oppure in una stanza vicina agli spogliatoi, in caso di pioggia o temperature eccessivamente alte o basse. Non sopporto l' idea che non ci sia lei con me. Credo di essere iperprotettivo nei suoi confronti, ma non voglio che venga portata in cielo come Arya e cerco di godermela ogni giorno.
Al momento, sto camminando e spingendo la carrozzina per i corridoi del supermercato, in cerca non solo dei pannolini, ma anche di un pupazzetto per la sua culla e un carillon carino da appendere al gancetto. Finalmente trovo il reparto bambini e mi rimane impresso un orsetto con gli occhioni super dolci e le braccia aperte come volesse dare un grande abbraccio caldo e affettuoso. Decido di prenderlo e porlo nel cestino rosso che ho preso in entrata. Vado alla cassa, pago e mi fermo un attimo nel negozio di giocattoli sotto casa. Quel carillon dovevo trovarlo a tutti i costi e il mio intento riesce dopo svariate ricerche. Salgo in appartamento e Kamala inizia a piangere, ma si tratta di un pianto malinconico, quasi volesse delle coccole. Vado in cucina dopo averla presa in braccio. Mi siedo sulla sedia attaccata alla porta finestra che si affaccia sul terrazzo ed inizio a cullarla. Inizia pure a diluviare e, dopo qualche secondo, mi accorgo che ho cominciato a dondolarla delicatamente al ritmo della pioggia che picchietta. Niente da fare, la tristezza di Kamala non sembra volersene andare. Anzi, inizia a piangere ed urlare ad un volume ancora più forte. Che ti succede piccolina? Non mi vuoi più bene? A guardarla e sentirla così, mi vengono gli occhi lucidi e mi viene da rivolgere lo sguardo verso Arya, nella speranza che scenda dal paradiso. "Arya saresti stata una mamma perfetta sai?!" penso ad alta voce, cercando di trattenere quella lacrima che vuole scendere dal mio occhio sinistro e che mi dà fastidio. Mi alzo e stendo la bimba nella sua culla che si trova di fianco al mio letto. Le accendo la musichetta del carillon, che le ho montato, con lo scopo di addormentarla, ma non avevo idea che mi sarei messo a piangere io: quell' aggeggio rilascia le note di una ninnananna che Arya mi cantava durante il periodo mio di depressione. Le lacrime scendono da entrambi gli occhi. Kamala si reca nel mondo dei sogni e resto a fissarla piangendo. So che dovrei spegnere quella canzoncina, ma è più forte di me ed è come se sprigionasse un' energia magnetica che mi spinge ad ascoltarla tutta. Sto rilasciando un fiume di lacrime infinito. Mi ricordo che Arya me la cantava anche quando la svegliavo a causa degli incubi che facevo. E pensare che mi comportavo da stronzo con lei, all' inizio, perché credeva in me, e, all' epoca, pensavo che nessuno potesse davvero considerarmi un calciatore degno di questo nome. Inizio a pensare che se l' avessi trattata meglio fin da subito, lei sarebbe ancora qua a colorare e profumare le mie giornate. I sensi di colpa mi salgono ed io non so più da che parte girarmi. Io l' amavo e non ho fatto abbastanza per proteggerla e tenermela stretta. Lo sapevo che dovevo accompagnarla dal medico quella volta! Lei continuava a dire che sarebbe stato più giusto che ci si recasse da sola, ma il mio istinto mi diceva che io avrei dovuto essere lì con lei. Non l' ho ascoltato e ho soddisfatto la richiesta della mia amata. È stata l' unica volta in cui ho tradito il mio istinto e non me lo perdonerò mai: è proprio in questo modo che ho perso l' amore della mia vita. Inizio a sentirmi una persona di merda. Cala il silenzio, ma solo per pochi minuti perché Kamala si sveglia e mi guarda. Sorride ed emette un suono che mi appare una risatina. Mi sembra anche che abbia gli occhietti aperti come non mai. Noto che mi sta fissando, come volesse dirmi "Papi non piangere! Ci sono qua io con te" e questo riesce a farmi emettere una specie di sorriso. La prendo in braccio e la metto sul letto per poi stendermi al suo fianco. Poi me la posiziono appena sotto il petto e mi mette una manina sul cuore. Mi emoziono come non mai. Il prossimo, che mi dice che i bimbi così piccoli non sanno comunicare, si prende un calcio non dico nemmeno dove. Lei sa che deve curare il mio povero cuore in lutto e ha già capito che sono molto fragile e sensibile. È bello avere la conferma che mi vuole bene e credo anche che, con questo gesto, mi stia ringraziando per averla salvata e per averle dato una famiglia in cui ricevere tutte le cure necessarie. Vorrei farmi una doccia, ma non posso alzarmi perché la mia bambina si è addormentata di nuovo, con la testina sempre posizionata sul mio cuore. Stavolta mi viene da pensare che voglia ascoltare il mio battito per capire le mie emozioni. E pensare che ha solo due settimane! Chiunque sia la madre, il due agosto ha dato la nascita ad un tesoro e io mi chiedo come ha potuto abbandonare una risorsa preziosa come lei. Però non so chi sia, quindi non posso giudicare il perché di questa scelta che sarà stata sicuramente molto difficile per lei.
Finalmente, riesco a spostare la piccola nel seggiolino per neonati che uso anche in macchina e me la porto in bagno mentre mi faccio la doccia. Una doccia lunga che mi permette di pensare a tutto ciò che mi aspetterà nel corso della mia vita. Sì, perché è vero che con mia figlia è stato amore a prima vista, ma non avrei mai pensato di diventare padre in questo modo. E se esiste una cosa che nessuno ti insegna è proprio crescere un figlio, perché non esistono regole universali per tutti...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top