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Sistema le ultime cose all'interno della valigia verde militare, acquistata ancora ai tempi del liceo, durante l'ultimo anno, prima dell'ultima gita scolastica a Barcellona.

È stato durante quel viaggio che il rapporto tra Manuel e Simone è cambiato radicalmente. Già da tempo Manuel si era accorto di provare di più che semplice affetto per il suo migliore amico, che nel frattempo aveva avuto una storia con un tizio Nerd della classe di fianco la loro, ma qualche mese prima di quella gita si era reso effettivamente conto di quanto Simone fosse importante per lui, di quanto la sua presenza lo facesse sentire bene, di quanto riempisse le sue giornate vuote, e di quanto la sua assenza, invece, lo spegnesse nel profondo, lo rendesse una persona malinconica e sola.

Manuel si era innamorato lentamente e in punta di piedi, ma inesorabilmente e in modo devastante.
A tal punto da non riuscire a controllare più le sue emozioni quando Simone gli era accanto, da avvertire la gelosia fluire nelle sue vene ogni qualvolta lo trovava appiccicato al suo ragazzo "così tanto intelligente" come lo definiva il suo amico.
Mentre Manuel pensava fosse solo un idiota che non se lo meritava uno come Simone. Ma dopotutto, anche lui pensava di non meritarlo minimamente, per questo ha mantenuto celati i suoi pensieri e sentimenti per mesi, prima di quella gita che ha cambiato ogni carta in tavola.

Perché è lì che Manuel si è dichiarato.
La notte prima di fare rientro a casa, all'interno della cabina dell'imbarcazione che li avrebbe riportati in Italia.

Erano appena tornati a bordo dopo una giornata passata in giro per la città ad ascoltare la guida che illustrava le magnificenze culturali degli edifici e cattedrali famose. Ma lui e Simone rimanevano sempre in fondo alla fila per sgattaiolare di tanto in tanto e sfuggire a quella tortura.

Prima di terminare quella serata raggiungendo gli altri al salone inferiore adibito a piccola discoteca, per concludere al meglio quel viaggio, Manuel aveva fatto il grande passo, che aveva svoltato definitivamente le loro vite.

«Che dici? Ci andiamo a prendere un caffè al bar? Sennò chi ce la fa a restare sveglio» domanda ridendo Simone, appoggiando lo zaino sul materasso inferiore del letto a castello.
Manuel gli rivolge uno sguardo insistente, sente di non potersi più trattenere, di non riuscire oltre a tenersi dentro quello che sente.

«Vabbé, però te devo dì na cosa prima»
Simone continua a fare avanti e indietro per la cabina, sistemando panni e accessori, ignorando le parole di Manuel.

«Oh, te fermi n'attimo?»
«Sì, scusa. Dimmi»
«Simò...»

Simone si accorge dell'aspetto cadaverico dell'amico, che sembra debba vomitare da un momento all'altro, e appoggia una mano sulla sua spalla, pronto ad afferrarlo qualora dovesse svenirgli addosso.

«Madonna quanto sei bianco. C'hai il mal di mare?»
«La smetti de interromperme?»
«Scusa se mi preoccupo per la tua salute, eh» afferma, prendendo a frugare e svaligiare lo zaino alla ricerca di una caramella contro la nausea.

Manuel, spazientito, si avvicina a lui afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi.
Porta una mano dietro la sua nuca spingendolo contro il suo volto e incollando le labbre su quelle di Simone, che immediatamente fa cadere le braccia a penzoloni lungo i fianchi rimanendo immobile e, finalmente, in silenzio.

«Non parli più?»
«Hai bevuto?» è l'unica stupida domanda che viene fuori dalla bocca di Simone, ancora sconcertato e incredulo per l'accaduto.
«Non mi stavi ascoltando»
«E tu baci chiunque non ti ascolti?»
«No, idiota. T'ho baciato perché me piaci»
«Ma da quando? Sono rimasto indietro...»
Manuel incrocia le braccia al petto rimanendo a guardarlo con un sopracciglio sollevato.
Quel bacio gli ha aperto una voragine nel petto che ha confermato i suoi sentimenti già così intensi nei confronti di Simone.
«Da un po'»
«Mi sa che quel caffè non mi serve più» esordisce infine Simone, con un sorriso che coinvolge anche gli occhi e Manuel, che riprende a baciarlo come se fosse l'ultima loro notte insieme.

