Capitolo 3
Martina
"Credi sia il caso di tornare a casa?" domando a Stefan dopo aver riletto per la seconda volta il messaggio di Asia.
"Direi di sì" risponde con voce seria, quasi macabra.
"Non mi accadrà niente" tento di tranquillizzarlo avvicinandomi a lui.
Con un gesto gentile gli sollevo il mento costringendolo a guardarmi negli occhi. Il suo sguardo è un mare ghiacciato in cui si è persa la luce.
"In tutti questi anni ha sempre mandato i suoi scagnozzi, adesso si è deciso a venire in prima persona, non è un bene e lo sai" dichiara.
"Lo so" replico con un filo di voce.
La sua preoccupazione diminuisce il mio coraggio, ma riesco ugualmente ad aggiungere con ironia "Riuscirò a tenergli testa, sono o non sono l'Eletta?"
"Scherzare non rende la notizia meno terribile" borbotta grave, dichiarando senza esitazione "non voglio perderti, Martina."
"E non mi perderai", confermo infondendogli fiducia, "non lascerò che vinca."
"Parliamo di un mostro che ha alle spalle secoli di maturata esperienza" protesta ancora, per mettermi in guardia.
"Sono cinque anni che non fai altro che ripeterlo", gli faccio notare abbozzando un sorriso, "che ne dici se ora andassimo a casa?"
"Certo" si rende disponibile alzandosi in piedi e, stringendomi forte al suo petto, giungiamo a destinazione.
Un battito di ciglia ed eccoci nel suo splendido appartamento, le tende sono accostate e un sottile fascio di luce lunare filtra dall'esterno.
"Casa dolce casa" sussurra sui miei capelli.
"Già" rispondo sollevando il capo per guardarlo negli occhi.
Ho sempre adorato perdermi nella loro profondità.
Nella penombra della camera, infatti, riesco a intravedere solo il bianco dei suoi denti e lo scintillio nei suoi occhi.
Quasi nello stesso istante la porta della camera si apre con un rumore secco e fastidioso, lasciando entrare la furia ben nota con il nome di Asia.
"Finalmente!" esclama correndoci incontro e senza darmi neanche il tempo di realizzare, mi strappa via da Stefan.
"Cosa ci fai qua?" domando confusa, infatti, le parole fuoriescono quasi balbettando.
"Vi stavo aspettando, che domande fai", risponde stringendosi nelle spalle, "da quando quello stupido ha fatto irruzione in casa mia, non sono più riuscita a prendere sonno" spiega, quasi senza respirare.
"Di cosa stai parlando?" inquisisco ancora più confusa, sembra che tutti abbiano l'abilità di confondermi.
"Erik", risponde quasi infastidita dall'ovvietà della domanda e sottolinea, lanciando uno sguardo bieco alle sue spalle, "quanti stupidi conosci?"
"Non capisco", sospiro scuotendo il capo, "vi riesce così difficile andare d'accordo?"
"Sì" irrompe Erik sulla mia voce poi, guardandomi negli occhi rilassa i suoi bei lineamenti in un sorriso "è bello, rivederti" mi saluta abbracciandomi con affetto.
"Anche io sono felice!" mugugna Stefan con ironia.
"Se permetti, preferisco vedere lei, che te!"
"Concedo", dice Stefan sorridendo, "ma adesso abbracciami" lo implora scherzando.
"Non ci penso minimamente", ride indietreggiando alla sua avanzata con le braccia spalancate, "non sei il mio tipo."
"Meno male", ringrazia Stefan guardando il soffitto, "non avrei potuto dirti di no."
"Cosa?" intervengo guardandolo di sbieco, anche se i miei occhi brillano di allegria.
Nei momenti di spontaneo buonumore, sembra quasi che la nostra vita non sia avvolta dall'oscurità.
"Lui c'era prima di te, fattene una ragione" risponde avvicinandosi e, delicato, mi posa un bacio sulle labbra.
"Ci proverò!" replico esagerando con la rassegnazione, mentre un altro sorriso m'illumina il volto.
Asia rompe l'armonia dicendo: "Se avete finito con i convenevoli dovremmo parlare del Barone, ricordate?"
"Anche se gli lasciavi qualche momento di spensieratezza non era la morte di nessuno" ribatte Erik guardandola storto.
"Ma sentitelo", protesta lei sbuffando, "sbaglio o sei tu che hai fatto incursione a casa mia per farmi mandare un messaggio in piena notte?" chiede acida.
Le vedo la vena del collo pulsare. Guai in arrivo.
"Ormai sono qui, non c'è nulla da temere" dichiara lui candidamente.
"Perdonatemi mio signore, se non ho pensato di chiedervi il permesso per parlare" urla con ironia tagliente e sibila scuotendo il capo "ma chi diavolo ti credi di essere!"
Nervosa sposta lo sguardo a me.
I suoi occhi sono due fessure sottili e lampeggiano come prima di un temporale, conoscendola, credo che stia per esplodere.
"Asia" provo a parlare, ma lei mi interrompe usando lo stesso tono furioso.
"Taci", ringhia, "vorrei sapere perché continuo a illudermi che tu abbia bisogno di me" si passa una mano tra i capelli mentre si volta "sono solo una cretina" aggiunge uscendo di corsa dall'appartamento.
"Asia" urlo correndole dietro, ma vengo afferrata per un polso.
"Lasciami andare" ordino perentoria.
"Non posso lasciarti andare", risponde Erik con voce calma, "non puoi permetterti distrazioni."
"È mia sorella, non una distrazione" obietto irritata, non mi è mai piaciuto prendere ordini.
"Lo è, invece, se sei disposta a uscire senza prima riflettere" mi rimbecca autoritario e aggiunge con un tono che non ammette repliche "non puoi andartene in giro come se il Barone non fosse in città."
"Non posso neanche barricarmi in casa" ribatto nervosa, mentre sento ogni mio singolo muscolo contrarsi per la tensione.
"Ci penso io a tua sorella" dice con voce profonda, consigliandomi di andare a riposare.
"Non voglio riposare" protesto, ma qualcosa nel mio corpo inizia a cambiare, mentre fisso i suoi meravigliosi occhi diventare di fuoco e la sua voce mi giunge lontana e ovattata mentre sussurra: "Di sicuro sarai stanca" e quasi in automatico i miei occhi sentono il bisogno di chiudersi.
Con la rapidità di un respiro, percepisco la tensione abbandonare il mio corpo e uno strano e piacevole torpore prendere il suo posto. Due familiari braccia mi sollevano da terra, per poi adagiarmi sul morbido del letto. La stanchezza mi ha completamente invasa, gli occhi sembrano incollati e il corpo pare appesantito dal piombo. Le loro voci mi giungono come un brusio lontano, prima di cadere nel più assoluto oblio.
*Mio spazietto*
Ciao a tutti/e!
Si riparte con gli aggiornamenti. :-D
Buona lettura e alla prossima!
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