~CAPITOLO CINQUE~

"Terroristi"
"Cosa?"
"Vieni con me"

Appena Chatnoir saltò sul tetto dove ladybug osservava la scena da lontano quest'ultima ne oltrepassò alcuni, il biondo presto la seguì riuscendo ad intravedere la leggera tensione formatasi sul suo viso, era nervosa, forse più del solito. Mentre l'eroe cercava di capire meglio ciò che il volto della ragazza esprimeva lei si apprestava nell'analizzare la scena con il battito cardiaco che premeva più forte sul petto. Perché era così agitata? Guardò la piazza, il popolo correva a zonzo, alcune persone venivano pestate, molte spintonate e tutti quanti si apprestavano alla fuga più irrequieta di sempre. Diede un occhio in giro, accorgendosi che uno degli edifici costruiti attorno allo slargo era in parte crollato. Si maledisse per non essere arrivata in tempo. Sotto le macerie, la ragazza intravide un uomo che abbracciava qualcosa tra le sue braccia, era senza sensi, ma era ancora vivo. Continuò a guardarlo; Voleva sapere cosa possedeva sotto di sé, poi finalmente capì.
Sotto la protezione di quella persona, giaceva una bambina impaurita. Ladybug spalancò gli occhi, sentiva una fitta al cuore che non riusciva ad ignorare, poi, come se nulla stesse accadendo, svenì. Chatnoir si precipitò in suo soccorso, ma appena la toccò, una luce abbagliante comparve sulla sua fronte, rivelando per un momento un piccolo segno, che fu però ignorato completamente. La corvina si risvegliò e gli occhi iniziarono a brillare di vita propria, fece un passo in avanti e tutto si bloccò, ne fece un altro ed il casino precedente ricominciò a farsi vasto. Dietro di lei, il ragazzo-gatto rimase allibito dal potere supremo che l'eroina sapeva di possedere.
Ladybug osservò attenta la piazza, una trentina di uomini armati di spade e mantello stava circondando una pianta intera di cittadini. Era come se i cani pastore stessero radunando il gregge impaurito.
La ragazza saltò giù, sfilando dal suo costume il suo Yo-Yo e pronunciando una formula ormai nota al suo compagno.

"Lucky Charm"

Il giocattolo a pois divenne un enorme spada nera che superava quasi il corpo della proprietaria stessa.

"Vi avverto, se non lascerete le terre di Engladon ora, la pagherete molto cara"

Disse, e qualcuno, in mezzo l'intera plebea, avanzò. Un uomo, anch'esso armato di spada e mantello, portava una maschera sul volto.

"Tu sei al capo di questa operazione?"

Il mascherato continuò a sghignazzare prendendosi gioco di lei. L'eroina perse il senno di poi. La sua forza, la sua determinazione, e il suo brillare, si moltiplicarono per almeno cinque volte. Fece un passo in avanti e, sotto di lei, un enorme vortice d'aria fece cadere tutti quanti. Le urla si placarono ma i cittadini continuarono ad avere paura. Ladybug allora agì. La minacciosa spada di prima, divenne un boomerang che, caricato di energia magica, venne lanciato verso gli attaccanti. Essi, non potendo evitare l'attacco, vennero abbattuti facilmente. Chatnoir era confuso e non capiva quale fosse il suo compito in quel momento, ma si fidava della corvina. Lei, d'altro canto, era consapevole che l'aiuto del suo compagno sarebbe stato prezioso. Si girò verso di lui, guardandolo con un sorriso sornione. Era ancora esterrefatto dalla potenza della sua compagna, ma quel suo sorriso meraviglioso lo rassicurò come da anni nessuno sapeva più fare.

"Che ne dici Chatnoir? Facciamo vedere chi è che comanda qui?"

Propose, rivolgendogli quell'espressione battagliera che lui tanto amava.