Ma quella è stata solo la prima di una lunga serie, interrotta dal momento che lui stesso ha deciso di porre fine alla loro relazione.

Curioso come sia stato Manuel l'artefice e nel contempo l'elemento distruttivo del loro amore.
Spesso ci pensa a questa realtà, tuttavia poi si ricorda del motivo per cui lo ha fatto. E vedere Simone così soddisfatto della sua vita, così ambizioso e con quella luce negli occhi che brucia il suo sguardo e che non ha mai smesso di illuminare il suo volto, gli fa realizzare quanto la sua decisione sia stata la cosa migliore per loro.
Entrambi hanno ottenuto la vita che da sempre avrebbero voluto, ma per riuscirci Manuel ha dovuto sacrificare il suo amore per Simone.
Prova molto affetto per Daniele, gli è stato accanto nei momenti più difficili, eppure non può negare che ogni volta che vede Simone qualcosa in sé si smuove, come se l'odiasse nel profondo per la persona in cui si è trasformato, ma al tempo stesso avesse una voglia matta di baciarlo perché è stato pur sempre l'amore della sua vita.

Il cellulare, abbandonato tra le lenzuola, notifica un messaggio e Manuel sprofonda sul materasso mantenendolo con entrambe le mani e picchiettando velocemente i pollici sullo schermo.




Ha promesso a Chicca di evitare scontri con Simone, ma non è realmente sicuro di riuscire a mantenere la sua parola. Attualmente per lui è complicato persino trovarselo accanto senza avvertire la malsana voglia di strozzarlo.

«Pronto per il tuo viaggio senza di me?» domanda ironicamente Daniele, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte e una gamba incrociata all'altra.

Manuel infila il cellulare nel taschino dei pantaloncini per recarsi verso il suo ragazzo, con espressione contrariata.

«Sarà un inferno senza te» piagnucola aggrappandosi alla sua camicia per tirarselo più contro di sé.
«Non essere così pessimista. Vedrai che ti divertirai, ma non troppo, mi raccomando» ridacchia in una chiara intenzione di prenderlo in giro.
«Ma non puoi ripensarci? Vuoi che parli io con il tuo capo?»
«Manuel, giuro che mi piacerebbe tantissimo, purtroppo non ho davvero scelta» dichiara rammaricato, per poi avvolgere le braccia attorno al collo di Manuel, alto quanto lui, e baciarlo con trasporto.

«Io ti amo, lo sai. E poi una settimana passa subito» cerca di rassicurarlo, e Manuel sorride amaramente sulle sue labbra ma per l'ennesima volta in cui Daniele pronuncia quelle due parole tanto importanti, lui non risponde.
Non è più riuscito a dirlo a nessuno dopo Simone. In realtà anche a lui non lo diceva spesso, però lo provava nel cuore, provava un amore immenso che gli scaldava l'anima.

Quell'anima che è rimasta vuota, fredda, nuovamente alla ricerca di quel calore umano.

La notte passa molto lentamente, generando in Manuel pensieri e preoccupazioni che non credeva nemmeno di riuscire a provare. Ha sempre vissuto prendendo le cose con filosofia, senza farsi troppe pare mentali davanti ai problemi, ma l'incertezza su ciò che lo aspetta durante questa vacanza gli mette un'ansia addosso non indifferente, e la paura che possa finire in un disastro annunciato lo tormenta tanto da costringerlo a rimanere sveglio e contemplare il silenzio che lo circonda.
Daniele riposa tranquillo al suo fianco, raggomitolato su di un lato, mentre lui giace in posizione supina con gli occhi spalancati rivolti al soffitto bianco, e la mente che vaga senza sosta.

***
Simone si ritrova a dover trascinare la valigia a rotelle e lo zaino per la seconda volta nel giro di qualche settimana, completamente madito di sudore, nonostante siano solo le sei di mattina e sfoggi un abbigliamento piuttosto leggero con pantaloncini di jeans e polo a maniche corte.

