Capitolo 15
È passata una settimana dal tragico evento che ha colpito Zoe e lei sembra riprendersi, ma solo fisicamente. Parla tutti i giorni con il suo pancino quasi come lo vedesse ancora. So che sente ancora il suo bambino dentro ed è un' emozione al cuore ogni volta che la sento. Se non fosse in un momento così delicato, le chiederei di aiutarmi a ritrovare la retta via: nelle ultime settimane, Gasp non mi sta dando molta continuità, soprattutto dopo le visite recenti di routine che hanno evidenziato il fatto che io sia ingrassato di altri 7 chili rispetto ai controlli di inizio stagione. Il mister, stavolta, è stato chiaro: se da una parte, è felice del mio impegno e della mia maturità, dall' altra è preoccupato per la mia salute e mi sta spronando a prendermi cura di me stesso per riconquistare ciò che avevo ottenuto. E stavolta sono convinto anche io: per il lavoro che faccio, mi rendo conto anche io che circa 10-12 chili di troppo compromettono le mie prestazioni. Senza contare che sono quasi tutti a livello addominale, quindi è meglio che mi sbrighi a cambiare rotta. Se mi tornano tutti i problemi metabolici che avevo risolto durante la militanza alla Union Berlin potrebbe essere un disastro. Il mio problema sostanzialmente, è la testa: ci sono dei periodi in cui mi lascio andare completamente oppure in cui mi metto in fondo alla scala delle priorità. Arya so che non è fiera di me. Lo so benissimo. A volte dicono che la mia carriera non mi interessa e che faccio le cose tanto per fare. Il problema è che spesso la gente non sa davvero come mi sento. Nell' ultimo periodo, ho trascurato davvero tanto l' alimentazione per godermi la bambina e stare vicino alla mia amica Zoe. Ho trascurato anche me stesso, in quanto non mi sono preoccupato del mio disturbo alimentare. In certi giorni, ho ceduto alle tentazioni e mi sono abbuffato. Il tutto, anche, di nascosto dalle donne che abitano con me e dai compagni di squadra. Anche ad allenamento, confesso di aver usato della pausa bagno per nascondermi a mangiare. Ma so che ce la posso fare e come prima mossa sono tornato dalla psicologa per trovare una soluzione. Voglio veramente guarire dal mio disturbo e finalmente ho ammesso a me stesso di soffrirne e che, probabilmente, non ne sono mai guarito del tutto poiché non completamente cosciente. Dicono che sia questo il primo passo per uscirne: ammettere di avere un problema da risolvere. E lo confesso pubblicamente: sono a metà strada tra il binge eating e la bulimia, in quanto ho attuato dei comportamenti compensatori per certi periodi. Gli episodi bulimici si sono manifestati nei brevi momenti in cui ho preso coscienza del mio corpo che iniziava a farmi schifo e ho attuato delle ipotetiche soluzioni per limitare l' aumento di peso. Se vi avevo confessato il mio amore per la buona cucina, ora vi confesso che è diventato un incubo come qualsiasi cosa quando causa dipendenza.
Nel mentre, Kamala sta dormendo in camera con Zoe e io sono andato a farmi gli esami del sangue e altri controlli. Non ho mai avuto così paura degli esiti. Ho più paura di quelli che degli aghi. Dopo, prima di recarmi ad allenamento, ho una seduta con la psicologa ed è la ragione per la quale ho chiesto un permesso per recarmi a Zingonia più tardi. Spero di non dover tornare ad assumere psicofarmaci, ma temo proprio che sia cosa assodata. Qualcosa mi dice che lei mi indirizzerà anche da uno psichiatra proprio per questa ragione. Chi lo sa, forse il medico che, non appena mi ha visto, mi ha preso le misure con il metro e mi ha chiesto se fossi pronto per andare in letargo con gli scoiattoli, è stato colui che mi ha acceso la luce e che mi ha fatto capire che il mio disturbo sta peggiorando. Credo anche di aver capito la causa e mi sto rendendo conto di avere un vuoto affettivo che probabilmente non è stato mai colmato. Anche il mio rapporto con la mia ex potrebbe aver contribuito all' evolversi della mia depressione prima e del mio disturbo ora. Di sicuro con Arya stavo decisamente meglio perché con lei si che provavo del vero amore autentico. Averla persa ha riaperto la voragine del mio cuore e ora ha formato quella del mio stomaco.
In questo momento, sono arrivato ad allenamento ma ultimamente mi sta passando la voglia perché faccio fatica a stare ai ritmi del mister per via della mia forma fisica. Ecco il guaio: Robin si fa male in allenamento e il suo sostituto naturale sono proprio io. Spero per lui che non sia nulla di grave, ma a caldo, sembra che dovrà saltare almeno tre o quattro partite. Per fortuna che c' è Zoe a casa perché non saprei a chi affidare la piccola. E so anche che questa volta non mi prenderò una pausa dal calcio per curarmi perché sarà parte integrante della terapia. Voglio rendere orgogliosa mia figlia e voglio migliorare per me stesso. Oggi abbiamo fatto anche partitella 8 vs 8 in un campo da 11 e bisogna avere fiato per correre. Ma almeno, avendo giocato solo io nel mio ruolo, ho bruciato un bel po' di calorie. Devo solo stare attento a non passare verso l' altro lato estremo, ossia, il dover bruciare tutto senza mangiare abbastanza.