"Se con te milady, qualsiasi cosa"

Il ragazzo-gatto si avvicinò con grazia vicino alla corvina, mentre quest'ultima iniziò ad osservare rapida la piazza: il palazzo che era stato parzialmente distrutto, diventò ora in procinto di essere raso al suolo. Uno degli scagnozzi dell'uomo mascherato stava faticosamente lanciando alcuni massi del tetto giù per le macerie, mentre un altro stava cercando di accendere qualcosa in un caseggiato poco più a sinistra, e allora lei capì.

"Chatnoir, vai in quel palazzo laggiù e salva i cittadini rimasti intrappolati di sotto, presto!"

Disse, cominciando a saltare subito dopo verso il secondo edificio. Aveva capito cosa stava succedendo, l'uomo che tentava di accendere qualcosa su quell'edificio era uno dei kamikaze predisposti dal maggiorente, e il suo scopo era accendere quella scia di polvere da sparo posta su gran parte dello stabile insieme ad altri vicini a se.

"Come ho fatto a non accorgermene?"

Si maledì ancora, saltando l'ultimo tetto per poi fiondarsi sopra al seguace, incapace di capire ciò che stava accadendo.
Era tutto un vortice di pugni e tentativi di fuga, quando Ladybug si accorse di un dettaglio a cui in quel momento non aveva dato importanza: Chatnoir era solo, e in estrema difficoltà.
L'eroina lo fissò per un paio di secondi mentre il gregario si catapultò su di lei, puntandogli alla gola un coltello.

"È finita ragazzina"

Dichiarò, lei fece un ghigno prima di tornare ad avere quella potente luce intorno a sé. Questa volta era però rossa, rossa come la rabbia che portava dentro di sé da anni.

"Mi hai stancato"

Concluse, tirando con forza un ultimo e potentissimo pugno sulla faccia di quel losco individuo.
Poi, come se nulla fosse accaduto, riprese intrepida a saltare da un tetto all'altro con estrema velocità.
L'uomo incaricato del lancio dei massi si era prefissato di colpire l'eroe felino, ma Ladybug non l'avrebbe permesso; Mai.
Si fiondò vicino a lui mentre un macigno tentò di spianarlo completamente. Per fortuna la ragazza era arrivata in tempo.
Dal tetto, reggeva l'enorme peso con la forza delle sue stesse braccia, mentre il biondo portava in salvo gli ultimi innocenti rimasti sotto le macerie.

Solo dopo si accorse che cosa folle, la sua collega, stesse facendo per lui.

"Ladybug!"

Ci mise un attimo a rompere il masso con il bastone prima che l'intera massa riuscisse a spezzare il corpicino dell'eroina.

"Milady? Tutto bene?"
"Credi davvero che mi sarei fatta sopraffare dal peso di quel inutile blocco di cemento?"

Sorrise, mentre un lungo taglio non troppo profondo fece sanguinare il collo della ragazza. Chatnoir la osservò intenerito: Il suo corpo fu riempito dal coraggio che la ragazza non riconosceva abbastanza di possedere, il suo sorriso durante i combattimenti lo rendeva più forte e più audace, oltre che più felice.
Ladybug non fece troppo caso all'espressione pacifica che riempiva il viso del ragazzo, ripartendo più carica che mai per il combattimento.
Il biondo la seguì a manetta, mentre si accorse che alcuni dei loro nemici si erano ritirati spaventati.

"La pagherete per tutto quello che avete fatto!"

Gridò Ladybug correndo con grinta verso l'uomo mascherato; Per qualche strano motivo era rimasto scoperto, i suoi uomini non prestavano attenzione nel proteggerlo, ritrovandosi così solo in mezzo alla piazza.
Il sorriso che circondava il suo viso faceva dubitare alla corvina la sua totale indifesa, c'era qualcosa che non quadrava e lei sarebbe riuscita a capire di che cosa si trattava.
Nel momento in cui era più propensa per attaccare, gli occhi dell'uomo furono circondati da una sorta di maschera magica, trasportando immediatamente davanti a sé un bambino di circa sette anni.
La ragazza si bloccò immediatamente prima di riuscire a colpirlo con il suo yo-yo, l'espressione che il volto del bambino trasmetteva era riuscita a bloccare Ladybug per un paio di secondi; Il volto di quel fanciullo sembrava gridare aiuto mentre la sua mente veniva facilmente manipolata dalla potenza dell'uomo.

