Ultimi giorni cap. 23

Vi avviso... preparatevi al colpo di scena. Per chi mi legge non è una sorpresa, con me non c' è da stare tranquilli.

Alice

Questi giorni con Claudio a Parigi sono meravigliosi. Lui ha terminato il congresso pertanto il suo tempo è tutto per me, per noi... visitiamo i posti più importanti... Notre dame, la tour Eiffel, il Louvre dove però facciamo un giro veloce altrimenti ci avremmo impiegato un giorno intero, camminiamo per le strade di Montmartre, il famoso quartiere degli artisti... romantico, pieno di ristoranti e negozi di souvenir... Claudio mi ha fatto camminare tanto per le piazze... per  vedere le bellissime fontane e per le gallerie, che chiamano passaggi per accontentare me... per vedere le vetrine dei negozi naturalmente, ma niente shopping, il bagaglio è piccolo e non entrerebbe niente. La sera mangiamo in bistrot diversi la cucina francese... io lascio fare a Claudio per scegliere ed ordinare che è più esperto, tanto io mangio di tutto... eccetto le famose lumache, rischierei di fare un guaio facendole saltare in aria dal tavolo. Alla fine della serate balliamo stretti, io appoggio la testa sul suo petto... spero di ripetere queste serate anche a Roma e che lui non sia solo influenzato dall' aria magica e romantica di Parigi. La parte più divertente è quella relativa alle foto... a lui non piacciono, mentre a me si e tanto... ogni volta che ne voglio fare una insieme è una tragedia e se provo a scattargliela lui viene male... uffà! Lui la butta a ridere...

Che te frega della foto? Mi tieni dal vivo!

Che c' entra? Vorrei averla sul telefono.

Sembri una ragazzina.

Prima mi chiama piccola e poi mi dà della ragazzina quando fa comodo a lui... 

Non ti sopporto quando metti il broncio... dai... vai in camera a sistemare le ultime cose che io devo uscire,  ho dimenticato una cosa.

Esclama nella hall prima di prendere l' ascensore e mi dà le chiavi della camera.

Ma dove vai?

E' una sorpresa...

Mi dice con un sorriso prima di scomparire fuori... è la prima volta che ci separiamo da quando sono arrivata... ho una brutta sensazione... mi dico Alice non fare la civetta... che chiama i guai... come dice mia nonna... pensa alla sorpresa... senza immaginare che invece avevo ragione e non avrei mai saputo di che sorpresa si trattasse. In camera infilo nel bagaglio le ultime cose, ci metto poco perchè già con Claudio avevamo preparato i trolley... lui così preciso mi ha aiutato col mio, con la paura che dimenticassi qualcosa o che addirittura non si chiudesse. Mi siedo sul letto guardando continuamente l' orologio... il tempo passa e sono sempre più ansiosa... infine mi decido a chiamarlo, ma niente... non risponde... mi dico che starà comprando qualcosa... poi passano altri dieci minuti... allora richiamo... finalmente risponde una voce, ma non è la sua... e parla pure francese... oddio che è successo? Non capisco niente... Dico una delle poche parole che ho imparato... un istant (un attimo) e con le chiavi in mano oltre al telefono mi fiondo giù nella hall per farmi tradurre da qualcuno alla reception, anzi ci faccio parlare direttamente il recepcionist... sono fortunata c' è quello che mastica un po' d' italiano... ma prima che termina la chiamata dalla sua faccia preoccupata capisco che è successo qualcosa di grave a Claudio... infatti lui mi comunica che purtroppo Claudio è stato investito da un' auto e ora si trova in ospedale, era un infermiere al telefono che gentilmente ha risposto. Io per poco non svengo... lui vorrebbe darmi un bicchiere d' acqua ma io rifiuto, voglio correre in ospedale da lui... sono sconvolta, per poco non esco senza borsa... me lo ricorda lui, che mi chiama un taxi... nel frattempo che vado a prendere la borsa in camera... il taxi arriva e così corro in ospedale... non so cosa aspettarmi... il fatto che ha risposto l' infermiere e non Claudio è preoccupante, ma mi rispondo che magari lui è svenuto... quando io arriverò lui si sarà già svegliato... ormai credo che stasera non riusciremo più a prendere l' aereo, dovremo rimandare a domani, ma l' importante che lui stia bene... cerco di essere positiva e trattengo a fatica le lacrime... per fortuna all' entrata parlano inglese così mi spiegano dove andare... sopra però non sono subito così fortunata, cercano un infermiere che parli inglese... mentre il dottore che ha visitato Claudio è impegnato... quando arriva l' infermiere legge le carte e cerca di rassicurarmi rendendosi conto che sono una turista... ma comprendo che la situazione è grave...

Voglio vederlo.

Mi spiace per ora non è possibile... è in sala intensiva.

Oddio... quando potrò vederlo?

Non lo so, deve aspettare il dottore, si sieda qui.