Il pomeriggio mi reco a prendere la mia bimba all' asilo e la accompagno a nuoto. Anche se non avrei voglia perché vorrei stare un po' di tempo con lei, devo trasmetterle il messaggio che bisogna fare sport. Nel mentre, decido di andare a fare una camminata nei dintorni, ma Zoe mi chiama per dirmi che si sente molto sola a casa e che ha una crisi di pianto senza sosta. Mentre passeggio, continuo la mia telefonata per tenerle compagnia. È curioso come tra persone a pezzi ci si aiuta: dicono sempre che devi sistemarti tu prima di aiutare o amare qualcuno. Ma io credo che le persone che hanno sofferto abbiano un cuore più grande e comprensivo. Io ne sono un esempio. Quasi quasi, consiglio anche a lei una chiacchierata con la mia psicologa perché so che potrebbe aiutarla.
Finita la lezione di nuoto, la mia piccola mi chiede portarla a mangiare un gelato sotto casa. Mi dispiace dirle di no, così la accontento. "Papi perché non prendi nulla? Sono buoni qui i gelati!" mi incita lei, una volta che le ho pagato il suo cono. Io la prendo in disparte. "Sai... il dottore ha detto che il tuo papi deve perdere qualche chilo!" inizio io a spiegarle. "Ma il dottore non è papi!" esclama Kamala sconvolgendomi. Voglio capire cosa intende. Ed avevo intuito giusto: a soli 3 anni ha capito che un cambiamento deve partire da dentro. Io le spiego che anche papi è d' accordo con lui. Lei però mi accetta così, ma le assicuro che sarò ancora più bello in futuro. Sapete... a lei non ho ancora spiegato il mio problema perché è ancora piccolina e non voglio creare un rapporto troppo morboso con lei. Ma in futuro prometto di dirle tutto perché so che lei capisce fino in fondo le persone ed è emotivamente molto matura.
Stasera mi ordinerei una pizza, ma cerco di trattenermi. Non appena torniamo in casa, Zoe mi aspetta davanti alla porta. Mi ero dimenticato del fatto che fosse medico, in quanto laureata in medicina e mi dice che da domani, mi avrebbe tenuto il conto degli esiti di visite ed esami e che avrei fatto per i prossimi mesi. Io non ho proprio scampo ora e anche se non volessi... è ora di mettersi in riga e recuperare la propria persona. Senza contare che Zoe e Kamala hanno fatto società, perché vengo a sapere che quella peste di mia figlia si occuperà di tenermi impegnato con delle abitudini sane e che non mi facciano cadere in tentazione.
Poi, cambiando discorso, scopro che proprio Zoe ha trovato un lavoro come dottoressa in ospedale e che vuole mettere dei soldi da parte per un appartamento. Io mi propongo di aiutarla economicamente almeno con una parte, ma lei rifiuta perché desidera completa autonomia e la appoggio. Sono davvero fiero di lei perché spero che questa nuova opportunità sia un nuovo inizio e possa aiutarla a superare il lutto e la separazione.
La domenica, Kamala si mette a correre per tutta la casa. Ci sono arrivato dopo un quarto d' ora che voleva che la seguissi perché è arrivata l' ora della corsetta della domenica. Dio mio che stress! Anche il giorno dopo la partita io non posso più riposare. "Posso farmi una doccia?" domando dopo non so quanto tempo che sto correndo i perimetri interni della casa. "Sì, ma poi misuriamo la pressione che era un po' altina qualche giorno fa" urla Zoe dal bagno. Che palle oh! Quasi quasi rimpiango la mia vecchia routine, ma so che queste regole più severe mi aiuteranno per la carriera. Addirittura, quando non mi alleno, le ragazze mi indirizzano in palestra: in sostanza, ho solo le 12-15 ore post partita di riposo ormai.
Il lunedì seguente, non a caso, ho l' incontro proprio con la psichiatra che mi fa un interrogatorio.
-Psichiatra: "Mi dica... quando mangia a cosa pensa?"
-Io: "La verità è che a me mangiare bene è sempre piaciuto... poi quando ho realizzato il lutto della mia ragazza ho sviluppato un rapporto di amore e odio..."
-Psichiatra: "E come ti senti?"
-Io: "Ci sono dei giorni in cui mi faccio proprio schifo... altri in cui mi sento meglio ma... poi mi guardo allo specchio e detesto il mio corpo perché mi vedo brutto, grasso e mi sento inutile... così vorrei non mangiare, ma duro al massimo due giorni perché poi cedo e mangio... mangio... mangio fino a sentirmi male. Di recente ho iniziato anche ad attuare condotte di eliminazione perché io faccio schifo"
-Psichiatra: "Qui temo che sia necessario un intervento in una comunità di recupero prima che il binge eating si trasformi completamente in bulimia. La direzione sembra proprio quella ormai"
-Io (in lacrime): "No per favore! Non posso perdere anche mia figlia! È tutto ciò che ho e perdere anche lei sarebbe una tragedia... sono già stato ricoverato in passato per depressione e non vorrei ripetere l' esperienza. E so che il calcio mi può aiutare"
-Psichiatra: "Si fidi che se lei si cura, ne gioveranno anche i rapporti con le persone e soprattutto con sua figlia"
Alla fine della conversazione, mi prescrive una serie di farmaci specifici contro l' angoscia e le abbuffate. Ma sotto controllo medico ed ora non ho il coraggio di parlare con Kamala che avrebbe dovuto vivere sola con Zoe per circa sei settimane... una volta che ho avuto la conferma che posso vedere mia figlia, ho accettato il ricovero parziale, in modo da poter comunque continuare con il calcio, ma essere seguito da specialisti... e questa volta sono pronto per rialzarmi un' altra volta sperando sia quella definitiva...
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