"Non vorrai per caso attaccare un bambino, vero Ladybug?"
"Che cosa diavolo gli hai fatto?"
"Non ti preoccupare, è solo sotto il controllo di una delle mie akuma"

Akuma?
Si chiese la corvina dubbiosa, non aveva mai sentito parlare di questo tipo di magia.

"Liberalo"
"E perché? Perché tu possa attaccarmi? Non credo che lo farò, piuttosto..."

Sussurrò, stendendo di fronte a sé il braccio. Il bambino corse verso la corvina per attaccarla, ma invano, cadde a terra quando il colpo della sua mano tirò a vuoto, perché evitato.

"Che diavolo ti ha fatto quel mostro?"

Chiese concentrata. Voleva assolutamente sapere cosa si celava dietro quella magia, e ora era più determinata che mai.
Il mascherato rise, mentre la corvina, un attimo distratta, si accorse solo in quel preciso istante che era rimasta sola; Chatnoir era troppo impegnato a combattere i seguaci per aiutarla.
In quello stesso momento, l'eroina cadde a terra attaccata dalla forza sovrannaturale che quel bambino, attraverso le mani del mascherato, riusciva a possedere; Era stesa a terra mentre le fragili braccia del fanciullo le stringevano il collo come pali d'acciaio... Come poteva avere una simile forza?

"Ecco, bravo, stringi quel suo delicato collo come se dovesse essere l'ultima cosa che fai, Petitacier"

Il bambino strinse di più la presa a quelle parole. La testa della ragazza iniziava a girare mentre la vista iniziava ad appannarsi.

"Non... Sconfiggerai mai... Engladon"

Sussurrò, cercando di rimanere il più lucida possibile, ma fu difficile data tutta la forza che stava perdendo.

"E chi lo dice? Tu Ladybug? Ma non farmi ridere, io sono Papillon! Presto padrone supremo di questo regno e capo di tutti voi inutili plebei!"

Gridò fiero, mentre subito dopo i suoi uomini fecerò lo stesso.
Solo in quel momento Chatnoir capì di essere rimasto troppo lontano dalla ragazza, notando quasi immediatamente che cosa le stava accadendo.
Con una corsa e un balzo levò la presa del bambino da Ladybug, mentre quest'ultima cercò di recuperare tutto il fiato perso; I segni sul collo della ragazza avevano fatto infuriare il biondo più che mai... Come mai non se n'era accorto prima? Perché era rimasto ad attaccare gli altri se il capo era proprio lì, da solo con lei?

"Uh, ma chi abbiamo qui? Un nuovo bandito?"
"L'unico bandito qui sei tu, Papillon"

Affermò minaccioso. L'uomo osservò l'eroe dalla testa ai piedi, poi sghignazzò. Lo sguardo di quel ragazzo gli aveva ricordato qualcuno, qualcuno che con la stessa arroganza aveva imparato a parlargli da anni.

"Lo vedremo, Chatnoir. Uomini, ritirata!"

Ordinò. Gli uomini attrezzati di spada e mantello si osservarono un momento dubbiosi prima di eseguire l'ordine del maggiorente. Non capivano perché proprio in quel momento, perché proprio nel momento per loro più vantaggioso.
Dopo la ritirata Papillon osservò un ultima volta il ragazzo, quasi in segno di sfida.

