Capitolo 12
È arrivato il fine settimana. Dovrei essere felice per la partita, ma sono costretto a guardarla dalla TV di casa perché la febbre non scende sotto il 38. Ieri mi sono recato persino dal medico perché il termometro segnava 40,3° e ho preso sinceramente paura, ma non mi ha fatto andare al pronto soccorso. Mi ha solo prescritto un antipiretico leggermente più potente. Infatti, oggi è il primo giorno in cui mi sento un po' meglio.
Al momento, sono seduto sul letto con un lenzuolino, un fazzoletto bagnato sulla fronte e le gambe distese. Kamala è qui in stanza con me e sta giocando con il set da picnic giocattolo che le ho regalato. Inizia il match. Lei mi offre una tazzina gialla in mano. "Un buon tè per il mio papi!" esclama. Io non avrei tanta voglia di giocare, ma se tua figlia di tre anni ti prepara il tè... tu devi accettare e farle sapere quanto è buono. "Che buono Kamala! Con questa nota di cacao..." ma lei mi interrompe dicendomi che ci sono anche le noccioline nell' infuso. La faccio salire sul letto, una volta che anche lei si è preparata il suo tè. Avviciniamo le tazze come fosse un brindisi. Il calcio d' inizio delle 15:00 è la nuova ora del tè, ma purtroppo, non potra essere un' abitudine settimanale. Ci stiamo guardando la partita insieme. "Papi ma chi è lui?" mi domanda puntando il dito verso la tv. "Lui è un mio compagno di squadra e oggi mi sostituisce". "Lui è brutto! Tu sei molto più bello!" ma io non sono felice di questa piega che ha preso. "Kamala non mi piace per niente questa tua tendenza a sminuire tutti e a paragonarli a me" ribatto io, lasciandola un po' stupita. Lei però mi fa notare che mi ha fatto un complimento. "Kamala pensaci un attimo... se qualcuno ti dicesse che sei brutta o antipatica e ti paragonasse a qualcun' altra considerata migliore, saresti felice?" le chiedo. Lei abbassa lo sguardo. "Papi... no non è bello. Hai ragione. Scusa" sussurra con un tono più triste. Noto che ha gli occhi lucidi. Le metto un braccio dietro le spalle. "Pensi che io sia cattiva?" mi domanda dopo qualche minuto di silenzio. Devo ammettere che questa domanda è molto forte. Cerco di rassicurarla. "Kamala tesoro... tu sei una bambina dal cuore d' oro! Devi solo imparare ad esprimerlo meglio. Ricordati piccolina che siamo tutti speciali a modo nostro" ma non riesco a finire il monologo che mi domanda se anche lei è davvero speciale. Assolutamente sì! Lei lo è. È una bambina meravigliosa proprio perché è così! Altrimenti non sarebbe Kamala, ma sarebbe un' altra bimba che avrebbe altre caratteristiche che la renderebbero, in ogni caso, unica. Da quel giorno, Kamala ha promesso di fare più attenzione nello sputare sentenze verso le altre persone. Qualche giorno dopo, sono finalmente guarito e pronto per riprendere il campionato. Il mister mi vuole parlare in privato. Il mio terrore è che, visto che sto visibilmente meglio, voglia dirmi qualcosa per quel qualche chilo in più che ho, rispetto alla prima mia avventura in questa squadra. Ancora una volta mi stupisce perché vuole sapere da me come mi sento. Poi, mi dice che mi vede più maturo. "Tua figlia..." mi dice. Grazie. Mia figlia cosa esattamente?! "Sei meraviglioso con lei e credo che ti abbia fatto bene diventare papà, soprattutto a livello mentale" mi spiega. Io mi commuovo. Aggiunge anche che se mi alleno così, posso scendere in campo con lei nel marsupietto. Ovvio che si tratta di una metafora, ma se potessi averla sempre con me lo farei. Comunque la conversazione mi è parsa un po' strana, fino a quando non ha concluso con "Inizia a mangiare un po' di verdura che ti conviene!" ma, per fortuna, lo ha detto in maniera simpatica. In effetti... io non ho per niente buoni rapporti con la verdura e si vede. Quando torno a casa, mi metto a guardarmi davanti allo specchio. I miei addominali scolpiti per bene sono solo un vecchio ricordo. Ora si vede solo qualche leggerissimo segno in controluce. "Lennart o ti metti a dieta, o quando ti ritirerai dal calcio giocato sarà un disastro, visto gli scompensi metabolici causati dai disturbi alimentari" mi ripeto tra me e me. Mi pizzico la zona della mia cicatrice, non curando che Kamala si era svegliata dal riposino pomeridiano ed aveva assistito a tutto. Devo dire che pensavo peggio come consistenza, ma un po' appesantito e