Io che lo dico a fare, non riesco a stare seduta, vado avanti ed indietro nel corridoio finchè dopo un tempo infinito non arriva il dottore, che per fortuna parla inglese. Il dottore comprende la mia disperazione e vedo che cerca di essere chiaro e preciso, ma delicato... mi rivela che purtroppo Claudio si trova in gravi condizioni, in coma farmacologico e non è possibile vederlo per il momento, dovrò aspettare. Mi consiglia di tornare in albergo ed aspettare l' orario delle visite l' indomani per ritornare e chiedere, anche perché io non sono un familiare. Io gli spiego che sono la fidanzata e siamo temporaneamente lì, i pochi parenti sono in Italia e non possono certo venire subito, poi io non ho neanche i loro recapiti, non li ho mai incontrati, ma non posso certo dirglielo. Comunque non posso fare altro ora che ritornare in hotel per prendere le mie cose e quelle di Claudio e cercare un b & b, perché quello dove siamo stati finora è un quattro stelle, non posso certo stare là. Menomale che ho portato la carta di credito appresso, altrimenti come farei ora a pagare un alloggio? Avendo pochi liquidi ed avendo pagato il taxi prima, posso solo comprare il biglietto per il bus che mi porterà in hotel. Avendo pagato già Claudio, prendo i bagagli e cerco su internet un b & b economico vicino all' ospedale... essendo al centro e non in periferia per fortuna ce ne sono diversi ed inizio a telefonare sperando che qualcuno parli in inglese se non addirittura italiano. Dopo una serie di telefonate in cui mi dicono che è tutto pieno ne trovo uno e presi i mi bagagli mi dirigo in fretta là, è una faticaccia in bus con due bagagli, per fortuna quello di Claudio non è grande nonostante fosse stato una settimana. Cerco di essere forte per tutto il tempo e per l' entrata al b  ma arrivata in camera mi lascio andare alla disperazione scoppiando in un pianto dirotto. Smesso di piangere inizio a pregare Dio di far svegliare e guarire Claudio... non posso neanche pensare ad un' altra eventualità. Mi addormento piangendo e pregando sul letto senza neanche spogliarmi, figurarsi mangiare. La mattina dopo faccio una doccia veloce, prendo le prime cose che capitano dal mio trolley, faccio colazione giusto per mantenermi e corro in ospedale. Devo lottare col personale per andare dove si trova Claudio, ma non mi fanno andare oltre il corridoio della sala d' attesa, non posso ancora vederlo, ma io voglio stare lì... il dottore mi ripete ciò che mi ha detto il giorno prima... fra qualche giorno quando si sarà stabilizzato proveranno a svegliarlo... e continuano a dirmi che non possono farmi entrare perché non sono un familiare e bla bla bla... ma io non mi faccio cacciare via, resterò qui finchè non si stancheranno di vedermi.

Praticamente nei  giorni seguenti vivo in ospedale, tra la sala d' attesa ed il corridoio, mangio decentemente solo a colazione e poi prendo qualcosa al distributore dell' ospedale, ma il cibo è l' ultima cosa che penso, ingoio qualcosa solo quando sento i crampi allo stomaco e bevo quando ho la gola arsa anche perché non faccio altro che piangere... finalmente l' infermiere esasperato dalle mie domande mi dice che smetteranno il coma farmacologico e vedranno la reazione di Claudio, che sarebbe quella di svegliarsi, sperando che non abbia avuto traumi al cervello. Hanno già visto che non ci sono fratture gravi, ma lievi alle gambe ed alla schiena. Come al solito io non posso entrare, ma spero che appena sveglio Claudio li convincerà a farmi andare da lui, fremo al pensiero...

 La mattina vado in ospedale più serena, convinta che Claudio si svegli... per ricominciare la nostra vita e soprattutto perché oltre Calligaris, la nonna e Silvia non ho fatto avvisare la madre di Claudio per non farla preoccupare inutilmente, so che ha un' età avanzata, vorrei farla chiamare dopo da Claudio direttamente... ma purtroppo le cose non vanno come io mi aspetto. Le infermiere ed il dottore stanchi di mandarmi via e soprattutto impietositi dal mio pianto mi fanno restare fuori la porta e non in sala d' attesa mentre attendono il risveglio di Claudio. Io aspetto e aspetto senza smettere di pregare, ma le infermiere che si danno il cambio escono e scuotono la testa senza parlare per farmi capire che Claudio non si è ancora svegliato. Io penso che è questione di minuti, al massimo di qualche ora... non comprendo subito che loro non hanno il coraggio di dirmi la verità, quella verità che il dottore infine mi rivela, Claudio non si è svegliato e forse non si sveglierà mai... le possibilità che si svegli sono remote... io non avevo proprio preso in considerazione quest' eventualità, il mio cervello ed il mio cuore non l' accetta... e neanche il mio corpo, infatti la vista si offusca e non capisco più niente... mi sento cadere a terra... nel buio più totale.

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