"Ci rivedremo presto, Ladybug e Chatnoir. Oggi avete avuto la mia grazia, ma un domani, preparatevi per la guerra"

Disse, scomparendo poi in un soffio di vento.
Chatnoir aiutò a rialzare l'eroina, mentre quest'ultima riuscì finalmente a riprendere fiato, concentrandosi su ciò che la battaglia aveva lasciato attorno a sé.

"È stato un disastro"
"Io non direi"

Gli sorrise il biondo, facendoli notare la gente attorno a loro che si riuniva, battendo le mani in segno di rispetto.

"Grazie!"
"Ci avete salvato!"
"Che Dio vi benedica!"

Per la prima volta da quando la ragazza aveva iniziato a salvare il regno, il suo eroismo veniva riconosciuto.
Ma lei non era affatto soddisfatta; Un edificio era crollato e Papillon era riuscito a sfuggirle, l'unica cosa che la rendeva più serena era il sostegno di quel ragazzo accanto a sé, sempre felice di confortarla.

"Mi dispiace popolo, ma io e Ladybug dovremmo levare le tende, non so se mi spiego"

Ammiccò con un occhiolino alla corvina. Ladybug sorrise allusiva alla battuta del biondo... Non era proprio il massimo in fatto di sarcasmo, ma era il massimo in fatto di sorrisi.
Con agilità i due si allontanarono di poco dalla piazza, rifugiandosi in uno dei vicoli posti tra un insula e l'altra.

"Scusami Ladybug"

La ragazza si stupì alle prime parole che l'eroe pronunciò appena atterrati, ma non chiese, curiosa di saperne di più.

"Prima, durante il combattimento, mentre quel bambino ti stava strangolando..."
"Il bambino!"
"Si...?"
"Dov'è finito? Sta bene?"

Chatnoir la osservò un momento allibito, per poi sorridere. Ma certo, Ladybug era pur sempre Ladybug, paladina della giustizia, coraggiosa, forte e altruista.

"Non ti preoccupare, sta bene, in realtà quel bambino era solo sotto l'influsso di quell'uomo, è tornato dalla sua nutrice sano e salvo"

Disse, provocando un sospiro di sollievo alla ragazza, che si appoggiò al muro del vicolo stanca.

"Meglio così, sono così spossata da non capire nemmeno che ore sono. A proposito, cos'è che mi stavi dicendo?"

Il biondo si fermò un attimo, per poi ciondolare la mano davanti a se su e giù.

"Nulla di troppo importante. Piuttosto, come stanno le tue ferite?"
"Oh... Non saprei, solitamente guariscono piuttosto in fretta"

Disse, da anni era cosciente del fatto che le sue ferite guarissero più velocemente di un semplice essere umano, e la cosa gli doleva un pò.
In un epoca come quella, una ragazza come lei non poteva essere considerata altro che una strega.
Ma nel suo paese e nel suo regno, le sue doti innaturali divenivano utili come poche. Più il tempo passava, più la gente veniva a conoscenza del fatto che la magia non era totalmente un dono del diavolo, e questo , Marinette iniziò a percepirlo.

"Davvero?"

Chiese l'eroe incuriosito. Voleva sapere qualcosa di più su quella misteriosa ragazza di cui si era tanto infatuato, voleva sapere chi fosse, da dove venisse, e soprattutto il perché, come lui, fosse stata scelta come eroina.

"Già, è un dono che ho dalla nascita"

Rivelò, brancicandosi leggermente il collo.
Chatnoir ricordò per un attimo quell'incontro che, anni prima, aveva segnato in qualche modo la sua vita.
Fortunatamente gli servì solo qualche momento per tornare con i piedi per terra, senza chiedersi troppo il motivo di quel ricordo.

"Allora io vado"

Disse Ladybug con un sorriso, sganciando in seguito il suo Yo-Yo per saltare sul tetto di fianco a se.
Chatnoir non ebbe nemmeno il tempo di salutarla, perché sparita in un secondo tra gli edifici della città.

"A presto, milady"

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