ammorbidito lo sono. A vedermi non mi piaccio molto. Sono un controsenso vivente, confesso. Per come mi sento in questo momento, mi sembra di aver azzerato tutti i progressi di autostima. Kamala si avvicina e mi dice che sono bello. Non so che rispondere. Se da un lato è vero che sono migliorato a calcio, dall' altro ho 27 anni e mi sto avvicinando ai 30. Devo salvaguardare la mia salute di più. Questa volta seriamente. Sí, sono ripetitivo, mi rendo conto: ci ho provato anche quando Kamala era più piccola e devo ammettere che la mia amica Zoe mi aveva aiutato un po' a tenere la testa attaccata al collo. Un giorno mi piacerebbe rivederla dal vivo: siamo rimasti in contatto e lei ora ha trovato un compagno che so che ama alla follia. Non so perché, ma quando me lo ha detto mi ha fatto un po' strano. Anzi, credo che il motivo sia perché, dentro di me, io vorrei che la mia piccolina avesse una mamma. A volte penso di non farcela a fare tutto da solo, ma poi la guardo e penso a come è cresciuta in maniera spensierata a differenza mia. Almeno su questo, sono contento perché so di aver fatto un bel lavoro. Lei è sempre stata la mia priorità, ma ho capito che devo esserlo anche io. Se voglio avere una carriera dignitosa, per quanto io più che soldi e coppe pretendo che sia tutelata la mia bambina, devo anche mettermi nell' ordine delle idee che l' organismo meglio funziona, meglio sarà per me. In quel momento, suonano alla porta. È proprio Zoe che è venuta a farmi una sorpresa. E guardate un po'! Sta pure per diventare mamma. La abbraccio in maniera molto forte e mi congratulo con lei. A lei sì che dona il pancino. Come sarebbe stato benissimo anche ad Arya. Chissà come sta adesso? La amo ancora come fosse il primo giorno. Lei vorrebbe che io fossi felice. Questa è una cosa certa.
Chiedo a Zoe i suoi piani per la vacanza, ma mi dice che è venuta qualche giorno qui a Bergamo, proprio per parlare con me: quando lei ha scoperto di essere rimasta incinta, il suo compagno l' ha abbandonata al suo destino e ora si sente proprio persa. Mi sento onorato di essere il suo punto di forza: dice che sono il perfetto esempio di genitore single e che, per il mio vissuto, la posso capire. Mi viene spontaneo abbracciarla. "Ciao zia Zoeee" urla Kamala correndo. "Kamala attenta che zia Zoe ha il tuo futuro amichetto dentro di lei" la avverto. Lei ci guarda malissimo. "Papi?! Ma la zia Zoe mangia i bambini?" domanda preoccupata. Zoe scoppia a ridere e le spiega che tutti siamo stati un fagiolino nella pancia della nostra mamma. "Io non ho una mamma! Come sono nata?" domanda lei. Kamala è proprio curiosona oggi. Mentre penso alla risposta, decidiamo di andare a prendere qualcosa da bere in un bar qua vicino. Ci sediamo ed ordiniamo. Io continuo a pensare di non volerle dire che la sua madre biologica l' ha abbandonata. "Beh sai piccolina mia... non so chi sia la tua madre, ma so che la tua mamma ti avrebbe voluto tanto tanto bene. Purtroppo lei non c' è qui con noi, ma è sempre presente nei nostri cuori. Ricordati che non so chi sia la ragazza che ha coltivato il tuo fagiolino, ma so chi sarebbe stata la mamma che ti avrebbe cresciuta" ma lei, interrompe nuovamente perché vuole sapere come si coltiva il fagiolino. È troppo piccola per spiegarle la metafora della canna dell' acqua che innaffia il giardino. Però cerco di inventarmi qualcosa di simile e più adatto alla sua età.
In tutto questo, riusciamo a passare del tempo come ai vecchi tempi. Devo ammettere che mi sento un po' in colpa per non esserle stato a fianco più intensamente. Io non avrei mai pensato di lasciare una donna con un bimbo in grembo. Sono seduto vicino a lei e mi viene spontaneo accarezzarle il pancino. Per alleggerire i toni della chiacchierata, le chiedo se sia maschio o femmina, ma mi dice che non lo sa perché alle ecografie si vedono sempre le manine che coprono la zona genitale. Kamala, nel frattempo, mi porge l' album dei disegni da colorare e vuole che noi due la aiutiamo noi. Secondo me, lei ci vorrebbe vedere come coppia e vorrebbe che fossimo una famiglia unica. Mi dispiace deluderla, ma nessuno di noi due è pronto per una storia. I sentimenti sono una questione seria e delicata e sono sicuro che Kamala ha già compreso il valore di essi...
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