Sotto lo stesso cielo a riveder le stelle
Quando tutto sarà finito, torneremo a riveder le stelle.
Chiudo gli occhi e inspiro profondamente.
Non ricordo minimamente la mia vita prima che arrivasse lei, anzi era così banale che è meglio che io non me la ricordi, nessuno dovrebbe. Avevo bisogno di lei, dello scossone che mi provocò. La amai infinitamente, prima di me tanti altri lo fecero e sono sicuro anche tutti quelli che vennero dopo di me, ma lei non è una che è fatta per essere amata. Lei saltava di qui, di là, andava da un posto a un altro senza avvisare; semplicemente una mattina spariva e chissà che fine aveva fatto. Non ci sarebbe stato più modo di rintracciarla.
Sicuramente però, la sera potevi trovarla a qualche festa a rimediare delle pasticche a qualche povero ingenuo che cadeva nel suo tranello. Non mi obbligava ad aiutarla, lo facevo di mia spontanea volontà, di solito riuscivo a rimediare qualcosa anche io. A me bastava semplicemente scoprire chi avesse comprato la roba, spingerli in bagno dove lei li stava aspettando e infine assicurarmi che nessuno li interrompesse. Non ho mai saputo cosa succedesse in quel bagno, lei non me l'aveva mai detto e io non glielo avevo mai chiesto. Era una specie di patto muto tra di noi; alla fine ci guadagnavamo entrambi, non era importante sapere il come. Amanda era quella che usciva prima dei due e degli altri, sinceramente, non mi è mai importato, soprattutto se erano dei fattoni che non avrei più rivisto se non in qualche corridoio a scuola ma che non avrei mai riconosciuto alla luce del sole: le luci psichedeliche rendono tutti più belli.
Non tutte le feste finivano bene, per me almeno. Dovevo sempre tornare di soppiatto in modo che mia madre non si accorgesse che fossi strafatto. Più di una volta sono rimasto chiuso fuori casa e mi sono dovuto accontentare di qualche panchina al parco come letto, se prima non cadevo svenuto in qualche aiuola. Non so dove finisse Amanda alla fine di ogni festa invece; probabilmente a bucarsi in qualche vicolo. Mi sorprendeva come non avesse ancora avuto un'overdose o almeno non me ne aveva mai parlato. Non sapevo praticamente niente di lei, neanche se Amanda fosse il suo vero nome.
Era strano che ci fossero feste tutte le sere, per questo motivo potevano passare giorni prima che riuscissi a rivederla. Dopo un po' smisi di preoccuparmi, sapevo che era in grado di badare a sé stessa come aveva fatto in tutti questi anni di girovagare.
Camminare per strada con lei era come essere accompagnati da una dea, tutti si giravano a guardarla e sapeva che se lo avesse chiesto, si sarebbero inginocchiati al suo passaggio. Poteva avere tutto nella vita, invece aveva scelto di girare il mondo e non avere nessun tipo di legame.
《Perché fai tutto questo?》 Le avevo chiesto un giorno.
Bevevamo alcool sdraiati su un letto di chissà chi, quindi non mi ricordo molto di quello che mi disse quella sera. Ricordo soltanto che la casa era vuota e per questo siamo entrati. Sarebbe stato divertente, così diceva. Avevamo girato un po' per la casa e infine avevamo trovato gli alcolici in un mobiletto del salotto.
《Perché no? 》 Aveva risposto 《Passiamo la nostra intera esistenza cercando di accontentare gli altri, volendo raggiungere risultati altissimi; ma quando poi moriremo, di noi cosa resterà? Siamo soltanto polvere e tale torneremo ad essere. La nostra vita non è altro che un microscopico puntino nell'universo, la nostra Terra è un altrettanto microscopico pianeta in mezzo a infiniti altri. Quello che facciamo qui non cambierà niente lì, quindi cosa importa se entriamo a casa di una ragazza che non c'è e beviamo alcol sul suo letto oppure andiamo in giro a farci una passeggiata?! Facciamo solo quello che ci va quando ci va》
Non pensare alle conseguenze era un'idea alquanto allettante, ma quanto sarebbe potuta durare per me? Non ero come lei, io avevo legami e un posto stabile dove avrei dovuto passare tutta la vita, avevo una prospettiva di futuro e tutti contavano su di me per far si che si avverasse. Rinchiuso in una scatola, ecco cosa voleva dirmi. Avrei vissuto la mia vita tutto il tempo chiuso in una scatola senza vie di uscita. Forse me ne stava offrendo una, ma non potevo saperlo con certezza; chissà a quanti aveva offerto una via di fuga prima di me. Non avevo niente di speciale rispetto agli altri.
