5
Simone si risveglia dopo una lunga dormita, verso l'ora di pranzo, con l'umore nero come la notte. La tentazione di farsi la valigia, prendere un treno oggi stesso e tornarsene a Torino è molto forte, tuttavia non può darla vinta così a Manuel. Roma è abbastanza grande per ospitare entrambi, anche se il suo ego smisurato occupa quasi tutto lo spazio.
Vorrebbe davvero non provare più astio nei suoi confronti, rimanere indifferente alle sue espressioni e parole, ma la verità è che lo irrita ogni cosa di lui, dalla voce ai suoi gesti.
Probabilmente perché il loro era un amore troppo forte, troppo profondo, che quando è finito ha distrutto tutto ciò che avevano creato, come una mina esplosa che si porta dietro solo fumo e detriti.
Anche se accettasse di accantonare l'odio che prova nei suoi confronti, mai nulla tornerà come prima. Il loro amore è rovinato così come la loro amicizia, e i pezzi da assemblare per giungere a una situazione di tregua sono infiniti, e onestamente Simone non è affatto sicuro di voler rimetterli insieme.
In questi anni si è convinto che in fondo è stato un bene essersi lasciati, lui era diventato un rammollito che non pensava ad altro se non ergere il suo ragazzo, dotato di un ego spropositato, in cima alle sue priorità, spesso annullando la sua persona. Per Simone la felicità di Manuel era diventata il centro di ogni cosa, mentre per Manuel era uno come tanti e tante persone con cui ha avuto una relazione. Da un giorno all'altro ha deciso di mollarlo forse perché era stanco di lui o pronto per dedicarsi a un nuovo giocattolino da consumare.
Prova quasi compassione per quel ragazzo, Daniele. Quando si stancherà anche di lui e lo tratterà a pesci in faccia, immagina ne soffrirà parecchio.
Perché è questo che fa Manuel.
Far soffrire le persone è la sua specialità.
«Tesoro cos'hai in programma oggi?» domanda Floriana a suo figlio, seduto di fronte a lei attorno al tavolo da cucina dove stanno pranzando con insalata di riso e fettine di pollo.
Il clima è insopportabilmente caldo tanto da dover mantenere tutte le finestre aperte per far arieggiare la casa. Fortunatamente il fatto che vivano in aperta campagna aiuta notevolmente la corrente d'aria a circolare dalla cucina al salone e viceversa, rendendo la torrida estate molto più piacevole da affrontare.
«In realtà niente. Perché?» risponde Simone, masticando avidamente il cibo in bocca, come se non mangiasse da mesi. Cosa che Dante non perde occasione di fargli presente.
«Simò che schifo, per favore contieniti»
«Scusa pà, ho una fame»
«Oh ma n'è che ti droghi?»
Simone quasi rischia di strozzarsi con una cotoletta stretta tra i denti.
«Ma che stai a dì?»
Floriana, che nel frattempo ha osservato la scena senza proferire parola, scoppia a ridere divertita dalla comicità della situazione attirando gli sguardi di entrambi i suoi uomini, nonostante con uno di loro l'amore si sia spento da tempo.
«Comunque, ti andrebbe di accompagnarmi a fare shopping?»
«Mamma, non ti sembro un po' cresciuto per le punizioni?»
«Dai Simo, fammi contenta. Voglio passare un po' di tempo con te prima di ripartire»
Simone smette di masticare rumorosamente e alza gli occhi sulla madre che sorride leggermente malinconica.
«Ma come? Già vai via?»
«Tra una settimana. Purtroppo il lavoro mi reclama e, visto che non sapevo quando sarei riuscita a beccarti senza far nulla, oggi mi è parsa l'occasione perfetta»
«Va bene. Ma non mi rifilerai una di quelle camicie a fantasia floreale che stai cercando di farmi comprare da anni»
Floriana annuisce sogghignando, realmente soddisfatta di poter passare del tempo con il suo, ormai, unico figlio.
Prima della fantomatica uscita con sua madre, che prevede sarà davvero estenuante, Simone decide di stendersi sul materasso per cercare di rilassarsi attendendo che Floriana lo richiami al comando. Chiude gli occhi cercando di regolarizzare il respiro, dal momento che il caldo sembra quasi averglielo rubato. Quest'aria soffocante lo rende assai irritabile.
Mentre i suoi occhi vagano nel buio e le sue pupille roteano contro le palpebre serrate, la sua mente si focalizza su un immagine ben precisa. Il volto di Manuel della sera prima.
