XII

<<Perché lui e non me?!>>
Katsuki sgranò gli occhi di fronte a quella reazione, incapace di capirla, almeno in un primo momento.
Poi però si disse che in fondo Kirishima si sentiva alla sua stessa maniera.
Stava provando esattamente quello che aveva provato lui nel vedere il suo amico d'infanzia - per il quale aveva una cotta da tempi immemori - sbaciucchiarsi di nascosto con quella tipa dalle guance rosate ed i capelli castani.
Perché lei e non me?
Sì, era certo di aver pensato la stessa identica cosa.
Abbracciò Kirishima, cercando di dargli l'affetto di cui aveva bisogno, per quanto ne fosse capace.
<<Mi dispiace.>> Riuscì solo a dire.
Portò le proprie mani dalle spalle del rosso fino alla sua nuca, massaggiò piano i suoi capelli soffici, poi portò le proprie mani alle sue guance e gli sollevò il viso, costringendolo a guardarlo.
Kirishima aveva gli occhi rossi e gonfi di lacrime.
Non riusciva a smettere di piangere.
Katsuki sorrise.
Un sorriso caldo e triste.
<<Non piangere.>> Gli disse con dolcezza.
Si portò una mano al viso e si sfilò la mascherina, lasciadola cadere, appesa al lato del letto.
<<Vieni qui.>> Gli disse, e con entrambe le mani portò il viso di Kirishima al suo.
Il rosso non ebbe il tempo di protestare, che Bakugou lo baciò.
Eijirou sgranò gli occhi, ma subito si abbandonò al caldo abbraccio delle labbra del suo amato.
Poté sentirsi ardere in un istante e poi spegnersi altrettanto in fretta.
L'Hanahaki dentro di lui era regredito di colpo ad un bocciolo, rintanato in fondo al suo cuore.
I due si baciarono a lungo, profondamente, con ardente passione.
Quando si staccarono, i capelli rossi di Kirishima quasi non si distinguevano dal suo volto.
Era senza parole.
Deglutì.
Accaldato, imbarazzato, quasi perplesso.
Si limitò a prendere con delicatezza la mascherina ed a riporla con cura sul viso di Katsuki.
Il biondo sorrise.
<<Ora...ti chiedo di scusarmi...>> Gli disse, <<Ma ho bisogno...di dormire...>>
Kirishima annuì con decisione.
<<Sì, sì, certo, scusa se ti ho disturbato.>>
Katsuki sorrise.
<<Non preoccuparti.>>
Gli accarezzò il viso, e per un attimo Kirishima avrebbe giurato lo stesse guardando con occhi colmi d'amore.
Eijirou piegò il viso contro la mano di Katsuki, premette la guancia contro il suo palmo e si godette appieno il calore del suo tocco.
Avrebbe affondato volentieri tutto sé stesso nelle sue mani se avesse potuto.
Kirishima ricambiò il gesto con una lieve carezza, poi si alzò.
Afferrò l'asta portaflebo come un bastone, anche se sentiva di non aver affatto bisogno di aiuto per reggersi in piedi.
Ripose la sedia e si avviò verso la porta.
Afferrò la maniglia, la abbassò, aprì la porta e...si fermò.
<<Katsuki, io...>> Iniziò a dire e si girò.
Il biondo si era già addormentato.
Inizialmente, Kirishima si allarmò, poi sentì il bip dei macchinari ed il respiro flebile attraverso la maschera.
Sospirò.
<<Io ti amo...>> Bisbigliò, consapevole che anche se il biondo lo avesse udito, non sarebbe servito a niente.
Aprì la porta ed uscì dalla stanza, consapevole di essersi tolto un grosso peso.
Non che questo cambiasse alcunché.
Camminò a passo lento verso la propria camera, vi entrò, si sedette sul letto e si guardò le mani, sconfortato.
Vi affondò il viso e si mise a piangere.
Tuffò la faccia nel cuscino e pianse a dirotto.
Il pianto, portò il sonno con sé.
Il sonno, portò i sogni.
Sogni che lasciavano l'amaro in bocca, tanto erano dolci ed irraggiungibili.

Il primo sole del mattino illuminava le pareti bianche della sua stanza quando Kirishima si svegliò di soprassalto.
Sentiva un groppo in gola, come se alla bocca dello stomaco avesse un enorme grumo di catarro.
Sentì di dover vomitare per cui corse in bagno, sempre seguito dalla fedele flebo, e si chinò sulla tavoletta.
Dopo un paio di sforzi andati a vuoto, vomitò un coagulo di sangue compatto, denso e purulento, grande come una pallina da ping pong.
Quando questo toccò l'acqua, il sangue si diluì e mostrò ciò che nascondeva al suo interno: un singolo bocciolo nero dalle radici secche e rattrappite.
Sgranò gli occhi non appena lo vide.
In cuor sapeva perfettamente cosa questo comportasse.
Era finita.
In fondo lo sapeva, lo aveva sempre saputo.
Si strappò la flebo dal braccio e volò fuori dalla stanza.
Attraversò di corsa i corridoi.
Non ricordava l'ultima volta che aveva avuto tanto fiato e tanta forza in corpo.
Brutto segno.
Quando spalancò la porta, i genitori di Katsuki erano in piedi accanto al letto del figlio, stretti l'un l'altra.
Alzarono gli occhi colmi di lacrime e guardarono Kirishima con occhi pieni di affetto misto a profondo dolore.
Il lenzuolo bianco posto sul viso di Katsuki ne tracciava delicato i lineamenti affilati.
Kirishima cadde in ginocchio.
È morto per colpa mia, pensò.
È morto per salvarmi.

~
Siamo al penultimo cap.
Buon proseguimento e buon finale :)

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