Giunto alla stazione di Roma Termini, scorge le ragazze assieme a Giulio riuniti ad attendere fuori l'arrivo dei restanti del gruppo.
Simone alza la mano per salutare tutti, che ricambiano con entusiasmo.
Laura gli si avvicina prendendolo sottobraccio per accompagnarlo dal gruppo.

«Simo stavamo parlando di come organizzarci una volta arrivati. Tu che dici?»
«Andiamo in albergo e ci riposiamo?» domanda lui, privo di qualsivoglia emozione.
«Madò che noioso che sei. Mica in vacanza annamo pe dormì. Io voto per metterce il costume e annà al mare, e la sera famo un giro per qualche locale carino» propone Chicca, anche lei vestita con pantaloncini della tuta, forse troppo corti, scarpe da ginnastica e t-shirt che lascia scoperta una frazione di addome.
«Infatti, Simò. Sei n'vecchio» interviene Luna ridendo assieme alle altre esibendo, invece, un abito semilungo simile a un pareo.

Nel frattempo vengono raggiunti da Matteo e la sua ragazza che sembra più eccitata di lui per questo soggiorno, a giudicare dall'espressione indifferente del suo amico.

«Daje Matté, un po' de entusiasmo. Ma che c'avete tutti stamattina?» sbuffa Chicca, controllando l'orario dal suo orologio da polso.
«Ma Manuel che fine ha fatto? Dobbiamo andare al binario o perderemo il treno»
«Che ne so, sto a chiamà ma nun me risponde» li informa Luna, con il telefono attaccato all'orecchio.
Ma in lontananza una figura ben distinta si affretta a raggiungerli portando in spalla un borsone da piscina.
«Meglio tardi che mai eh!»
«Scusate, non ho sentito la sveglia» enuncia Manuel trafelato per la corsa.
«Quando mai. Certe abitudini non muoiono» risponde piccato Simone, ricevendo in cambio uno sguardo severo da parte di Manuel che sembra voler scattare dal posto per prenderlo a pugni.
Fortunatamente viene fermato da Giulio e Matteo prima che possa scaraventarsi addosso al loro amico.

«Annamo che è mejo va'» conclude Matteo spingendo Manuel per la schiena verso l'entrata della stazione, seguito dagli altri.
Chicca si posiziona vicino Simone quasi strattonandogli un braccio.
«Oh, me fai male!»
«Ti meriteresti di peggio. Smettila di stuzzicarlo che se voi due me rovinate sta vacanza commetto n'omicidio»
«Me viene spontaneo»
«Allora cerca de finge, evitatevi, fate quello che volete, basta che state boni pe na settimana. Pensi de riuscirce?»
Simone, intimorito dal tono minaccioso della sua compagna, circondata da un'aura quasi demoniaca, annuisce con vigore sperando che non gli lanci qualche maledizione.

Attendono pazientemente l'arrivo del treno che li porterà fino a Lecce per poi fare lo scalo e ripartire per Gallipoli, per un totale di circa otto ore e mezza. Il che vuol dire che giungeranno a destinazione verso le tre del pomeriggio.

Gli occhi di Simone si posano involontariamente sulla figura di Manuel intento ad esaminare il tabellone elettronico sopra le loro teste.

Osserva le sue spalle scoperte dalla canotta azzurra, i muscoli delle braccia in risalto e dei pantaloni grigi da tuta che mettono in mostra forse anche troppo. Deve ammettere che col tempo Manuel sia diventato ancora più affascinante e quest'attrazione nei suoi confronti non gli piace per niente.
Distoglie presto lo sguardo, anche se qualcosa lì sotto non collabora affatto.

Non può e non deve ancora fargli questo effetto, si odia per permettergli di avere ancora questo potere su di lui.

Trascorre la maggior parte del viaggio seduto accanto a Laura a guardare insieme un film sul suo iPod, mentre Manuel è in un altro scomparto probabilmente con Giulio e Matteo, poco gli importa in realtà.
Tuttavia si domanda come mai sia da solo e non accompagnato dal suo ragazzo, credeva perfino che senza di lui non andasse da nessuna parte. Gli sembra quasi che Manuel gli faccia da tappetino e penda dalle sue labbra, talmente tanto che a volte stenti a riconoscerlo.

