13 - Investigare
Quella mattina si era svegliata presto la mattina, anche se in realtà non aveva dormito granché quella notte. Stavolta non per colpa della luna blu, dato che finalmente l'effetto era finito, ma perché i pensieri l'avevano colpita in pieno, girandole per la testa. Tutto girava intorno ad un nome: Amara.
Dopo esser tornata nell'appartamento la corvina, come sempre, non c'era stata e anche una volta tornata era andata a farsi una doccia, per poi sparire ancora dalla finestra. Si domandava perché lo facesse, aveva tutto in quel posto, perché andare sempre fuori? Sapeva che non era per necessità di sangue dato che quando tornava la maggior parte delle volte non sentiva odore di sangue addosso a lei con i suoi sensi acuti.
Mi fa dormire qui ma lei dove starà? pensò girandosi nel letto dalle lenzuola scure e guardando fuori dalla finestra. Cosa farà tutto il giorno quando non è a lezione? Non la vedo studiare mai però. Magari sta facendo dei piani per scappare da questa scuola e tornare a casa. Ma i suoi genitori non le dicono nulla? Poi un pensiero triste le attraversò la mente e si mise a sedere. Forse non ce li ha...
Scosse la testa, doveva smettere di pensare a lei, era inutile provare ad avvicinarsi. Amara non la voleva intorno e l'aveva capito. Allora perché... Si portò le dita alle labbra sfiorandole, delle volte pensava ancora a quel bacio caldo. Era stato così rassicurante, inaspettato ma anche così familiare.
Sospirò e si alzò, facendosi una doccia fresca per cercare di lavare via quelle idee e concentrarsi su altro, vestendosi già pronta per le lezioni che sarebbero iniziate dopo qualche ora. Sbuffò quando delle ciocche chiare le andarono davanti gli occhi, cercando di sistemarsele guardandosi in quello specchio grande su un mobile del salotto.
- Non è un po' presto per uscire?- sentì dire da quella voce leggermente roca che non aveva sentito molte volte, ed era un peccato per quanto fosse così bella. Selene si voltò trovando Amara appoggiata allo stipite della porta della cucina, già con un bicchiere di vino in mano.
- Non ti ho sentita rientrare.- le disse invece lei e la corvina fece spallucce, bevendo come solito. Si domandava come facesse ad essere sempre sobria e come facesse a bere a tutte le ore, lei non ci sarebbe mai riuscita.
- Vai a lezione così oggi?- disse poi ridacchiando quando notò che indossava la sua solita maglia larga maschile e Amara schioccò le dita. Ora indosso aveva una camicia dalle maniche ai gomiti, jeans aderenti e anfibi con un tacco medio, tutti rigorosamente neri.
- Perché non porti l'uniforme?- le domandò così cercando di non fissarla troppo, sentendo il suo cuore battere forte. Per un attivo la corvina rimase in silenzio prima di parlare, camminando verso uno scaffale pieno di libri.
- Non sono più iscritta qui e potrei benissimo andarmene ma il preside vuole che rimanga per mettere sotto pressione i nuovi per vedere quanto durano facendo finta che io non abbia terminato ancora gli studi. E anche perché posso far zittire tutti i vampiri che sono quelli che creano più casino qui. Lui è felice e io ho un riparo.- disse semplicemente.
- Quindi usi le lezioni come un metodo di ripasso?- ipotizzò Selene che non aveva sperato tanto in una risposta.
Amara fece spallucce e fece per spostare un libro, facendo scattare un meccanismo e svelando un ripiano nascosto nel muro che rivelò svariate bottiglie di vino. Ma questa è proprio fissata!
- Il vecchio non vuole alcolici nelle camere, avvisalo e sei morta.- la minacciò poi la corvina notando che fosse ancora lì e Selene annuì subito anche se non le fece paura. Anzi, sbuffò ancora quando una ciocca le diede fastidio.