Era costernato, quasi sottomesso allo sguardo glaciale e alle parole crude che Simone gli ha rivolto. Si chiede come sia possibile un cambiamento così radicale. È sempre stato Manuel quello più irruento tra i due, eppure adesso sembra che i ruoli si siano quasi invertiti.
Che sia realmente dispiaciuto per averlo mollato in quel modo? O semplicemente è stato ben addestrato dal suo fidanzatino tanto da occultare la parte più impulsiva del suo essere?
Fatto sta, che né lui né Manuel sono più quelli di prima e questo in parte lo rattristrisce, perché sa che uno dei capitoli più importanti della sua vita è definitivamente concluso e che già da tempo ha iniziato a scriverne un altro, questa volta senza Manuel.
Entrambi sono andati avanti nonostante l'assenza dell'altro, e non c'è più spazio per loro due insieme.
Il cellulare continua a vibrare in tasca, disturbando il suo riposo.
«Che palle» impreca sbuffando, tirandolo fuori e leggendo i messaggi ricevuti sul gruppo.
***
L'idea di partire in vacanza con gli altri non gli dispiace affatto, tuttavia la presenza di Simone lo disturba non poco. Avrebbe preferito rimanere in compagnia di Daniele, senza sentirsi continuamente osservato e giudicato, perché diciamocela tutta, non è una bella situazione ritrovarsi con un ex e il proprio fidanzato nello stesso posto. Più che vacanza per Manuel rappresenta uno stress che, a questo punto, preferirebbe di gran lunga evitare.
Gira e rigira tra le dita la spilla che la sera prima Simone ha appoggiato sulla sua mano, osservandone le decorazioni incise sulla superficie.
Nell'esatto momento in cui si sono sfiorati, Manuel ha avvertito una sorta di elettricità tra loro, come se il mondo fosse tornato indietro nel tempo e nulla fosse cambiato.
Ma la verità è che ogni cosa lo è, cambiata.
Primo fra tutte Simone. Stenta a riconoscerlo, è aggressivo, freddo e cupo. Una persona totalmente diversa da quella che lui ha conosciuto e amato.
È sempre stato estremamente amabile e generoso, qualcuno per cui venderesti l'anima pur di averlo al tuo fianco.
Mentre, adesso, venderebbe l'anima pur di tenerlo lontano il più possibile dalla sua vita.
Scaraventa il piccolo oggetto contro il muro, maledicendosi per il suo pensiero che, dopo tutto questo tempo passato, ancora lo ossessiona.
Non lo sopporta, non sopporta la sua presenza e il fatto che possa instillare tensione nella relazione con Daniele, con i suoi modi di fare aggressivi e insopportabili.
«Ehi, che ti prende?»
Daniele si avvicina abbracciandolo da dietro e avvolgendo la vita di Manuel con le braccia.
«Niente Dani, tutto ok» lo rassicura lui mentre le mani si appoggiano su quelle di Daniele e le dita di entrambi si intrecciano.
«Se la spilla non ti piaceva potevi restituirla al proprietario»
«Con quello meno c'ho a che fare meglio è»
«Sicuro? Non è che rivederlo ti ha riacceso la fiamma?»
Daniele sorride contro il collo di Manuel, prendendolo palesemente in giro, ma il ragazzo reagisce in modo inaspettato, sbuffando e staccandosi da lui e dal suo abbraccio.
«Danié te prego, non te ce mette pure tu»
«Guarda che scherzavo. Ti girano oggi?»
Manuel osserva il volto offeso del suo fidanzato che lo fa sentire tremendamente in colpa per la risposta acida che gli ha rivolto.
Maledetto Simone. È tutta colpa sua.
«Scusa, non ne faccio una giusta ultimamente eh?» Manuel prende il volto di Daniele unendo le loro labbra dolcemente e lui, come sempre, non riesce proprio a tenergli il broncio.
Perché quando si tratta di Manuel, perde completamente lucidità e l'orgoglio lascia spazio a un cuore palpitante d'amore.
«Ma no. Sei solo stressato»
«Per fortuna che abbiamo l'occasione di goderci questa vacanza allora» esordisce entusiasta Manuel, pronto a passare l'intero soggiorno a visitare le bellezze di Gallipoli e del suo mare e a chiudersi in camera con il suo affascinante compagno per rilassarsi senza pensare a quel coglione del suo ex.
«A questo proposito, Manuel...ho brutte notizie»
O forse no.
«Che palle Dani, avevi detto che saresti venuto»
Si stacca nuovamente da lui, quasi sbattendo i piedi come un bambino.