Loro due erano una coppia così diversa, Manuel era così diverso nei suoi confronti.
Non c'era chi prevaleva sull'altro, non c'erano mai stati momenti in cui uno si sentisse inferiore all'altro.
La loro era pura complicità e affinità, scherzavano, si prendevano in giro, avevano i loro istanti romantici, e litigavano per qualche istante, eppure bastava una battuta dell'uno e dell'altro per sistemare le cose e tornare a ridere insieme.

Non nega che quei momenti a volte vorrebbe riviverli, ma nei suoi ricordi quel "non ti amo più" spazza via ogni nostalgia, ogni desiderio di riappacificazione e non basterebbero più tutte le battute del mondo per sistemare le cose, questa volta.

«Simo, cos'è che ti preoccupa?»
«Mh? Perché dici così?»
Laura picchietta sul laptop per mettere in pausa il film e dedicargli l'intera attenzione.
«Ti conosco. Conosco quello sguardo perso. A cosa pensi?»
«Non ho niente Laura, davvero»
«Ti fa male averlo sempre davanti agli occhi, vero?»
Simone si gratta l'angolo di una narice, in evidente disagio.
«Di certo non mi fa impazzire»
«Mi dispiace, forse quest'idea della vacanza tutti insieme è stata pessima» dichiara lei con lo sguardo basso, suscitando una certa tenerezza in Simone che le vuole più bene di quanto lei immagini.
«Io invece credo sia perfetta. Avevo voglia di passare del tempo con voi e non devi preoccuparti per me, non permetterò a Manuel di rovinarmi l'estate»
Laura incurva le labbra in un sorriso, in verità vorrebbe dirgli che Manuel non è così male, che anche lui ha passato dei momenti spiacevoli quando lo ha lasciato. Ma preferisce tacere e non infierire ulteriormente, o Simone finirebbe per prendersela anche con lei.

«Comunque, dov'è che avete prenotato per dormire?» domanda il ragazzo, in un chiaro tentativo di evadere il discorso.
«Bellavista Club. È economico e vicino alla spiaggia. Ti piacerà»
«Non ne dubito»

***
All'arrivo tutti hanno già pranzato a sacco, perciò decidono di recarsi direttamente nella pensione in cui alloggeranno che dista a pochi metri dal Castello di Gallipoli e dalla spiaggia delle Purità, due dei posti più rinomati della città.

Davanti al loro sguardo si innalza un edificio di considerevole grandezza e dalle vetrate oscurate con un'insegna che cita "BellaVista Club".
Fanno ingresso nella hall con il bancone della reception posto sul lato destro.

«Salve, benvenuti al BellaVista Club. Avete una prenotazione?» domanda cordialmente la giovane donna vestita di tutto punto e in perfetta forma fisica.
«Sì, abbiamo una prenotazione da sei notti, per otto persone» interviene Chicca, cercando di mostrarsi formale, mettendo da parte il suo solito linguaggio e atteggiamento da coatta.
La signorina prende i nominativi e i documenti di tutti e prima di consegnare le chiavi, informa: «Perfetto, queste sono le vostre chiavi, le stanze disponibili sono due da tre posti letto e una da due. La colazione verrà servita tutte le mattine alle otto nella sala da pranzo adiacente questa stanza, se avete richieste o problemi in camera non esitate a contattarci telefonicamente. Per finire, il check-out potrà avvenire entro le undici di mattina»
Dopo aver spiegato al meglio le direttive si ritira nel suo angolino ad accogliere altri clienti.

Raggiunto il piano in cui sono presenti le stanze, rimangono piacevolmente sorpresi di constatare che siano piuttosto vicine le une alle altre così da non avere bisogno di spostarsi da un piano all'altro per riunirsi.