- Ehm, potresti... farmi un favore?- chiese un po' timida alla covina che la guardò stranita.
- Cosa?-
Selene si girò di spalle e si sciolse la treccia di capelli e Amara, capendo cosa volesse, sospirò e le si avvicinò, facendo apparire una lama affilata tra le sue dita. Senza farsi notare fece un respiro profondo e prese i suoi capelli, l'agitazione in lei che si insinuava. Devo calmarmi pensava lei cercando di evitare di fissare troppo il suo collo chiaro e dalla pelle delicata, morbida. Con un taglio netto poi le tagliò quei capelli bianchi e setosi.
- Grazie.- le disse Selene voltandosi e sentendo il suo imbarazzo, le sue guance erano lievemente rosse.
- Di nulla.- le rispose facendo sparire la lama e voltandosi, andando al piano superiore e Selene invece si affrettò ad uscire, mentre, i capelli che erano caduti a terra, si illuminarono di luce propria appena e poi sparirono nel nulla.
Stava camminando per i corridoi lentamente aspettando che il tempo passasse e che le lezioni iniziassero, annoiandosi nel frattempo. Tutto era silenzioso e il sole era da poco spuntato all'orizzonte, molti probabilmente stavano dormendo, altri forse si stavano svegliando di mala voglia.
Un po' trovava la scuola interessante, imparare cose nuove e sapere di essere in un posto dove molti erano come lei non era male. Però, delle volte si annoiava, come se sapesse già tutte quelle cose senza nemmeno saperlo, e il sentirsi fuori luogo talvolta le sembrava reale.
Si fermò quando notò lo stanzino di cui le aveva parlato Arlena, la segreteria scolastica. Le aveva detto che lì si poteva avere accesso a molti fascicoli, come importati test di anni precedenti e anche le identità di tutti gli studenti passati, presenti e anche futuri. Ovviamente con il permesso del preside.
Si guardò attorno vedendo che non c'era nessuno nei paraggi e si avvicinò alla porta con quel cartellino appeso su essa con inciso segreteria, poggiando la mano sulla maniglia ed entrando il più silenziosamente possibile. Oh, santo cielo...
Là dentro era tutto un casino, mobili dai grandi cassettoni erano aperti e pieni di fogli e fascicoli, alcuni erano addirittura per terra e mischiati tra loro. Avrebbe impiegato un'eternità a trovare ciò che le serviva. Ma cosa cercava? Una cosa, qualsiasi su di lei... Anche una stupidaggine... L'istinto le diceva che c'era molto di più dietro quella maschera che Amara portava e voleva capire il perché, scoprire ciò che nascondeva. Lei sa qualcosa di me, lo sento, lo vedo da come poggia gli occhi su di me. Lei non mi studia come fossi un'estranea, mi controlla come se si preoccupasse.
Ogni foglio che guardava, cercando di non toccare quelli a terra per non spostarli ma leggendoli velocemente, lo rimetteva al suo posto, esattamente com'era. Non aveva molto tempo, presto la scuola si sarebbe riempita. Oh, ma andiamo!
Assegni di padri per la tassa scolastica le aveva fatto capire quanto fosse prestigiosa quella scuola, e c'erano molti vampiri e angeli anche, più di quanti aveva visto in quelle settimane. Ma ancora nulla su Amara. Poi, sospirando, si sedette sulla sedia un po' arresa. Fu allora che notò che, al suo fianco, in quel mobile vecchio e trasandato che aveva già controllato, c'era una scatola nascosta sotto nell'ombra. Si rialzò e la prese, soffiando sopra essa per levare la polvere.
- Migliori studenti, studenti particolari, problematici e altro... Vediamo un po'.-
Aprì la scatola e di nuovo trovò altri fascicoli. Molti erano di vecchi studenti che avevano frequentato quella scuola anche secoli prima, altri erano dei vampiri casinisti cacciati per via della loro pericolosità, trovò anche quel ragazzo di cui Arlena le aveva parlato che era in grado di trasformarsi in qualche animale terrestre.