«Lo so, e non sai quanto mi dispiace. Ma vogliono che torni prima a lavoro. Giuro che mi farò perdonare»
«Sarà meglio» conclude Manuel, con le braccia conserte al petto, ricevendo un bacio fugace da Daniele, che non indugia più del dovuto sulle sue labbra, per lasciare al suo ragazzo il tempo di metabolizzare la notizia scomoda per entrambi.
È così che tutti i progetti che Manuel si è creato poco prima nella sua mente sfumano come nebbia fino ad annullarsi come non fossero mai esistiti. Mentre il pensiero di Simone torna a provocargli il tormento, perché è consapevole di quanto questa vacanza si rivelerà un disastro.
***
Simone e Floriana passeggiano fianco a fianco percorrendo Piazza Venezia e attraversando Via del Corso che pullula di turisti e negozi di abbigliamento.
Per camminare devono farsi spazio tra la folla e Simone si maledice mentalmente per aver accettato la follia di sua madre nell'avventurarsi a quest'ora del pomeriggio in mezzo a quest'orda di gente impazzita.
A differenza sua, Floriana appare particolarmente tranquilla a destreggiarsi tra la confusione.
Prende sottobraccio suo figlio, per evitare di perderlo per la strada, nemmeno fosse un ragazzino di sei anni, e se lo trascina dietro come un cagnolino.
«Ricordami perché sto facendo questa cosa» si lamenta Simone in tono leggermente superiore al normale, dal momento che la sua voce viene coperta da quella degli altri passanti.
«Perché mi vuoi bene e perché ti aiuto a pagare metà affitto di casa a Torino?»
«Hai ragione» concorda, non trovando una risposta plausibile a tanta verità.
«Allora, dove avete deciso di andare?»
«Gallipoli»
«Bello, no? E quanto starete?»
Simone si stringe nelle spalle, non ha mai visitato la Puglia ma da quanto ne ha sentito parlare dovrebbe rivelarsi una meravigliosa sorpresa.
«Una settimana»
Una settimana di angoscia continua per avere Manuel continuamente sotto al naso ed evitare di mettergli le mani addosso.
«Beh, quale occasione migliore se non una vacanza al mare per comprarti una bella camicia hawaiana?»
«No, mamma ti prego. Ti ho detto che non metterò mai una cosa del genere»
Floriana di tutta risposta comincia a ridere di gusto, costringendo il figlio a entrare in una boutique di articoli balneari.
Ne escono circa venti minuti dopo con un paio di costumi da bagno, infradito da spiaggia e alcune t-shirt colorate.
Continuano a passare da un negozio all'altro per almeno un'altra ora, con le continue suppliche di Simone di tornarsene a casa, già esausto e appiccicoso di sudore per il caldo torrido.
«Pietà. Almeno andiamo a bere qualcosa, sto morendo di sete» afferma affaticato Simone, sollevando buste di panni con entrambe le braccia.
«Va bene, va bene. Vuoi una mano con queste?» indica i sacchetti con l'indice, ma Simone scuote la testa in diniego.
Mentre si recano verso il primo bar a vista d'occhio, e soprattutto con meno gente possibile seduta ai tavolini, si imbattono nell'ultima persona che Simone avrebbe voluto vedere dopo un pomeriggio talmente traumatico per lui.
«Bella Simò!» Matteo lo saluta a pochi metri di distanza, con la mano alzata, affiancato da Chicca che corre ad abbracciare affettuosamente Simone e saluta cordialmente la madre, e da Manuel che saluta con un cenno del capo.
«Salve ragazzi. Anche voi in giro per spese?» domanda gentilmente Floriana, indugiando lo sguardo maggiormente su Manuel, che mantiene le mani in tasca assorto in chissà quale pensiero.
Si ritrova a constatare quanto sia diventato ancora più bello dall'ultima volta che lo ha visto almeno due anni prima, quando ormai casa sua e di Dante era diventata anche un po' casa di Manuel visto che faceva coppia fissa con Simone.
«Sì. Dobbiamo comprare un po' di cose per la partenza. Lo saprebbe anche suo figlio se leggesse i messaggi di tanto in tanto» interviene Chicca con un'euforia inspiegabile agli occhi del ragazzo.
«Mia madre mi ha costretto a seguirla nelle sue follie»
«Volete unirvi a noi? Stiamo per andare a fare un aperitivo» domanda la donna verso i ragazzi, evitando la battuta ironica di Simone ma attirando il suo sguardo inceneritore.
Un attimo dopo Floriana sente la sua spalla spintonata appena da quella del figlio.