«Quindi, come ce dividemo?» domanda Matteo sofferente per aver dovuto caricare in spalla anche le borse della sua ragazza.
«Noi ragazze vorremmo stare insieme» interviene timorosa Laura.
«Allora io e Fede annamo nella stanza da due» propone Matteo, ma Chicca si avvicina a lui per tirargli un pugno sulla spalla.
«Ahia, sei scema?»
«Te pare che Simone e Manuel dormano insieme?» gli bisbiglia all'orecchio, come se gli altri non si fossero già accorti di tutto.
«Ah già. Io e Fede prendiamo la camera a tre e uno tra Simone e Manuel dorme con noi»
«Ma che sei matto? Io non ce vengo a dormì con voi che scopate e devo fa' il candelabro. Grazie ma preferisco stare in camera con Manuel a questo punto» afferma Simone.
«Per me è uguale, tanto capirai, per quello che ce starò in camera» conclude Manuel infilando la chiave nella toppa della stanza da condividere con Giulio e Simone.

L'ambiente si presenta suggestivo e con particolari tipici del luogo marittimo, come la carta da parati dai colori estivi e luminosi, o quadri raffiguranti i pescherecci di Gallipoli, o ornamenti come timoni appesi alle pareti.
In ogni stanza è presente un piccolo balcone con una meravigliosa vista sul mare e sul castello, da dove poter ammirare il paesaggio comodamente seduti attorno a un tavolino rotondo da esterni.

Di comune accordo, decidono di prepararsi per scendere in spiaggia e godersi un po' di sole e relax, ad eccezione di Simone che sceglie irremovibilmente di rimanere a poltrire a letto, nonostante le insistenze dei compagni.
Mentre gli altri escono dall'hotel, lui accende il condizionatore e non appena tocca il cuscino con il capo, crolla in un sonno profondo e ristoratore.

«Cazzo, me so scordato il telo da mare» inveisce Manuel contro se stesso quando ormai sono in cammino verso la strada che conduce alla spiaggia.
«E te pareva. Daje, movete che t'aspettamo»
«Annate avanti che ve raggiungo»

Manuel percorre la hall dell'albergo e sale le scale fino a raggiungere la sua stanza.
Scava all'interno della sua sacca di piscina afferrando l'asciugamano per poi metterselo in spalla, rendendosi conto solo in un secondo momento che qualcuno sta beatamente dormendo sul letto matrimoniale in un'espressione angelica.
Cautamente si avvicina a lui, sedendosi in ginocchio e osservando il volto rilassato di Simone.
Non sa esattamente perché compie un gesto simile, ma è come se una forza attrattiva lo abbia condotto ai piedi di quel letto e lo mantenga saldamente ancorato davanti a lui.

È bello, Simone.
È bello come un arcobaleno dopo una giornata intera di pioggia.
È bello come un prato fiorito in primavera.
Come un tappeto di foglie dorate e ramate in autunno.

È quel tipo di bellezza che ti provoca il batticuore, che ti incanta quando osservi i suoi lineamenti perfetti.
E Manuel li conosce a memoria, tanto che potrebbe disegnarli a occhi chiusi.

Traccia il suo profilo con l'indice, stando ben attento a non sfiorare la pelle. Delinea il contorno della bocca e un instinto doloroso di premere le labbra sulle sue lo costringe ad avvicinarsi, inalando il suo profumo delicato. Porta una mano a tirargli indietro alcuni capelli ricaduti sulla fronte, scoprendo così le palpebre dalle folte ciglia nere.

«Perché sei così bello...» chiede Manuel più a se stesso che a lui, in un sussurro velato.
Se solo non fosse diventato così insopportabile, avrebbero potuto cercare di sistemare le cose, ma Simone non ne vuole sapere, forse cova ancora troppo astio nei suoi confronti.

Simone chiude di istinto da bocca, provocando uno schiocco rumoroso e sistemandosi bene sul lato del materasso.
Questo movimento improvviso costringe Manuel a scattare all'impiedi con il cuore accelerato.

Lo scruta un'ultima volta per sincerarsi che stia ancora dormendo, per poi allontanarsi il prima possibile da quella camera.
Mentre tenta di raggiungere il passo degli altri il suo cuore ancora batte furioso e si maledice mentalmente per aver provato di nuovo queste sensazioni per Simone.

Non può e non deve ricascarci, la sua vita adesso è cambiata e non permetterà a un Simone qualunque di rovinarla.

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