-Eccolo!- esclamò finalmente trovando il nome Amara Daniels su uno dei fascicoli, prendendolo e iniziando a sfogliarlo. Sinceramente era un po' nervosa e si morse il labbro, rimanendo stupita da quello che apprese. Quella vampira era in quella scuola da ottant'anni, nessuno era rimasto così tanto tempo in quell'istituto quanto lei. La cosa strana era che aveva dato l'esame finale dopo un anno che era entrata in quella scuola e con il massimo dei voti. Arlena e gli altri si preparano da anni mentre lei arrivava e li stracciava tutti!?
Con sorpresa vide anche che dominava tutti e quattro elementi e tutti ad un altissimo livello. In ogni test era stata impeccabile, la migliore che sia mai entrata alla Magic Academy. Ma come faceva ad essere così potente quando non lo sembrava? Nascondendo la propria aura?
- Non si sa da dove venga, né se abbia una famiglia o altro...- lesse attenta. Poi, in altri fogli, degli appunti del preside con una foto vecchia in bianco e nero. Una ragazza alta e magra, il cui corpo sembrava esile, indossava un abito scuro e semplice, lo sguardo verso chi aveva fatto la foto, i capelli corti alle spalle. Questo posto...
Osservò quel campo dietro di lei, quei grandi alberi e sentiva che conosceva quel posto ma non aveva idea di che luogo fosse allo stesso tempo. Scosse la testa e ritornò a guardare la ragazza, quella era Amara e lo vedeva dai suoi linementi. Solo che lì in quell'immagine sembrava più indifesa, forse era la sua corporatura che le risultava di poco più esile. Aveva letto da qualche parte che i vampiri potevano sembrare innocui se non si nutrivano di sangue da svariate ore, anche giorni.
- Giovane vampira scatena il caos nel distretto del fuoco, è la famosa orfana senza dimora, tra i più potenti vampiri.- lesse da un pezzo di giornale, con accanto un appunto del preside con scritto "Che sia Amara?". Poi un'altra foto, sempre in bianco e nero, mostrava una ragazza che di corporatura non sembrava tanto diversa né dalla prima foto né ad Amara. Indosso un lungo vestito scuro a coprirle anche le braccia. Anche il volto era coperto ma dai suoi capelli un po' più lunghi della prima immagine.
- Sparita nel nulla la vampira ammirata dalla sua specie, la famiglia che l'aveva accolta non sa più nulla di lei da giorni.- lesse ancora passandosi una mano tra i capelli. Altri pezzi di carta dicevano che non si sapeva nulla della sua provenienza, era apparsa nel nulla nel villaggio dove la maggior parte dei vampiri stava ed era svanita tempo dopo. Chissà di quanto tempo fa sono queste...
Girò le foto dove solitamente si inserivano le date e sgranò gli occhi. Non è possibile! La prima era vecchia di ben quattro secoli, la seconda di duecentotrentasei. Sapeva che c'erano molti altri vampiri molto più grandi di Amara, ma fece comunque il suo effetto. Poi però pensò a sé stessa, da quanto tempo era un vampiro? Lukas le aveva detto che, data la forza che possedeva, un centinaio ne aveva tutti. Ma forse ne aveva anche di più?
Un rumore la distrasse, portandola a sistemare tutto in fretta e a rendersi invisibile appena una donnina aprì la porta entrando e lasciando la porta aperta, permettendole di uscire senza problemi, allontanandosi e tornando visibile solo quando si ritrovò in un corridoio vuoto.
- Per un pelo.- disse in un sospiro, sentendo poi la campanella suonare ad indicare l'inizio delle lezioni e ricomponendosi, raggiungendo la sua classe. Dovrò chiedere agli altri dov'è la biblioteca, devo sapere...
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