Quando poi Amanda aveva tirato fuori una boccettina con un liquido rosa all'interno e me l'aveva versata nel bicchiere dicendo che mi avrebbe fatto sentire meglio, i piccoli fiori sulle lenzuola avevano iniziato a girare. Centinaia di colori inondarono la stanza, non sapevo neanche ne esistessero così tanti. Il resto penso di essermelo solo immaginato, anche perché reputo poco credibile il fatto che mi sia spuntato un terzo occhio sulla fronte.
Lei invece era così luminosa e sembrava davvero tanto a suo agio in mezzo a tutti quei colori. Mi prese la faccia tra le mani e mi baciò
《Siamo nati per combattere la sorte e quando tutto questo sarà finito, torneremo a riveder le stelle di uno stesso cielo che in qualche modo ci unisce》
Era il suo mantra? Cosa volevano dire queste parole?
Non ricordo nient'altro di quella serata, e probabilmente sono inventate anche quelle parole, ma sono collegate a lei e al suo ricordo e per questo non le scorderò mai.
In realtà non ricordo neanche come facemmo ad uscire da quella villa; l'enorme livido che mi ritrovai la mattina dopo sul fianco mi suggeriva che probabilmente ero caduto dalla finestra della stanza.
Passarono giorni prima che riuscissi a rivederla. Eravamo a una festa, un'altra. Sapevo che potevo trovarla li, così andai nonostante non avessi nessuna voglia di divertirmi o provare una nuova droga; l'effetto che mi faceva la sua sola presenza per me era più che sufficiente e ne desideravo sempre di più.
Quella volta si era fermata in uno stesso posto un anno in più del solito e aveva scelto di passare il suo tempo con me, tanto che pensavo che ormai sarebbe rimasta molto di più. Forse alla fin fine qualcosa di speciale lo avevo anche io.
《Ho trovato te e tu mi aiuti》 Così diceva. Anche se per lei ero solo uno qualunque che l'aiutava ad assumere roba, a me andava più che bene. Lo avrei fatto per il resto della mia vita se solo fosse rimasta qui.
Il tempo però è tiranno. Senza accorgermene, quell'anno passai la mia ultima estate insieme a lei. Ancora oggi mi domando che se ero abbastanza speciale per farla rimanere un anno in più, forse potevo addirittura convincerla a rimanere per sempre.
Finita l'estate, però, le feste smisero di essere divertenti e io ero sempre circondato da persone che mi adulavano soltanto perché ero riuscito a diventare amico di Amanda; la noia era tornata, ma in maniera differente questa volta. Lei se n'era andata, ma io non potevo farmi sopraffare dalla nuova monotonia che aveva preso il possesso della mia vita, avrei dovuto vivere ogni attimo come se fosse l'ultimo.
Non rimpiango niente di tutto quello che feci negli anni a venire, ma smisi di pronunciare il suo nome. Era ormai diventato qualcosa che viveva nei miei ricordi e nulla avrebbe potuto riportarla da me.
Ora mi ritrovo seduto inerme di fronte a un titolo che non mi sarei mai aspettato di trovare e che un po' mi rassicura: "Rinvenuto nel canale corpo di una giovane donna. Morte assicurata per overdose" accompagnato da una sua foto che prende tutto lo schermo. Era a pochi metri da casa mia, era tornata qui e io non lo sapevo. Forse non se n'era mai andata troppo lontano, ma non voleva avere più niente a che fare con me. Mi fa stare bene pensare che era tornata per me, che se ne sia andata per darmi una vita migliore, che nell'ultimo momento mi abbia pensato e che stava guardando quel cielo che in qualche modo ci unisce.
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