«Grazie, ma dobbiamo continuare il nostro giro di acquisti»
Fortunatamente ci pensa Chicca a sventare il pericolo imminente, giusto in tempo prima che Matteo potesse accettare l'invito, già intenzionato a farlo a giudicare dalla faccia delusa che ha esibito.
Sia Manuel che Simone tirano un sospiro di sollievo, felici di non dover passare altro tempo in presenza dell'altro, nonostante ne dovranno passare già parecchio durante la vacanza. Ma entrambi ancora ci sperano che uno dei due decida di non partire.
Sarebbe tutto troppo imbarazzante e difficile da affrontare, anche se si tratta di una sola settimana.
I ragazzi si salutano, riprendendo ognuno la propria strada, ma ciò non impedisce Simone di voltarsi per osservare Manuel che cammina con schiena leggermente incurvata e i ricci che da dietro sembrano quasi una cascata di trucioli aggrovigliati.
E ciò non impedisce Manuel di voltarsi per osservare Simone chiacchierare con la madre e notare il suo profilo perfetto e le spalle larghe e scolpite.
«Mà, perché li hai invitati con noi? Lo sai in che rapporti siamo io e Manuel» domanda irritato Simone mentre sgranocchia una patatina, seduto al tavolino rotondo con un bicchiere di Spritz davanti a sé.
«No non lo so, tu non mi dici mai niente. Credevo aveste fatto pace»
«Non siamo bambini delle elementari che dobbiamo far pace»
Floriana assaggia un sorso della sua schweppes al limone con foglie di menta.
«D'accordo tesoro. Però lasciati dare un consiglio da un'esperta di relazioni disastrose»
«Sentiamo»
«Non porta a nulla serbare rancore per una persona che abbiamo amato. Perché sai alla fine cosa si dice? Che se provi odio è perché il sentimento è ancora vivo dentro di te. Se davvero vuoi dimenticare Manuel, devi mettere da parte l'astio nei suoi confronti e lasciarlo andare»
L'equilibrio e la forza d'animo di sua madre a volte lo destabilizzano, perché dopo tutto ciò che ha passato, la malattia, la separazione da Dante, la morte di Jacopo, ha ancora la forza di dispensare parole di conforto e perle di saggezza senza mai vacillare, senza mai lasciarsi andare agli istinti, alle emozioni.
«Odiarlo è l'unica cosa che mi riesce di fare, al momento»
La donna appoggia il palmo della mano delicata su quella grande e mascolina di Simone, cercando di trasmettergli tutto il suo affetto e la sua presenza, senza spendere altre futili parole.
Si allontanano dal locale quasi al tramonto, ma passando davanti a una profumeria, Floriana si intrufola velocemente promettendo di rimanerci per pochi minuti e abbandona Simone fuori ad attenderla ormai spazientito.
Tra sé e sé giura di non commettere mai più il malsano errore di andare a fare shopping con una donna.
Mentre attende fumando una sigaretta che gli regala un attimo di respiro, controlla continuamente l'orologio e nemmeno si accorge di avere di fronte qualcuno che si reca in direzione opposta alla sua.
«Non è possibile. Ma mi perseguiti?» domanda Simone verso Manuel, stavolta però da solo, senza gli altri in sua compagnia.
Il ragazzo passa una mano tra i capelli per tirarli indietro, gesto che non sfugge all'attenzione di Simone il quale, purtroppo e a malincuore, trova estremamente sensuale.
«C'ho de mejo da fa che segui a te»
«Nun me pare»
«Che vòi Simò?» domanda minaccioso Manuel, avvicinandosi al petto di Simone, alto almeno una spanna più di lui.
«Da te proprio niente» risponde mantenendo lo sguardo fermo e la testa alta.
Ma la vicinanza tradisce i loro cuori, che battono a un ritmo incalzante.
«Allora nun me rompe le palle» conclude Manuel, appoggiando gli occhi per una frazione di secondo sulle labbra schiuse di Simone.
In quel momento nessuno dei due riesce a pronunciare parola, tantomeno allontanarsi. Rimangono semplicemente a osservarsi, ma vengono interrotti da Floriana che si affianca a Simone.
Si tirano indietro nel medesimo istante, espirando l'ossigeno che avevano trattenuto per tutto il tempo.
Manuel si incammina a passo svelto senza salutare, e Simone rimane sul posto con la sigaretta tra due dita consumata dal vento e lo sguardo ancora ipnotizzato.
«Sicuro che si tratti di odio?»
Senza attendere risposta, Floriana si incammina sorridendo davanti al figlio, che solo dopo alcuni metri di distanza si rende conto dell'intervento insensato della madre.
Assolutamente insensato.
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